Nelle periferie delle grandi città cinesi come Beijing e Shanghai, vive una categoria di giovani dalle caratteristiche comuni; sono laureati, con basso reddito, alto quoziente intellettivo, deboli come singoli e che vivono in gruppo. Gli esperti cinesi la chiamano la "tribù delle formiche". Sono giovani per la maggior parte nati negli anni 80' del secolo scorso; sebbene abbiano un alto grado di istruzione, stanno ancora cercando lavoro ed hanno un basso reddito. Sono piccoli come le formiche, ma risoluti; vivono tra le difficoltà e stanno impegnandosi per il proprio successo. Oggi vi accompagno a vedere la loro vita e i loro ideali.
Meng e Wang, ragazze entrambe laureate e che hanno lavorato a Beijing per un anno, sono parte di questo gruppo. La casa dove vivono in affitto non è lontana da dove lavorano. Meng è ritornata per mangiare nell'ora di pausa pranzo, per chiacchierare con le coinquiline. Gli spaghetti istantanei costituiscono il loro semplice pasto, tuttavia non sono affatto tristi per questo tipo di vita.
"Mangiamo di tanto in tanto gli spaghetti istantanei e qualche volta pasti più elaborati. La casa costa poco, meno di 200 yuan al mese per l'affitto. Non mi sembra diverso dal dormitorio universitario. Sembra quasi uguale all'università, solo che lì studiavo, mentre adesso lavoro."
Meng e le sue amiche abitano a Xiaoyuehe, del distretto Haidian, a nord di Beijing, dove vivono circa 50 mila ragazzi della tribù delle formiche della capitale. I residenti locali hanno trasformato le proprie case in una sorta di dormitorio universitario da affittare. In una camera di 10 mq, si possono mettere 4 letti a castello, permettendo così ad 8 persone di viverci, con ogni letto che costa 200-700 yuan al mese.
Affittare insieme e vivere a stretto contatto sono delle caratteristiche della vita di questa tribù; Meng e Wang ne fanno parte. Essendo quasi coetanee e provenendo entrambe dalla campagna, si trovano molto bene a vivere insieme. Meng ha detto di non sentire alcuna pressione per la vita di tutti i giorni, anche se incontra ogni tanto delle inevitabili difficoltà sul lavoro. Ha affermato:
"Ho anche dei momenti di noia, ad esempio ieri sera. Due amiche mie mi hanno accompagnato a mangiare la marmitta mongola, ma una volta mangiata, non avevo altro da fare. Non sento alcuna pressione per la vita, solamente per il lavoro. Ho lavorato per un anno e ho dei risparmi e i miei familiari non mi chiedono soldi. Tuttavia la pressione del lavoro è forte."
Wang ha detto che le difficoltà della vita e la pressione del lavoro sono scontate; i giovani devono così temprarsi, e lei crede che ogni singola sua goccia di sudore sarà sicuramente ripagata. L'indipendenza è il sogno più reale per loro, i nuovi nel mondo del lavoro. Sebbene nelle grandi città, come Beijing, comprare un appartamento e una macchina o creare una propria impresa sia un sogno lontano, Meng crede che la propria vita vi si stia avvicinando.
"Poco fa quando, andando in bici, pensavo che sono qui, a Beijing. Quando frequentavo la scuola nel paese natale il mio sogno era quello. Credo che si possa vivere in ogni posto; mi sento molto bene e soddisfatta."
Secondo gli studi degli esperti di società, tale categoria di giovani vive principalmente nelle grandi città come Beijing, Shanghai, Guangzhou e Xi'an, un milione in tutto il paese. A Beijing si calcola in modo riservato siano 100 mila. La maggior parte di loro desiderano rimanere nelle grandi città per trovare maggiori opportunità, proprio a causa della pressione del lavoro.
Li Liang, proveniente da Zhengzhou, e i suoi 7 coinquilini, sono venuti a Beijing prima di laurearsi; vi vivono da 3 o 4 mesi. Sebbene non abbia ancora trovato lavoro, ha deciso di rimanere ancora. Non pensa la sua vita sia ardua, ma si preoccupa ogni giorno di non ricevere una telefonata per un colloquio.
"Siamo ormai a fine anno e non abbiamo ancora trovato lavoro. Ci preoccupiamo fortemente di riuscire a trovare o meno un tirocinio. Le nostre richieste verso la vita non sono molto alte."
Li Liang ha affermato di non essere come le altre giovani formiche che sognano di vivere per sempre a Beijing; guarda alla sua vita attuale come a un passaggio, un trampolino che lo aiuti a svilupparsi meglio nel paese natale. Ha affermato:
"Siamo venuti a Beijing perché il settore dei software è migliore di quello di Zhengzhou. Se entri in una compagnia grande, entro uno o due anni il tuo stipendio è abbastanza alto. Non penso vivrò molto tempo a Beijing. Vorrei lavorarci per 5 o 6 anni e poi tornare a Zhengzhou o da qualche altra parte. La vita di Zhengzhou non è inferiore a quella della capitale, ma le spese lo sono, e di molto."
Non importa quale sia il loro sogno, le giovani formiche si impegnano tutte. A questi giovani, chiamati "la generazione cresciuta in un barattolo di miele", è stata tolta la nomina di "nati con la camicia"; stanno vivendo di persona le difficoltà dei piccoli protagonisti della vita.
Chen Yazhen, al quarto anno presso la Beijing City University, si laureerà il prossimo anno. Insieme alle compagne di dormitorio, osserva ogni giorno la vita delle giovani formiche e si chiede spesso se diventerà o meno una di loro.
"Penso sia molto difficile vivere come loro. Qualche volta mi pento di essere venuta qui, perché nel paese natale la vita sicuramente era più semplice. Tuttavia penso anche che bisogna lottare; alcuni dicono che il successo è dovuto alle opportunità. Nei momenti di difficoltà, puoi vedere se ti capitano delle opportunità. Sebbene questi ragazzi vivano una vita dura e siano stanchi per le giornate di lavoro, penso tutto ciò sia necessario. Come puoi avere successo senza sforzi? Bisogna lottare per crearsi opportunità."
Recentemente, la dottoranda in sociologia dell'Università di Beijing, Lian Si, ha scritto un libro sulla vita di questi giovani, "La tribù delle formiche—Voci dal villaggio dei laureati", che ha attirato l'attenzione dei vari ambienti sociali e dei media. Questa tribù è sempre più conosciuta dal pubblico. Sempre più sguardi si volgono verso di essa; speriamo che questi possano portare anche un raggio di luce, per aiutarli a passare questo freddo inverno.