La storia di una bottega secolare del Barkhor
  2011-11-02 20:24:30  cri

Cari amici, lungo il Barkhor, la strada commerciale di Lhasa, capoluogo della regione autonoma del Tibet, si trova un negozio nepalese, attivo da più di un secolo, "Sharma Gapho".

Chi percorre il Barkhor, che ha una storia di più di mille anni, raramente nota la bottega "Sharma Gapho", al n.15 del tratto nord. L'insegna di legno, con caratteri rossi su fondo bianco, è un po' sbiadita per il passare del tempo. Fra le centinaia di negozi della strada, sotto questa insegna poco evidente si nasconde una bottega attiva da più di un secolo.

Una volta entrati, si nota che i 40 mq della bottega sono colmi di statue buddiste. Dato uno sguardo intorno, il nostro giornalista ha notato un ritratto appeso alla parete ovest. Il gestore nepalese, Ratna Kumar Duradah, di bassa statura e con il fiuto del commercio, ha notato la sua curiosità, è andato in fretta di fronte al ritratto e gliel'ha spiegato in un fluente tibetano:

"E' il ritratto del mio bisnonno. Circa 125 anni fa, ha superato a cavallo l'Himalaya dal Nepal ed è venuto a Lhasa a fare del commercio. Visto che i locali non ricordavano il suo nome, vedendo che portava sempre il berretto bianco nepalese, l'hanno chiamato 'Sharma Gapho', che in tibetano significa 'berretto bianco' e che in seguito è diventato il nome della bottega."

Prima della liberazione pacifica del Tibet, la maggior parte dei commercianti stranieri del Barkhor erano nepalesi. A quel tempo il Tibet era povero e arretrato, mancavano le strade e le merci erano trasportate a cavallo dall'India, dal Nepal e dal Buthan, le botteghe si contavano sulle dita della mano e i tipi di prodotti erano scarsi.

In un secolo, la struttura di "Sharma Gapho" non è fondamentalmente cambiata, tuttavia, con il cambiamento delle esigenze del mercato, i prodotti in vendita cambiano continuamente. Kumar dice:

"La bottega ha 125 anni. I miei avi un tempo non gestivano statue buddiste, ma capi di abbigliamento e generi alimentari. In passato i tibetani mancavano di generi alimentari e di stoffe, i miei avi hanno portato qui prodotti del genere, e le famiglie di Lhasa facevano la coda per acquistarle."

Yeshe Lozhu, di 77 anni, che vive sin dall'infanzia nel Barkhor, possiede una foto della strada risalente all'anno 1916:

"Era una strada sterrata, piena di curve. Cinquantanove anni fa a Lhasa c'era solo una strada sterrata, e nessuna strada asfaltata, le persone e il bestiame potevano passare, ma non i carri. Un tempo al Barkhor non si vendevano così tante varietà di prodotti. Quando ero bambino, le candele, i fiammiferi, le sigarette e il vino venduti al Barkhor venivano dall'estero. "

La bottega "Sharma Gapho", con Kumar, è arrivata alla quarta generazione di gestori. Viste le limitazioni delle condizioni dei trasporti, i suoi avi trasportavano le merci a cavallo, il che richiedeva molto personale, materiale e tempo. Rispetto al passato, le condizioni del trasporto oggi sono più agevoli, il che favorisce gli affari.

"Le generazioni di mio nonno e di mio padre trasportavano le merci da Kathmandu, con condizioni del trasporto molto dure. Occorrevano 25 giorni per arrivare a Lhasa. Oggi, invece è molto meglio, ci vogliono soltanto due-tre giorni da Lhasa a Kathmandu. Grazie alle buone strade, è più facile fare affari, portando in Nepal prodotti tipici cinesi e viceversa."

Nel passaggio generazionale, la bottega "Sharma Gapho", ha visto un costante sviluppo. Per adattarsi alle esigenze del mercato, ora vende statue buddiste nepalesi. Dula Daha dice con orgoglio che "Sharma Gapho" è la prima bottega di statue buddiste del Barkhor, che loro scelgono dal migliore laboratorio del Nepal e portano a Lhasa per la vendita. Grazie al prestigio acquisito negli anni, ora è una delle botteghe del genere del Barhkor che fa gli affari migliori.

"Ora qui non mancano più i generi alimentari e le stoffe, perciò la bottega è passata a gestire statue buddiste, ed è stata la prima del Barkhor a farlo."

Kumar, di 55 anni, vive a Lhasa da ormai 27 anni, e il suo tibetano perfetto lo rende simile a un vecchio residente del posto.

"Quando sono arrivato a Lhasa, non c'era l'elettricità, né l'acqua corrente. Le strade erano sconnesse e sporche. Le bancarelle lungo il Barkhor erano poche e gli stranieri pochissimi. Adesso di sera il Barhkor e l'intera città sono illuminati a giorno, le strade sono ampie e l'ambiente è pulito."

Il Barhkor non è grande, ma dopo 60 anni di sviluppo è ormai strettamente collegato al moderno mondo esterno, diventando il maggiore centro di smistamento delle merci e centro turistico del Tibet, e un posto da non mancare per i turisti cinesi e stranieri.

Il signor Zhu, di Hangzhou, è in Tibet per la seconda volta, e afferma che rispetto a 6 anni fa, qui i cambiamenti sono enormi.

"Ci sono più negozi e turisti e dei grandi cambiamenti nella costruzione urbana. Amo molto Lhasa e il Tibet."

La signora Zheng, di Luoyang, nella provincia del Henan, arrivata nel Barkhor, non sa più cosa scegliere prima fra la miriade di souvenir:

"E' una strada interessante, di stile tibetano, che non si trova da noi nel Henan. Ho scelto molti regali per i familiari e gli amici. Lhasa è bella, pulita e sicura."

Secondo un detto: "Se non si visita il Barhkor, è come non essere andati a Lhasa". Su questa strada lunga meno di due km sono affiancati 1410 negozi, i cui gestori sono nepalesi, indiani, tibetani, Han e Uygur, il che ne fa un piccolo mercato internazionale. Come Wangfujing a Beijing e la via Nanchino a Shanghai, il Barhkor è ormai diventato il simbolo urbano di Lhasa.

Se si dice che la bottega "Sharma Gapho" è una miniatura del Barhkor, il Barkhor allora è una miniatura di Lhasa, e Lhasa è una miniatura dell'intero Tibet.

Da un secolo, "Sharma Gapho" vive i cambiamenti del Barhkor e dell'intera città di Lhasa. Così è stato e così continuerà ad essere, testimoniando l'avanzamento verso il futuro della città.

Il gestore di "Sharma Gapho" Kumar dice che adesso a Lhasa la situazione è stabile e l'economia è in rapido sviluppo, quindi si fanno dei buoni affari. Per cui continuerà sicuramente a gestire la sua bottega secolare nel Barhkor.

"Ho delle filiali in India e negli Usa, ma non posso rinunciare alla bottega di Lhasa, perché la amo molto."

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