Hua Chunying replica alle dichiarazioni di Sam Brownback, sul presunto imprigionamento di un milione di musulmani
Il 3 aprile a Beijing la portavoce del Ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha chiesto ad alcuni politici americani di smettere di usare l’epidemia per manipolare le questioni politiche e calunniare la Cina.
Giovedì 2 aprile Sam Brownback, ambasciatore del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per la libertà religiosa, ha detto che la Cina ha imprigionato numerose persone a causa della loro fede religiosa, fra cui un milione di musulmani del Xinjiang, e ha chiesto alla Cina di liberare tali “prigionieri religiosi” durante l’epidemia di Covid-19. Nel corso della conferenza stampa del 3 aprile, Hua Chunying ha replicato alle parole di Sam Brownback. La portavoce cinese ha affermato che il governo cinese tutela la libertà di fede religiosa dei cittadini secondo quanto previsto dalla legge, aggiungendo che tutti i gruppi etnici della Cina godono di libertà di fede religiosa ai sensi della legge. In Cina non esistono i cosiddetti “prigionieri religiosi” come ha detto l’ambasciatore americano, né si è mai verificato l’imprigionamento di un milione di musulmani del Xinjiang. Allo stesso tempo però, essendo uno Stato di diritto, la Cina non permette a nessuno di praticare attività criminali che violino le leggi sotto le false spoglie della religione.