L'apertura e la cooperazione costituiscono la strada necessaria della Cina verso la modernizzazione
  2009-09-25 11:19:20  cri

Parlando dello sviluppo dei 60 anni dalla fondazione della nuova Cina, il premier cinese Wen Jiabao si è cosi espresso: quello del nostro paese è uno sviluppo pacifico, aperto e di cooperazione. Infatti, attraversando un tunnel di 60 anni, ci si rende conto che l'apertura e la cooperazione sono sempre stati una corsia principale della storia dello sviluppo della nuova Cina, ed anche la strada necessaria del paese verso la modernizzazione.

Nel periodo iniziale della fondazione della nuova Cina nel 1949, le cose da fare erano numerosissime. Il nuovo potere, guidato da Mao Zedong, sperava di approfittare dei capitali esteri e della tecnologia avanzata per sviluppare al più presto l'industria nazionale e gli scambi interni e all'estero, considerati come una politica statale fondamentale per il paese. Tuttavia, a causa del blocco e dell'embargo dei paesi occidentali nei suoi confronti, la Cina era costretta ad inclinarsi da una parte, quella dell'Unione Sovietica, portando a difficoltà nello spalancare le porte dell'apertura e della cooperazione con l'estero. Gli scambi erano limitati all'Unione Sovietica, i paesi socialisti dell'Europa orientale e quelli del terzo mondo di Asia, Africa ed America latina. Attraverso sforzi instancabili, la nuova Cina ha stabilito il sistema di commercio estero indipendente ed autonomo e l'apertura e la cooperazione relativa hanno conseguito molti risultati.

Tuttavia la Rivoluzione culturale scoppiata nel 1966 ha portato ad uno stato di chiusura; lo sviluppo economico ha riscontrato gravi difficoltà e gli scambi e cooperazione con l'estero hanno attraversato una fase di stasi. Una volta terminata la Rivoluzione culturale, il PIL del paese era pari a solamente l'1,8% di quello mondiale e gli scambi culturali portati avanti con solamente una manciata di paesi. Una volta scoppiata la rivoluzione tecnologica, molti tra quelli sviluppati crescevano rapidamente; questo gap ha fatto sì che molti leader del tempo si rendessero conto che lo sviluppo della Cina non poteva essere scisso da quello mondiale. Deve svilupparsi, procedere ad una riforma, aumentare l'apertura e la collaborazione.              

La terza sessione plenaria dell'11° comitato centrale del PCC, tenutasi nel dicembre 1978, costituisce una svolta grandiosa nella storia della nuova Cina; il paese è entrato nella nuova epoca di riforma e apertura.

Nel 1980 ha stabilito zone economiche speciali a Shenzhen, Xiamen, Zhuhai e Shantou, introducendo capitali, tecnologie ed esperienze di amministrazione occidentali; nei successivi 30 anni, le zone ed i territori del genere sono aumentati sempre più, formando ad oggi un quadro di apertura all'estero a 360 gradi, a più livelli e vari settori.

Ciò ha portato ai seguenti risultati: la Cina è diventato il paese in via di sviluppo che ha attirato più capitali esteri per 17 anni consecutivi; 480 delle 500 maggiori imprese mondiali hanno investito in Cina; nel 2008 il valore cinese di import-export ha raggiunto i 2560 miliardi di USD, 2000 maggiore rispetto a quello del 1950…

Il 10 novembre 2001, sulla scia di voci insistenti, la Cina ha aderito alla WTO e la riforma e l'apertura sono entrate in una nuova fase: dall'apertura di politiche ad una di sistema; da quella unilaterale ad una bilaterale con i membri della WTO; da un'apertura passiva ad una attiva di partecipazione allo stabilimento delle norme economiche e commerciali internazionali.

Ad oggi, i partner commerciali sono ormai 220 paesi e regioni del mondo; la Cina ha stipulato accordi di protezione degli investimenti bilaterali con 129 di essi. Tramite, tra gli altri, il dialogo strategico-economico Cina-Usa, quello economico-commerciale di alto livello Cina-Ue, il dialogo economico di alto livello Cina-Giappone, il Forum di cooperazione Cina-Africa, la riunione dei Ministri delle finanze e del commercio dell'organizzazione per la cooperazione di Shanghai, la profondità e l'ampiezza dell'apertura e della cooperazione con l'estero si sono ulteriormente ampliate e le principali organizzazioni, come l'Onu e la Banca mondiale, prestano sempre più attenzione alla voce e alle esperienze del paese.

Nel corso di questo processo, la Cina ha iniziato a compiere passi verso l'estero, partecipando alle competizioni e alla cooperazione internazionale con un atteggiamento più positivo. Potremo dire che l'interazione di "attrazione" ed "uscita" stia facendo salire l'integrazione dell'economia cinese e quella mondiale ad un nuovo livello.

"Tutti sono fratelli al mondo", "Differenti ma in pace"; ad oggi, in più di 100 Istituti Confucio in 40 paesi, si possono ascoltare le opere di questo antico saggio cinese, recitate in lingua cinese da persone di ogni colore di pelle. Grazie all'organizzazione di attività di scambi culturali, come l'Anno della cultura Cina-Francia, l'Anno statale Cina-Russia, quello degli scambi culturali e sportivi Cina-Giappone, la trasmissione all'estero delle iniziative della festa della primavera e di conoscenza della Cina e la firma di accordi di cooperazione culturale tra il paese ed altri 145, la cultura cinese e quella mondiale hanno realizzato un'integrazione organica.

Il vice direttore dell'Istituto di relazioni internazionali dell'università del popolo cinese, Jin Canrong, ritiene che, guardando al passato, la Cina abbia acquisito dall'apertura e cooperazione una forza inesauribile, che ha promosso lo sviluppo economico ed i progressi sociali.

"La Cina possiede una civiltà antica ma è anche un paese nuovo e moderno. Nel processo di costruzione, dobbiamo studiare tramite l'apertura e la cooperazione con l'estero. In realtà è ormai un paese moderno tramite questo processo. Senza di esso, la Cina non riuscirebbe a completare la modernizzazione. I due punti sono la strada necessaria per realizzare questo obiettivo."

L'apertura ha cambiato la Cina, che sta sinceramente integrandosi nel mondo. Ormai è la terza economia del mondo; secondo il rapporto dell'Onu, si prevede che quest'anno il suo contributo alla crescita economica globale sarà pari alla metà di quello mondiale; i paesi che ne ricevono aiuti hanno raggiunto quota 163. Nel contempo, in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu, si assume le proprie responsabilità internazionali e cerca con impegno lo sviluppo comune nella cooperazione.

Secondo Jin Canrong, l'apertura e la cooperazione con l'estero favoriscono non solamente il paese stesso, ma apportano benefici a tutto il mondo, promuovendo il processo di modernizzazione del genere umano, parlando ad un livello maggiore.

"La Cina è un importante paese al mondo, con una popolazione pari ad un quinto di quella totale. Se tale massa di persone non entra nel processo di modernizzazione, la causa di quella umana non potrà essere completa; se la Cina non aderirà al sistema internazionale, questo avrà delle mancanze. L'apertura e la cooperazione del paese hanno quindi promosso il processo di modernizzazione del genere umano e rafforzato la legalità e stabilità dei sistemi internazionali esistenti."

L'apertura ed il mutuo vantaggio, la cooperazione ed il win win. La storia dello sviluppo di 60 anni della Cina dimostra che l'apertura e la cooperazione sono la strada necessaria verso la modernizzazione ed un'importante forza propulsiva dello sviluppo mondiale. Guardando al futuro, il paese cerca lo sviluppo con un pensiero più aperto e si integra col mondo con un atteggiamento più collaborativo, per promuovere il processo della modernizzazione umana.

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