Porcellana cinese e Rinascimento italiano: l'esperienza del maestro Dionisio Cimarelli in Cina
  2014-02-19 02:13:35  cri

 



Immaginate dei putti di porcellana alti più di mezzo metro, con il corpo dipinto di peonie rosa e bianche e di foglioline verdi, e la testa decorata con i caratteri cinesi dorati "迪奥尼西奥"...sono i bambini di porcellana del maestro Dionisio Cimarelli, esposti all'Istituto di Cultura dell'Ambasciata d'Italia a Beijing nel 2008. Il protagonista di oggi è proprio il maestro Cimarelli, che abbiamo raggiunto telefonicamente a San Francisco, negli Stati Uniti, dove si è trasferito per lavoro alla fine del 2013, dopo quasi nove anni trascorsi in Cina.

Il maestro Dionisio è marchigiano, quindi conterraneo di Matteo Ricci, di cui ha seguito le tracce in Cina secoli dopo e ha anche realizzato una splendida statua, esposta al padiglione italiano dell'Expo 2010 di Shanghai. La cosa interessante è che anche la testa di Matteo Ricci è decorata con i caratteri dorati del nome cinese del suo scultore, allora perché la scelta della Cina?

"Io mi sono trasferito in Cina perché ero interessato alla cultura cinese. Ho iniziato a interessarmi già negli anni '80, poi quando mi sono trasferito in Cina nel 2004, lì ho scoperto questo materiale che poteva in qualche modo rappresentare il paese e le mie esperienze cinesi. Questo è stato in qualche modo una conoscenza, un entrare in questo paese, lavorando con questo materiale che io non conoscevo assolutamente. E' stata una esperienza incredibile, quasi una porta che mi ha portato ancora più a fondo nella cultura cinese."

La cultura cinese è molto variegata e diversa da quella occidentale. In che direzione si è rivolto il maestro Dionisio?

"Ero molto interessato alla cultura pittorica, grafica e filosofica, e naturalmente anche scultorea, perciò ero molto influenzato in quegli anni specialmente dalla grafica cinese, infatti in tutti i miei disegni si può vedere una grande influenza della cultura cinese. Questo era già cominciato nel 1984-5 e poi nell' 86, dopo aver letto tanti libri e studiato in parte la cultura cinese, volevo viverla, volevo trasferirmi, volevo vivere da vicino questa cultura. Allora ero studente all'Accademia di Belle Arti, ero all'ultimo anno, ma non terminai gli studi, mi trasferii prima, e fu una scelta molto inusuale per quei tempi."

Allora la Cina non era un paese aperto come adesso, ma forse più originale, con scarso influsso occidentale. Viaggiando si scoprivano villaggi straordinari ora scomparsi, si vedeva gente con costumi etnici, i ritmi di vita erano lenti, ma naturalmente c'era più povertà. Anche Dionisio Cimarelli ha viaggiato molto al tempo.

"Nell'86 viaggiavo, ho cercato di comprendere la cultura e il paese, in più ho disegnato, facevo una ricerca per terminare la mia tesi. Nel 2004 ho iniziato a lavorare con i materiali con cui lavoravo a suo tempo, il bronzo, il marmo, ma ho capito che mi mancava qualcosa, era come ritornare in Cina e continuare la stessa ricerca che avevo fatto precedentemente. Non mi sembrava giusto e corretto, allora cercavo un materiale che potesse rappresentare questo paese. Perciò ho iniziato con delle sculture in bronzo, ma non ero soddisfatto, poi decisi che il materiale che rappresentasse maggiormente la cultura cinese era la porcellana, perché quando si dice Cina si dice porcellana."

Infatti, la porcellana, la seta e il tè sono i simboli della Cina. Addirittura il nome Cina, China, deriva da "ciqi", il nome cinese della porcellana, secondo una delle versioni più accettate. In Cina, il maestro Dionisio Cimarelli ha cercato di capire la porcellana, un materiale che non conosceva, che per lui era completamente nuovo e sconosciuto, anche se proveniva dalla cultura della maiolica, della ceramica italiana. Pensava che fosse un materiale molto simile, ma poi ha scoperto che era del tutto diverso e che doveva essere trattato in modo differente:

"Ho visitato vari luoghi, ma Jingdezhen era la patria della porcellana, perciò andai là e vidi la produzione immensa di porcellana, studiai le porcellane della dinastia Tang, straordinarie. Perciò da Shanghai andai per la prima volta a Jingdezhen cercando di capire come potevo iniziare a creare le mie porcellane in questa città dove non conoscevo nessuno. Fu un impatto non facile, anzi molto difficile, cercare di capire come poter aprire un studio e iniziare a fare una mia produzione".

Jingdezhen, una cittadina della provincia del Jiangxi, nella Cina centrale, emerse come centro della porcellana già in epoca Yuan, al tempo dei Mongoli, quando Marco Polo giunse in Cina. All'epoca risalgono le grandi giare di porcellana bianca e blu, esportate in Medio Oriente insieme ai celadon del forno di Longquan, nel Zhejiang. Il Palazzo Topkapi di Istanbul nel possiede una magnifica collezione.

Il forno di Jingdezhen raggiunse il massimo splendore nel XVII-XVIII secolo, al tempo degli imperatori Kangxi, Yongzhen e Qianlong, tutti grandi amanti e intenditori di porcellane.L'imperatore Qianlong verificava di persone le porcellane inviate a Beijing via nave sul Grande Canale Imperiale, che faceva modificare se non di suo piacere, anche se in realtà i modelli erano tutti realizzati secondo i disegni inviati dalla corte. A Jingdezhen i forni imperiali erano diretti da un funzionario inviato da Beijing, responsabile della qualità delle opere, al punto che se non idonee, doveva pagare i danni di tasca sua. Come si è trovato Dionisio Cimarelli nella capitale della porcellana cinese?

"Dopo alcuni viaggi a Jingdezhen, cercai di organizzare e aprire lo studio e portai dei modelli da realizzare in porcellana. Ebbi subito un rapporto molto forte e intenso con questo materiale, perché è straordinario, delicato, in qualche modo, stranamente, mi ricordava anche il marmo di Carrara. E' diverso, ma anche molto esigente, come il marmo di Carrara, e questo mi attirava, mi stimolava, mi dava delle grandi motivazioni, però non lo conoscevo, perciò dovevo studiare e cercare di capire come si modellava. Allora ho cominciato a visitare gli studi, e a cercare di capire la tecnica, che è simile alla ceramica, ma anche piuttosto differente. Una delle caratteristiche principali della porcellana è la cottura, del tutto diversa dalla ceramica, dovuta all'altissima temperatura della cottura."

Per la porcellana occorre raggiungere il 1300 gradi. Un tempo i forni di Jingdezhen erano alimentati a legno di pino, e solo recentemente sono passati al gas liquido. La tecnica di realizzazione della porcellana di Jingdezhen è ormai patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. Però nessuno a Jingdezhen abbia mai realizzato, e neanche pensato, a qualcosa come i bambini di porcellana del maestro Dionisio. Innanzitutto sono alti ben 60 centimetri! Quello che caratterizza le sue sculture in porcellana sono i colori. Le sue precedenti sculture in bronzo, in legno, in marmo non erano dipinte, invece la porcellana l'ha portato quasi automaticamente a utilizzare il colore, perciò ha utilizzato la forma unita al colore, invece nelle sculture precedenti il colore era quello naturale del materiale, il bianco del marmo, la patina semplice del bronzo, ecc. Ma non è stato affatto facile!

"Inizialmente è stato molto, molto difficile, perché non riuscivo a gestire questo materiale, perciò è stato uno sforzo veramente molto grosso. Ho anche avuto diversi assistenti. I putti ho pensato di farli anche perché non conoscevo questo materiale, poi mi sono reso conto. A Jingdezhen mi hanno detto che era molto difficile. Ho avuto delle difficoltà immense per il materiale, che io non conoscevo, pensavo che si potessero fare come la ceramica, se ne sono rotti molti, ma ho tenuto duro, come normalmente faccio, io non mollo facilmente, molte sculture si sono rotte, ma sono riuscito a portare a compimento il lavoro, anche con grande stima da parte degli altri artisti di Jingdezhen, perché alla fine sono riuscito a creare questa forma inusuale in porcellana."

L'idea iniziale del maestro Dionisio è nata da un putto del '400, che ha cambiato nelle forme, però la posizione è rimasta la stessa: si reggono solo su un piedino!

"Per la porcellana questa è una cosa folle, perché la porcellana quando viene cotta diventa quasi come una gelatina, a 1300 gradi, quindi far stare in piedi un bambino su un piedino e cuocerlo a 1300 gradi è stata davvero una scommessa incredibile. Ho dovuto creare tutto un insieme di stratagemmi tecnici per cercare di cuocere questi bambini, che inizialmente non si sapeva come far cuocere, perché queste non sono delle sculture da fare in porcellana, ma io non mi sono lasciato convincere, ho continuato nella mia ricerca e sono riuscito. Sono messi su dei piedistalli di porcellana e uniti con dei perni, quindi sono delle sculture molto particolari, se dovessi rifarle ora, farei delle modifiche, ne sono certo, per evitare tutte le difficoltà che ho avuto."

Dopo che sono stati esposti alla Biennale due anni fa, questi putti adesso sono in California, in attesa di essere esposti a San Francisco.

Il maestro Dionisio Cimarelli, nato a Jesi, nelle Marche, nel 1965, è arrivato in Cina nel 1986 e poi nel 2004 per quasi nove anni, dopo delle esperienze di lavoro in tutto il mondo. Al Louvre di Parigi ha lavorato al restauro di opere in marmo, che ha stimolato il suo passaggio dalla scultura astratta a quella figurativa. In che modo la Cina e la porcellana hanno influenzato il suo percorso artistico?

"La scultura più importante che ho realizzato a Shanghai è il Matteo Ricci, una scultura monumentale di quasi due metri, che esiste in quel modo perché sono passato attraverso l'esperienza della porcellana, altrimenti non ci sarebbero i caratteri, non sarebbe colorato in quel modo. Quindi l'esperienza della porcellana per me è stata straordinaria, importantissima, è stata un passaggio nella mia carriera artistica veramente fondamentale, il mio passaggio dai materiali tradizionali alla porcellana è stato per me come il passaggio dalla scultura astratta a quella figurativa. Molto importante."

Quanto ai rapporti con gli artisti cinesi, sono stati molto interessanti, il maestro ha potuto discutere con loro sia la concezione dell'arte che il lato tecnico. Il pubblico cinese ha apprezzato molto i suoi lavori, in tutte le tante esposizioni che ha fatto in Cina, in centri molto importanti, musei, biennali, ecc.

"Credo che i cinesi abbiamo apprezzato il mio interesse ad entrare e approfondire la conoscenza della cultura cinese, perciò quando si vedono le mie sculture non sono le sculture di un italiano, e nemmeno di un cinese, ma di un italiano che ha vissuto in Cina, che era ed è tuttora interessato alla cultura cinese. Cioè in qualche modo ho fatto da filtro e ho cercato di creare queste opere che credo piuttosto uniche, particolari, che vengono riconosciute, perché quando uno vede i bambini di porcellana capisce immediatamente di chi sono, che sono mie, non di un artista cinese, europeo o americano, cioè in qualche modo sono riuscito a creare un tipo di scultura unico. Credo che i cinesi abbiano apprezzato questo mio interesse alla cultura cinese, non tanto di andare in Cina e fare business, come spesso capita. Io avevo ed ho un amore per questo paese, ci sono rimasto quasi nove anni, un periodo molto importante della mia vita."

A Shanghai il maestro Dionisio ha anche lavorato ad un progetto di ville.

"Questa è stata un'esprienza particolare che ho vissuto intensamente, e che è anche durata parecchi anni. E' stato un caso, mi hanno cercato, ma io non riuscivo a capire: è un importante progetto di ville di lusso, ma io sono uno scultore. Loro hanno detto di avere molti architetti famosi, e di volere un artista con esperienze nel restauro, nell'architettura e in vari materiali, una persona che faccesse la supervisione artistica di 81 ville, una cosa molto interessante per me. Poi quando mi hanno detto chi ci lavorava, ho accettato e ho lavorato per più cinque anni, non tutti i giorni."

In questo periodo, il maestro Dionisio ha anche tenuto delle conferenze al personale, centinaia di persone, che hanno avuto molto successo, spiegando loro come si crea un'opera d'arte, cosa è l'arte, l'architettura, come si crea un pezzo d'arte che rimanga nel tempo. Visto che il progetto è un work in progress, il maestro Dionisio non esclude affatto di tornare ancora in Cina:

"Il mio aver lasciato la Cina è una cosa temporanea, non definitiva, perché con la Cina sarò in contatto per sempre, dopo tutti questi anni è un'esperienza troppo importante per me."

Il maestro Dionisio Cimarelli è vissuto in Cina per quasi nove anni, quindi ha visto molti cambiamenti nel mondo artistico cinese.

"Del mondo artistico cinese, ho visto tutta la sua evoluzione negli anni. Quando sono arrivato nel 1986 ho trovato un paese che stava ancora vivendo l'esperienza della rivoluzione culturale di Mao Zedong. Nel 2004 le differenze erano enormi, in quegli anni in cui ho vissuto in Cina, c'è stata un' evoluzione incredibile, e il mondo artistico ha seguito a sua volta, ha avuto una trasfromazione incredibile, e si sta avvicinando alla come dire 'arte contemporanea' a livello globale. Era ancora un paese sotto gli effetti della cultura sovietica quando sono arrivato in Cina la prima volta."

S: Immagino, gli artisti nelle mostre, nelle gallerie, ora è tutto diverso rispetto a dieci anni fa.

Ma cosa colpisce di più il maestro Dionisio dell'arte contemporanea cinese: la pittura, la scultura, o forme miste?

"Secondo me, la Cina è sempre stato un paese dove la pittura ha sempre avuto una forza straordinaria, anche se nell'ultimo secolo la scultura è diventata anche predominante. C'è stata questa uscita dalla scultura figurativa, che in qualche modo si vede molto meno. Se penso all'Italia, chiaramente in Cina, nelle dinastie precedenti, la scultura era rappresentata molto meno. La pittura molto di più, e si è espressa sempre in modo particolare e originale, e tuttora riesce a creare un'espressione simile. Anche la scultura, che ha avuto una evoluzione straordinaria, dalla scultura figurativa tradizionale con questo influsso sovietico di 20-30 anni fa, ora è arrivata una scultura più informale. Potrebbero ricordare anche periodi occidentali, europei, di decenni e secoli passati, e poi addirittura arrivare fino all'arte contemporanea, concettuale, eccetera."

La Cina è entrata nel mondo, in pieno, quindi quello che vediamo in Cina è un po' quello che vediamo in questo momento nell'arte nel mondo. Però in Cina è rimasta una tecnica, una educazione visiva iniziale, che putroppo in gran parte del mondo, specialmente in occidente, in Europa, in Italia, non c'è più, invece in Cina è rimasta. Gli studenti delle accademie d'arte cinesi devono studiare tecnica del disegno e della scultura figurativa, una cosa ottima. Anche quelli degli Stati Uniti, che si pensa il paese del concettuale e dell'astrattismo, ma ci sono molte accademie che insegnano ancora scultura e pittura figurativa. L'Italia ha dato tanto al mondo in campo artistico, ma negli ultimi decenni nelle accademie la scultura figurativa è scomparsa.

Nel dicembre del 2013 il maestro Dionisio Cimarelli si è trasferito in California. A cosa si deve la scelta degli Stati Uniti?

"E' anche stata un po' casuale. Tutti questi anni in Cina sono stati molto intensi. Ho lavorato in una piccolissima percentuale anche all'estero, perché la Cina mi ha impegnato al massimo. Poi ho avuto un'importante proposta da un importantissimo scultore negli Stati Uniti, come direttore artistico del suo studio di quasi 60 persone, uno dei maggiori degli Stati Uniti, che io ho trovato molto interessante. Ho lavorato in tutto il mondo, sono venuto spesso negli Stati Uniti, ma non ho mai lavorato qui. Quindi venire in California, vicino alla Sylicon Valley, dove è concentrata la maggiore intelligenza nel campo dell'informatica... adesso sono qui, in uno studio fantastico, quindi questa per me è una nuova parentesi, molto importante per la mia carriera artistica, che chiaramente mi terrà molto impegnato. Ma è sempre una parentesi, con questo non ho chiuso con la Cina, che per me è sempre un paese molto importante. Anzi, qui la comunità cinese è una delle più importanti degli Stati Uniti, nella costa est, fra Los Angeles e San Francisco, e con questa comunità spero anche di fare da ponte, di cercare di utilizzare la mia esperienza cinese per cercare anche di connettere questo grande paese che sono gli Stati Uniti."

Adesso il maestro Dionisio è responsabile dello studio creativo, stanno facendo degli importanti progetti di monumenti, e lui è il coordinatore di quasi 60 persone provenienti da tutto il mondo.

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