Usa attaccano Cina sulla questione delle armi nucleari, Beijing: “diplomazia delle bugie, un ladro che grida al ladro”
Il 5 gennaio, la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha presieduto una conferenza stampa di routine. Un giornalista ha rivolto delle domande su alcuni articoli pubblicati dal Dipartimento di Stato americano che accusano la Cina di costruire armi nucleari torbide e minacciose.
Hua Chunying ha osservato che, come tutti sanno, gli Stati Uniti hanno gli arsenali nucleari più grandi e più avanzati del mondo. Essi non solo violano gli accordi internazionali e si rifiutano di adempiere alla loro speciale e prioritaria responsabilità sul disarmo nucleare, ma anche di "rompere i trattati" e di "ritirarsi dal gruppo", spendendo miliardi di dollari per aggiornare i propri arsenali nucleari, abbassando la soglia per l'uso di queste armi, ampliando la portata degli attacchi nucleari e danneggiando gravemente la sicurezza e la stabilità strategica globali.
La portavoce ha aggiunto che per screditare la Cina ed impegnarsi nel trucco del “ladro che grida al ladro”, la parte americana può solo divertirsi ad ingannare sé stessa, ma non il mondo.
Hua Chunying ha sottolineato che la Cina ha sempre rispettato una politica di difesa nazionale difensiva, ha sempre mantenuto le sue forze nucleari al livello minimo richiesto dalle sue esigenze di sicurezza nazionale. La portavoce ha aggiunto che la Cina ha rispettato la politica di non essere la prima ad utilizzare armi nucleari in qualsiasi momento, in nessuna circostanza e senza condizioni, e ha promesso incondizionatamente di non usare o minacciare l’uso di armi nucleari contro gli Stati non nucleari o contro le zone libere da armi atomiche. Tra le cinque potenze nucleari, la Cina è l'unica che persegue la politica di non essere la prima ad usare armi atomiche, e questa politica non cambierà.
Hua Chunying ha infine espresso la speranza che la parte americana possa rispettare il prima possibile gli impegni presi come già fatto dalla Cina, e allo stesso tempo ha esortato gli Stati Uniti a rispondere attivamente all'appello della Russia per concordare l’estensione del “nuovo trattato START” e su tale base ridurre ulteriormente le armi nucleari.