La storia della ricomposizione dello specchio rotto
 


Lo specchio è un’immagine molto usata nella letteratura tradizionale cinese. I letterati descrivono metaforicamente la luna piena come uno specchio, come pure le persone con un alta integrità morale. Si dice anche che qualcuno ha un cuore come uno specchio per indicare la sua profonda capacità di penetrazione dei fatti e delle situazioni. L’espressione “la ricomposizione dello specchio rotto” è invece una metafora della riunione fra marito e moglie dopo una separazione. 

La storia risale al 9° secolo. All’epoca la dinastia Sui governava il nord della Cina, mentre nel sud coesistevano parecchi staterelli, fra cui Chen, con capitale Jiankang, l’attuale Nanchino. Sui cercava di annettersi gli staterelli del sud, pronto ad unificare in qualsiasi momento la Cina.

Xu Deyan, un funzionario al servizio del re di Chen Shubao, ne aveva sposato la sorella minore, la principessa Lechang, ed i due si amavano molto. Tuttavia al tempo la corte era corrotta, quindi Xu Deyan prevedeva che lo Stato prima o dopo sarebbe caduto, del che era molto amareggiato. 

Un giorno egli disse con tristezza alla moglie: “E’ possibile che fra poco si verifichi un gran caos nel paese, quindi dovrò proteggere l’imperatore e noi dovremo separarci. Tuttavia se saremo vivi avremo sempre l’occasione di rivederci. Dobbiamo lasciare qualcosa in pegno della nostra futura riunione”.

La principessa fu d’accordo con il marito, che prese uno specchio rotondo di bronzo e lo divise in due, una metà la dette alla donna e l’altra la tenne per sè, dicendole: “Se dovessimo lasciarci, il 15° giorno del primo mese dell’anno incarica qualcuno di vendere al mercato la tua metà dello specchio, se sarò vivo andrò sicuramente a sentire, e con la mia metà come pegno, potremo riunirci!” 

Poco dopo l’imperatore Sui Wendi Yangjian, che aveva ormai unificato la Cina del nord, inviò davvero delle truppe ad attaccare Jiankang, la capitale di Chen, annientando il paese. Il re fu ucciso e Xu Deyan fu costretto a fuggire. Premiando i meritevoli in guerra, Shui Wendi offrì la principessa Lechang, che aveva fatto prigioniera, al suo ministro Yang Su come concubina.

Saputo che la moglie era a Daxing, capitale della dinastia Sui (l’attuale Xian) Xu Deyan, in esilio, vi si recò per informarsi della situazione della  moglie. Nel mezzo della notte tirava sempre fuori la metà dello specchio, ricordando con nostalgia il bel periodo vissuto insieme. Dal canto suo la moglie, la principessa Lechang, nonostante vivesse una vita di agi nella residenza del ministro, in cuore pensava sempre al marito e a sua volta  tastava spesso la sua metà dello specchio ricordando il passato. 

Arrivato il 15 gennaio, Xu Deyan si recò all’affollato mercato dove vide un anziano vendere ad alto prezzo la metà di uno specchio, che  naturalmente nessuno voleva comprare. Il vecchio andava quindi su e giù lungo la piazzetta. Facendo finta di voler acquistare lo specchio, Xu Deyan lo osservò, capendo che era proprio la metà della moglie.  L’anziano era al servizio della famiglia Yang ed era andato al mercato a vendere lo specchio per cercare il marito su incarico della principessa Lechang. Saputo ciò, Xu Deyan scrisse una poesia e la consegnò all’anziano. Questa diceva: “Lo specchio e la persona se ne sono andati, lo specchio è tornato ma la persona no. Non c’è più l’ombra di Chang E, è rimasto solo lo splendore della luna piena...” 

Vista la metà dello specchio del marito e la poesia, la principessa Lechang piangeva dal mattino alla sera, senza più mangiar nulla. Saputa la storia, Yang Su ne fu molto commosso, quindi chiamò Xu Deyan a casa sua, permettendogli di riportare la moglie al paese natale ed offrendo loro molti doni, quindi marito e moglie alla fine si riunirono. 

In seguito in letteratura l’espressione “la ricomposizione dello specchio rotto” è passata ad indicare la riunione di marito e moglie dopo una separazione, mentre l’espresssione  “è difficile ricomporre lo specchio rotto” indica che per motivi oggettivi i coniugi devono restare per forza separati.