Gli italiani sanno vivere, quindi apprezzano a fondo la buona cucina e tutto quello che è collegato… l'arte di preparare, le materie prime, i vini, l'etichetta…la buona compagnia…E in Cina, diciamo "Min Yi Shi Wei Tian", ossia il cibo è come il cielo, ossia la cosa più importante, la base di tutto nella vita. Ma la realtà è che il mondo si fa sempre più complicato. oggi mangiar bene non vuol dire mangiare sano, visto che recentemente in Europa c'è stata un' emergenza sulla sicurezza alimentare...
Esatto, ci riferiamo alla crisi da Escherichia Coli verificatasi da poco in Germania, che ha davvero avuto un impatto sul sistema sanitario europeo.Questi cetrioli e altri legumi, fra cui germogli di soia, contenevano il batterio killer dell' Escherichia Coli, che ha causato 3517 vittime, tra cui 39 morti. 16 paesi europei sono stati colpiti, tra cui la Germania, fonte del contagio.Forse il numero potrebbe aumentare, perchè fino ad oggi la fonte dell'infezione non è ancora stata trovata con esattezza; uno studio del Robert Koch Institute di Berlino dimostra che la fonte sta nei germogli di certi legumi, mentre l'ultimo studio del Ministero di Sanità dell'Assia dimostra che la colpa sarebbe addirittura di un ruscello dell' Assia. Ma sembra che nessuno dei risultati sia confermato ufficialmente.
Oltre a ciò, l' emergenza ha anche causato delle gravi perdite economiche all'UE. Con il rischio del contagio, l' esportazione di verdure entra in crisi.Il batterio killer ha spaventato i russi. Il capo dei servizi sanitari russi Gennady Onishchenko ha annunciato la sospensione delle esportazioni di ortaggi freschi dall' UE. Si può dire che questo esercita un forte impatto economico sull'UE.
Anche l'Italia rischia, visto che è un importante paese per la produzione ortofrutticola.Secondo il presidente della regione Veneto Luca Zaia, la crisi dei cetrioli in Germania ha provocato 600 mila euro di perdite quotidiane al settore ortofrutticolo della regione.Anche se l'UE ha anche stanziato 150 milioni di euro per aiutare i suoi paesi membri, ma è poco per i suoi 27 membri, per cui la quota che riceve ogni paese non è granché. Questa è anche l'opinione del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Saverio Romano, secondo cui bisogna eliminare alla radice l'epidemia.
I risultati di un'analisi congiunta svolta da esperti cinesi e tedeschi ad Amburgo dimostrano che il ceppo di E.Coli che ha appena provocato tante vittime è nuovo e altamente tossico. Inoltre, l'incubo del batterio killer è arrivato anche in Francia, con sette bambini, tra i 20 mesi e gli otto anni, ricoverati al policlinico di Lille.
Per fortuna, finora non si è ancora registrata nessuna vittima in Italia.infatti, secondo i dati ufficiali dell'Istituto superiore di sanità, in Italia tra il 1988 e il 2010 si sono registrati 710 casi simili, con un tasso annuale medio di incidenza di 0,35 nuovi casi ogni 100mila persone. Si tratta di un tasso molto basso.Il ministro della Salute Fazio ha assicurato che non è il caso di preoccuparsi, il sistema sanitario italiano è sicuro, quello che occorre fare è lavare bene le mani, la frutta e la verdura.
Intanto in Italia si è già rafforzata la sorveglianza. L'Istituto superiore di sanità ha attivato il sistema di sorveglianza..Qualsiasi caso sospetto viene segnalato al Registro Nazionale della Hus (sindrome emolitico uremica), e i campioni diagnostici vengono inviati al laboratorio nazionale di riferimento per l'Escherichia Coli presso l'Istituto superiore di sanità.
Rispetto alla criticità in Europa, la situazione in Cina è abbastanza buona. Poco fa, la portavoce del Ministero della Sanità cinese Deng Haihua ha confermato che fino ad adesso, in Cina non si è ancora registrato nessun "caso dei cetrioli".Secondo molti esperti, l'epidemia di E.Coli è stata causata da una massiccia trasmissione alimentare, e attualmente non è ancora stata individuata nessuna prova di vasta trasmissione di contatti, quindi anche se c'è la possibilità che alcuni cinesi in Germania siano stati colpiti, è poco possibile un'infezione all'interno della Cina. Anche perchè gli ortaggi importati della Cina sono pochi, quindi la trasmissione via cibo in Cina è scarsamente possibile.Anche gli esperti di sicurezza alimentare e nutrizione affermano che la possibilità di un'epidemia di E.Coli in Cina è quasi zero.
Visto il peggioramento della situazione in Europa, l'Amministrazione cinese della supervisione della qualità, ispezione e quarantena ha emesso il piano di prevenzione e controllo dell' E.Coli.Il piano mira a prevenire la trasmissione dell'epidemia di E.Coli in Cina, e contiene quattro punti principali:
Innanzitutto, se chi arriva dalla Germania alla frontiera cinese presenta una sindrome simile a quella dell'epidemia (febbre, mal di pancia, nausea, vomito, ecc) deve comunicarlo tempestivamente al personale di controllo.Poi, il piano prevede più controlli della temperatura ed esami medici dei viaggiatori provenienti dalla Germania, e se viene trovato un caso sospetto, vengono attuate immediatamente le contromisure in merito.Il terzo punto prevede un rafforzamento della coscienza della prevenzione dell'epidemia nei porti e aeroporti cinesi per chi entra ed esce dal territorio cinese, questo via audio, radio, distribuzione di opuscoli, ecc.Infine, il piano richiede un'immediata cura appena confermato un caso durante i viaggi.
Intanto il Centro cinese per la prevenzione e il controllo delle malattie ha completato i preparativi tecnici per una possibile epidemia, precedendo alla formazione dello staff tecnico degli enti dei vari livelli circa il metodo di individuazione dell'E.Coli
Consapevole del rischio delle intossicazioni alimentari, il governo cinese segue da vicino la sicurezza alimentare, per cui ha pubblicato una serie di metodi di prevenzione.Per prevenire le epidemie alimentari, il governo cinese ha emesso i "Metodi di gestione della sicurezza dei generi alimentari importati ed esportati". In questo documento, ci sono dei provvedimenti molto rigidi.
Ad esempio, secondo l'articolo 7, l'Amministrazione generale cinese della supervisione della qualità, ispezione e quarantena procede alla valutazione del sistema di gestione della sicurezza alimentare dei paesi e delle regioni destinatari dell'esportazione. Secondo l'articolo 24, i manager delle aziende alimentari cinesi devono garantire la corrispondenza degli alimenti esportati agli standard dei paesi destinatari. Secondo l'articolo 31, l'Amministrazione generale cinese della supervisione della qualità, ispezione e quarantena prevede delle ispezioni sui rischi degli alimenti importati.Inoltre, secondo l'articolo 35, le modalità di imballaggio e di trasporto dei generi alimentari importati devono corrispondere ai requisiti sanitari cinesi e devono superare i controlli cinesi.
Visti i problemi esistenti in tutti i sistemi di sicurezza alimentare, la cooperazione e le consultazioni tra i vari paesi del mondo sono fondamentali per affrontare insieme le sfide. La cooperazione può risolvere i problemi in un modo integrato, cioè le esperienze degli altri paesi possono aiutare a risolvere alcuni problemi interni che magari sarebbero difficili da affrontare da soli. La cooperazione internazionale nella sicurezza alimentare è molto importante per un paese come la Cina, visto che i livelli raggiunti da Europa, Usa e Giappone sono all'avanguardia.
Infatti, fin dal 2001 la Cina coopera a fondo con molti paesi.
Nel marzo del 2007 presso l'Università del Guangxi, si è tenuto un incontro sino-italiano sul tema "Cooperazione congiunta per seguire da vicino la questione globale della sicurezza alimentare". L'attività è stata organizzata dall'Accademia di Scienze agricole cinese, dall'Assessorato alla Scienza e tecnologia del Guangxi, dal Dipartimento dei prodotti acquatici e pastorizi del Guangxi, dal Ministero della Salute italiano, dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dalla Regione Toscana, e patrocinata dall'Università del Guangxi e dall'Università di Pisa.
La riunione mirava ad approfondire la comprensione reciproca tra Cina e Italia nella sucurezza alimentare e ad ampliare i confronti e la cooperazione in merito tra Cina e UE. Il dibattito ha visto la partecipazione di centinaia di esperti e studiosi provenienti da Beijing, Shanghai, Guangzhou, Qinghai e Guangxi, e di oltre 20 esperti di istituzioni e università italiane. L'attività ha avuto un gran successo.
Inoltre lo scorso 23 giugno a Roma, il vice ministro della Sanità cinese, Chen Xiaohong, ha incontrato il ministro della Salute italiano, Ferruccio Fazio, e le due parti hanno firmato un protocollo che sancisce la collaborazione tra Italia e Cina in materia di organizzazione sanitaria.Questo protocollo vale per gli anni 2011-2014 e si muove su tre cardini: I tre argomenti principali sono l'organizzazione dei servizi sanitari, e l'organizzazione della farmaceutica e della sicurezza alimentare.Dopo questo incontro, la delegazione cinese ha fatto una visita all'Istituto Superiore di Sanità, e il prossimo settembre, una delegazione italiana verrà anche in Cina per un'ulteriore discussione.
La cooperazione in questo campo non si limita all'Italia, ma coinvolge l'intera UE. Per esempio, dal 22 al 24 maggio del 2005 a Beijing, si è tenuto un dibattito sino-europeo sulla gestione della sicurezza alimentare, organizzato dall'Istituto di ricerche sugli standard della qualità agricola e della tecnologia di ispezione dell'Istituto di Scienze agricole cinese.A questa riunione hanno partecipato noti esperti, studiosi e funzionari cinesi, francesi e italiani di gestione della sicurezza alimentare, che hanno discusso le strategie collegate.Tra i partecipanti, figurava anche la professoressa dell'Università degli Studi di Parma Adriana Ianieri.
Oltre all'UE, la Cina coopera anche con Usa, Giappone, Russia, Corea del Sud, ecc. La Cina invita spesso gli esperti di questi paesi, ricchi di esperienze nella gestione della sicurezza alimentare, ad effettuare della formazione in materia. I contenuti sono sulla guida e applicazione dell'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), sul programma di controllo dell'ingiene dei molluschi, e del sistema della lista positiva del Giappone. ecc. Il governo cinese ha anche organizzato la traduzione delle regolamentazioni e dei requisiti della sanità e sicurezza alimentare di questi paesi.
Inoltre, La Cina partecipa anche alle attività di verifica della capacità di gestione della sicurezza alimentare, organizzate da note organizzazioni internazionali come l'APLAC (Asia Pacific Laboratory Accreditation Cooperation National Association of Testing Authorities), e il NATA (National Association of Testing Authorities of Australia).
Una decina di centri per la prevenzione e il controllo delle malattie ai livelli nazionale e provinciale hanno superato l'esame di verifica della capacità di gestione della sicurezza alimentare, organizzato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Adesso, tutti i risultati della verifica dei laboratori dei 35 dipartimenti gestiti dall'Amministrazione cinese di supervisione della qualità, ispezione e quarantena sono riconosciuti dalle parti competenti giapponesi.
Nell'anno 2007 durante i lavori dell'APEC (Conferenza per la Cooperazione Economica Asia-Pacifico), la Cina ha presentato una mozione per la cooperazione nella sicurezza alimentare, che ha ottenuto la risposta positiva di Australia, Nuova Zelanda e dei paesi dell' Asia sudorientale, dopo è nato il Forum della cooperazione nella sicurezza alimentare, organizzato da Cina e Australia.Finora, la Cina ha firmato con oltre 30 paesi 33 accordi o memorandum di cooperazione, e 48 protocolli di ispezione dei cibi esportati e importati.