Cina: “la cosiddetta esistenza del ‘lavoro forzato’ nel Xinjiang è una completa menzogna”
Il 16 marzo, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha presieduto una conferenza stampa ordinaria durante la quale un giornalista ha rivolto questa domanda: “Richard Trumka, presidente della Federazione del lavoro e dell'industria americana, ha scritto a Jake Sullivan, assistente del presidente degli Stati Uniti per gli affari di sicurezza nazionale, chiedendo che l'amministrazione Biden e il Congresso sospendano l’importazione di accessori per lo sfruttamento dell’energia solare prodotti nel Xinjiang, in Cina. Trumka ha sottolineato che gli accessori di polisilicio fabbricati nel Xinjiang sono il prodotto del ‘lavoro forzato’. Qual è la posizione della Cina in merito alla questione?”.
Zhao Lijian ha affermato che la cosiddetta esistenza del "lavoro forzato" nel Xinjiang è una completa menzogna, e che il suo scopo è quello di limitare e sopprimere lo sviluppo di parti e imprese rilevanti in Cina. Il portavoce ha aggiunto che la Cina ha ripetutamente chiarito i fatti e la verità in molte occasioni ed ha auspicato che il governo, le organizzazioni e le imprese interessate degli Stati Uniti, in spirito di responsabilità verso di sé stesse e verso gli altri, sappiano distinguere il bene dal male, rispettino i fatti, evitino di dare credito a voci infondate ed esprimano giudizi corretti in linea con i propri interessi.