Michelangelo viene in Cina
  2011-10-12 16:30:02  cri
Michelangelo sta venendo in Cina! Credeteci, è una cosa vera!

Grazie a un bellissimo progetto, che si chiama "Michelangelo Viene In Cina", ideato dall'Istituto di Cultura del Consolato d'Italia a Shanghai,Un museo privato di Shanghai del gruppo Heng Yuanxiang ha introdotto quattro statue di Michelangelo dall'Accademia di belle arti Pietro Vannucci di Perugia, che saranno presentate al pubblico cinese. E' stato firmato un accordo che permette la realizzazione di copie in bronzo di quattro statue di Michelangelo, da collocare permanentemente in Cina.Un progetto molto significativo dal punto di vista degli scambi culturali tra Cina e Italia, che, con l'imminente chiusura dell'Anno Culturale della Cina in Italia, dopo tante attività di scambio, si può anche considerare una ciliegina sulla torta.

Le quattro statue di Michelangelo riprodotte sono molto conosciute in Italia. Si tratta delle allegorie delle quattro parti della giornata: Il Giorno, la Notte, l'Aurora e il Crepuscolo, realizzate fra il 1526 e il 1531, e riprodotte da un altro grande scultore italiano, Vincenzo Danti, vissuto nello stesso secolo. Essendo nato a Perugia, Danti donò le copie delle statue all'Accademia di belle arti Pietro Vannucci della città. Quindi le copie del progetto cinese hanno come base l'opera di Danti.

Si tratta di un progetto molto interessante. Per saperne di più, abbiamo intervistato il presidente dell'Accademia Pietro Vannucci, Mario Rampini che ci ha presentato a 360 gradi l'attivita':

"Come tutte le cose importanti nascono quasi per caso." Dice il signor Rampini, "Paolo Sabbatini, il direttore del centro culturale italiano di Shanghai, parlando con una nostra docente dell'Accademia di Perugia, è venuto a sapere che noi avevamo nel nostro museo calchi in gesso originali del 1573, realizzati da Danti, e sono quattro statue le famose statue medicee, e in questo discorso lui lo ha riportato a Shanghai, evidentemente con una grossa azienda di Shanghai che svolge molte attività culturali sia nel campo dell'arte sia nella musica che nella poesia e così via. In questa ha illustrato che anche noi abbiamo queste opere, e da lì abbiamo preso contatti. E' stato un lavoro importante, molto difficile perchè è una cosa nuova, però, con la buona volontà da parte di tutti, siamo riusciti a portare avanti questa grande iniziativa. Tant'è che oggi già la coppia in bronzo delle prime quattro statue è arrivata a Shanghai ed è stata messa nel museo. E poi nel tempo verranno fornite anche altre perchè hanno anche l'intenzione di portare in via itineranea anche per la Cina oppure collocarle in aree pubbliche. E da lì è nata l'idea di fare un anno dedicato a Michelangelo, e queste statue che abbiamo fornito in coppia in bronzo sono la rappresentazione più significative di Michelangelo che abbiamo come patrimonio nella nostra accademia."

E sul significato del progetto, Rampini ha affermato:"Il significato è importantissimo, perchè per noi italiani facciamo conoscere la nostra arte e cultura alla Cina, e speriamo anche con questo rapporto che noi italiano possiamo conoscere meglio l'arte e la cultura della Cina, c'è questa reciprocità."

Sul processo dell'organizzazione, il direttore dell'Academia perugina ha detto:"E' stato sofferto, nel senso che sia noi come accademia delle belle arti sia gli amici cinesi che stavano dall'altra parte, in realtà, non avevamo nessuna esperienza su cosa ci vuole, di coppie in bronzo, ecc. Quindi c'è stata la difficoltà, più che altro per le questioni burocratiche, diciamo per la dogana, per le fatturazioni, abbiamo trovato difficoltà, che però con il buon senso e l'amicizia, qualche problemino che c'è stato l'abbiamo risolto brillantemente, piano piano, anche facendo qualche piccolo errore, siamo riusciti a fare le cose per bene. "

Intanto le prime copie sono gia' completate "Abbiamo rispettato il termine al giorno," spiega Rampini, " nel senso che nei primi giorni di settembre sono arrivate a Shanghai, diciamo trenta giorni prima quasi, le quattro statue. Anche la fonderia italiana ha lavorato durante le ferie per poter fare queste quattro statue, sì, una missione completata in anticipo. Poi adesso andrà avanti con altre forniture, andiamo avanti fino al giuno del 2012."

Qualche programma in futuro?"Questa è la prima esperienza che abbiamo con delle anti cinesi, nel futuro noi già stiamo pensando a fare una produzione che riguarda Antonio Canova, perchè noi abbiamo nel nostro patrimonio artistico delle importantissime opere di Canova, come statue in gesso, e già stiamo prendendo contatti, sempre con la stessa società, la società Hengyuanxiang, perchè abbiamo questo rapporto così diretto, e riteniamo di portare avanti questa collaborazione artistica, commerciale e culturale con varie iniziative. Per adesso l'iniziativa Michelangelo è in corso, poi verrà l'iniziativa Canova, e dopodichè già sull'orizzonte si stanno profilando altre cose, ma adesso non abbiamo ancora precisato, però stiamo coi piedi per terra, cioè prima si fa una cosa e poi si fa un'altra, perchè altrimenti se si mette troppe baccatte al fuoco, poi si rischia di bruciare tutto.Le prospettive sono molto buone, anche perchè si stanno cementando i rapporti personali, tra noi dell'accademia e i nostri amici cinesi, che sono rapporti personali di simpatia e di stima, quindi tutto questo facilita, perchè è nel comune interesse."

Parlando degli scambi culturali tra Cina e Italia, Rampini spera che in futuro più studenti possano venire alla sua accademia per studiare l'arte italiana:

"L'Università per gli stranieri di Perugia ha dei ottimi rapporti con la Cina, ci sono molti studenti cinesi che stanno qui a questa università per studiare l'italiano. E noi vorremmo anche potenziare questo discorso, cioè già che vengono a studiare italiano all'Università per gli stranieri, sarebbe bello per chi ha interessi artistici, studiare italiano e contemporaneamente venire alla nostra accademia per seguire i nostri corsi di pittura , di scultura, di fotografia ecc. Questo scambio culturale non lo facciamo solo con la lingua ma anche all'arte e alla cultura in generale. "

In futuro, è possibile vedere delle opere cinesi nella sua accademia? Rampini ha così concluso:

"Me lo auguro, spero, io mi spero due cose: una, che anche l'arte cinese possa venire da noi, al limite trovando forte collaborazione perchè noi stiamo allestendo qui all'accademia un nuovo museo. Il discorso per noi di riconoscere l'arte cinese è un fatto molto importante. L'altro aspetto è ancora più importante, cioè quello di far sì di avere degli scambi culturali reciproci, cioè la prospettiva finale potrebbe essere quella che i nostri ragazzi vengono in Cina conoscere la lingua e la cultura cinese, e i ragazzi cinesi vengano in Italia per conoscere la lingua e l'arte italiana."

Sembra che la collaborazione tra l'Accademia di belle arti di Perugia e il Museo Hengyuanxiang sia a lungo termine e le prospettive sono ottime. Alla metà dello scorso settembre, le prime copie delle statue sono già arrivate a Shanghai. Per saperne di più sugli sviluppi della situazione, ci siamo rivolti al direttore del Museo Hengyuanxiang di Shanghai, Chen Ming.

"Dopo aver ricevuto il benestare dal governo italiano, l'Accademia di Perugia ha realizzato sei copie per noi, una delle quali sarà donata alla causa degli scambi culturali sino-italiani. Per quanto riguarda le restanti cinque," dice il signor Chen Ming, "due saranno esposte nei musei di Beijing e Shanghai. Nel contempo abbiamo ricevuto un efficace supporto dal Ministero degli Esteri italiano, enti culturali, fondazioni e dalla città di Perugia. Anche l'istituto culturale del Consolato italiano a Shanghai si è messo a nostra disposizione. Quando la nostra delegazione è arrivata in Italia, ha ricevuto un grande supporto. Nei luoghi dove non è permesso fotografare, a noi è stato concesso di farlo quando non c'erano turisti, acquisendo in questo modo materiale prezioso Pochi giorni fa, la prima copia è già arrivata al nostro ente, e ci siamo impegnati nella costruzione di un piedistallo adeguato alla statua. Ora stiamo facendo una serie di attività promozionali."

E sul programma delle mostre ufficiali, Chen Ming ha così illustrato: "In rispetto all'amicizia con il popolo italiano e alla sua arte, faremo una programmazione solenne, grandiosa e perfetta. Le mostre sono previste per la fine del 2011, inizio 2012. La prima sarà probabilmente a Beijing, cosi da permettere ai professori e agli studenti delle accademie delle belle arti di osservare da vicino l'opera di Michelangelo. Ogni settimana saranno dedicate delle ore solo alla visita di specialisti del settore. Nel frattempo abbiamo anche in programma di fare una mostra itinerante nelle principali città cinesi. I biglietti sono gratis."

Parlando del significato dell'attività, il signor Chen Ming ha così concluso l'intervista: "Gli amici italiani ed il mondo accademico cinese all'unanimità ritengono che questo evento rivesta un'enorme importanza nella storia degli scambi culturali tra Cina e Italia. 700 anni fa, Marco Polo venne in Cina, 400 anni fa, fu la volta di Matteo Ricci, 300 anni fa, venne Giuseppe Castiglione. L'arrivo dell'opera di Michelangelo ha avuto il merito di riempire il vuoto provocato in Cina dall'assenza delle opere dei tre principali esponenti del rinascimento italiano ossia Da Vinci, Raffaello e Michelangelo."

Si tratta di un'introduzione dell'arte di Michelangelo senza precedenti in Cina. Inoltre, come hanno detto i responsabili dei due enti interessati, come mediatore, anche l'Istituto di Cultura del Consolato d'Italia a Shanghai ha svolto un ruolo chiave nell'organizzazione dell'evento. In merito abbiamo intervistato anche il direttore dell'Istituto, Paolo Sabbatini, che ci ha spiegato ulteriormente l'enorme significato dell'attività "Michelangelo Viene In Cina" e gli scambi culturali tra Cina e Italia negli ultimi anni.

Signor Sabbatini, Innanzitutto vogliamo sapere che significato ha l'evento "Michelangelo viene in Cina" dal punto di vista dello scambio culturale tra i due paesi?

Sabbatini: Io ritengo che questa sia un' attività culturale straordinaria e non esito a definirla il punto fondamentale dei miei sei anni di permanenza come direttore della sezione di Shanghai dell'Istituto di cultura di Pechino. Si tratta di un'operazione ad un tempo di conoscenza artistica e anche di comunicazione. Michelangelo non è mai venuto in Cina, diciamo, nella realtà. Fino adesso nelle accademie di belle arti della Cina e nelle scuole d'arte ci sono riproduzioni in gesso di alcune statue di Michelangelo ma non sono calchi sull'originale, si è sempre trattato di riproduzioni fatte in Cina da fotografie o da disegni quindi le proporzioni, la resa delle opere non è l'originale. Quindi noi abbiamo fatto un'operazione che ha sposato industria e cultura, cioè tramite conoscenze personali di stima e di riconoscenza con il grande gruppo tessile cinese Heng Yangshan, abbiamo pensato che la maniera migliore per far conoscere il genio italiano, quanto più possibile alla Cina, nella sua armonia originale, fosse quella di portare dei cloni, come si dice in italiano, dei calchi degli originali di Michelangelo , di modo che la gente può apprezzare, se non l'opera specifica di Michelangelo, almeno un clone dell'opera di esso.Si è trattato innanzitutto di cercare in Italia quali fossero le statue che potessero essere riprodotte e c'è stato un primo colpo di fortuna. L'Accademia di belle Arti di Perugia possiede dei calchi delle statue di Michelangelo fatti da un suo allievo Ignazio Danti. Si è trattato di prendere accordi con l'Accademia di belle arti di Perugia, poi degli specialisti cinesi sono andati in Italia, hanno verificato che effettivamente questi primi calchi erano identici agli originali di Michelangelo, e poi hanno preso accordi con una grande fonderia italiana e quindi le statue sono state fatte. Nella legislazione internazionale è permesso che si possano riprodurre delle opere, purché' il materiale sia diverso dall'originale o le dimensioni siano diverse dall'originale. Quindi sono state fatte delle copie in bronzo, partendo dai lavori originali prima in marmo di Michelangelo e poi in gesso di Ignazio Danti, di modo che questa operazione è un'operazione di squisito valore culturale, soprattutto perché il gruppo Heng Yangshan intende portare queste opere meravigliose, questi cloni, in giro per tutta la Cina e promuovere quindi l'armonia e la proporzione e la bellezza delle opere clonate nelle accademie d'arti di modo che, d'ora in poi, non solo ci sarà un lancio di Michelangelo come genio del Rinascimento e come genio italiano, ma ci sarà una specie di corrispondenza tra la ricerca tutta cinese dell' armonia e la dimostrazione italiana del genio del rinascimento che è Michelangelo quindi si tratta di un'operazione di cultura e comunicazione come oggi si vuole che lavori la cultura.

Prima di questo evento di Michelangelo, l'istituto culturale del consolato ha organizzato altri eventi artistici simili?

S: Diciamo che come attività che spieghi il rinascimento italiano, questa è al prima. Però la sezione di Shanghai dell'Istituto di cultura ha organizzato, nei miei sei anni di funzioni, più di 1500 eventi tra cui grandi mostre, si è trattato sempre, nell'arte rinascimentale antica, perlopiù di dipinti. C'è stata una grande mostra degli Uffizi che è venuta anche a Beijing e c'è stata anche all'inizio nel 2006 una mostra su alcuni capolavori del Rinascimento italiano, pero questo è il primo avvenimento in grande stile che riguardi proprio il rinascimento. A dire la verità la politica culturale italiana, intende promuovere anche la produzione di arte contemporanea qui di nei miei 6 anni qui molto molto è stato fatto per introdurre in Cina anche artisti contemporanei. Sa com'è la cultura italiana è una croce e una delizia come diciamo noi. Noi siamo sommersi da questo gigantesco passato e la politica culturale italiana, soprattutto di un operatore culturale come me, è di dimostrare che in Italia non c'è solo il Rinascimento ma anche artisti contemporanei che fanno opere meravigliose. Quindi ho cercato di contemperare l'antico e il moderno, la tradizione e l'innovazione.

Come sono state accolte tutte queste attività dai cinesi locali?

S: Le posso dire che in tutta la mia esperienza professionale, sono 30 anni che sono in giro per il mondo, prima con le Nazione Unite e poi per il governo italiano, che la più grande soddisfazione è stata quella che ho avuto in Cina perché' ho trovato gli amici cinesi, ma anche le persone comuni della strada, letteralmente assetate di cultura italiana. Si è trattata di un'esperienza meravigliosa. Io sono in procinto di partire, lascio la Cina dopo 6 anni, e vado a dirigere l'istituto italiano di cultura di Praga, nella repubblica Ceca. Quindi posso fare un bilancio di questo mio periodo avuto qui, e le soddisfazioni che ho avuto qui non le ho avute da nessun'altra parte del mondo. I cinesi mi hanno riempito di gratitudine e mi hanno dimostrato di apprezzare molto anche le opere contemporanee italiane. Io sono stato anche attento, non solo a propagandare la cultura italiana, ma di andare anche a sensibilizzare la Cina del domani, quindi una grossa parte della nostra attività è nelle scuole, nei licei e nelle università, per cercare di invogliare quelli che saranno i fruitori di cultura del domani ma che lo sono ovviamente anche oggi. Abbiamo dato grande spazio alla comunicazione sui nuovi mezzi di comunicazione di massa, noi siamo sul weibo, microblog cinese, abbiamo una mailinglist molto seguita. Ecco io direi questo paese mi ha dato veramente un'enorme soddisfazione e c'è stato un enorme partecipazione del pubblico.

Per quanto riguarda la promozione dell'introduzione dell'arte italiana in Cina, quali programmi ha l'istituto culturale in futuro?

S: Noi abbiamo tantissime cose. Lavoriamo in stretta collaborazione con l'istituto madre, l'istituto di cultura di Pechino, la cui direttrice, la Dott.ssa Barbara Alighiero, è un vulcano di iniziative. Lei per esempio, conosce i direttori di cinema italiano, quindi facciamo anche una promozione dei video artistici italiani. Di arte bisogna parlare a 360 gradi, quindi l'Istituto di cultura di Pechino organizza ogni anno dei festival di cinema contemporaneo italiano e anche di cortometraggi che trattano di arte. Quindi nell'immediato abbiamo una rassegna di opere cinematografiche. Poi per l'anno prossimo, oltre a seguire molto da vicino questa iniziativa, dell'esposizione dei cloni di Michelangelo che girerà tutta la Cina, abbiamo in anima di fare grandi mostre, per esempio di Caravaggio, sarebbe la prima volta che viene Caravaggio in Cina, con un accordo con i grandi musei nazionali di Shanghai e Pechino, e contiamo di, per quanto riguarda Shanghai, fare un lancio in grande stile del padiglione italiano all' Expo Shanghai 2010, il padiglione italiano è stato donato dallo stato italiano allo stato cinese e contiamo in primavera di aprire il padiglione con delle grandi mostre, magari proprio di Caravaggio e senz'altro dei grandi vedutisti veneziani, come il Canaletto, Bellotto, insomma portando dei capolavori del passato. Oltre a questo vogliano portare anche opere d'arte contemporanea ma soprattutto oggetti di design, infatti nel padiglione italiano ci sarà, per esempio, il museo Ferrari. In tutto il mondo la Ferrari, a parte l'Italia, ha scelto proprio Shanghai per fare un museo delle sue macchine, del suo design, quindi l'Italia offre tradizione, ma nel solco della tradizione, offre la bellezza in tutto quello che è creazione e innovazione.

Dal punto di vista di scambio artistico in futuro, l'Istituto culturale porterà delle opere d'arte cinese in Italia a fare delle mostre?

S: Questa è una domanda molto importante. Come lei sa, noi ci occupiamo, secondo il regolamento, di promuovere l'arte italiana in Cina, quindi, a rigore, promuovere l'arte cinese in italiana è un compito che spetta alle rappresentanze diplomatiche cinesi in Italia. Detto ciò, questo è l'anno della cultura cinese in Italia, che sta avendo un successo tra gli italiani assolutamente strepitoso. Noi lavoriamo in grande amicizia e collaborazione con le autorità del governo cinese e certamente, per dirle, a titolo un po' personale e un po'professionale, sto organizzando una serie di mostre, per esempio dei grandi calligrafi cinesi in alcuni musei italiani. Quindi nell'immediato, alla fine di ottobre faremo una mostra a Trento in un castello meraviglioso, Castelporgine, la mostra di un grande calligrafo cinese, Lu. Questa a seguire, sarà la prima di una serie di iniziative tendenti ad introdurre il meglio della produzione artistica cinese contemporanea in Italia.

Come valuta la tendenza degli scambi culturali tra Cina e Italia negli ultimi anni?

S: C'è un detto: "La Cina e l'Italia sono le grandi super potenze culturali del mondo" Quindi noi siamo fatti per amarci e per essere dei partner culturali. E io posso testimoniare che negli anni in cui sono stato adesso in Cina, ero già a Pechino 20 anni fa, insomma in questa mia funzione ora, ho visto che questi scambi sono decuplicati nel corso dei sei ultimi anni. Ritengo che questo trend sarà riconfermato nel futuro e io sono al corrente che i cinesi, con molto affetto e molta intelligenza, propongono non solo l'arte cinese ma anche la storia degli scambi artistici tra Italia e Cina. Infatti stiamo negoziando con il museo nazionale di Shanghai la possibilità di esporre in Italia delle opere del grande pittore italiano Giuseppe Castiglione, in cinese Lang Shining, che era il pittore di corte degli imperatori Qing, questo è un ulteriore motivo di vedere come la storia degli scambi culturali Italia-Cina non è la storia degli ultimi sei anni o di una persona singola come me, ma è una storia che si trascina da secoli.

Durante i suoi sei anni di permanenza a Shanghai ha visto integrazioni di elementi italiani nella vita dei shangaiesi, tipo design, gastronomia, calcio?

S: Guardi questa, come si dice, è una domanda retorica!(sorride) Gli amici cinesi vivono a metà tra la Cina e l'Italia. Cioè, non le nascondo la mia enorme soddisfazione, quando vedo per la strada dei ragazzi, dei giovani, delle persone comuni, che portano delle magliette con scritto Italia. Cosa ci può essere di più di questo! Certo è facile, per delle persone che se lo possono permettere, comprare Gucci , Prada, Armani, cose meravigliose che stabiliscono un trend, ma quando vede delle persone che indossano una t-shirt, normale, acquistata al mercato e vanno in giro con scritto Italia io credo che, al di fuori di questo esempio non possa esserci nient'altro.

Per concludere, Il suo mandato sta per finire. Noi le facciamo un in bocca al lupo

S: Crepi, crepi, e chi vuol saperne di più basta che si avvicini ad internet e faccia il nome dell'Istituto italiano di cultura di Shanghai. Grazie infinite!

Adesso sentiamo cosa dicono gli specialisti. Al riguardo, abbiamo intervistato telefonicamente il presidente della Commissione Scultura dell'Associazione cinese degli artisti, Li Ming, secondo cui la realizzazione delle copie delle statue di Michelangelo ha veramente un grande significato.

"Michelangelo è un grande maestro del Rinascimento," dice il signor Li Ming, "le sue opere sono dei capolavori impressi nel cuore e negli occhi di ognuno di noi ed è per questo motivo che provo una forte sensazione di familiarità nei confronti della copia di una delle sue sculture recentemente trasferita a Shanghai."

Secondo il signor Li Ming, questo progetto riveste un grande significato per il settore di scultura cinese:"Personalmente ritengo che questa iniziativa sia importante per due aspetti in particolare. Per prima cosa ciò ha permesso a noi scultori cinesi di prima generazione di vedere con i nostri occhi le opere originali di questo gran maestro. Ai nostri tempi, infatti, le persone che potevano andare all'estero erano molto poche, ed era quindi un grosso dispiacere per noi non poter vedere le opere originali dei maestri stranieri. Questa iniziativa è quindi per noi un'ottima occasione per rivivere l'epoca di Michelangelo. Per quel che riguarda invece le nuove generazioni, ossia i giovani che oggi stanno ancora studiando scultura in accademia, questa è assolutamente un'ottima opportunità per conoscere in maniera diretta questo grande maestro senza però dover andare all'estero. Sarebbe stato molto bello se anche ai nostri tempi avessimo avuto questa fortuna! Sebbene infatti sia oggi possibile trovare queste sculture anche su internet, tuttavia la scultura richiede una certa sensazione tattile. Perciò è assolutamente fondamentale poter studiare, apprezzare e additittura imitare da vicino le opere dei grandi maestri. "

Cosa rappresenta la scultura italiana? Li Ming ha spiegato: " L'Italia è una grande nazione e non è affatto frutto del caso se il Rinascimento europeo sia nato in questo paese. Questa fu un'epoca in cui emersero i più grandi artisti di tutti i tempi e che influenzarono il progresso dell'intera umanità. Per quanto riguarda la scultura, non so di preciso in che modo fattori come il clima e la civiltà italiane, o la stessa razza, abbiano potuto influenzare quest'arte. Posso però dire che essa è secondo me particolarmente diretta e vigorosa, e la ritengo di molto superiore alla stessa pittura italiana."

Inoltre, Li Ming ha anche illustrato la cooperazione del settore di scultura cinese con l'estero negli ultimi anni:"Nel corso dei 30 anni della politica di riforma ed apertura, gli scambi tra ambienti cinesi e stranieri della scultura sono divenuti sempre più numerosi. All'inizio, organizzavamo delegazioni incaricate di andare all'estero, secondo itinerari artistici limitati ad alcuni paesi e musei. Adesso, questo tipo di visite sono molto più comuni. Oltre a queste, organizziamo anche iniziative più concrete come visite reciproche tra artisti cinesi e stranieri di varie città; scambi di docenti e studenti tra alcune accademie cinesi e straniere; il riconoscimento reciproco dei voti degli esami, eccetera. Organizziamo inoltre mostre delle opere di scultori stranieri in Cina e viceversa, così come dei campi estivi e workshop. Molti scultori cinesi sono "andati all'estero", e molti stranieri sono venuti in Cina, sono numerose le iniziative di questo tipo. Nei primi anni, c'erano molti scambi con l'Unione Sovietica, e per questo motivo la maggior parte degli scultori cinesi prendeva la strada del realismo, lo sviluppo sembrava un pò monotono; grazie alla politica di riforma e apertura, ci sono studi di varie scuole d'arte, che hanno reso più ampi e completi gli scambi tra gli scultori cinesi e stranieri, permettendo all'occidente di conoscere meglio ed integrarrsi con l'Oriente e viceversa. L'attuale situazione è quindi molto dinamica."

Alla fine dell'intervista, Li Ming ha riferito la direzione della futura cooperazione internaizonale del settore di scultura cinese:"Credo che un ulteriore passo in avanti della cooperazione richiederà probabilmente una maggiore attenzione alla scultura stessa, ad esempio, le tecniche di replica delle opere adottate in Italia, quella di fusione, quella della scultura in pietra, così come le tecniche di lavorazione e l'applicazione delle tecnologie scientifiche contemporanee. Mentre, per quel che riguarda l'impiego nell'arte della lavorazione di nuovi materiali, ritengo che siano gli scultori cinesi a dover condividere le loro conoscenze tecniche."

Il progetto "Michelangelo Viene in Cina" è talmente interessante che ha attirato la forte attenzione del sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali.

Innanzitutto, il progetto culturale che abbiamo costruito è di alto livello, poi il fatto di stabilire un rapporto con il vostro paese, per la nostra citta e per i nostri istituiti di alta formazione è un fatto molto positivo.

Parlando dei significativi del progetto per l'Anno di cultura cinese in Italia, Boccali ha così illustrato ": è proprio questo che ci interessa molto. La possibilità di stabilizzare, partendo da iniziative o ricorrenze particolari come Michelangelo o l'anno della cultura cinese, il rapporto che può essere di arricchimento reciproco, stiamo lavorando proprio per questo. "

E' stato proprio questo interesse forte che ha portato il sindaco perugiano alla cerimonia dell'inaugurazione del progetto, per quanto ha perceputo la passione dei cinesi per l'arte italiana, Boccali ha detto: "L'attenzione è grande. Devo dire che sia con coloro che hanno gestito tutta l'operazione, sia l'attenzione dei mass media, c'è proprio l'intenzione e la possibilità di aprire collaborazioni serie e intense. "

Giudicando gli scambi culturali tra Perugia la Cina e negli ultimi anni, Boccali ritiene che ci sia ancora tanto spazio di sviluppo: "Li giudico positivi ma ancora per noi non sufficienti nel senso che stiamo lavorando per strutturarli, nel senso che quello che c'è stato ci ha dimostrato che è molto interessante e utile per la cultura per l'economia dei due paesi per cui vorremmo che da quel poco che abbiamo fatto si possa crescere molto."

Ci sono già delle idee in merito?"l'idea era quella di organizzare delle mostre che si potrebbero fare anche in contemporanea nelle città che sono in rapporto, Perugia e Shanghai e altre realtà. Fare scambi culturali che possano magari prevedere in uno stesso periodo sia mostre che scambi che corsi di formazioni. Abbiamo messo sul tavolo diverse ipotesi di lavoro. Questa di Michelangelo è un'esperienza ma potremmo replicarla nel corso dei prossimi anni con altri soggetti."

Una curiosità:c'è un gemellaggio tra Perugia e qualche città cinese? " No, ancora no, purtroppo. Speriamo un giorno sia un viatico no?Per adesso, l'ultima cosa l'abbiamo fatta con l'Istituto di Shanghai. Mi rendo conto delle dimensioni tra le due citta sono abissalmente diverse ma nulla non toglie il rapporto si possa stabilizzare anche con loro.

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