Una missione iraniana in Cina all'inizio del 15° secolo
  2011-12-13 14:35:00  cri

 Guo: Radio Globale, cari amici, benvenuti a Easycafè, sono Guocheng.

Gabri: Ciao a tutti anche da Gabriella. Oggi vi parleremo di un tema speciale, una missione da Herat in Cina all'inizio del 15° secolo, secondo la descrizione fattane il 30 novembre alla libreria Bookworm di Beijing dall'orientalista Bruce Wannell.

Gabri: Bruce Wannell è un esperto di Iran e del mondo islamico che ha viaggiato e vissuto per anni in Iran e Afghanistan. Ma adesso diamogli subito la parola, e anche in italiano, visto che lo studioso ha abitato in Italia per due anni prima di partire per l'Iran: Sono uno studioso indipendente, viaggio molto, ho impegni vari, adesso in Cina, in gennaio sarò nel Deccan, nel sud dell'India. Ogni tanto porto viaggiatori a vedere siti storici e culturali in Iran, Turkmenistan e Uzbekistan. Lavoro anche con scrittori per tradurre testi sulla prima guerra anglo-afghana (1839-42), testi persiani scritti da afghani che sono stati coinvolti direttamente in queste vicende. Quando sono a casa nello Yorkshire, lavoro in giardino e ascolto musica da camera. Ho studiato la lingua persiana a Isfahan, dove insegnavo inglese e francese, durante la rivoluzione. Ma gli iraniani sono stati meravigliosi, è un popolo che amo molto.

Gabri: La relazione della missione da Herat in Cina, di cui Wannell ci parlerà oggi, è tratta da un documento storico: E' inclusa nella storia dei Timuridi, "L'ascesa delle due stelle di buon auspicio", di Abdullah Samarkandi, uno storico di corte timuride.

Gabri: Cari amici, Bruce Wannel ha lavorato a Herat a due bellissime sculture su pietra timuridi del 15° secolo. Ha anche catalogato le iscrizioni in tombe a Herat e poi a Kabul, in questi anni, standovi per qualche mese in primavera, con un progetto della Fondazione Aga Khan per la cultura, volto a fare un elenco delle iscrizioni storiche delle tombe di epoca timuride di fine '400 e '500, soprattutto a Herat. E' un progetto importante perché sono opere d'arte stupende in pericolo, ricche di informazioni storiche. Esaminandole, ha capito che lo stile era simile a quello del periodo mongolo, anche se senza dragoni e fenici, diverso dalle sculture tradizionali iraniane. Guardando poi alle miniature del tempo della corte di Herat, ha notato che avevano molta lacca importata dalla Cina. Poi si è imbattuto in un racconto di un'ambasciata da Herat nel 1420 a Beijing, dopo scambi diplomatici di molti anni, che portò indietro dalla Cina la lacca rossa, e che ispirò questo stile di scultura su pietra in atto fino alla fine dei Timuridi, per un' ottantina d'anni, lo stile più raffinato in uso dai nobili di Herat.

 

Guo: In un articolo che Bruce Wannel ha trovato in Gran Bretagna si parla di doni dalla Cina a Herat in epoca Ming. Infatti c'è una lunga storia di scambi fra il grande Iran e la grande Cina. Il grande Iran comprendeva gli attuali Afghanistan, Tajikistan e Uzbekistan, i cui abitanti parlarono la stessa lingua iraniana e professarono la stessa religione, lo Zoroastrismo, fino all'arrivo dell'Islamismo nel 7° secolo.

Gabri: Tamerlano, in cui "temur" significa ferro, e "lin" zoppo (per una caduta da cavallo), conquistò, nonostante la menomazione, l'India, la Siria e l'Anatolia turca, e ricevette a Samarcanda nel 1404 l'ambasciata di Clavicus dalla Spagna, di cui esiste una splendida descrizione.

Guo: Tamerlano muore nel 1405 cercando di ristabilire l'impero mongolo in Cina. I sovrani timuridi chiamavano se stessi Urakan, perché sposavano donne, quindi erano generi, della ex famiglia imperiale mongola, e i loro reami presentavano molte caratteristiche mongole. Bruce Wannell ha aggiunto: Sono in Cina per la prima volta, e la vedo, per così dire, con gli occhi di un iraniano del 15° secolo. Infatti ho scoperto una splendida relazione in persiano scritta da Yassudin "nagash" (nagash in persiano vuol dire pittore), uno degli inviati mandati nel 1420 in Cina dal principe di Herat, un discendente di Tamerlano, morto a Tashkent nel 1405, prima di arrivare in Cina. Il figlio portò la capitale a Herat. Il grande Iran si separa, ma non significa nulla allora, erano tutte città-stato che imponevano tasse ai contadini e ai mercanti. Al tempo dei mongoli, i Gurukai erano i raduni regolari estivi dei clan nella capitale Karakorum, al centro dell'Asia, con i principi mongoli provenienti da Polonia, India, Turchia, ecc.

Guo: Radio Globale, Easycafè, cari amici ora continuiamo la nostra illustrazione della missione da Herat in Cina all'inizio del 15° secolo.

Gabri: Nel corso della sua conferenza del 30 novembre a Beijing, il relatore, l'orientalista Bruce Wannell, ha fatto un riferimento particolare all'Italia, dicendo: Carla Gabrieli è una grande amica, nipote del grande Francesco Gabrieli, uno dei maggiori orientalisti italiani. Gli studi italiani di orientalistica sono molto importanti. In questo viaggio in Cina sono stato aiutato da Filippo Salviati, che insegna arte cinese all'Università La Sapienza di Roma. Naturalmente gli studi umanistici in Italia e in Gran Bretagna soffrono molto per le riduzioni dei finanziamenti volute da Berlusconi e da Cameron, in Gran Bretagna i fondi sono stati annullati, una vera tragedia. Stanno distruggendo una tradizione di studi che sarà molto difficile far rivivere. Senza buone biblioteche non si può neanche insegnare le materie umanitarie.

Gabri: Dopo questo riferimento alla triste realtà comune ai nostri due paesi, ritorniamo al tema della conferenza:

Guo: La cosa interessante è che quando Tamerlano muore nel 1405, i Ming che hanno portato la capitale a Beijing da Nanchino, mandano tre ambasciate a Herat, ora in Afghanistan, prima che gli iraniani rispondano, portando in dono porcellane, seta, lacche e canfora. I cinesi volevano in cambio cavalli, che erano i migliori e davano cruciali vantaggi in guerra.

Gabri: Al tempo il potere dei Timuridi si frammentò, passando a figli e nipoti della famiglia di Tamerlano, che si suddivisero Shiraz, Bagdad, Tabriz, Khorasan, Mashad e Tuss. Il grande principe Ulug Beg di Samarcanda si impose su tutti. Fu anche uno dei maggiori astronomi musulmani, che si basò sui risultati del grande osservatorio di Marahè, nell'ovest dell'Iran, il maggiore osservatorio dei mongoli in Iran. Le "Ulug Beg Astronomical Tables", ricavate da 15 anni di osservazioni a Samarcanda, sono così accurate che furono tradotte in latino dall'arabo-persiano a Oxford nel 17° secolo e insegnate fino al 19°.

Guo: Interessante è la risposta dei Timuridi all'invito dell'imperatore cinese Yongle, che aveva portato la capitale a Beijing, e costruito il Tempio del Cielo e la Città Proibita sulla base della città mongola.

Gabri: Risposero infatti con una missione, come si recassero a un Gurukai, il raduno periodico dei principi mongoli. I cinesi, come organizzazione imperiale, consideravano i doni come tributi all'imperatore. Nel secondo mese lunare dell'anno 1421, ambasciatori da Corea, Vietnam, India e grande Iran assistettero a Beijing alle grandiose cerimonie di apertura della Città Proibita.

Guo: Radio Globale, Easycafè, cari amici ora ritorniamo al nostro tema di oggi, molto speciale: la descrizione di una missione da Herat in Cina all'inizio del 15° secolo, presentata da poco a Beijing dallo studioso Bruce Wannell. La descrizione, in lingua persiana, fatta dal pittore Yassudin, contiene molti nomi mongoli e dimostra attenzione per l'ospitalità cinese per strada, il cibo, le danze, la musica e il comportamento della gente.

Gabri: Gli inviati di Herat in Cina hanno degli inviti scritti in cinese, mongolo e persiano in caratteri arabi, quindi la corte cinese di Yongle disponeva di un servizio completo di interpreti. Le attività diplomatiche cinesi avvenivano anche nelle tre lingue. Il pittore Yassudin deve tenere un diario quotidiano di quello che vede per strada, delle difficoltà, dei costumi dei popoli e degli incontri con i governatori, ossia deve fare un vero lavoro diplomatico. E lui osserva in modo concreto, e non idealizzato come la maggioranza dei viaggiatori arabi. Partono nel 1420, arrivano nell'attuale Beijing prima del capodanno cinese nel 1421, e tornano tre anni dopo, nel 1423.

Guo: Ora osserviamo la mappa del viaggio della missione di Herat in Cina: parte d'inverno da Herat in direzione est, e raggiunge Balk, dove rimane per delle settimane per via delle forti piogge.

Gabri: Quindi arriva a Samarcanda, dove Ulug Beg, nipote di Tamerlano, ha già mandato avanti la sua ambasciata, che farà da avanguardia. Qui aspetta gli inviati dei Timuridi di Khorasan e di Barakshan, in Afghanistan, e dell'Iraq, e quando arrivano, raggiungono insieme Tashkent, in Uzbekistan, entrano nell'area delle tribù mongole, con cui hanno parecchi scontri, e attraversano a fatica un fiume su barche e il deserto gelido dell'Asia centrale.

Guo: A questo punto, Bruce Wannell ha osservato che gli occidentali in generale ritengono che il deserto sia caldo, ma d'inverno i deserti dell'Asia centrale sono gelidi. Lui ha portato degli aiuti umanitari a cavallo in Afghanistan alla fine degli anni Ottanta, quindi lo sa.

 Gabri: A Turpan la missione iraniana incontra i primi templi buddisti e statue buddiste su piattaforme, che chiamano "statue di Sakyamuni", il nome del Budda storico. Gli storici musulmani scrissero infatti anche sulla vita del Budda, che quindi era nota. I mongoli inviarono sciamani buddisti in Iran, e a Tabriz i Sufi, i mistici musulmani, nel 13° secolo parlarono con loro.

Guo: Nel Xinjiang, albergano in locande costruite apposta per i musulmani da musulmani, il cui numero doveva quindi essere grande.

Gabri: In uno dei templi buddisti, il pittore Yassudin nota all'ingresso le statue dei guardiani delle quattro direzioni. Dopo un lungo cammino nel deserto, arrivano a Suchou, lungo la Grande Muraglia, la prima città cinese, e vengono accolti con un banchetto dal governatore al di fuori della città. Il menu comprende polli e anatre arrosto, carne di montone bollito, frutta secca e fresca. Il pittore Yassudin nota in tavola i piatti di porcellana e i bicchieri decorati con figure di pini, in cui sono serviti gli alcolici. Durante la permanenza della missione nella città, il governo, di cui sono ospiti, offre loro carne di montone e altro per nutrirsi. Tuttavia il funzionario dell'immigrazione registra i loro nomi e il loro numero, e i mercanti sono considerati servi degli inviati diplomatici: 200 persone figurano nel corteo di un principe, 150 in quello di altro, 60, 50 e 50 in altri gruppi.

Guo: Il governatore cinese offre un'altra festa, in cui i funzionari cinesi siedono a destra e gli inviati persiani a sinistra, e gustano dolci e vino in bicchieri e piatti di porcellana e d'argento. C'è anche un'orchestra con dei liuti mongoli, la pipa (il liuto cinese, proveniente in realtà dall'est dell'Iran), diversi flauti, tamburi piccoli e grandi, uno fisso su un piede come nei monasteri e uno con otto facce, e cetre. Dei danzatori hanno il viso truccato di bianco e portano dei grandi orecchini, come le donne. A un certo punto si mettono sul viso delle maschere di animali di cartapesta, che coprono tutta la testa. In Iran anche nelle danze Sufi si usano maschere di animali.

Gabri: Intanto vengono serviti vino e alcool, uva e mandorle. Il pittore Yassudin menziona anche l'aglio e le cipolle sott'aceto, conosciute anche in Iran, dove adesso l'aglio tenuto in salamoia per 20 anni è considerato una prelibatezza, come pure il limone conservato nel sale. Vari tipi di meloni e cocomeri sono presentati in grandi piatti di porcellana divisi in comparti.

Guo: Un danzatore vestito completamente da gru se ne sta su un piede solo, come la statua di bronzo che si può vedere sulla terrazza della Città Proibita, e ne mima i gesti. Quindi la descrizione del ricevimento per gli inviati iraniani rende vivo un luogo, mentre adesso, quando si visita la Città Proibita, la si trova inerte, a parte la folla di visitatori.

Guo: Radio Globale, Easycafè, cari amici ora ritorniamo al nostro tema di oggi, molto speciale: la descrizione di una missione da Herat in Cina all'inizio del 15° secolo, fatta da poco a Beijing dall'esperto Bruce Wannell.

Gabri: La missione iraniana, ormai in terra cinese, parte di nuovo per il deserto, viene sottoposta a una nuova registrazione, e quindi entra nella città vera e propria di Suchou (Sanzhou?), dove vengono offerti a tutti dei letti da campo e personale di servizio per la notte. Qui le strade sono diritte e il mercato è pulito, ma la vista della carne suina nelle macellerie è terribile per i musulmani.

Guo: Le mura hanno porte sovrastate da padiglioni a due piani, con tetti di tegole di ceramica colorata, così diversi dal nord dell'Iran, secondo il pittore Yassudin.

Gabri: I cinesi e gli iraniani amano entrambi le tegole smaltate, che in Iran sono però riservate alle moschee reali e ai palazzi, mentre in Cina si trovano anche nel deserto. Nei templi buddisti, Yassudin vede dei "grandi mattoni duri come la pietra". Qui inizia il conteggio delle tappe di strada rimanenti, 99 da Suchou a Beijing, secondo il sistema postale imperiale: ci sono torri di segnalazione col fuoco, un metodo veloce di trasmettere le notizie.

Guo: A Kidifu (Keibeifu?) le guardie del servizio postale coltivano la terra nel tempo libero, secondo il sistema postale mongolo. A ogni tappa, la missione iraniana ha 450 cavalli che la aspettano, cammelli per i bagagli e risciò. A Kanchou (?), sono invitati a un banchetto, e devono fare tre genuflessioni davanti al trono vuoto che rappresenta l'imperatore, tuttavia è iniziato il Ramadan, quindi rinunciano.

Gabri: Vanno in visita nella zona, dove vedono la statua di un Budda dormiente e delle statue di Arhat le cui teste ruotano. Il pittore Yassudin ammira le pitture alle pareti, le porcellane, una pagoda ottagonale a 15 piani, e scrive: "I falegnami, i pittori e gli artisti del bronzo, rame e ferro di tutto il mondo devono venire qui a imparare l'arte". Da cui emerge il suo stupore per la loro bravura.

Guo: I doni diplomatici della missione da Herat sono portati separatamente nella capitale dei Ming, a parte le tigri o i leoni. Infatti il termine "shir" in persiano indica sia tigre che leone. Si sa che le tigri vissero presso l'Oxus fino al 1940, e che i leoni vivi erano inviati in tributo all'Iran. A Bukhara la madrasa Shirdar (del leone), ha invece raffigurata una tigre. Quindi non si sa se la missione abbia portato delle tigri o dei leoni in dono in Cina.

Gabri: La missione attraversa poi un ponte a catene di barche sopra un ampio fiume, su cui animali, uomini, cavalli, carri e carretti passano tutti facilmente. Il pittore Yassudin descrive anche la visita a quattro bordelli, tutti con delle belle ragazze, poi un altro fiume attraversato su barche, e l'arrivo a Xiadingfu, che è l'area dell'attuale Beijing. Vedono una statua di bronzo con mille braccia, enorme, un monte artificiale con grotte e statue in un tempio (come quello di Beihai), e statue di dragoni, prima di arrivare a Kambalic, il nome di Beijing in epoca mongola. Arrivano prima dell'alba, quando le porte della città sono ancora chiuse, allora aspettano. Le mura non sono ancora completate e sono ricoperte di strutture di bambù. La città, infatti, è appena stata costruita.

Guo: Segue la descrizione del ricevimento per gli inviati iraniani nella Città Proibita, che corrisponde esattamente alle scene di ricevimenti raffigurate nei dipinti di epoca Qing. I funzionari aspettano nella notte che si apra la porta Wumen, con le truppe e l'orchestra in fila. Gli ambasciatori passano sotto le proboscidi degli elefanti, migliaia di persone aspettano fuori e poi passano attraverso tre porte, con duemila musicisti e guardie che reggono parasoli, ventagli e altri oggetti rituali.

Gabri: A questo punto, Bruce Wannell ha ricordato l'importanza dell'astronomia in Cina e Iran, che decideva cosa fare e quando: il primo orologio meccanico registrato risale all'epoca Song, e serviva a stabilire l'ora del coito imperiale per avere eredi sotto una buona stella.

Guo: Anche i Timuridi erano ossessionati dall'astronomia, da cui i suoi grandi progressi scientifici. In particolare, il capo dell'osservatorio islamico di Beijing sotto i mongoli era di Bukhara, ed aveva disegnato gli strumenti usati a Nanchino per il calendario cinese.

Gabri: Bruce Wannell ricorda di aver visto dipinti di epoca Qing con scene di battaglie con raffigurate le costellazioni, in varia forma. Il pittore Yassudin, nella sua relazione di viaggio, annota che gli astrologi cinesi avevano previsto un incendio nel palazzo imperiale, aperto il secondo giorno del secondo mese lunare. La notte in cui la concubina favorita dall'imperatore muore, dopo che l'imperatore ha concesso i cavalli alla missione in visita, un fulmine colpisce tre palazzi di ricevimento e 250 residenze nella parte nord della Città Proibita.

Guo: Quell'anno, per la previsione di incendi fatta dagli astrologi, i fuochi artificiali furono proibiti per il capodanno all'interno della Città Proibita.

Gabri: Tuttavia, al di fuori, venne eretto un monte artificiale, un cono simile a un albero di natale, illuminato con lampade accese contemporaneamente con una tecnica portata poi anche a Isfahan, nella piazza del Maidan, da artigiani cinesi.

Gabri: Radio Globale, Easycafè, cari amici, alla fine della conferenza, Bruce Wannell ha voluto rivolgere per nostro tramite un particolare saluto a Carla Gabrieli, nipote del famoso arabista italiano Francesco Gabrieli. Infatti, ricordiamo che lo studioso è vissuto per due anni in Italia e parla un ottimo italiano.

Guo: Cari amici, nella speranza che la descrizione della missione da Herat in Cina vi sia piaciuta, vi salutiamo e vi diamo appuntamento alla prossima volta.

Gabri: A presto anche da Gabriella.

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