Restrizioni USA su entità e personale cinese. La Cina esprime la sua ferma opposizione
Dopo che lunedì 7 ottobre il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha annunciato di imporre restrizioni all’export contro 28 entità cinesi per la cosiddetta questione del Xinjiang, il Dipartimento di Stato americano ha fatto sapere che imporrà restrizioni sui visti ai funzionari cinesi responsabili di "detenere" o "maltrattare" le minoranze musulmane nel Xinjiang. La misura coinvolgerà anche i familiari dei funzionari. In risposta, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang ha dichiarato oggi che, indipendentemente da quali scuse gli Stati Uniti inventino per imporre restrizioni contro entità e personale della Cina, Beijing esprime la sua ferma opposizione.
Geng Shuang ha sottolineato in conferenza stampa che gli affari del Xinjiang sono interamente affari interni alla Cina e nessun Paese ha il diritto di interferirvi. Nel Xinjiang non esiste la cosiddetta questione dei diritti umani di cui parlano gli Stati Uniti. Si tratta di una grave violazione delle norme di base delle relazioni internazionali e di un’ingerenza negli affari interni della Cina. Beijing esprime la sua ferma opposizione.