L’importanza di Wenzhou per la tradizione di apertura e di commercio marittimo internazionale della Cina

2020-01-13 15:25:45
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La Via della Seta marittima è in realtà la Via della Porcellana, difficile da trasportare a dorso di cammello lungo le piste dei deserti dell’Asia. Le navi divennero così il mezzo di trasporto ideale con cui le delicate porcellane cinesi, protette da strati di foglie di tè, potevano raggiungere i paesi dell’Asia, dell’Africa e del bacino del Mediterraneo. Tra gli altri maggiori prodotti esportati dalla Cina figurano la seta, la lacca e il tè.

Attiva per più di 1.300 anni fino all’inizio del XV secolo, al tempo della dinastia Ming, la Via della Seta marittima coinvolse soprattutto i porti cinesi di Taicang, Hangzhou, Ningbo, Wenzhou, Quanzhou, Fuzhou e Guangzhou, interessando anche Nanchino (punto di partenza, tra gli anni 1405-1433, delle spedizioni dell’ammiraglio Zheng He) e Yangzhou (centro commerciale lungo il Grande Canale). In particolare, Wenzhou, la città da cui proviene la maggioranza dei cinesi residenti in Italia, ha una lunga tradizione di apertura e di commercio marittimo internazionale.

Nella primavera del 2018, nel corso di scavi nella necropoli di Dingshan, nella contea di Yongjia, lungo la riva nord del fiume Oujiang, in una tomba dell’epoca dei Jin Orientali (anno 336 d.C.) è emersa una coppa in vetro smerigliato trasparente alta 6 cm. e con un diametro di 8 cm., nello stile della dinastia Sassanide, giunta via mare dalla Persia. Del corredo funebre facevano anche parte una rara coppa di porcellana Ou con manico, di produzione locale, e l’ingranaggio in bronzo di un arco, per cui il defunto doveva essere un militare di alto grado. In Cina, coppe di vetro del genere sono emerse in tombe della stessa epoca dello Hubei e di Nanchino, mentre anche in Giappone ne esistono alcuni esemplari, giunti dalla Persia tramite la Cina. Una prova della vivacità del commercio dell’epoca lungo la Via della Seta marittima.

Lungo le coste di Wenzhou, sono stati individuati numerosi relitti di antiche navi, non ancora recuperati a causa della profondità e della scarsa visibilità. Gli stessi motivi che hanno finora impedito scavi archeologici nel sito degli antichi cantieri navali, lungo il fiume Oujiang, all’altezza del colle Guogongshan, e nel sito di un cantiere risalente a ben 3000 anni fa, con resti di legno adatto alla costruzione di navi, individuato lungo la costa di Pingyang, a ben 35 metri di profondità.

Posta alla foce del fiume Oujiang e priva di terreni coltivabili, storicamente l’antica città di Wenzhou è sempre stata un prospero centro del commercio interno ed estero, con frotte di mercanti attivi sulle rotte per il Giappone, la penisola coreana e il sudest asiatico, e una serie di intraprendenti viaggiatori e geografi autori di interessanti resoconti di viaggio. Nel XII-XIII secolo, la città ha visto la nascita della Scuola di Yongjia, espressione della nascente classe industriale-commerciale locale, che riteneva giusto il profitto e sollecitava il governo a sostenere il commercio, l’industria, la circolazione della moneta, la proprietà privata e i rapporti subordinati di lavoro, facendo dei mercanti la forza portante della società. Il Confucianesimo, base tradizionale della cultura cinese, relegava invece i mercanti all’ultimo posto nella scala sociale, dopo i letterati, i contadini e gli artigiani. Lo spirito della Scuola di Yongjia continua ad animare gli attuali imprenditori di Wenzhou, attivi praticamente in ogni parte del mondo, in modo particolare in Italia.

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