Chashan: la Società d'arte Quanchuan e le lanterne dei cento uccelli
  2013-12-09 16:16:46  cri






Nel distretto di Ouhai, di Wenzhou, la città del Zhejiang da dove proviene la maggior parte dei cinesi che vivono in Italia, è attivo un simpatico gruppo di studiosi e di artisti, impegnato nelle ricerche sul patrimonio culturale materiale e immateriale locale. A introdurmi a loro è stata la prof.ssa Wang Zhuoru, dell'Università di Wenzhou, situata proprio nel distretto.

Yunmen, pseudonimo di Peng Fuyun, il direttore dell'Associazione degli scrittori e degli artisti del distretto, è un ottimo calligrafo, e di recente ha pubblicato un interessante libro sulle iscrizioni rupestri del Monte Daluoshan.

La giovane ed entusiasta giornalista Zhou Jimin invece è l'autrice del bellissimo "Antichi sentieri di Zeya", e del fantastico "Meraviglie dell'artigianato", che ho letto d'un fiato con infinito piacere.

Ma non sono solo i giovani a primeggiare. A Chashan, di fronte alla sede dell'Università di Wenzhou, si trova la Società d'arte Quanchuan, un'associazione popolare che raccoglie artisti dilettanti, dedita alla preservazione dell'artigianato locale, e diretta dall'attivissimo signor Wang Tabo.

Oggi visiteremo il centro, situato in un edificio a due piani accanto a un canale, in mezzo a nespoli, banyan secolari e profumati alberi di osmanto, in piena fioritura.. Ebbene questo edificio ha un rapporto con l'Italia!

"Era la casa di un locale emigrato in Italia, molto attento alla trasmisione dell'artigianato, che ce l'ha lasciata per tenere le nostre attività. L'Assessorato alla Comunicazione del distretto ha deciso di farne una base sperimentale di artigianato del Zhejiang, e si è fatto carico delle spese di ristrutturazione. Teniamo corsi di formazione dei contadini locali nella poesia, nella calligrafia, nella fabbricazione dei 'bainiaodeng', le lanterne di cartapesta a forma di uccelli, e delle 'zhusideng', le lanterne di fili di bambù".

La zona di Chashan, situata nel distretto di Ouhai, ha una lunga storia e un ricco patrimonio di cultura popolare.

"Un tempo qui si tenevano molte attività popolari famose in tutta Wenzhou. Nel 1947 due compagnie dell'opera si sono confrontate in un 'douxi', una gara di bravura, esibendosi dalla sera al mattino dopo, fino alle 8, e nessuna delle due voleva smettere per non perdere, allora la polizia è intervenuta e le ha costrette a farlo".

Negli ultimi anni, con il miglioramento delle condizioni economiche della popolazione, le attività culturali sono di nuovo sbocciate, per cui sono comparsi il Festival del fiori di susino di Chashan, le attività di cultura folcloristica del Palazzo Hongyan, ecc.

I contadini locali si sono messi a praticare la calligrafia, la poesia e la pittura, frequentando i corsi della Società Quanchuan. Di conseguenza, il villaggio di Chashan e la Società d'arte Quanchuan sono stati rispettivamente insigniti dei titoli di "villaggio culturale modello" e di "punto di sperimentazione della costruzione culturale" della provincia del Zhejiang.

Nel corso della visita alla Società d'arte Quanchuan, nell'ampia sala al primo piano, soleggiata e circondata da un terrazzo, ho incontrato due donne intente a intrecciare le lampade di bambù "zhusideng", tipiche della zona. L'allieva, Jin Yun, ha 46 anni e lavora in tribunale, e la maestra Huang Surong ne ha 76.

"Si prepara da sola questi sottilissimi fili di bambù, tagliandoli con il coltello, io non so farlo, so solo intrecciare. Un tempo si infilava una candela nella lanterna, e la si teneva alta per illuminare la strada. E' una forma di artigianato quasi scomparsa a Chashan. Lei ha iniziato a imparare a dieci anni, la nostra è solo una conoscenza superficiale, da dilettanti."

"Sono di Zepu, ho 75 anni, e intreccio lanterne di bambù da quando ero piccola. Ho iniziato a dieci anni e adesso insegno a una decina di persone."

Le lanterne di bambù sono di forma ovale, e possono essere montate in modo creativo con un design appropriato. A questo sta pensando la prof.ssa Wang Zhuoru, che ha incaricato un artigiano della vicina cittadina di Longquan, la città del celadon, di costruire un supporto di porcellana, così da poter sistemare la lampada su una base piatta.

Wang Zhuoru, che insegna all'Università di Wenzhou, conduce delle ricerche sulle lanterne locali insieme ai suoi studenti, e il team ha già realizzato dei bei PDF e video in materia.

Ora ritorniamo a Wenzhou, alla Società d'arte Quanchuan di Chashan, i cui membri sono impegnati nella trasmissione non solo delle lanterne di fili di bambù, ma anche di un'altra forma di artigianato locale, le lanterne dei cento uccelli, le "bainiaodeng", risalenti alla fine del Settecento. Il direttore della società, l'entusiasta signor Wang Tabo, mi ha spiegato:

"Teniamo la sfilata delle lanterne dei cento uccelli ogni 2-3 anni, secondo le nostre disponibilità economiche. Il nostro centro è su base volontaria, mi hanno chiamato a dirigerlo perché sono nato qui e conosco bene i costumi locali. Facevo l'artigiano della lacca, e dipingevo mobili e altri oggetti tradizionali."

Egli ha continuato dicendo:

"Le 'bainiaodeng', le lanterne dei cento uccelli, sono una tradizione secolare di Chashan. Teniamo una sfilata ad agosto secondo la tradizione locale. Qui siamo vicini al Monte Daluoshan, dove ci sono molti uccelli, che tutti i residenti amano e proteggono, considerandoli propizi. Un tempo, ogni anno nella stagione di inizio dei tifoni qui si tenevano delle cerimonie in cui degli uccelli di carta venivano sistemati sugli alberi per invocare l'aiuto divino. I tifoni provocavano alluvioni e frane, questa zona è piuttosto bassa sul livello del mare, ed era spesso allagata. Allora all'inizio di agosto si teneva la cerimonia con le lanterne degli uccelli".

Chashan vuol dire "monte del tè", ma non è il tè tradizionale! Si tratta di camelie, che in cinese si chiamano "chahua", fiore del tè! In epoca Tang, 1300 anni fa, in una grotta del Monte Daluoshan venne piantata una pianta di camelia, che vive ancora adesso, è alta più di 10 metri e si è adattata agli anfratti della roccia. Pare che sia la camelia più antica del mondo!

Il villaggio di Chashan si trova in una bellissima posizione, circondato da tre lati da monti e bagnato dall'altro da un torrente, che però d'estate, con l'arrivo dei tifoni, straripava e provocava molti danni.

Quindi in agosto si portavano in processione le statue di Guanyin, del Re che pacifica l'acqua, di Guangong, dell'imperatore Xuantian, ecc., un misto di divinità buddiste, taoiste e popolari, e agli alberi si appendevano le lanterne di carta a forma di uccelli. 

Wang Tapo ha aggiunto che un tempo erano i ricchi del posto a finanziare la costruzione degli uccelli di carta, che poi venivano appesi agli alberi di canfora e di banyan dai poveri, insomma ognuno contribuiva a modo suo.

Invece le lanterne degli uccelli non vengono più appese agli alberi, ma si fanno sfilare per le strade, il villaggio di Chashan si è ingrandito, così per strada tutti possono vederle. E' stato Wang Tabo a modificarle, a ingrandirle, e ad aggiungervi un supporto per reggerle durante le sfilate.

La cosa bella è che tutti fanno a gara nel partecipare alla sfilata, anche perché ricevono 300 yuan per reggere gli uccelli, che sono di grandi dimensioni, e a parte questo, lo considerano un onore.

Adesso le lanterne hanno tante forme: di fenice, passero, aquila, anatra mandarina, falco, usignolo, in tutto cento tipi di uccelli, ma un tempo erano solo 28, ossia tutti i tipi che vivevano a Chashan. Secondo l'illustrazione di Wang Tabo:

"Un tempo le lanterne avevano forma astratta, si aggiungeva un becco e l'uccello era fatto. Io pratico la pittura di fiori e uccelli, allora ho ampliato i tipi di uccelli e li ho resi realistici. Un tempo le lanterne erano di piccola dimensione, da mettere sugli alberi, con all'interno delle candele, adesso usiamo le lampadine".

Wang Tabo ha quindi ricordato che nel 2009 hanno tenuto una grande sfilata di lanterne dei cento uccelli per il 60° anniversario della fondazione della RPC. 11,01 L'ultima cerimonia alla fine della seconda guerra mondiale e della guerra di liberazione si tenne nel 1947, dopo di che la tradizione si è interrotta. Alla fine della rivoluzione culturale, Wang e colleghi hanno discusso come ripristinarla e innovarla.

A questo punto ho chiesto a Wang Tabo se ci sono ancora degli artigiani anziani in grado di insegnare l'arte. Ha risposto che questo è un problema urgente, perché se ne stanno andando uno dopo l'altro.

La cosa positiva è che molti sono sensibili alla cosa, per esempio un imprenditore locale illuminato che ha capito il pericolo di estinzione dell'arte delle lanterne degli uccelli, che risale all'epoca Tang, più di mille d'anni fa, ha finanziato la Società Quanchuan per preservarla, insieme all'Associazione degli scrittori e degli artisti del distretto di Ouhai.

Wang Tabo ha anche ricordato che un signore di 80 anni l'anno scorso ha insegnato delle forme di artigianato presso il loro centro, e poi è morto, quindi c'è un forte senso di urgenza: bisogna affrettarsi! Egli ha messo in risalto: 

"Le cose tradizionali scompaiono in fretta, allora, come ricorda la prof.ssa Wang Zhuoru, 'la cultura vivente' va registrata e trasmessa. Gli anziani maestri poco per volta se ne vanno, ma l'artigianato non può morire. Adesso al nostro centro abbiamo 5-6 persone impegnate nell'insegnamento".

Il concetto di "cultura vivente" è stato avanzato una decina di anni fa in concomitanza con l'inserimento del patrimonio culturale immateriale nella lista di tutela dell'UNESCO. In Cina è stato sviluppato da Qiao Xiaoguang, del Centro di studi apposito dell'Accademia centrale di belle arti di Beijing.

Ma chi sono i fruitori dell'insegnamento degli anziani maestri di Chashan? Gli studenti della vicina Università di Wenzhou, che la prof.ssa Wang Zhuoru porta spesso al centro d'arte di Chashan! Ecco l'impressione in merito del direttore Wang Tabo:

"Gli studenti hanno un lato positivo: sono innovativi! Noi abbiamo questa arte della scultura su cartapesta, ma a parte durante le attività folcloristiche, nessuno vuole le lanterne degli uccelli, perché le lanterne di plastica costano meno, allora vogliamo innovarle e creare un mercato. Gli studenti conoscono il design, quindi insieme alla cultura tradizionale locale, possono nascere delle cose vitali. Ammiro molto gli studenti: due di loro sono venuti a imparare, normalmente si impiega qualche giorno, ma per loro è bastato un giorno e hanno anche venduto il loro lavoro! Quindi con gli studenti l'arte non si estingue!"

Come vediamo, gli studenti possono fare molto per la preservazione delle lanterne dei cento uccelli! In questo senso, però, l'entusiasmo dei patrocinatori della Società d'arte Quanchuan è fondamentale, soprattutto del capo, Wang Tabo, di 60 anni. Ora ascoltiamo la sua storia:

"Ho fatto solo cinque anni di elementari, poi ho appreso da un maestro la pittura con la lacca, e il disegno per conto mio, con i libri di fumetti! Avevo un ottimo maestro della lacca, laureato all'accademia d'arte e che aveva molti amici con una profonda cultura".

In seguito Wang ha smesso di lavorare con la lacca, perché dice che adesso la verniciatura con la lacca non si pratica più, e tutti vanno a lavorare nei cantieri o a fare affari. Non c'è richiesta, ed è un'arte difficile perché implica delle sostanze chimiche.

Per esempio, la lacca si asciuga in fretta solo quando piove, inoltre bisogna aggiungere strati di lacca uno sull'altro, il che prende del tempo. Wang non se ne occupa più anche perché adesso la gente vuole dei mobili moderni, non più quelli tradizionali. Ha anche lavorato nella verniciatura industriale, che però è molto pericolosa per la salute.

Quindi Wang Tabo è un tipo entusiasta, che non ha paura di cambiare e intorno ha dei vicini di casa appassionati di cultura locale, come Wang Xuezhao, di 78 anni, che ha fatto il contadino per tutta la vita e che si portava i libri dietro al pascolo e nei campi! Ho anche avuto il piacere di conoscerlo di persona, e mi ha regalato una delle sue ultime pubblicazioni, la raccolta di saggi "Qishilou Wengao". E' un signore minuto, ma pieno di energia, che ha scritto moltissimi libri sulle tradizioni e sulle personalità locali, e che continua a scrivere, senza mai smettere. E così si mantiene sano, sia nel fisico che nello spirito!

Naturalmente, Wang Tabo non gli è da meno, anche se ha solo 60 anni. La prof.ssa Wang Zhuoru ricorda:

"Durante le vacanze estive ha portato gli studenti sui monti, anche se faceva un caldo terribile, per conoscere la cultura della pietà filiale, con degli ottimi risultati!"

Ecco un'interessante e veritiera osservazione di Wang Tabo:

"Adesso non si parla più della nostra morale tradizionale, che è una cultura poliedrica. D'altro canto, della cultura occidentale, gli elementi positivi non sono arrivati, solo l'apparenza e il lato peggiore".

Wang Tabo ha ricordato che nel corso della visita ha chiesto a un anziano imprenditore che abita sul Monte Daluoshan di insegnare ai giovani il senso della pietà filiale, com'era in passato e adesso. Lui fa riparare strade, costruisce ponti, finanzia l'artigianato locale, e non considera il denaro, ma la virtù.

Ecco un'altra storia legata all'impegno sociale in passato: A Zonghetang c'è una famiglia di cognome Xiang. In epoca Ming, la zona di Chashan era colpita da molti disastri naturali, la terra era poca, i cereali da marzo a giugno scarseggiavano e la gente pativa la fame. La ricca famiglia Xiang aiutava i poveri allestendo una cucina vicino al ponte, che offriva zuppa di riso. Ma molti bisognosi, nel timore di perdere la faccia, non si presentavano, allora la famiglia mandò degli inviati sui monti a mezzogiorno per osservare da quali case non uscisse fumo dal camino, per cui entravano e offrivano la zuppa. Quindi la famiglia era tenuta in grande onore in epoca Ming. I discendenti della famiglia Xiang vivono ancora a Chashan, e sono sicuramente orgogliosi del prestigio goduto un tempo.

Quindi la Società d'arte Quanchuan di Chashan, a Wenzhou, porta avanti lo studio e la preservazione sia delle forme di artigianato tradizionale che del patrimonio della morale sociale, entrambi di grande valore. Anzi il secondo supera forse il primo, perché è la morale che sostiene il progresso di una nazione.

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