Oggi vi porteremo con noi a Yantou, una cittadina nella vallata del fiume Nanxijiang, a nord-est della città di Wenzhou, da cui proviene la maggior parte dei cinesi residenti in Italia.
Yantou e i villaggi vicini hanno un migliaio di anni di storia, quindi sono molto interessanti dal punto di vista della struttura generale, dell'architettura, del Fengshui, e degli usi e costumi, per cui attirano molti studiosi e appassionati cinesi e stranieri.
Ho visitato questi villaggi nel 2002, ben 12 anni fa, quindi volevo vedere le differenze, se c'è una migliore tutela, se hanno fatto dei restauri, ecc. A Yantou, per esempio, hanno ricostruito la Torre Wenfeng, il Padiglione Wenchang e il tempio ancestrale Shuitingci, alcune case sono state trasformate in guest-house, e certi canali lungo le strade sono stati coperti. Però la galleria accanto al fiume Lishui è sempre la stessa: lastricata di sassi, sul lato dell'acqua ha una lunga fila di sedili di legno con schienale, i famosi "meirenkao", sedili delle belle donne, e dall'altro dei negozi e case di abitazione.
I negozi offrono i ravioli locali, con l'involucro di farina di patate dolci, e bevande rinfrescanti. Fuori piove e fa un caldo umido soffocante. Nella visita, ci fa da guida il signor Jin Xinyi, presidente dell'APN della cittadina.
"Mi chiamo Jin Xinyi, qui tutti portano il cognome Jin.Questa è la via Lishuijie. Il vicino ponte Lishuiqiao fu eretto in epoca Ming, al tempo dell'imperatore Jiajing. Il grande banyan, Ficus benghalensis, accanto ha ben 300 anni. La via risale alla fine dell'epoca Qing-inizio della Repubblica Nazionale, ma molti edifici sono stati distrutti e ricostruiti".
Secondo l'illustrazione del signor Jin, alla fine della dinastia Qing, un centinaio di anni fa, qui il commercio era molto sviluppato. La via Lishuijie era l'unica strada di trasporto del sale dalle saline di Yongqiang, a sud di Wenzhou, per cui, con il legno degli alberi dei monti circostanti, vennero erette delle case e la galleria accanto all'acqua per il riposo dei mercanti e dei portatori di sale, di bambù e di pesce.
Il canale fu costruito in epoca Ming (Jiajing) per avere acqua da bere, per irrigare i campi, e contro gli incendi, deviando l'acqua di un affluente del fiume Nanxijiang. All'inizio della via si trova un padiglione del tè, dove per tradizione gli anziani offrono del tè ai passanti.
Nel sud della Cina, caldo e umido, lungo le strade si trovano molti di questi padiglioni, dove un tempo la gente di passaggio, stanca e assetata, poteva trovare dei sandali di canna nuovi, del tè, un pozzo per l'acqua, e una stufa per preparare il tè e cucinare. Ci sono anche dei sedili per riposare la notte, il tutto fornito dai volenterosi del posto. Anche i monasteri locali hanno accanto dei padiglioni del genere.
A Yantou, accanto al padiglione del tè, ho notato che hanno ricostruito la Torre Wenfeng, che rappresenta il pennello dei "wenfangsibao", i quattro tesori del letterato, pennello, carta, inchiostro e calamaio. Hanno anche ricostruito il Padiglione Wenchang, in cui un tempo i letterati del posto onoravano Wenchang, la stella dell'Orsa Maggiore che aiutava a superare gli esami imperiali.
Il complesso rituale comprende anche un tempio religioso, Tahumiao, le cui grandi porte in legno recano le figure dipinte delle divinità della porta, tipiche del sud della Cina. Nella piazzetta antistante si trova un palco dell'opera in legno. Le strade e la piazzetta sono lastricate di pietre e di sassi, e anche i muretti delle case sono di blocchetti di pietra sistemati a lisca di pesce, molto compatti, dall'effetto spettacolare.
Ho chiesto al signor Jin Xinyi cos'è cambiato nel villaggio rispetto a dodici anni fa, al tempo della mia ultima visita.
"Rispetto a dodici anni fa, alcune vecchie case sono crollate, la via Lishuijie è stata riparata, e abbiamo ricostruito il tempio ancestrale Shuitingci. Questo perché l'Università Tongji di Shanghai negli anni '80 ha fatto un'ispezione sul posto, dicendo che la via Lishui e Shuitingci hanno valore storico e andavano conservati, e che la nostra rete idrica è unica e scientifica."
Di seguito il governo locale ha avanzato la candidatura del villaggio a bene culturale provinciale, che è stata approvata, per cui è stata avviata la tutela degli edifici e il restauro sul modello antico. Secondo il piano, la gente viene spostata all'esterno e si sviluppa il turismo. Il governo locale, infatti, non ha fondi per la tutela, quindi occorre sviluppare il turismo, ma ci sono molti problemi: la gente non vuole più vivere nelle vecchie case, che sono basse e scomode, e vuole demolirle e costruirne di nuove, il governo continua a fare il piano e a dare dei compensi per mandare tutti all'esterno, ma è difficile perché mancano i finanziamenti.
In realtà ci sono già dei turisti in visita, ma Jin Xinyi dice che il turismo è solo di stagione, per le ferie del primo maggio e del primo ottobre, perché Yantou e la vallata di Nanxijiang sono lontane dagli itinerari turistici più battuti, e al massimo la gente viene in gita la domenica da Wenzhou.
Torniamo a Yantou, un villaggio storico della vallata di Nanxijiang, presso Wenzhou, per la cui conservazione occorre l'impegno congiunto del governo e della popolazione.
Ma le case sono invivibili, in legno, basse, e prive di servizi moderni, e nel frattempo si vuole tutelare la cultura antica, il che è una grande contraddizione. Ho chiesto al signor Jin Xinyi, la nostra guida, se visto il loro valore storico e culturale, esiste un piano di tutela generale di tutti i villaggi di Nanxijiang, nel distretto di Yongjia.
"I villaggi di Yongjia sono molti e sparsi, e quelli con un alto valore artistico sono pochi. E' tutta arte popolare, espressione della cultura 'gengdu', dello 'studio e coltivazione dei campi' del passato. I piani di tutela bisogna applicarli, altrimenti sono inutili. Il piano dell'Università Tongji mira alla tutela, ma occorrono denaro sia per la tutela delle antiche case che per la costruzione di nuovi alloggi per la popolazione trasferita. Non esiste un piano generale di tutela di tutti i villaggi della zona".
Il signor Jin Xinyi ha continuato dicendo che i contadini locali vivono in difficili condizioni, e chi ha del denaro si è già frasferito in case nuove.
Una curiosità: a Yantou gli shuyuan, le accademie, le antiche scuole che sono il fiore all'occhiello dei villaggi di Nanxijiang, sono scomparse, perché al tempo del Regno celeste della grande pace, a metà dell'800, il vicino distretto di Fenglin li ha accusati di rivolta a corte, e i soldati Qing hanno incendiato quasi tutto il villaggio.
In passato in Cina l'educazione cominciava a 8 anni. I ragazzi studiavano in scuole private i testi classici riferiti al buon comportamento e ai riti.
A 15 anni entravano nelle accademie e studiavano i classici confuciani annotati da Zhu Xi (1130-1200), il fondatore della corrente di pensiero del Neoconfucianesimo, che unisce la concezione taoista dell'universo alla morale classica confuciana.
I principi del Neoconfucianesimo vennero adottati in epoca Yuan (XIII sec.) come base degli esami imperiali per entrare nella pubblica amministrazione, quindi la frequentazione delle accademie era importantissima per prepararsi a questi esami. E molti villaggi, anche sperduti, avevano dei fondi per gli studi dei ragazzi promettenti, e le loro accademie, fondate da privati e dove insegnavano dei famosi studiosi. Zhu Xi stesso insegnò per 8 anni all'accademia da lui fondata nel 1183 sui monti Wuyi, nel Fujian.
Dopo questa parentesi sull'educazione nell'antica Cina, torniamo a Yantou, insieme al signor Jin Xinyi. Superato il padiglione Wenchang, appena ricostruito, imbocchiamo una stradina lastricata di sassi, alle falde del monte Qinshan, il monte della cetra, ed eccoci arrivati ad un grande portale di ingresso, con accanto due enormi leoni di pietra. Si tratta del tempio ancestrale Shuitingci, in fase di ricostruzione. Seduti sotto un padiglione in mezzo all'acqua, sotto una pioggia battente, abbiamo ascoltato la spiegazione del signor Jin:
"Ci troviamo all'accademia Qinshan, in origine il tempio ancestrale Shuitingci, eretto in onore del creatore del sistema idrico di Yantou, Jin Yongpu."
Egli ha aggiunto che al tempo dei Song meridionali, un maestro di Fengshui stabilì che le case locali dovevano essere rivolte a ovest, per la posizione dei monti, e che il villaggio doveva avere la forma di una barca ormeggiata, quindi stabile.
L'acqua, introdotta da nord verso sud, passa accanto ai muretti delle case, e serve per il bucato, contro gli incendi, e per irrigare i campi vicini. Ancora adesso prima delle sette del mattino è proibito lavare i panni nei canali per garantire la pulizia dell'acqua per l'igiene mattutina degli abitanti. Esiste un sistema idrico sotterraneo e di superficie, e l'acqua finisce nel fiume Changhe, che è più basso. Un esperto ha detto che questo sistema idrico è importante come quello di Dujianyan, nel Sichuan, risalente a duemila anni fa.
Ora ci troviamo a Canpo, non lontano da Yantou, nella vallata del fiume Nanxijiang, un altro antico villaggio, fondato nell'anno 955 d.C., famoso per la sua struttura del Fengshui.
Di fronte alla porta di ingresso in legno, che dà su un'ampia distesa di risaie, un anziano del posto, il signor Li Xianchun, ci ha spiegato:
"I nostri avi arrivarono qui dal Fujian per i disordini che travagliavano la zona nel X secolo, e per evitare gli incendi scavarono molti stagni nel villaggio. Questa porta di ingresso è unica in Cina, ha due serie di 3 e 7 gradini, legati al grado dei funzionari nati qui. A Nara, in Giappone, ce n'è una uguale. Questa fu eretta nell' anno 1178, e quella di Nara nel 1190, entrambe ad opera di artigiani di Ningbo".
Di fronte alla porta si erge il monte Bijiashan minore, ossia del piccolo portapennelli, e ad ovest il monte Bijiashan maggiore, che hanno proprio la forma a tre punte dei portapennelli cinesi. Questo era considerato di buon auspicio per la fortuna letteraria del posto. Per migliorarla ancora, vi vennero affiancati due stagni, ad est e ad ovest della porta di ingresso, come calamai, le risaie facevano da foglio di carta, la strada da est ad ovest, lunga 300 metri, da pennello, e quattro lunghi blocchi di pietra, posti accanto allo stagno ovest, da inchiostro.
Quindi, con tutto questo apparato letterario, il villaggio contò molti "jinshi", vincitori degli esami imperiali, che dettero prestigio alla casata locale dei Li.
Il villaggio è circondato da una cerchia di mura in pietra alta un metro, per proteggerlo dalle alluvioni. A destra della porta di ingresso, si trovano alcuni cipressi piantati nell'anno 1178, quindi di quasi mille anni, accanto all'antico tempio ancestrale della famiglia Li.
All'estremità est, ecco il padiglione della vista del fratello maggiore, Wangxiongting, dove parecchi anziani stanno riposando. Al posto è legata una bella leggenda, ascoltiamo:
"Un tempo qui vivevano due fratelli legati da grande affetto. Il maggiore andò a vivere nel villaggio di fronte, ma ogni giorno all'alba tornava a lavorare nelle risaie, e la sera il minore lo accompagnavava a casa, perché il sentiero nel bosco era infestato dalle volpi, e il maggiore a sua volta lo riaccompagnava. Per por fine a questo andarivieni, i due decisero di costruire due padiglioni nei due villaggi, Songdige e Wangxiongting, del saluto al fratello minore e della vista del fratello maggiore, e di accendere una lanterna quando erano arrivati a destinazione".
Una leggenda davvero commovente! Mentre ascoltavo, ho visto delle egrette bianche che volavano sulle risaie accanto. E' il tempo del trapianto del riso, e la gente lavorava nei campi, anche sotto la pioggia.
Di fronte al padiglione Wangxiongting, si erge la sala Shuiyuetang, posta sull'acqua, un edificio antico dietro al quale sono però stati costruiti degli edifici moderni più alti, che deturpavano la vista. Il governo locale li ha fatti ridipingere di bianco, nello stile tradizionale, per limitare i danni.
Questo è un problema comune in molti antichi villaggi cinesi, edifici nuovi e antichi affiancati, senza troppa cura.Un'altra cosa interessante del villaggio di Cangpo è che nel 1956 i locali hanno deciso da sé di dare in appalto i terreni ai singoli, ben prima dell'esperimento decisivo di Xiaogang, nell'Anhui, che risale al 1978. In un antico edificio locale si trova una mostra commemorativa, con i "dazibao" di condanna del tempo. Un tratto di storia significativo e doloroso. Comunque anche a Cangpo adesso rimangono solo più donne, anziani e bambini, i giovani sono tutti nelle città a lavorare. Un altro segno del cambiamento dei tempi.
L'ultima tappa della nostra visita alla vallata di Nanxijiang, a est di Wenzhou, è il villaggio di Yubei, della cittadina di Yandan. Si tratta di un agglomerato pressoché intatto, con molte antiche residenze secolari, circondato da un canale, e con accanto dei monti verdeggianti. Nella visita ci ha fatto da guida il capo del villaggio, il signor Wang Zhiyi.
"Il villaggio conta 1800 abitanti, tutti contadini, di cognome Wang. I nostri avi arrivarono qui dal Jiangxi all'epoca dei Song meridionali, erano seguaci di Yue Fei, e dopo la sua morte, si rifugiarono qui. Nella nostra casata, abbiamo avuto molti ministri e alti funzionari."
Il villaggio di Yubei conta 400 antiche case a struttura quadrata di legno, risalenti al periodo fra la fine della dinastia Ming e l'inizio della dinastia Qing, 18 delle quali molto ben conservate. Come viene effettuata la tutela generale del villaggio?
"Una compagnia immobiliare, Shanghai Shimao Jituan, ha in progetto di investire, in cinque fasi, due miliardi e 300 milioni di yuan per ristrutturare il villaggio, e farne un modello della sua civiltà di lavoro. Le case sono vecchie e le condizioni di vita degli abitanti sono dure. Diciotto di queste antiche residenze sono sotto tutela, quindi il restauro richiede il parere degli esperti. Secondo il progetto, prima la gente sarà trasferita in nuove case nelle vicinanze, costruite su 280 mu di terre vicine, e poi le vecchie residenze saranno restaurate."
Infatti molti villaggi cinesi non hanno denaro per il loro sviluppo. Dopo il restauro, gli abitanti di Yubei potranno lavorare nei progetti turistici creati nel villaggio, agriturismo, locande, ristoranti e negozi, ecc., perché allora avranno perso le loro terre. Adesso qui rimangono solo gli anziani e i bambini, i giovani sono tutti fuori a lavorare.Quindi i contadini locali perderanno le loro terre, che qui corrispondono a 0,4 mu a persona (1 mu=1/15 di ettaro). Ho chiesto al capo del villaggio se la gente è d'accordo, ecco la sua risposta:
"Abbiamo fatto un'inchiesta, il 70% della gente che vive ancora qui è d'accordo, il resto è in città a lavorare. Il progetto comunque è ancora in fase di discussione".
Il villaggio di Yubei è circondato da un canale, quindi si dice che ha la forma di un fiore di loto; accanto al canale passa una stradina lastricata di sassi, affiancata da un muretto di pietra. Per attraversare il canale, si passa su una fila di massi di pietra, i dingbuqiao, tipici della zona.
Arrivati all'antica porta di ingresso del villaggio, molto semplice, accanto spicca un enorme albero di fico, alto al minimo tre metri, carico di frutti e di fiori gialli. Il villaggio conta ben sette templi ancestrali, e una serie di antichi pozzi per l'acqua.
Una passeggiata sotto la pioggia lungo le stradine è un vero piacere: nei cortili, sotto il portico, gli anziani riposano seduti sulla soglia, con accanto il gatto di casa che dorme, mentre una coppia di oche bianche avanza dondolando, e dai camini esce il fumo bianco della cucina. Intorno, cespugli rigogliosi di bambù e arbusti di gardenie rosa e bianche, queste ultime dal dolce profumo, che occhieggiano accanto ai muretti, mentre gli stagni sono ricoperti delle grandi foglie del taro, un tubero tipico del sud della Cina, molto nutriente.