Nel corso della Guerra di resistenza del popolo cinese contro l'aggressione giapponese, la Cina ha avuto un enorme sostegno dalle forze internazionali, tra cui il più famoso è stato il gruppo aereo americano "Tigri volanti" guidato dal generale Claire Lee Chennault. La storia della lotta fianco a fianco contro il Giappone da parte delle "Tigri volanti", dell'esercito e del popolo cinese è non solo tramandata da generazioni in generazioni, ma anche conservata nel Museo commemorativo del Gruppo aereo americano in Cina a Zhijiang, nella provincia dello Hunan. Andiamo a visitare l'unico museo commemorativo dedicato alle "Tigri volanti" durante la guerra di resistenza cinese contro l'aggressione giapponese, per rintracciare una leggenda poco conosciuta, ma vissuta dai locali.
"Quando sentivo il rombo degli aerei nell'aeroporto, sapevo che i nostri P-51 e P-40 stavano per decollare. Era la squadriglia aerea 'Tigri volanti' del generale Chennault. Prima si usavano i caccia P40, sostituiti poi dai P51."
Mentre parla, l'ottantanovenne Liu Daoming, sembra che torni indietro di 70 anni e sia ancora circondato dai rombi dei caccia P40 e P51. Liu Daoming, originario di Zhijiang, della provincia dello Hunan, superò nel 1943 l'esame per isciversi alla classe di formazione radiofonica della 9° stazione dell'Aeronautica della Cina nazionalistica. Un anno dopo, finita la formazione, iniziò a lavorare alla stazione radiofonica dell'aeroporto di Zhijiang.
Un modello dei caccia P-40 menzionati da Liu è oggi in mostra davanti al Museo commemorativo del Gruppo aereo "Tigri volanti". In quegli anni, i P-40 " bocca di squalo" furono tra i più riconoscibili caccia delle forze aeree dei vari paesi partecipanti alla seconda guerra mondiale.
Nell'agosto 1943, il generale Chennault inviò a Zhijiang la 14° Forza aerea americana, che rappresentava la parte principale della squadriglia aere delle "Tigri volanti". Liu Daoming era un novellino appena arruolato, senza avere tanti contatti con i piloti delle "Tigri volanti". Si limitò a guardarli da lontano e salutarli quando li incontrava.
"A quel tempo, c'erano molti americani. Al centro dell'aeroporto si trovavano tutte le tende abitate dagli americani. Quando li incontravo, gli salutavo con "Hello" e mi rispondevano allo stesso modo."
Zhijiang è uno dei luoghi più conosciuti dai veterani americani che hanno partecipato alle operazioni di aiuto alla Cina durante la seconda guerra mondiale. Ubicata nell'area montuosa nell'ovest dello Hunan, Zhijiang è dall'antichità un luogo di grande importanza strategica e militare ed è soprannominato di "la porta verso Yunnan e Guizhou" e "gola tra Guizhou e Hunan". Dopo l'esplosione della guerra di resistenza contro l'aggresione giapponese, molte istituzioni, banche, scuole e giornali si trasferirono a Zhijiang, dove al culmine, vissero circa 200 mila persone di 220 istituzioni. Quindi fu chiamata anche la "Piccola Nanchino" (allora capitale della Cina Nazionalistica).
Dal 1944 al 1945, quando la guerra entrò in una fase cruciale, gli aeroporti pubblici di prima linea sono stati occupati uno dopo l'altro dai giapponesi, e quello di Zhijiang è diventato l'unico aeroporto segreto delle forze aeree cinesi ed americane e la seconda maggiore base aerea degli Alleati nel teatro cinese. L'esercito giapponese tentò più volte di occupare Zhijiang ma non riuscì. Nelle comunicazioni telegrafiche delle forze armate americane, l'aeroporto di Zhijiang fu chiamato "All Powerful", infatti, a Zhijiang, il numero dei militari americani raggiunse i 6062, per non parlare del personale ausiliario. Anzi si formò una particolare "strada americana" tra la zona di Qiliqiao e quella di Zhupingpu alla periferia di Zhijiang.
In più di un anno, Liu Daoming vide più volte le partenze degli aerei delle "Tigri volanti" per bombardare le basi giapponesi, per partecipare alla battaglia di Changde, per combattere nel cielo di Hengyang, per colpire le truppe giapponesi a Wuhan e infine per difendere Zhijiang. Dal 9 aprile al 7 giugno 1945, fu combattuta la battaglia per difendere Zhijiang al Monte Xuefeng. Gli aggressori giapponesi inviarono 5 divisioni e una brigata, per un totale di 80 mila soldati, protetti da 135 aerei, ad assediare l'aeroporto di Zhijiang e distruggere il primo fronte delle forze aeree sino-americane, occupando successivamente la parte occidentale dello Hunan per minacciare Chongqing, capitale della Cina nazionalistica durante la guerra. Fu l'ultima battaglia su vasta scala nel campo frontale della Cina lanciata dall'esercito giapponese, con l'intenzione di impedire il suo destino fallimentare. L'esercito cinese, in collaborazione con 400 caccia delle forze aeree sino-americane, combatte contro i giapponesi sotto lo scosceso Monte Xuefeng conquistando infine la vittoria.
"Ho preso parte alla battaglia della difesa di Zhijiang, chiamata anche la battaglia del Monte Xuefeng. Allora sono stato mandato alla stazione meteorologica per registrare le condizioni atmosferiche. É stata una battaglia molto serrata. I nostri caccia P-51, in sostituzione di quelli P-40, hanno bombardato il campo dell'esercito giapponese, facendo ricorso anche alle bombe incendiarie. Infine, siamo riusciti a sconfiggere i giapponesi e difendere l'aeroporto di Zhijiang."
Naturalmente la lotta fianco a fianco delle "Tigri volanti" e dei militari cinesi contro il Giappone non si limitò solo a Zhijaing. Secondo le statistiche del Museo commemorativo delle "Tigri volanti", nei 14 anni dal 1931 al 1945, 18 mila soldati e 1160 aerei delle forze aeree americane sotto la guida del generale Chennault parteciparono alla guerra di resistenza cinese contro il Giappone, abbattendo e distruggendo più di 2600 aerei giapponesi e uccidendo 66700 militari giapponesi. Le forze aeree americane subirono grandi perdite, tra cui 568 aerei e 586 piloti. All'interno del museo si erge un'enorme parete di marmo nero su cui sono incisi 2193 nomi dei piloti e dei caduti delle "Tigri volanti".
Il direttore del museo Wu Jianhong ha osservato che il generale Chennault e le sue "Tigri volanti" hanno bombardato le importanti linee logistiche del Giappone e la terraferma giapponese, dando grandi contributi alla guerra anti-fascista della Cina e del mondo.
"Il gruppo aereo americano, da un lato, ha formato un gran numero dei piloti sul teatro cinese, dall'altro, ha abbattuto più di 2600 aerei giapponesi in più di quattro anni. Ringraziamo molto alle forze anti-fascisti mondiali per l'aiuto e il sostegno alla guerra di resistenza cinese contro il Giappone e certamente non dobbiamo dimenticarli. Speriamo che questo museo serva a tramandare l'amicizia sino-americana alle prossime generazioni."
In più di settant'anni, la Cina non ha mai dimenticato gli aiuti delle "Tigri volanti" alla guerra di resistenza come anche i piloti della squadriglia. Nel 2003, una decina di loro si sono recati a Zhijiang per partecipare alla Festa culturale della Pace internazionale e visitare il luogo dove avevano lottato. Liu Daoming, come rappresentante dei veterani, ha accolto i suoi compagni d'armi che guardava solo da lontano negli anni di guerra. Questa volta l'hanno abbracciato cordialmente.
"Abbiamo stretto la mano e poi ci siamo abbracciti. Un membro delle 'Tigri volanti' mi ha regalato un modello dell'aereo che ho conservato fino ad oggi a casa mia."
All'interno del museo commemorativo sulla resa giapponese a Zhijiang, accanto a quello dedicato alle "Tigri volanti", è conservato un dipinto realizzato nel 1944 dal generale Chennault per essere regalato, in rappresentanza delle 14° Forze aeree americane, all'allora capo dello Stato Maggiore dell'Esercito cinese Xiao Yisu. Il dipinto raffigura l'immagine dei soldati armati cinesi in assalto protetti dai caccia P-40 delle "Tigri volanti" e la scrittura in lingua cinese e inglese "Avanti Insieme".
Questo è un periodo orgoglioso della storia condivida da Cina e Usa, come ha detto l'ex presidente americano Bill Clinton in un suo discorso intitolato "Chennault e le 'Tigri volanti'":
"Dopo tanti anni, la storia del generale Chennault e delle 'Tigri volanti' ci racconta che c'è stato un periodo di grande amicizia nella storia condivisa dagli Usa e dalla Cina, il che ci incoraggia a valorizzare la tradizione di amicizia e di cooperazione. Questa è una storia americana, ma anche cinese. Il generale Chennault e i suoi soldati hanno risposto alla chiamata della Cina e lottato con il popolo cinese. Non è solo una storia di guerra, ma una magnifica testimonianza che il popolo americano e quello cinese si fidavano e rispettavano reciprocamente, facevano fronte comune alle sfide e lottavano insieme per la pace."