Wuhan dopo l’epidemia: ripresa della vita normale, tra ricordi tristemente indelebili e voglia di dimenticare

Zhang Shuo 2021-04-30 15:27:33
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Grazie alle severe misure di prevenzione e controllo adottate dal governo locale, che sono durate parecchi mesi, la città di Wuhan si è lasciata alle spalle l’incubo del coronavirus e la vita quotidiana della popolazione sta ritornando pian piano alla normalità. Non è strano che alcuni stranieri nutrano una certa curiosità al riguardo: è tutto tornato come prima? Come è stato possibile farlo così rapidamente, se all’inizio di quest’anno la città aveva mille nuovi contagiati al giorno?

Dallo scorso 18 maggio 2020, a Wuhan, non è stato riportato nessun nuovo caso di contagio da Covid-19. L’esperienza maturata e le contromisure adottate dal governo cinese hanno fatto sì che questa città abbia ripreso a prosperare e ritrovato la propria tranquillità.

Sembra che quelle scene così familiari in passato, come i ristoranti pieni di gente, gli shopping mall completamente aperti e le strade affollate del centro, stiano dichiarando al mondo esterno che Wuhan si è già ripresa dalla crisi.

Poco tempo fa, l’agenzia Der Spiegel ha condotto un approfondito reportage sulla città di Wuhan post-epidemia: “In un mercoledì sera di ottobre, la metà dei posti a sedere del pub di Wuhan Vox Live House era occupata. Sotto il palco, la gente ballava con gioia. Quasi nessuno indossava la mascherina. Nei tavoli più lontani dal palco, gruppi di tre o cinque ragazzi stavano bevendo birra e chiacchierando. A giudicare dall’atmosfera che si respirava in quel locale, viene quasi il dubbio che qui l’epidemia non sia mai esplosa veramente”.

A dicembre 2019 a Wuhan, città della Cina centrale, sono stati registrati i primi contagi da Covid-19. Dopo diversi mesi di rigorose misure di prevenzione e controllo, lo scorso agosto la città ha reso pubbliche diverse foto scattate presso una piscina, che hanno avuto una certa eco in tutto il mondo, suscitando stupore per il fatto che la città fosse riuscità a tornare così rapidamente alla normalità.

Non sarebbe stato possibile realizzare questa normalizzazione, senza le ragionevoli e rigorose misure adottate dal governo locale e senza gli sforzi instancabili dei medici e del personale sanitario, oltre che l’attiva cooperazione della popolazione.

Il 30 marzo ricorre la Giornata internazionale dei medici. Nel corso di questa giornata dell’anno corrente, a Wuhan sono stati registrati solo 1.726 casi di contagio da Covid-19, di cui 597 versavano in gravi condizioni. In un’intervista rilasciata lo stesso giorno Li Lanjuan, esperta dell’Accademia di Ingegneria cinese, ha osservato: “Da circa 10 giorni a Wuhan non si registra nussun nuovo caso di contagio: l’epidemia è fondamentalmente sotto controllo”. Il 2 febbraio scorso una squadra capeggiata da Li Lanjuan è arrivata a Wuhan e ha assunto l’incarico di curare i malati in gravi condizioni. Sin dallo scoppio dell’epidemia, il governo centrale cinese in due mesi ha inviato a Wuhan e nel resto della provincia dello Hubei 42 mila e 600 tra medici e personale sanitario, allo scopo di aiutare le zone colpite e salvare la vita della popolazione.

Allo scoccare della mezzanotte tra il 7 e l’8 aprile 2020, Wuhan ha ufficialmente rimosso il divieto di lasciare la città e la provincia. Dopo una “battaglia” contro il coronavirus durata 76 giorni, la città è così ufficialmente ripartita. Per evitare che alcuni casi di contagio non venissero rilevati, il 14 maggio Wuhan ha dato avvio a una campagna di test dell’acido nucleico in tutta la città. Nell’arco di una sola settimana, il numero di test condotti ha superato quota un milione.

Il primo settembre 2020 sono ufficialmente cominciate le attività degli asili e delle scuole elementari e medie di Wuhan, frequentati da circa 400 mila bambini e alunni. Allo stesso tempo il 22 agosto sono state ripristinate le lezioni in alcune università locali, con un ritorno scaglionato negli atenei. Come ha detto uno studente locale del secondo anno della Facoltà di Giurisprudenza: “Sono lieto di tornare al campus. Sebbene già da parecchi mesi stiamo seguendo le lezioni via Internet, le lezioni in presenza sono tutta un’altra cosa”.

Così come le scuole elementari e medie e gli asili, anche tutte le università locali devono controllare la temperatura corporea degli studenti e riferire immediatamente ogni qualvolta sospettano di aver trovato potenziali casi di contagio da Covid-19.

Wuhan è una città nota per la sua vivace vita culturale e notturna. Oggigiorno i pub e i ristoranti locali sono pieni di gente come in passato, così come anche i musei ed altri luoghi pubblici dove si fa cultura sono ormai riaperti. Numerose persone camminano sul lungofiume e frequentano i mercati notturni. Da ciò si può affermare che gradualmente la vita sociale e le attività di intrattenimento dei residenti di Wuhan sono state ormai ripristinate.

Il 20 novembre scorso, presso il Centro sportivo di Wuhan, si è tenuto il primo concerto di grandi dimensioni organizzato su territorio cinese dallo scoppio dell’epidemia: il “Night of The Voice of China 2020”. Per garantire la sicurezza dell’evento sono state attuate diverse misure di prevenzione, ivi inclusi l’acquisto di biglietti con il nome autentico e l’ingresso con verifica della carta d’idendità e contemporaneo riconoscimento facciale.

Allo spettacolo sono andati 40 mila spettatori, i quali hanno potuto accedere al Centro sportivo previa riconoscimento facciale e verica della carta d’idendità e del biglietto. Si è trattato del primo concerto tenuto a Wuhan dopo lo scoppio dell’epidemia ed è anche stato l’evento musicale con più spettatori in Cina nel 2020. Non c’è dubbio che questo spettacolo abbia dato un positivo impulso al mercato culturale cinese.

Tuttavia, l’epidemia qui c’è stata davvero e ha influenzato la vita di quasi tutti i cittadini di Wuhan. Dopo lo scoppio epidemico, la città è stata conosciuta dal mondo intero, ma ogni volta che se ne parla si menziona sempre anche il coronavirus, con pochi commenti positivi.

Evitare il dolore è uno degli istinti primari dell’uomo. Nessuno vorrebbe ricordare la solitudine e le paure vissute in passato. “Mi è sembrato di vivere un incubo terribile, ma ora ci stiamo risvegliando”. Tutti noi, cinesi e stranieri, siamo uguali davanti alla sofferenza.

Allo stesso tempo, questa città ormai rinata sta tentando di far tesoro di questa dolorosa esperienza. Durante una recente mostra sul Covid-19, numerosi visitatori hanno fatto una lunga fila per vedere le tute di protezione firmate che sono state indossate dal personale sanitario nel corso della battaglia contro il coronavirus, esposte dentro delle vetrine. Tutto ciò incoraggierà senza dubbio gli abitanti di Wuhan a continuare a vivere con tenacia e ottimismo la loro vita.


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