Zhao Jianzi andava a caccia a
Zhongshan preceduto dai
guardiani dei boschi e seguito
da gruppi di cani e stormi di
falconi. Gli uccelli e le
belve caduti sotto le sue
frecce non si potevano contare.
Un lupo si eresse sulle zampe
come uomo in mezzo alla strada,
ululando. Zhao Jianzi salì senza fretta in carrozza e scoccò con un
arco prodotto a Niaohao una
freccia di Sushen, centrandolo
al punto che la cocca ne
penetrò la gamba. Senza un grido il lupo fuggì. Furioso,
Zhao Jianzi lo inseguì in carrozza. Una coltre di polvere ricopriva il cielo,
mentre il calpestìo dei cavalli e il cigolìo della
carrozza risuonavano come
tuono. Ad una distanza di
dieci passi non si
distinguevano più gli uomini e i cavalli.
Proprio allora Dongguo, un
seguace della scuola moista,
si dirigeva a nord per far
carriera nel regno di
Zhongshan, conducendo un asino
zoppicante con in groppa un
sacco zeppo di libri. Smarrita
la via perché si era messo in cammino di buon’ora, vide in
lontananza una coltre di
polvere e si spaventò. D’un tratto, il lupo gli si parò davanti e
proteso il collo gli disse:
“Signore, non volete salvare
il prossimo? Un tempo Mao Bao
lasciò libera una tartaruga bianca che lo salvò
dall’annegare e Sui Hou salvò un serpente ferito che lo ricompensò con perle
preziose. I serpenti e le
tartarughe sono molto meno
intelligenti dei lupi. Ora che
sono in pericolo, perché non mi nascondete nel vostro sacco per allungare i
miei giorni? La vostra
benevolenza permetterà ad un morto di rinascere e ad uno
scheletro di rimpolparsi.
Scampato al pericolo, vi sarò sempre
grato come la tartaruga bianca
e il serpente ferito.”
Dongguo rispose: “Se vi
nasconderò, offenderò i dignitari e irriterò i
funzionari, con chissà quali conseguenze! Come posso aspettarmi una vostra
ricompensa? Tuttavia la scuola
moista considera come
principio fondamentale
l’amore universale. Devo
cercare in ogni modo di
salvarvi. Anche se mi capiterà una
disgrazia, non posso rifiutare.”
Quindi svuotò il sacco dei libri e prese a farvi
entrare pian piano il lupo, ma
dopo tre prove il tentativo
risultò vano perché temeva di fargli male al mento facendolo entrare dalla
testa e di schiacciarne la
coda inserendolo dal
posteriore. Mentre era incerto
sul da farsi, i cacciatori si
avvicinavano. Il lupo lo
sollecitò: “Fate
presto, la situazione è pressante! Terreste forse una cerimonia prima di
estinguere un incendio o
salvare un naufrago?
Suonereste una campana prima
di difendervi dall’attacco
dei briganti?”. La bestia
avvicinò le quattro
zampe per permettere a Dongguo
di legarle con una corda, così che la
testa toccava la coda. Si
ritrasse come un riccio, si
incurvò come un
verme e si arrotolò come una tartaruga, lasciandogli fare tutto ciò che voleva.
Seguendo la raccomandazione
del lupo, Dongguo lo mise nel
sacco, legò il sacco
con una corda e lo mise in
groppa all’asino. Si ritirò quindi
sulla sinistra della strada
per lasciar passare il gruppo
di cacciatori guidato da Zhao
Jianzi.
Poco dopo costui arrivò. Furioso
per non aver raggiunto il lupo,
tirò fuori una spada e tagliò parte
della carrozza, minacciando
Dongguo: “Chi osa celare la
verità sulla
direzione del lupo, farà la fine della carrozza!” Dongguo si prosternò in fretta
ai piedi di Zhao Jianzi e
disse: “Anche se non così
intelligente, voglio far
carriera in questo mondo.
Vengo da lontano e ho smarrito
la strada. Come potrei coprire
le sue tracce per indicarle ai
vostri cani e falchi? Per di
più ho sentito dire: ‘Una strada maestra ha molti
incroci per cui pure le capre
si smarriscono facilmente!’.
Quanto alle capre, sono
talmente docili che un bambino
può domarle. I lupi non possono
paragonarsi alle capre. Per di
più, la strada per il regno di Zhongshan
ha così tanti incroci che le capre possono smarrirsi.
Inseguire un lupo lungo la via
maestra, non è come aspettare accanto all’albero
una lepre per catturarla o
arrampicarvisi per pigliare
pesci. Non è vero? La
caccia è una cosa di cui si occupano funzionari competenti.
Dovete rivolgere loro la
domanda. Sono un viandante.
Che colpa ho commesso? Anche
se poco intelligente, non
conosco forse bene i lupi?
Sono avidi e feroci, e si
danno a crimini con gli
sciacalli. Se volete uccidere
il lupo, dovrò
collaborare con voi dando il
mio contributo. Come potrei
celare la verità?”. Udito
ciò, Zhao Jianzi non parlò più, voltò la carrozza e se ne andò. Dongguo
riprese a guidare l’asino,
accelerando il passo.
Dopo un bel pò,
scomparvero gli stendardi del
gruppo di Zhao Jianzi e non si
udì più alcun
frastuono. Il lupo disse
allora dall’interno del
sacco: “Signore, vi prego di
farmi uscire, sciogliere la
corda ed estrarmi la freccia
dalla gamba. Voglio andarmene!”.
Non appena lasciata libera, la
belva ululò contro il
salvatore: “Poco fa ero
inseguito da un nugolo di
cacciatori. Per fortuna mi
avete salvato, ma adesso ho
fame. Morirò se non riuscirò a
procurarmi del cibo. Era
meglio essere ucciso dai
cacciatori e diventare
un’offerta sacrificale in
casa dei nobili che morire di
fame ed essere poi divorato
dalle belve! Signore, come
seguace della scuola moista
che fa di tutto per il bene
della gente sotto il cielo,
perché rifiutate di farvi divorare per
mantenermi in vita?”. Il
lupo inferocito piombò quindi sul suo salvatore.
Il poveretto s’impegnò in una
lotta corpo a corpo con la
fiera. Combattendo si ritirava
dietro l’asino e gli girava
intorno. Dongguo adoperò tutte le forze per resistere e il lupo non riuscì nel suo
intento. Dopo molto tempo, i
due avevano il fiato grosso
per la fatica. Dongguo disse:
“Avete tradito la mia
benevolenza”, ma il lupo
rispose: “Non vi ho tradito,
è stata la natura a far sì che gli
uomini siano divorati dai lupi!”.
Il confronto tra i due durò a lungo,
mentre il sole cominciava a
tramontare ad ovest. Dongguo
pensò tra sé: “Morirò senza
dubbio se arriva un branco di
lupi all’imbrunire.”
Quindi ingannò la bestia
dicendo: “Secondo l’usanza
popolare, in caso di dubbio ci
si rivolge a tre anziani. Se
diranno che devo essere
divorato da voi, mi rassegnerò al destino.
Se diranno che non potete
farlo, dovrete rinunciare!”.
Contenta della proposta, la
belva continuò il cammino con Dongguo.
Andando avanti, non
incontravano nessuno. Con una
gran fame, il lupo indicò un vecchio
albero sul lato della strada e
disse: “Chiediamo a lui!”
“Le erbe e gli alberi sono
ignoranti. A che serve
chiedere?” fece Dongguo.
“Fatelo, ci risponderà!”. Costretto dalle circostanze Dongguo salutò con un
inchino l’albero e gli
raccontò quanto era accaduto. Alla fine gli chiese: “Sulla
base dell’accaduto, devo
essere divorato dal lupo?”.
Emettendo un frastuono
l’albero rispose: “Sono un
albicocco. Quando il
giardiniere mi ha piantato,
gli è bastato un
solo nocciolo. Un anno dopo
sono fiorito, il secondo anno
ho fruttificato e il terzo
sono diventato così grosso da poter essere circondato da due mani e il
decimo da due braccia. Ora ho
vent’anni, hanno mangiato i
miei frutti sia il giardiniere
che la moglie e i figli, sia
distinti ospiti che umili
servi. Oltre a ciò ne vendevano parte alla fiera per guadagno. I miei meriti
verso il giardiniere sono
enormi. Ciononostante, furioso
per i miei pochi frutti per
via della vecchiaia, intende
tagliarmi il tronco e i rami
con le foglie per venderli al
falegname. Ahimè come legna in disuso, non potrò evitare di
morire di taglio in vecchiaia!
Quale bene avete fatto al lupo?
Dovete essere divorato!”.
Udito il discorso
dell’albero, il lupo
inferocito piombò di nuovo
sul poveretto che disse a sua
volta: “Lupo, non avete
mantenuto la promessa! Abbiamo
giurato di rivolgerci a tre
anziani. Ora ne abbiamo
incontrato uno solo. Perché volete
farmi del male subito?”. I
due continuarono allora a
procedere.
L’avidità del lupo
si faceva sempre crescente.
Vista una vecchia mucca al
sole in mezzo a dei rifiuti,
disse: “Proviamo a chiedere
a lei!”. Dongguo obiettò: “Poco
fa l’albero ha detto delle
sciocchezze per ignoranza. Ora
volete che mi rivolga ad una
mucca, una bestia così stupida! Perchè dobbiamo farlo?”. Il lupo disse
minaccioso: “Parlate!
Altrimenti vi azzannerò a morte!”. Dongguo fu costretto a
salutare con un inchino la
mucca e a raccontarle per filo
e per segno l’accaduto. Alla
fine le chiese se doveva o
meno essere divorato dal lupo.
Con la fronte aggrottata e gli
occhi spalancati, la mucca si
leccò le narici
e prese a dire: “Ha ragione
l’albero di albicocco.
Quand’ero giovane, ero
robusta. Il contadino mi ha
scambiato con un semplice
coltello, facendomi fare
qualche lavoretto per le
mucche adulte nel corso
dell’aratura. Diventata
adulta a mia volta, mi ha
assegnato tutti i lavori
pesanti perché le altre
mucche erano ormai vecchie.
Quando voleva che il carretto
corresse più veloce,
dovevo trainarlo a capo chino
e scegliere la strada migliore.
E quando voleva arare, dovevo
andare in periferia a
dissodare terra sterile,
lasciando il carretto. Il
contadino contava su di me
come sulle sue mani. Grazie a
me, si è mantenuto,
si è sposato, ha pagato le imposte e ha riempito il
granaio. Mi illudevo spesso di
poter essere seppellita
coperta da una stuoia, come il
cavallo e il cane. Prima non
aveva neppure mezzo quintale
di cereali a casa, mentre oggi
ne possiede più di dieci staia. Era talmente povero
che era ignorato da tutti,
mentre oggi si comporta in
modo arrogante nel villaggio.
La sua giara era sempre
ricoperta di polvere e la sua
tazza non si è mai
riempita di vino, al punto che
gli si screpolavano le labbra
per la sete, mentre oggi può distillarlo dai cereali, sfoggiandolo con una coppa
raffinata davanti a moglie e
concubine. Allora indossava
abiti di infima qualità e stava
tutti i giorni in compagnia di
legno e pietre. Benché dotato di
due mani non sapeva salutare e
benché dotato di cervello non sapeva
leggere. Invece oggi maneggia
spesso libri, indossando una
toga stretta in vita da una
cintura di pelle e con un
ampio cappello in testa. Ogni
filo di cotone e ogni chicco
di grano sono dovuti al mio
lavoro. Tuttavia mi ha mandato
in questa solitaria periferia
per la mia vecchiaia e
debolezza. Il vento freddo mi
punge spesso gli occhi e nei
giorni gelidi non posso che
compiangermi di fronte alla
mia ombra. Non riesco a
controllare la fuoriuscita
della saliva dalla bocca, né a sollevare le zampe contratte. Ho perso i peli e la
pelle mi si è lacerata. La moglie del contadino, feroce e invidiosa,
diceva da mattina a sera:
‘Non c’è nulla da scartare nel corpo della
mucca. La carne può essere affumicata e la pelle conciata, mentre le
corna, una volta lavorate,
possono diventare attrezzi.’
Poi si è rivolta al
primogenito dicendo: ‘Studi
da cuoco da anni, perché non affili
il coltello e macelli la mucca?’.
Giudicando da questi indizi,
la mia è una
situazione pericolosa. Non so
dove morirò. Anche se ho dato grandi contributi,
mi trovo davanti alla tragedia,
perché hanno tradito la mia benevolenza.
Quale bene avete fatto al lupo
per permettervi il lusso di
scampare alla morte?”.
Sentito il discorso della
mucca, il lupo piombò con ferocia sull’uomo. Dongguo
disse: “Non aver fretta!”.
Intanto da lontano si
avvicinava un vecchio che
reggeva un bastone. Con la sua
barba bianca e gli abiti
raffinati, pareva un tipo
saggio e virtuoso. Con gioia
mista a timore, Dongguo gli
corse incontro e pianse
inginocchiato davanti a lui:
“Vi prego, signore, una
vostra parola mi salverà!”. Quando l’anziano chiese cosa
fosse successo, Dongguo riferì: “Inseguito dai cacciatori, il lupo mi ha pregato
di salvarlo e l’ho fatto, ma
ora vuole divorarmi. Anche se
l’ho pregato più volte,
continua ad insistere. Morirò presto. Per temporeggiare ho voluto chiedere a tre
anziani di dare la giusta
sentenza. All’inizio abbiamo
visto un vecchio albicocco e
il lupo mi ha costretto a
parlare. L’ignoranza della
pianta gli ha permesso quasi
di divorarmi. Poi abbiamo
incontrato una vecchia mucca e
il lupo mi ha costretto a
chiedere. Sempre per via
dell’ignoranza della bestia
ho quasi perso la vita. Ora
sono fortunato di potervi
incontrare. Forse il cielo non
vuole che cessino di vivere
studiosi come me. Vi prego ora
di salvarmi la vita con una
vostra parola!”. Dopo un
lungo sospiro, colpendo con il
bastone il lupo, l’anziano
gli disse: “Hai torto! Lui
ti ha fatto un favore e tu
l’hai tradito! Che tragedia!
Il confucianesimo dice che chi
riceve un favore da qualcuno
non può tradirlo. Così i figli devono rispettare i genitori,
ed anche tigri e lupi, consci
dell’amore paterno e filiare,
devono farlo. Sei un traditore
che nega l’amore paterno e
filiare!”. L’anziano gridò:
“Vattene, altrimenti ti
ucciderò a bastonate!”.
Il lupo disse: “Signore, conoscete solo un
aspetto della cosa.
Permettetemi di esporvi
l’altro. Abbiate la pazienza
di ascoltare! All’inizio del
lavoro di salvataggio, costui
mi ha seppellito fra i libri,
costringendomi ad arrotolarmi
senza poter prendere fiato.
Poi ha parlato a lungo con
Zhao Jianzi per soffocarmi nel
sacco per suo interesse
personale. Perché non posso divorare un
uomo così?”. L’anziano si rivolse a Dongguo: “Se questo è vero, anche Yi è colpevole.”
( Yi era il migliore
arciere dell’antichità. Si dice che abbia
insegnato l’arte del tiro
con l’arco a Feng Meng, che
poi uccise il maestro proprio
con l’arte imparata. Qui si
dice
“Anche Yi è colpevole,” perché non riuscì a distinguere i buoni dai cattivi. _ NDR). Con sdegno,
Dongguo raccontò per filo e per segno come avesse avuto pietà della bestia, mettendola
nel sacco. Il lupo si
giustificò con dei sofismi per avere la meglio su Dongguo.
L’anziano concluse: “I
vostri discorsi non riescono a
convincermi. Prego Dongguo di
rimettere il lupo nel sacco,
voglio vedere se soffre
davvero laggiù!”. Accettata
volentieri la proposta
dell’anziano, la belva
protese le zampe davanti a
Dongguo per farsi legare.
Costui la mise poi nel sacco,
sistemandolo in groppa
all’asino. Il lupo non capì affatto l’intenzione dell’anziano. A questo punto
costui disse all’orecchio di
Dongguo: “Avete un pugnale?”.
“Sì.”, rispose quello, e
lo estrasse. L’anziano fece
un cenno per sollecitarlo ad
uccidere il lupo. Dongguo
disse con esitazione: “Non
gli facciamo il male?”.
L’altro rispose ridendo:
“Siete riluttante ad
uccidere una bestia come
questo traditore! Siete
davvero caritevole, ma troppo
stupido. Se uno si getta nel
pozzo per salvare un altro e
lo ricopre col proprio vestito
per farlo rinvenire dal gelo,
ciò è bene per l’annegato.
Tuttavia così
il soccorritore può anche morire di freddo. Come fare? Credo che siate uno
di costoro. La carità è diventata stupidità, il che non è approvato dai saggi.” Finito di parlare scoppiò in una grande risata.
Quindi lo aiutò ad uccidere con il pugnale il lupo e i due se ne
andarono, lasciandolo per
strada.
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