Newlines Institute, un falso think-tank americano
Recentemente sul sito www.newlinesinstitute.org è stato pubblicato il cosiddetto il “Primo rapporto indipendente sul Xinjiang” nel quale il Newlines Institute afferma infondatamente che il governo cinese ha violato la Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio delle Nazioni Unite. Il rapporto, che appare pieno di falle, seguendo vecchie conclusioni osserva che le “prove” provengono dalle “informazioni ufficiali cinesi aperte e quelle che sono trapelate”, dalle “attestazioni dei testimoni”, dalle “analisi delle immagine via satelliti pubblici” ed altre fonti, senza verificare con una sola parola se le “decine di esperti” menzionate nel documento abbiano visitato il Xinjiang o meno. Certamente non è a caso che Adrian Zenz faccia parte della lista degli esperti.
Inoltre, facendo un minimo di ricerche si può constatare che il Newlines Institute degli USA non è affatto un think-tank accademico o neutrale ma è un’organizzazione con un forte orientamento politico che lavora con forze specifiche. Secondo quanto rivelato dall’esperto statunitense Kyle Shideler del Center for Security Policy, il predecessore del Newlines Institute era il Center for Global Policy, un organo subordinato alla Fairfax University of America, quindi “un'altra insegna” dell’International Institute of Islamic Thought . L’alto ricercatore del Center for Security Policy David Reaboi ha affermato che il Center for Global Policy è “una delle organizzazioni più pericolose e distruttive”.
Stando a un articolo pubblicato a dicembre del 2020 dal Center for Security Policy, il fondatore del Newlines Institute, Ahmed Alwani, è il rettore della Fairfax University of America e vice presidente dell’International Institute of Islamic Thought, fondato da suo padre. Secondo quanto appreso, si tratta di un’organizzazione sospetta di aver finanziato il terrorismo. Inoltre, nel 2019 la Fairfax University of America è stata coinvolta negli scandali sul visto H-1B e sul maltrattamento di lavoratori che hanno visto il coinvolgimento di Fethullah Gülen, personalità turca residente negli Usa.