Il suono gentile di questo strumento a corde, che accompagna i cinesi da oltre tremila anni, è la voce celeste con cui i letterati del passato comunicavano tra loro, e l'arte più elegante dell'antica Cina. Oggi questo antico strumento continua ad esprimere i più nobili sentimenti dei cinesi contemporanei. Si tratta del Guqin.
Le origini mitiche del Guqin si possano collegare a Fuxi, il progenitore della nazione cinese, a Shennong, il Divino Agricoltore, e agli imperatori Yao e Shun, vissuti secondo la leggenda migliaia di anni fa. In realtà in Cina esiste un'intera categoria di strumenti a corde chiamati Qin, fra cui il Guqin, che significa "antico Qin", si distingue per la sua primogenitura.
In fondo ad un vicolo di Goushanli, in Via Nanshan, a Hangzhou, si trova la residenza di Xu Kuanghua, celebre maestro di Guqin e fondatore della scuola di Guqin del Zhejiang, scomparso nel 2007 all'età di 90 anni, senza apparente malattia. E non c'è da stupirsi: aveva suonato il Guqin per ben 86 anni! Oggi in Cina i maestri di Guqin come Xu Kuanghua sono meno di cento.
Il Guqin, la cetra cinese a tavola, chiamata anche Qin a sette corde, è uno degli strumenti a pizzico più antichi del mondo, con più di tremila anni di storia. L'esemplare ritrovato nella tomba del marchese Zenghouyi, nella provincia dello Hubei, risale al periodo dei Regni Combattenti, circa 2.400 anni fa, ed è il più antico esistente in Cina.
Il Guqin era utilizzato soprattutto nel sud della Cina, per la forte presenza degli Han, mentre nel nord, popolato storicamente da molte etnie, erano in voga strumenti quali la Pipa, una specie di liuto, e lo Huqin, il violino a due corde. La presenza di due caratteri nel nome dello strumento ne indica l'origine non cinese. Gli strumenti cinesi hanno un unico carattere, come Qin, Zheng, Se, ecc.
La "Collezione di antichi testi", la prima raccolta cinese di prose, contiene un riferimento al famoso imperatore Shun, antecedente al 21° secolo a.C., che suona il Guqin: "Shun pacificò la terra suonando la cetra a cinque corde e cantando le poesie del sud". Dal collegamento del Guqin al governo dello Stato emerge l'alta posizione goduta al tempo dallo strumento. E la realtà è così, visto che come rappresentanti della cultura tradizionale cinese, tra le quattro arti del Guqin, degli scacchi, della calligrafia e della pittura, il Guqin figura al primo posto.
Lo strumento ha 7 corde, chiamate Gong, Shan, Jue, Zhi, Yu, Wen e Wu. Non sappiamo che aspetto avesse e come venisse suonato prima dell'epoca Han, ossia 2.000 mila anni fa, ad esempio ci è sconosciuto come venisse utilizzato da Confucio. Comunque pare che il più antico Guqin avesse la forma di un mitico uccello, la fenice, come auspicio di fortuna e di pace. La sua maggiore caratteristica consiste nella cassa armonica, fatta non di assi di legno, ma scavata in un unico blocco. Per lo spessore delle pareti e per la lucidatura grezza, ha un suono forte, che arriva molto lontano. Le corde un tempo erano di seta, con un suono basso e profondo, fissate su una tavola lunga circa 1 metro e 20 cm, che veniva sistemata su un tavolino o sulle ginocchia. Ricordiamo che nell'antichità i cinesi si sedevano su delle stuoie per terra. Adesso invece si suona da seduti, e l'altezza canonica della sedia è di 70 cm. Il legno della tavola, nella parte superiore è di Paulonia, quindi piuttosto morbido, ed in quella inferiore di Catalpa cinese, piuttosto resistente.
Si suona direttamente con le dita, senza usare alcuna protezione, come avviene per il Guzheng, un altro tipo di cetra dal suono più dolce per cui si utilizzano dei plettri di materiale vario infilati sulle unghie. Il Koto giapponese, derivato dal Guqin cinese, si suona con dei plettri d' avorio.
Quanto all'aspetto esterno, il piano superiore del Guqin è ricurvo e quello inferiore piatto, in accordo con la concezione tradizionale cinese dell'universo, che considera il cielo rotondo e la terra quadrata.
Sulla tavola armonica sono inseriti 13 bottoni d'avorio come tastiera, che indicano i 12 mesi dell'anno e il mese intercalare, e una struttura in legno duro per fissare le corde, chiamata Yueshan, ossia Monte Yue.
La parte inferiore presenta due cavità, la maggiore chiamata "stagno del drago" e la minore "stagno della fenice". In questo modo, la presenza degli elementi monte, acqua, drago e fenice simboleggia l'intero universo, il che rende il Guqin uno strumento intriso di vita e di spirito. Nel tempo, la sua elegante identità lo rese un'arte esclusiva del ceto dominante. A parte qualche comparsa in grandi cerimonie di sacrificio, era diffuso solo tra i letterati come una forma di autointrattenimento e di coltivazione dello spirito da tenersi in privato, non in grandi ambienti e di fronte ad un folto pubblico.
Anche il saggio Confucio, onorato dai posteri come maestro di 10 mila generazioni, fu un appassionato di Guqin, di cui sviluppò una completa teoria di apprendimento. Egli riteneva che per imparare il Guqin non basti apprendere le melodie e le tecniche, ma occorra anche padroneggiare il significato delle arie, così da comunicare per loro tramite con gli altri. Un giorno, mentre ascoltava il suo maestro che suonava, Confucio si spostò all'improvviso dalla stuoia e si inginocchiò davanti a lui, dicendogli con sincerità che aveva l'impressione di sentire il re Wen dei Zhou! Il suono dello strumento gli aveva fatto vedere l'antico re, un virtuoso di Guqin! Il maestro, estremamente sorpreso, disse a Confucio che la melodia era effettivamente opera del re Wen, come diceva il titolo, "Esercizio del re Wen". La storia dell'incontro con il re nella melodia lasciò una leggenda nella storia del Guqin, e da allora in poi la comunione fra suonatore e Guqin diventò una dimensione ideale da ricercare con impegno per gli interpreti delle generazioni successive.
In passato in Cina erano soprattutto gli uomini a suonare il Guqin, ma le donne non mancavano, solo non se ne ha notizia. Nelle orchestre del passato figurava anche il Guqin, tuttavia lo strumento dà il meglio in assoli in un ambiente chiuso, viste le corde di seta, dal suono piuttosto basso.
Mentre Confucio incontrò un re del passato in una melodia di Guqing, Boya, quasi suo contemporaneo, trovò colui che conosceva il suo cuore suonando il Guqin. Boya era un famoso maestro di Guqin, ma spesso si angosciava perché nessuno capiva la sua musica. Un giorno, però, un boscaiolo sul monte percepì nella sua musica il Monte Taishan, immerso fra le nubi, e l'acqua che scorre. Da allora, Boya e il boscaiolo, di nome Ziqi, diventarono ottimi amici. In seguito Ziqi morì prematuramente, il che addolorò molto Boya, che aveva perso l'amico che conosceva il suo cuore. Alla fine Boya suonò per l'ultima volta le melodie "Alti monti" e "Acque scorrenti", spezzò il Guqin, e da allora smise di suonare. Boya è passato da tempo a miglior vita, ma le arie "Alti monti" e "Acque scorrenti" si sono trasmesse di generazione in generazione.
Nell'anno 206 a.C., dopo la caduta dell'impero Qin, il Guqin uscì gradualmente dalla sfera della corte e degli intellettuali, penetrando fra la gente comune. Nei 700-800 anni successivi, l'interpretazione andò incontro ad importanti sviluppi, e il Guqin iniziò a comparire come strumento solista fra la popolazione. In questo periodo i maestri di Guqin crearono successivamente le celebri melodie Guanglingsan, Dahujiaming, Xiaohujiaming ed altre. Anche se il Guqin era molto diffuso tra gli intellettuali, questi lo consideravano soprattutto uno strumento di coltivazione dello spirito, il che si deve alle caratteristiche del suo suono. Lo strumento è piccolo e delicato, ed ha una tonalità bassa, quindi la sfera di trasmissione limitata rende l'interpretazione un intimo dialogo interpersonale, che necessita un ambiente quieto ed elegante. Gli antichi cinesi amavano suonare il Guqin sui monti, sulle rive dei ruscelli e nei boschi di bambù. Altri invece, come Xu Junyue, trasformarono il cortile di casa in un palco per suonare il Guqin. Visto che in Cina il Guqin è diventato il compagno a cui esprimere i più sinceri sentimenti, suonare il Guqin si trasformò in un sussurro fra suonatore e strumento. Nel contatto con il Guqin, il suonatore ottiene la gioia e la soddisfazione della comunicazione.
Mentre in passato le corde del Guqin erano di seta, adesso sono di naylon e acciaio, quindi non più influenzabili dal clima e più facili da accordare, ma la fatica richiesta è notevole. In qualche occasione si suona ancora con corde di seta, per lo più in privato. Il suono moderno è più brillante e sonoro, con un volume più alto, mentre con la seta il suono risulta delicato ed elegante. Con la seta, per poter sentire la musica occorre mettere un microfono nella sala.
A Hangzhou, sotto una pioggerella simile a nebbia, guardando fuori dalla finestra, il paesaggio in lontananza acquista dei toni poetici e misteriosi. Si tratta della cosiddetta "ammirazione del paesaggio dietro una cortina", prediletta dai letterati cinesi. Da oltre 60 anni, la "Casa del Guqin del Lago dell'Ovest", fondata da Xu Yuanbai, rappresentante della nuova scuola del Zhejiang, si trova sulle rive del magnifico lago. Oggi il nipote di Xu Yuanbai, ovvero il figlio di Xu Kuanghua, Xu Junyue, ne è il direttore. Xu Junyue prende spesso i Guqin ereditati dalla famiglia e suona qualche melodia, affidando all'infinito fascino della musica il suo ricordo degli avi.
Sanyin, Anyin e Fanyin, ossia disperso, puntuale e fluttuante, sono i tre suoni più comuni del Guqin. Facendo scivolare la mano sinistra sulle corde, si provocano dei cambiamenti di altezza del suono, una tecnica particolare del Guqin, il "glissando". Mentre la risonanza si fa sempre più debole, fino a scomparire nel vento, il pensiero segue gli alti e bassi del suono, il che permette all'ascoltatore delle associazioni più ampie, al di fuori della musica. Il suono scompare, ma non il pensiero, questo è lo straordinario effetto del Guqin. Nell'estetica tradizionale cinese, i letterati ricercano proprio questo tipo di esperienza spirituale. Un canto seguito da tre sospiri, e un picco da tre cadute permettono una piena espressione dei sentimenti al di fuori della musica, ed una maggiore risonanza di profondi significati.
C'è chi suona il Guqin, e c'è chi ascolta, come i famosi Boya e Ziqi. Se il suono del Guqin è un contatto fra uomo e strumento, l'ascolto è una comunicazione interpersonale. Oltre ad esprimere dolore, gioia, tristezza, ira, malinconia, solitudine e altri sentimenti, nella storia cinese il suono del Guqin ha anche svolto il ruolo di paraninfo, facendo da ponte di trasmissione dell'amore. Il grande letterato della dinastia degli Han occidentali (202 a.C.-9 d.C.), Sima Xiangru, con il suono del Guqin cercò di conquistare la bella e intelligente Zhuowenjun, nata in una famiglia benestante. La ragazza capì il profondo sentimento espresso dalla musica, ed emozionata dall'audace ed appassionata dichiarazione di Sima, alla fine superò una serie di ostacolì e andò sposa al proprio innamorato, lasciando ai posteri una meravigliosa storia d'amore.
In realtà, già nella più antica raccolta di poesie cinesi, il "Classico delle odi ", si dice: "Suonare il Qin e il Se per avvicinare la giovane e nobile ragazza". Il Qin e il Se sono degli strumenti tradizionali cinesi, e la loro armoniosa interpretazione in coppia è una metafora del romantico amore fra ragazzi e ragazze. In seguito, sulla base della storia d'amore fra Sima Xiangru e Zhuowenjun, nacque la melodia "Fengqiuhuang", "Il corteggiamento della fenice".
Prima delle dinastie Sui e Tang, ossia prima del 7° secolo d.C., l'insegnamento del Guqin avveniva tramite la trasmissione orale fra maestro e allievo. Tutavia, in caso di scomparsa dell'insegnamento diretto orale, le notazioni potevano diventare incomprensibili, tramandandosi in modo distorto o perdendosi. Di conseguenza, tra il 9° e 10° secolo d.C., nacquero gli spartiti per Guqin, dopodiché la storia della musica cinese entrò nella fase di riproduzione del suono, il che fu estremamente importante per la diffusione e lo sviluppo dello strumento. Tuttavia gli antichi spartiti utilizzavano caratteri della scrittura, in un modo complicato e difficile da diffondere.
Nel tardo periodo della dinastia Tang, un tale Cao Rou creò dei nuovi simboli eliminando dei tratti dai caratteri, il che dette origine alla forma iniziale degli spartiti semplificati. Oggi i maestri di Guqin usano una scala pentatonica, senza Fa e Si, rese in modo indiretto con un sistema di quattro ottave. A parte pochi maestri eruditi, adesso questi spartiti sono pressoché incomprensibili al vasto pubblico.
La maggior parte degli antichi spartiti rimasti sono dei testi stampati risalenti alle dinastie Ming e Qing, tra il 14° e il 19° secolo, quando per l'influenza della civiltà occidentale, in Cina la stampa registrò uno sviluppo e una diffusione mai visti, il che pose la base materiale per la stampa delle notazioni musicali. Ora rimangono circa 160 spartiti del passato, con circa 600 motivi, che diventano più di 3.000 nelle diverse interpretazioni. Arie celebri come "Alti monti e acque scorrenti", "Dialogo tra un pescatore e un boscaiolo", e "Tre movimenti dei fiori di susino" sono ormai dei classici tramandatisi nel tempo, ed il più diretto ed esauriente elogio dei letterati della natura e della vita. La pubblicazione degli spartiti per Guqin ha direttamente promosso la diffusione delle melodie.
Fra la fine della dinastia Ming e l'inizio della dinastia Qing, ossia a metà del 17° secolo, il Guqin visse un altro momento di splendore, simboleggiato dalla nascita di varie scuole. Per le differenze fra le culture regionali, i diversi metodi di insegnamento e le varie condizioni di trasmissione degli spartiti, prima comparvero la scuola Yushan, incentrata a Changshu, nel Jiangsu, e la scuola Guangling di Yangzhou, sempre nel Jiangsu. Di seguito nacquero le scuole del Zhejiang, del Fujian, del Sichuan, del Lingnan, di Zhongzhou, di Jiuyi, e di Zhucheng, in un quadro di vigoroso sviluppo.
Il fondatore della scuola del Zhejiang fu Xu Yuanbai, nonno di Xu Yuejun. Un giorno degli anni '30 del secolo scorso Xu Yuanbai salì sul Monte Huashan. Di fronte ai pini che ondeggiavano al vento e alle alte rocce dalla forma strana, prese il Guqin che aveva portato con sé e suono' la melodia "Alti monti e acque scorrenti". Alla fine il maestro, estasiato, incise sulla roccia la frase: "Qui Xu Yuanbai, dell'est del Zhejiang, ha suonato il Guqin". Lo stile della scuola del Zhejiang privilegia la comprensione del testo e si presenta rustico, elegante e vigoroso. "Alti monti e acque scorrenti" è una delle melodie in cui eccelleva il maestro Xu Yuanbai.
In qualità di successore di Xu Yuanbai, Xu Yuejun e i suoi amici della Casa del Guqin del Lago dell'Ovest si riuniscono periodicamente per praticare e scambiare idee sullo strumento.
Mentre ci si inebria per la bravura dei maestri, chi pensa mai alla distanza fra pizzicato e glissando e al tempo impiegato al passaggio dall'uno all'altro?
La musica creata dalle dita dei maestri pervade già da migliaia d'anni l'antica terra cinese.