Shan Jixiang: impegno per lasciare una splendida Città Proibita alle prossime generazioni
  2014-04-04 16:43:18  cri



La Città Proibita, il palazzo degli imperatori delle dinastie Ming e Qing, fu costruita tra il 1406 e 1420 dall'imperatore Yongle. Quindi fra 6 anni ricorrerà il suo 600° anniversario di fondazione.

Nel 1925 la Città Proibita è diventata un museo, svelando per la prima volta al pubblico i suoi segreti: magnifiche architetture, ricchissime collezioni di dipinti e calligrafie, porcellane, orologi, costumi imperiali, ecc. Ma qual è il numero totale dei reperti conservati nel museo? Fino a due anni fa la cifra esatta era sconosciuta. Le autorità hanno effettuato una completa verifica durata ben sette anni, arrivando ad un bel numero: 1 milione 807.588!

Questi reperti sono suddivisi in 69 categorie. Ora diamo la parola al direttore del Museo del Palazzo, Shan Jixiang:

"La Città Proibita possiede la più grande collezione mondiale di pitture e di calligrafie tradizionali cinesi, 126 mila fra dipinti, calligrafie e incisioni, e la più vasta collezione di bronzi e di porcellane cinesi, rispettivamente 160 mila e 370 mila. Vanta anche un'enorme collezione di tessuti e di ricami. Durante la dinastia Qing, furono istitute tre agenzie di tessitura e ricamo a Ningbo, Hangzhou e Suzhou, dove 7000 tessitori e ricamatori lavoravano per la corte, per cui abbiamo una collezione di 180 mila tessuti e ricami".

Quanto ai testi scritti, sono 600 mila! Insomma la Città Proibita è un tesoro culturale e artistico che va preservato nel modo migliore.

Come abbiamo detto poco fa, fra 6 anni, nel 2020, la Città Proibita festeggerà il suo 600° anniversario di fondazione. Nel 2020 termineranno anche due progetti, il primo è il restauro generale della Città Proibita, avviato nel 2002, e il secondo la "Città Proibita sicura", approvato dal Consiglio di Stato nel 2013.Parlando di sicurezza, si pensa subito alla prevenzione dei furti e degli incendi, una parte molto importante del lavoro del museo. Ce ne parlerà il direttore Shan Jixiang:

"La cosa che temiamo di più sono gli incendi, che sono il pericolo maggiore per gli edifici in legno della Città Proibita. A questo scopo, continuiamo a migliorare i nostri impianti anti-incendio e teniamo periodicamente delle esercitazioni congiunte anti-incendio con le altre unità, rafforzando anche con impegno l'installazione di impianti anti-fulmine".

Ricordiamo che dal 2013 è vietato fumare all'interno della Città Proibita. A parte gli incendi, non mancano altri pericoli latenti, come i furti, i terremoti, i danni alle collezioni, e i pericoli per la sicurezza dei visitatori.

Andiamo nei particolari: dal 1949 sono stati registrati 5 furti nella Città Proibita. L'ultimo è stato nel 2011, l'autore, un contadino, ha rubato 7 gioielli di un altro museo esposti alla Città Proibita. Dopo la soluzione del caso, è stato avviato un progetto di miglioramento del sistema di sicurezza, per cui adesso l'intero complesso è sorvegliato da 3000 telecamere e più di 10.000 dispositivi di allarme. Nel prossimo futuro, il lavoro della sicurezza potrebbe passare nelle mani della polizia armata, per garantire la massima protezione dei tesori di Stato.

Un'altra informazione sull'orario per chi vuole visitare la Città Proibita: dal primo gennaio 2014 il museo è chiuso il lunedì, tranne durante le ferie nazionali e nel periodo estivo (luglio-agosto). Ascoltiamo l'illustrazione del direttore Shan Jixiang:

"La chiusura il lunedì non significa affatto del riposo per noi, al contrario il nostro personale è molto più impegnato. Dopo la chiusura quotidiana alle 17:30, infatti, il personale deve lasciare il posto insieme ai visitatori, quindi non può lavorare un'ora o due in più come negli altri musei. Se la Città Proibita continuasse a rimanere aperta 365 giorni all'anno, come prima, sarebbe molto difficile garantire il lavoro di manutenzione".

Costruita nel 1420 dall'imperatore Yongle, la Città Proibita festeggerà il suo 600° compleanno nel 2020, anno in cui saranno anche completati due progetti molto importanti: uno è la "Città Proibita sicura" che vi abbiamo appena presentato, e l'altro il restauro generale dei suoi antichi edifici, avviato nel 2002.

Il restauro permette non solo di allungare la vita delle antiche costruzioni, ma anche di utilizzarle in un modo adeguato. Ascoltiamo l'illustrazione di Shan Jixiang, direttore del Museo della Città Proibita:

"Nel 2002, prima dell'avvio del progetto, solo il 30% della Città Proibita era aperto al pubblico. Adesso più del 52% e potremmo arrivare al 65% l'anno prossimo e al 76% nel 2018. Questo passaggio dal 30% al 76% ci permetterà anche di affrontare il numero sempre crescente di visitatori".

Per esempio, "Neiwufu", l'Ufficio degli Affari Interni della Corte, fu parzialmente distrutto da un incendio alla fine della dinastia Qing. Negli anni '80-'90 del secolo scorso, sul posto sono stati costruiti due giganteschi depositi sotterranei su tre piani che ospitano 900 mila antichi manufatti e opere d'arte. La parte superficiale, a lungo trascurata, è sporca e disordinata. Il piano di riqualificazione, già approvato, per ripristinare Neiwufu e aprirlo al pubblico, sta per cominciare.

Anche il Grande Deposito Meridionale (Nandaku), una serie di antichi edifici all'ingresso sud ora usati per immagazzinare materiali edili, sarà trasformato in un'area espositiva, con 6200 mobili delle dinastie Ming e Qing che ora si trovano nei magazzini.

Questi sono progetti di piccola dimensione. Secondo il piano, sarà realizzata una nuova sede nord del Museo, a nord-ovest della Città Proibita, dove sorgeranno degli edifici su una superficie di 125 mila mq per la prima fase del progetto. A che scopo? Per il restauro degli antichi reperti.

"Il nostro piano è creare il più grande centro del mondo per il restauro degli antichi reperti e beni culturali cinesi. Noi abbiamo un milione di pezzi da restaurare, e a livello nazionale decine di milioni, ma ci occuperemo anche del restauro delle collezioni cinesi dei musei degli altri paesi. Inoltre, con la realizzazione del progetto, avremo lo spazio per il restauro di manufatti di grandi dimensioni della Città Proibita, che adesso ci manca, per esempio di 13.000 grandi tappeti e di 6200 mobili, ora conservati in una trentina di depositi."

Secondo il piano, il Palazzo della Gioia Duratura (Yanxigong), uno dei palazzi dell'est della Città Proibita, sarà trasformato in una sede espositiva di beni culturali occidentali ora riservati ai leader stranieri in visita, visto che in Cina non esiste ancora un museo apposito.

Anche Xiheyan, una striscia di 260 metri che si trova nella parte occidentale tra le mure rosse e quelle grigie della Città Proibita, sarà riportata all'aspetto originale, ed ospiterà i laboratori, le attrezzature e gli operatori del restauro, e cosa più importante, le entità che oggi di trovano ancora all'interno delle mura rosse.

In realtà, il nucleo della Città Proibita è quello circondato da mura rosse alte 8 metri, mentre l'intero complesso è circondato da mura grigie. L'obiettivo è trasferire fuori dalle mura rosse tutte le entità estranee, che occupano i due terzi dell'intera superficie, rendendola un'area totalmente espositiva aperta al pubblico. Ma la cosa non è facile. Ascoltiamo cosa dice il direttore:

"L'organico del nostro personale ha raggiunto quota 1450 e continua ad aumentare, per la metà sono specialisti di beni culturali, il resto amministrativi. Speriamo di trasferire questi ultimi fuori dalla Città Proibita, ivi compreso il direttore!"

Anche il Palazzo della Tranquillità e Benevolenza (Cininggong) sarà trasformato in un'area espositiva di sculture. In futuro, i visitatori avranno anche la possibilità di salire e di camminare sulle mura rosse. Insomma, vedremo una Città Proibita più completa e originale, visto che la maggior parte degli edifici non in stile sarà demolita o ristrutturata.

ll museo della Città Proibita è un'attrazione da non perdere per chi arriva a Beijing.Il numero dei visitatori della Città Proibita è sbalorditivo, visto che è passato dai 7,3 milioni del 2002 ai 14,5 milioni del 2013, con un picco, registrato nel 2012, di più di 15 milioni. Il 2 ottobre dell'anno scorso, il scondo giorno della cosiddetta settimana d'oro della Festa Nazionale, la Città Proibita ha ospitato ben 182 mila persone!

Dopo avere presentato due importanti progetti della Città Proibita, Shan Jixiang ha anche parlato del loro obiettivo di diventare un museo di livello mondiale come il Louvre, il British Museum e il Metropolitan Museum di New York. A questo scopo, occorre elevare il livello dei servizi.

Molti lavori sono già stati fatti, per esempio, grazie al miglioramento dei servizi di biglietteria, il tempo necessario per comprare i biglietti si è di molto ridotto, e le lunghe file sono sparite; all'interno della Città Proibita sono installate strutture per disabili, ossia percorsi senza barriere, e sono state aggiunge molte panchine per "ridare diginità ai visitatori", che prima non potevano che sedersi per terra; sono anche disponibili guide elettroniche in una quarantina di lingue straniere e dialetti cinesi e addirittura in diversi stili di presentazione, una cosa molto apprezzata dai visitatori sia cinesi che stranieri.

Dei servizi di qualità sono molto importanti per un museo, una struttura che si rivolge ad un vasto pubblico. Sono contento che la Città Proibita voglia cambiare per servire meglio il pubblico. D'altra parte, anche la promozione mi sembra necessaria.

Negli ultimi anni la Città Proibita ha dimostrato un atteggiamento più attivo nella collaborazione con gli altri musei del mondo. Ha organizzato mostre delle sue collezioni all'estero per diffondere la cultura e l'arte cinese e scambiato esperienze con altri musei, primo fra tutti il suo gemello, il Museo del Palazzo di Taipei.

É uno dei musei più importanti del mondo, con una collezione permanente di circa 7 milioni di antichi manufatti e opere d'arte cinesi. In realtà è una sede staccata del Museo del Palazzo di Beijing, di cui accoglie una parte delle collezioni. Ascoltiamo l'illustrazione del direttore Shan Jixiang:

"Per motivi storici, le collezioni della Città Proibita nel secolo scorso hanno lasciato Beijing. Nel febbraio del 1933 più di 13 mila casse di reperti sono state trasferite a Nanjing, allora capitale della Repubblica Nazionale, a poi a Chongqing per via dell'invasione giapponese. Dopo la vittoria della guerra di resistenza al Giappone, le casse sono tornate a Nanjing e poi sono state inviate a Taipei per l'esplosione della guerra civile. Si tratta di 590 mila pezzi racchiusi in 2900 casse, 540 mila dei quali sono antichi manufatti e 52 mila opere d'arte".

Secondo il direttore del Museo della Città Proibita, il Museo del Palazzo di Taipei sembra più conosciuto, perché? Perché sanno come promuovere la loro immagine! Quello di Beijing invece no, anche perché finora non aveva risorse sufficienti per restaurare le sue enormi collezioni e presentarle al pubblico. Oggi la situazione è molto migliorata, per dire, solo nel 2014 lo Stato ha stanziato l'equivalente di quasi 100 milioni di euro e l'incasso dei biglietti potrebbe raggiungere il doppio della cifra.

Con il sostegno delle risorse finanziarie, si possono anche avviare delle ricerche specifiche. Nell'ottobre scorso, è stato fondato l'Istituto di ricerche della Città Proibita, con l'obiettivo di unire i ricercatori attraverso concreti progetti di ricerca e una serie di piattaforme a cui partecipano esperti cinesi e stranieri. Oggi sono già attivi i centri di ricerca sulle antiche porcellane, sulle pitture e calligrafie, sull'antica architettura, sulla storia della corte delle dinastie Ming e Qing e sul Buddismo tibetano.

Il direttore ha comunicato che nella Città Proibita è anche stato istituito un centro di formazione dell'Associazione Internazionale del Musei, l'unico al mondo al di fuori della Francia.

"Vicino all'ingresso est della Città Proibita abbiamo riservato un'area per ospitare una trentina di aule. Dalla terrazza si può ammirare l'intero panorama della Città Proibita. Il primo corso di formazione è terminato nell'autunno scorso. Studenti di 16 paesi del mondo hanno frequentato delle lezioni specialistiche e poi sono rientrati nei loro paesi per continuare nei lavori di restauro. Quest'anno saranno organizzati altri due corsi, uno in primavera e l'altro in autunno."

Per i visitatori dei musei, è normale comprare dei souvenir dopo la visita. Però molti lamentavano che i souvenir del Museo del Palazzo di Beijing sono brutti e costosi, non come quelli del Museo del Palazzo di Taipei!

Però la situazione è cambiata, perché il settore della creazione culturale cinese è partito tardi, ma cresce ad un ritmo velocissimo. Adesso i souvenir della Città Proibita sono simpatici e tipici, come le agendine, i portacellulari, bamboline di porcellana vestite con abiti di corte, e le magliette con stampato il sigillo dell'imperatore Yongzheng. Le ha comprate anche il direttore del Museo del Palazzo di Taipei!

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