Dopo l'esito entusiasmante del tour cinese del 2010, con 14 affollatissime proiezioni in cinque città, tra cui anche Nanjing ed HongKong, ARCIPELAGO - Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini, quest'anno è tornato nel Paese di Mezzo con due programmi di corti italiani rappresentativi dell'edizione 2011, che si è svolta a Roma dal 20 a 24 giugno.
La seconda "avventura" di Arcipelago@Cina, promossa anche quest'anno dall'Istituto Italiano di Cultura di Pechino è stata ospitata dal 23 novembre al 9 dicembre a Beijing, poi a Chongqing e a Shanghai. Realizzata da Stefano Martina, Fabio Bo, Massimo Forleo, Giuliana La Volpe e Alberto Maria Castagna, ARCIPELAGO è la manifestazione dedicata ai nuovi formati e alle nuove tendenze del cinema indipendente più seguita di questi anni.
La seconda "avventura" di Arcipelago@Cina, promossa anche quest'anno dall'Istituto Italiano di Cultura di Pechino, è stata ospitata dal 23 novembre al 9 dicembre a Beijing, poi a Chongqing e a Shanghai.
Oltre che nella Sala Teatro dell'Istituto Italiano di Cultura di Pechino (il 25 novembre), durante il loro lungo tour cinese i film di ARCIPELAGO @Cina sono stati proiettati a Pechino anche alla CAFA - China Academy of Fine Arts (il 23), all'Università delle Comunicazioni (il 24) e al MOMA (il 27), mentre a Chongqing sono stati ospitati dalla Meishi Film Academy della Chongqing University (il 29 e il 30) e, a Shanghai, dalla Biblioteca del Distretto di Quyang (il 9 dicembre).
Il direttore artistico del Festival, Stefano Martina, ha avuto il compito di introdurli e accompagnarli, in una fitta agenda di incontri con il pubblico e con gli addetti ai lavori. Abbiamo avuto la fortuna di intervistarlo. ecco quello che Stefano Martina ha raccontato sul Festival e sulla sua evoluzione negli ultimi 20 anni:
"sicuramente il grande cambiamento, quello più evidente, quello più importante, al quale abbiamo assistito nell'arco di questi diciannove anni, quasi venti, è stato sicuramente la maturazione e l'utilizzo sempre più massiccio e di massa delle tecnologie digitali. Noi siamo stati in Italia il primo Festival che si è occupato di nuove tecnologie di digitale e anche di cinema on line, già nel 2000, e per molti anni abbiamo avuto anche un concorso on line di film che potevano essere visti solo su internet, cortometraggi internazionali, quindi non solo italiani, anche stranieri."
Inoltre, durante l'intervista esclusiva concessa alla nostra radio, il signor Martina ha anche parlato dell'obiettivo del suo "passaggio" in Cina:
"L'obiettivo per cui siamo tornati qui per la seconda volta, qui a Pechino, ma anche a Chongqing e a Shanghai, dove proseguirà la rassegna nei prossimi giorni, è senz'altro quello di promuovere la diffusione, la conoscenza di un genere così particolare, di un genere cinematografico così particolare che è il cortometraggio, per quanto riguarda la produzione italiana."
All'Istituto Italiano di Cultura sono stati proiettati in tutto 12 cortometraggi: quattro film vincitori del Festival e otto film realizzati da registi italiani che vivono in altri paesi. Le proiezioni sono state seguite con interesse da molti appassionati di cinema. Così ci ha detto Luo Rui, una delle responsabili della parte organizzatrice dell'iniziativa, parlandoci, in quest'intervista, dell'affluenza, delle motivazioni e del gradimento del pubblico:
"I dodici corti presentati durante il Festival di Arcipelago sono risultati molto interessanti, le ambientazioni e i contenuti differenti hanno provocato da parte del pubblico reazioni di varia natura, tutte comunque all'insegna di un notevole gradimento."
Secondo Martina, per i cortometraggi stranieri il mercato cinese non dev'essere così semplice, ed è necessario continuare a promuovere questo genere cinematografico.
"E' sempre difficile per un cinema che è parlato in una lingua poco diffusa come l'italiano e che quindi ha bisogno necessariamente di essere sottotitolato, almeno in inglese, riuscire a esportare in altri paesi. Diciamo che nel cortometraggio spesso si risolve facendo dei film senza dialoghi, che siano comprensibili in qualsiasi altro paese, in tutti i paesi, che siano dei film universali. Questo è un modo molto diffuso, non solo per i corti italiani, ma un po' in tutto il mondo per far sì che le televisioni comprino quel film che la maggior parte del pubblico degli altri paesi lo capisca, ecc."
Ma i cinesi come vedono i cortometraggi?
Abbiamo intervistato per voi Che Xueying, una studiosa cinese di cinema del centro per la gestione delle tecnologie digitali cinematografiche dell'Amministrazione cinese della radio, secondo cui, "I cortometraggi non hanno un modello o una modalità atistica generale, i suoi stili di produzione sono di diverso genere, credo che tra questi, quello più rappresentato sia uno stile personale del regista. E poi i primi cortometraggi erano considerati per lo più pionieristici e sperimentali, e coinvolgevano anche diverse correnti artistiche, ad esempio il tridimensionalismo, il futurismo il dadaismo e il neo realismo, ecc. Tutti questi elementi pittorici astratti sono stati adottati per la sperimentazione dei cortometraggi, ma con lo sviluppo epocale, i cortometraggi sono sempre più influenzati dalla cultura popolare, la loro interattività è sempre più forte, proprio come nei microfilm, molto diffusi su internet, e i loro contenuti sono assai diversificati, e molto vicini soprattutto alla vita della gente."
Mentre secondo il dottor Li Bin, Il ritmo delle nostre vite è sempre più veloce e gli aggiornamenti delle informazioni epocali ininterrotti e continui… i rapidi banchetti visivi catturano sempre più l'attenzione dei fans, e l'arte dei cortometraggi riesce a soddisfare e a riempire il vuoto lasciato nel cuore della gente per i film e le serie televisive. I cortometraggi hanno trasmesso le aspettative infinite del pubblico per i nuovi film e telefilm, soprattotto nell'applicazione delle piattaforme come i multimedia e il telefonino 3 G, che hanno fornito prospettive e spazio di sviluppo ancora più ampi per lo sviluppo dei cortometraggi.