Greenpeace in Cina
  2012-09-11 16:30:40  cri

Q: Radio Globale, Easycafè, cari amici ben ritrovati, sono QianCan.

G: Ciao a tutti anche da Gabriella. Cari amici, quando si parla di Greenpeace, si pensa subito alle sue epiche battaglie in tutto il mondo in favore dell'ambiente. Chi non ha visto le foto delle navi di Greenpeace nei mari polari e degli orsi bianchi, nell'ambito della campagna per portare all'attenzione mondiale il problema del riscaldamento climatico, che provoca la scomparsa della banchisa e lo scioglimento dei ghiacci?

Q: Greenpeace è nata all'inizio degli anni Settanta in Canada per opera di alcuni attivisti contrari agli esperimenti nucleari che gli Stati Uniti intendevano effettuare nel fragile ambiente dell'Alaska. Le sue proteste indussero il governo americano a interrompere gli esperimenti, la prima vittoria per l'organizzazione.

G: Di seguito Greenpeace ha continuato a lottare, acquisendo una dimensione mondiale, ed è riuscita vittoriosa in molte battaglie ambientaliste. Ma forse non sapete che Greenpeace è anche attiva in Asia, e in particolare in Cina.

Q: Certo, poco tempo fa abbiamo avuto il piacere di intervistare il responsabile della comunicazione di Greenpeace China, Tom Wang Xiaojun, che ci ha illustrato le loro attività.

Gabri: Beh, nel periodo estivo gli uffici di Greenpeace sono affollati di studenti volontari in vacanza dai licei e dalle università. Non manca il personale ufficiale, formato da cinesi che padroneggiano bene l'inglese, come Tom, il responsabile dei contatti con i media Tang Damin, e Xie Wenhong, che si occupa di agricoltura e di problemi delle campagne, laureato in antropologia negli Usa.

Q: Ma adesso diamo la parola a Tom, che ha una ricca esperienza alle spalle: insegnante di inglese, giornalista, imprenditore, fino a responsabile della comunicazione di Greenpeace: "Greenpeace è stata registrata a Hong Kong nel 1997, prima del ritorno della città alla Cina, e in Cina nel 2002-2003".

G: Su quali settori si focalizzano le attività di Greenpeace in Cina? Tom: "In Cina lavoriamo come nel resto del mondo, con le stesse finalità, ossia nei campi del cambiamento climatico e dell'energia. La Cina è una grande produttrice di carbone e registra da tempo uno sviluppo rapidissimo che implica un'enorme richiesta di energia: più del 70% dell'elettricità prodotta in Cina deriva dal carbone, il che provoca delle forti emissioni di anidride carbonica, quindi per noi la sfida maggiore è la riduzione della dipendenza dal carbone della Cina. Io sono nato nello Shanxi, quindi conosco gli effetti del carbone sulla salute della mia famiglia e dei miei amici e sull'ambiente circostante".

Q: Cari amici, lo Shanxi, dove è nato Tom, è una provincia cinese posta ad ovest di Beijing, ricca di carbone, che è estratto da secoli, il che nel tempo ha creato tutta un'economia legata alle miniere e al commercio del carbone.

G: Per un certo tempo le miniere sono state sfruttate da privati, che spesso non attuavano le misure di sicurezza nei confronti dei minatori, il che ha provocato molti incidenti. Recentemente le miniere minori sono state accorpate o chiuse, e quelle maggiori sono state nazionalizzate, nel tentativo di razionalizzare il lavoro di estrazione. Naturalmente ci sono sempre dei problemi, perché il carbone come risorsa energetica inquina molto per via dei fumi e delle particelle che si disperdono nell'aria, quindi Greenpeace sta lottando per ridurre l'uso del carbone in Cina per produrre elettricità.

G: Cari amici, ora rilassiamoci un attimo con un po' di musica.

Q: A fra poco!

G: Radio Globale, cari amici, bentornati a Easycafè, sono Gabriella.

Q: Ciao a tutti anche da QianCan.

G: Il nostro tema di oggi è Greenpeace, l'organizzazione internazionale nata in Canada e con sede in Olanda che lotta per la difesa dell'ambiente. E' presente anche in Cina da una decina d'anni, dove naturalmente ha molto da fare!

Q: Certo, come nel resto del mondo, anche in Cina la produzione pulita e la difesa dell'ambiente e della salute si scontrano con difficoltà di comprensione e di interesse economico. Bisogna anche tener contro della fase di sviluppo in cui si trova la Cina, a differenza dei paesi avanzati.

G: In ogni caso, molti giovani ed esperti di ambiente cinesi condividono i principi d'azione di Greenpeace, e sono attivissimi in varie forme di volontariato. Ma ora ridiamo la parola a Tom, che ci spiegherà i principi generali alla base del lavoro di Greenpeace: "Lavoriamo secondo il principio generale di Greenpeace, espresso nell'acronimo IDEAL: I come Indipendent, siamo indipendenti, nel senso che non accettiamo finanziamenti da governi e imprese, più il contenuto del nostro lavoro, ossia Investigation, che garantisce l'indipendenza dei nostri rapporti; D sta per Document, per esempio le nostre ricerche e registrazioni sullo scioglimento dei ghiacciai dell'Himalaya sono stati trasformati in documentazione e rapporti all' Onu; E sta per Expose, ossia presentare le nostre scoperte al pubblico, in modo che capisca le sfide attuali all'ambiente, e Act, agisca con noi. Quanto a L, Lobby, in Cina interveniamo soprattutto a livello delle imprese, della Commissione statale per lo sviluppo e la riforma, e dei ministeri dell'Ambiente e dell'Agricoltura, per far capire i nostri obiettivi".

G: Quindi IDEAL racchiude i principi d'azione di Greenpeace. Complimenti! E' proprio grazie all'impegno di gente appassionata e responsabile come Tom e i suoi colleghi di Greenpeace che tanti problemi ambientali vengono rivelati e spesso risolti, o almeno migliorati.

Q: Ma come opera praticamente Greenpeace? Per saperlo, ridiamo la parola a Tom: "Operiamo sia tramite esperti dei vari settori che tramite volontari: per esempio, una nostra ricerca del 2007 sulla situazione dei ghiacciai del Tibet è stata portata avanti da dei geologi di Lanzhou, nel Qinghai, e del Tibet, insieme al nostro personale, a volontari locali per la logistica, e ad alcuni media. Il nostro scopo era fare un confronto sulla base di una fotografia di un ghiacciaio scattata nel 1968 da un giornalista dell'agenzia stampa Xinhua. Abbiamo visto molti cambiamenti dopo 40 anni, perché il ghiacciaio si è ridotto come dimensioni".

G: Purtroppo, quello che dice Tom è anche valido per molti altri ghiacciai in tutto il mondo.

Q: Radio Globale, cari amici, bentornati a Easycafè, sono QianCan.

G: Ciao anche da Gabriella. Ora continuiamo a parlare di Greenpeace e delle sue attività ambientaliste in Cina. Il nostro referente è Tom, responsabile della comunicazione di Greenpeace China.

Q: Greenpeace rivela di continuo le loro carenze ambientali al governo e alle imprese cinesi, ma come vengono accolte queste rivelazioni? Ecco la risposta di Tom: "Dipende, alcuni reagiscono bene, per esempio il ministero dell'Ambiente accetta, i suoi esperti capiscono, perché i nostri fini sono uguali, ossia la tutela ambientale. Invece alcune imprese inquinanti e certi funzionari locali sono legati a doppio filo e si proteggono fra loro. Per fare un esempio, noi andiamo nel sud, sviluppato e inquinato, e diciamo ai governi locali di impedire alle imprese di inquinare i fiumi e i laghi e di immettervi dei pesticidi, col risultato che le province e le imprese sono entrambe scontente e il dialogo è difficile. Allora usiamo la nostra base di Hong Kong, invitiamo gli hongkonghesi a non comprare verdure del sud e il governo locale a controllare più severamente queste verdure, e i consumatori del mondo a non comprare magliette prodotte nel sud, in modo che le imprese cambino i loro metodi".

Q: Certo, gli interessi economici e dello sviluppo, la necessità di creare dei posti di lavoro, e la tutela dell'ambiente e della salute sono spesso in contraddizione…

G: Secondo me, è importante creare consapevolezza a livello del pubblico. Più si è coscienti dei pericoli esistenti, più si intende agire per vivere meglio. C'è di mezzo la sorte dell'intero pianeta, non di un singolo paese o nazione o gruppo di individui… Cosa fa Greenpeace per aumentare la consapevolezza del pubblico cinese? Ridiamo la parola a Tom: "Cerchiamo di educare il pubblico, in modo che capisca il tema, con le foto e i video dei volontari diffusi in rete, che espongono i misfatti di certe imprese, e i convegni. Tramite il nostro website e i media, convinciamo il pubblico ad acquistare prodotti verdi, a spendere bene i suoi soldi e a fare delle scelte ecologiche. Le imprese di conseguenza possono cambiare, e anche l'intero paese, la Cina, che adesso è sottoposta a forti pressioni per il clima. La Cina è il paese del mondo che emette più gas serra, le pressioni internazionali aumentano sempre più durante le trattative annuali, quindi deve cercare una soluzione intelligente a livello internazionale e interno per arrivare a delle basse emissioni di carbonio, questo anche per la sua immagine internazionale. Deve creare un ambiente sano e usare delle energie pulite per la salute della sua popolazione, altrimenti si arriverà a un disastro nazionale".

Q: Certo, la Cina fa già molto per diventare un paese a basse emissioni di carbonio, ma rimane ancora molto da fare. Tutti i cinesi adesso vogliono l'automobile, perché è uno status symbol, quindi come ridurre i gas di scarico se aumenta il numero delle auto per strada?

G: Però già molti cinesi cominciano a voler vivere in modo più semplice, rinunciando agli eccessi di stile americano…tutto formato extra, dalla casa alla macchina al cibo… il nostro pianeta non lo può sostenere. Io per esempio mi sposto sempre a piedi o in bicicletta… e tu?

Q: In macchina! Cosa vuoi farci?

G: Va bene, un po' di musica!

Q: A fra poco!

Q: Radio Globale, cari amici, bentornati a Easycafè, sono QianCan.

G: Cari amici, vi stiamo parlando delle attività di Greenpeace in Cina, che naturalmente toccano tantissimi campi: la lotta all'inquinamento dell' acqua, della terra e dell'aria, la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico, che interessano direttamente la salute della popolazione. Ma ora ridiamo la parola al responsabile della comunicazione di Greenpeace China, Tom Wang Xiaojun: "Per fare un esempio, ogni anno nei laghi del sud della Cina, Taihu, Chaohu, compaiono delle grandi quantità di alghe rosse per i fertilizzanti usanti nelle campagne e l'inquinamento industriale. Poco per volta, alla fine, le imprese devono trasferirsi, il che provoca delle perdite all'economia locale. Tutti vivono in questo ambiente, che deve migliorare. Per non parlare dell'aria di Beijing, la città dove ci troviamo, di cui di recente in rete si parla tanto. L'inverno scorso in rete le discussioni sono state infuocate, di conseguenza in marzo-aprile i dipartimenti dell'ambiente di Beijing e dello Stato si sono espressi, il che è già un piccolo passo avanti. Il secondo passo forse sarà più facile".

G: E' vero. Tutti vogliono respirare aria fresca e pulita e consumare dei cibi sicuri, per cui occorre lavorare duramente, non solo per la nostra generazione, ma anche per le prossime generazioni, che altrimenti si troveranno a vivere in un mondo disastrato. Molti cinesi sono sempre più consapevoli del problema.

Q: Per esempio, alcuni giovani cinesi si sono uniti ad una recente spedizione di Greenpeace al Polo Nord, in cui hanno visto di persona la riduzione dei ghiacci della banchisa, che mette in pericolo la vita degli orsi bianchi. Per non parlare dell'aumento del livello dei mari del mondo intero, che potrebbe sommergere molte città costiere in tutti i continenti. G: Certo! Il poter andare sul posto a vedere la situazione è molto più sconvolgente che leggere un articolo su una rivista o guardare un servizio in TV!

Q: Certo! Cari amici, termina qui la prima parte del nostro programma.

G: Seguiteci ancora nella seconda, perché continueremo a parlarvi delle attività di Greenpeace in Cina.

Q: A fra poco!

Q: Radio Globale, cari amici, ben ritrovati a Easycafè, sono QianCan.

G: Ciao a tutti anche da Gabriella. Il nostro tema di oggi è Greenpeace China, ossia le attività di questa famosa organizzazione ambientalista in un paese così scottante come la Cina. Il nostro referente è Tom Wang Xiaojun, responsabile della comunicazione di Greenpeace, che ci parlerà di sicurezza alimentare, un tema importante non solo per la nostra, ma anche per le future generazioni: "Le nostre battaglie guardano anche alle future generazioni. I bambini hanno richieste più alte, quindi i loro alimenti devono essere assolutamente privi di sostanze chimiche".

Q: Sono d'accordissimo! Tom ha aggiunto:"Adesso è del tutto possibile coltivare senza fertilizzanti chimici: la Cina riesce a produrre cereali per tutti i suoi abitanti, e anche molti altri paesi del mondo. Non si può dire che in Cina bisogna usare fertilizzanti altrimenti non si riesce a nutrire la sua immensa popolazione. Esistono già delle risorse tecnologiche in grado di eliminare gli insetti. Per fare un esempio, noi abbiamo visitato una fattoria ecologica a sud di Beijing: il primo e secondo anno la produzione di verdure è stata scarsa perché la terra era esaurita dopo tanti anni di sfruttamento con fertilizzanti; il terzo anno invece il raccolto è stato buono. Il quinto anno, quando noi siamo andati, c'erano già insetti, uccelli, rane, rondini, ossia un sistema ecologico completo. Fra dieci anni la terra sarà ancora più fertile".

G: A questo punto ho ricordato a Tom l'esempio di An Jinlei, un contadino di Hengshui, nel sud della provincia dello Hebei, che ha iniziato molto presto a coltivare in modo organico il cotone e le verdure nella sua terra. An Jinlei è anche un esempio di "vita semplice e pensiero elevato", ed ha già un grosso seguito in tutta la Cina.

Q: Questo indica che esiste già una certa sensibilità verso la coltivazione organica in Cina, ho sentito dire che ovunque iniziano a nascere degli orti organici e che la gente ama acquistare i loro prodotti, anche se costano di più.

G: In questo senso, Tom ha ricordato che adesso in Cina tutte le verdure costano, non solo quelle organiche, per cui bisogna cambiare il sistema di circolazione che fa alzare i prezzi. Adesso a Beijing ci sono molti mercati di ortaggi organici, soprattutto nel weekend, e la gente inizia a voler spendere di più pur di mantenersi in buona salute.

Q: Bisogna agire di più per creare questa sensibilità nel pubblico. Ed è proprio quello che fa Greenpeace da anni. Ma ridiamo la parola a Tom: "Agire per cambiare è la politica di Greenpeace, vogliamo contribuire un po' alla politica statale e all'atteggiamento delle imprese, facendo un lavoro comune per il bene di tutti, perché l'ambiente è di tutti".

Q: Sono perfettamente d'accordo! Cari amici, siamo arrivati al nostro break musicale..

G: A fra poco!

Q: Radio Globale, cari amici, ben ritrovati a Easycafè, sono QianCan.

G: Quali sono i progetti specifici di Greenpeace in Cina? Ce lo spiegherà Tom, Wang Xiaojun, responsabile della comunicazione:"Come organismo internazionale, abbiamo quattro progetti in Cina e nel mondo. La minaccia più grave per la Cina e per tutti gli altri paesi adesso è il cambiamento climatico. Quindi ci impegniamo per la difesa delle foreste, in pericolo per via del cambiamento climatico. Nello specifico, nelle foreste vergini di Indonesia e Brasile, di 10 alberi tagliati, 5-6 finiscono in Cina. Quindi occorre ridurre la richiesta cinese. Quindi viene la prevenzione dell'inquinamento da rifiuti elettronici e chimici, che origina il cancro e rende deboli i bambini. Ora nel mare l'inquinamento arriva già ai Poli, un tema enorme. Un altro tema sono l'agricoltura e gli alimenti, quindi la sicurezza di grano e riso. Il cambiamento climatico influenza anche la produzione agricola e i fertilizzanti".

G: Quanto al riso transgenico, in Cina sono stati effettuati degli esperimenti per 7-8 anni. Però non è ancora stabilito che sia del tutto sicuro, quindi darlo da mangiare a un miliardo di persone non è responsabile. Dopo molte discussioni a tutti i livelli, anche di stampa, alla fine dello scorso anno il settimanale "Economic Observer" ha emesso la notizia che il Ministero dell'Agricoltura cinese ha sospeso il commercio del riso transgenico, il che è una grande vittoria per tutti.

Q: Certo, la sicurezza alimentare viene al primo posto!

G: Sicuro! Tom, Wang Xiaojun ci ha anche detto che Greenpeace Asia ha degli uffici anche a Taiwan, in Corea Sud, in Giappone, nelle Filippine, in Malaysia, in Thailandia, ecc., tutti paesi legati al mare, quindi laggiù il loro lavoro si focalizza sulla tutela del mare. I popoli di questi paesi si nutrono per lo più di pesce, da cui l'eccesso di pesca nei mari, quindi Greenpeace fa campagne per inculcare la necessità di dare del tempo ai pesci di riprodursi. Anche la qualità dell'acqua marina è un tema prioritario, visti i frequenti incidenti di inquinamento da petrolio avvenuti negli ultimi anni, per non parlare degli scarichi industriali sulle coste. In questo senso Greenpeace si fa promotrice di campagne presso le autorità in favore della pubblicazione dei dati completi delle perdite inquinanti, della punizione dei colpevoli e della regolazione degli scarichi.

Q: Ben fatto! Il mare è troppo importante per la vita dell'umanità, per cui deve rimanere intatto. Basta pensare ai rischi spaventosi delle perdite nucleari l'anno scorso a Fukushima per via del terremoto e maremoto, che hanno fatto ripensare molti paesi sul loro ricorso all'energia nucleare. Naturalmente Greenpeace si batte da sempre in favore delle energie pulite.

G: Quindi Tom ci ha detto che sono stati felicissimi che dopo Fukushima la Germania abbia annunciato che rinuncerà poco per volta all'energia nucleare. Secondo lui, l'Europa si comporta bene nel comparto delle energie rinnovabili, dell'energia eolica per esempio. Greenpeace ha notato gli annunci della Spagna che in un certo giorno ha prodotto tutta l'energia elettrica con la forza del vento. Ma adesso ridiamo la parola a Tom:"Anche la Cina può fare cosi. Pochi giorni fa, l'Italia ha annunciato che il 18% dell'elettricità proveniva da energia solare, il che è parecchio, ma gli interessi delle imprese produttrici tradizionali sono ancora forti. Questo ovunque nel mondo. Per fare un esempio, in Cina l'energia elettrica prodotta per via eolica in Mongolia interna non arriva ancora a Beijing, anche se è vicina, perché manca il collegamento con la rete nazionale".

Q: Cari amici, per il nostro break musicale, ecco un motivo di tema ecologico…

G: A fra poco!

Q: Radio Globale, cari amici, ben ritrovati a Easycafè, sono QianCan.

G: Cari amici, a questo punto forse sarete curiosi di sapere se le battaglie di Greenpeace e di altre organizzazioni ambientaliste siano riuscite o meno a far maturare la coscienza ambientale dei cinesi. Ecco la risposta di Tom, Wang Xiaojun, responsabile della comunicazione di Greenpeace China: "In generale sì, i cinesi comuni discutono la qualità dell'aria nelle loro città, per esempio, e capiscono sempre più che l'ambiente non è solo un problema delle imprese inquinanti, ma influenza direttamente la loro salute, si sentono in pericolo, allora fanno attenzione e partecipano al controllo delle imprese. Dopo il 2008, la partecipazione popolare è maggiore, e anche le imprese sono migliorate. Nel 2005 abbiamo fatto una campagna contro i rifiuti elettronici, sbattendoli davanti alla porta delle sedi di imprese come HP e Lianxiang, che poi hanno cambiato i metodi di produzione e di smaltimento. Allora la nostra campagna è terminata".

G: Quindi Greenpeace è sempre provocatrice, anche in Cina! Agire per il cambiamento, però tiene conto della sensibilità particolare dei cinesi, perché il fine è più importante, non il mezzo. L'anno scorso Greenpeace ha promosso un'altra campagna verso Adidas e Nike, per le sostanze tossiche nei tessuti, che poi hanno elaborato un'agenda per eliminarle.

Q: Molto bene. Una maggiore maturità a livello di massa è la premessa per dei grandi progressi in campo ambientale e della salute. Tuttavia quali sono gli sforzi che la Cina dovrebbe fare per arrivare ad un vero sviluppo sostenibile? Ecco la risposta di Tom: "Occorre prima di tutto disporre di dati completi, perché l'ambiente è di tutti. I governi e i funzionari locali pensano troppo al Pil entro il loro mandato, e poco al benessere dei locali entro 30 anni. Quindi bisogna cambiare il modello di valutazione dei funzionari, adottando un Pil verde".

G: Sono d'accordissimo. Il Pil verde è il criterio migliore di valutazione, perché tocca il benessere della popolazione, e in alcune zone della Cina è già stato effettivamente adottato.

Q: Per finire, ecco una descrizione del personale dell'ufficio di Greenpaece di Beijing: comprende 70 persone fisse, tutte con un alto livello di studio e diverse esperienze: giornalisti, funzionari di governo, imprenditori, in ogni caso è gente che nutre dei forti ideali.

G: Non mancano i volontari, che si possono iscrivere in rete, e poi offrire dati, fotografie e video dal posto dove si trovano ed agire secondo la situazione. Infatti per la sede centrale di Beijing è fondamentale disporre di dati. Per esempio, l'anno scorso molti volontari di Greeenpeace hanno partecipato ad una campagna contro i marchi Nike e Li Ning, ossia sono andati di fronte ai loro negozi a ballare per protesta contro i loro prodotti, si sono divertiti e hanno protestato. Ossia hanno agito per il cambiamento, con successo.

Q: Complimenti! Agire per cambiare! Facciamolo anche noi!

G: Cari amici, termina qui il nostro programma su Greenpeace in Cina. Speriamo che sia stato di vostro gradimento, e vi aspettiamo la prossima settimana!

Q: Ciao a tutti!

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