Il Palazzo Potala e il Tempio Jokhang
  2011-10-29 05:47:40  cri
Ai piedi dell'Himalaya, sull'altopiano Qinghai-Tibet, a 3700 metri di altezza, si trova una città sacra, dove pellegrini tibetani con i bagagli in spalla arrivano dopo viaggi di migliaia di km. Quali aspetti di Lhasa attirano questi pellegrini? Sono uno splendido palazzo e un misterioso tempio, il Potala e il Jokhang, simboli della storia dell'etnia tibetana.

L'attuale distretto di Maizhokunggar, distante 40 km da Lhasa, è la terra natale di Songtsen Gampo, il 33° capo dei Tubo, vissuto nel 7° secolo d.C. Egli unificò le tribù tibetane, elaborò le leggi, uniformò le misure, creò la scrittura tibetana, e fece costruire un palazzo composto da 999 stanze sul monte Marpori, che significa "monte rosso". Perciò il palazzo venne chiamato "palazzo prezioso sul monte rosso". Dai dipinti murali preservati nel Potala, possiamo vedere l'immagine originale del palazzo, di cui ora rimangono solo la Grotta del re della legge e la Sala Thukchen, ossia del Bodhisattva Avalokitesvara.

La Grotta del re della legge, in tibetano "Chogyel Drupuk", si dice fosse la camera da letto di Songtsen Gampo durante la costruzione del palazzo, e costituisce una delle sue parti più antiche. Contiene le statue del re Songtsen Gampo, della principessa Wencheng della dinastia Tang, della principessa Tritsun del Nepal, e dei maggiori funzionari del regno Tubo.

Dopo aver unificato con la forza le tribù tibetane, il re Songtsen Gampo decise di introdurre il Buddismo come arma spirituale. Secondo la tradizione, il re era una reincarnazione del Bodhisattva Avalokitesvara, che ha un particolare rapporto con la regione tibetana. Un dipinto murale del Potala racconta la seguente storia: una scimmia al seguito del Bodhisattva Avalokitesvara raggiunse l'altopiano innevato del Tibet e si unì a una demone, che generò sei bambini con il viso rosso, carnivori, gli antenati dei tibetani.

Visti gli stretti legami tra la nascita dell'etnia tibetana e il Bodhisattva Avalokitesvara, è evidente la sua posizione nel cuore dei tibetani. Essendo Songtsen Gampo una reincarnazione del Bodhisattva, la sua residenza divenne un tempio e una scuola buddista, da cui l'appellativo di "Potala", che significa "residenza del Boshisattva Avalokitesvara".

Songtsen Gampo sposò la principessa nepalese Tritsun, che portò in dote una preziosa statua del Budda Sakyamuni all'età di 8 anni, che ora si trova nel tempio Ramoche a Lhasa. Poi il re inviò una missione per chiedere una sposa al potente impero Tang, dove era diffuso il Buddismo. Nel frattempo anche altri regni dell'ovest mandarono loro missioni di richiesta di alleanze nuziali all'impero Tang.

Per decidere a chi dare in sposa la principessa Wencheng, l'imperatore Tang Taizong pose sette domande agli inviati, tra cui il capo della missione tibetana Lon Tongtsen, che rispose correttamente a tutte e sette, soddisfacendolo. L'imperatore riteneva infatti che se l'inviato era così intelligente, il sovrano doveva esserlo ancora di più, quindi dette in sposa Wencheng al re Songtsen Gampo. Udita la notizia, costui decise di costruire un grandioso palazzo per la nuova consorte, così da inorgoglire per sempre i posteri.

Nell'anno 641, la 16enne principessa Wencheng lasciò la capitale dell'impero Tang, Chang'an. Del seguito facevano parte più di 300 artigiani e due "ercoli": Shenyue e Longxi, la cui unica responsabilità durante il viaggio era guidare il carro che portava la statua del Budda Sakyamuni all'età di 12 anni, che apriva la strada verso il Tibet.

Dopo ben 3 anni, la principessa e il suo seguito raggiunsero Lhasa. La statua di Sakyamuni da lei portata oggi si trova nel tempio Jokhang, a Lhasa.

Tra le innumerevoli statue di Budda esistenti al mondo, solo quelle di Sakyamuni all'età di 8 e di 12 anni furono realizzate sulla base del suo aspetto quando il Budda viveva nel mondo umano, e consacrate personalmente da lui. Agli occhi dei fedeli buddisti, queste due statue sono il Budda stesso, quindi averle viste vuol dire aver visto il Budda in persona, da cui possiamo immaginare il loro valore, e anche la determinazione di Songtsen Gampo di diffondere il Buddismo in Tibet.

Il Tempio Jokhang è un ottimo esempio di architettura "Pingchuan", con vari edifici distribuiti intorno alla sala principale, posta al centro. La disposizione asimmetrica delle sale dei sutra, delle cappelle, dei corridoi e dei cortili è diversa da quella dei templi Han. Tuttavia il tetto della sala principale dimostra che sin dall'inizio l'architettura tibetana venne influenzata dallo stile Han. Si può dire che verso la metà del 7° secolo lo stile architettonico dei templi tibetani, che integra le caratteristiche Han e indiane, era ormai formato.

Il Potala è il simbolo di Lhasa, ma c'è un detto tibetano secondo cui "Lhasa è nata dopo il Tempio Jokhang". Ora ascoltiamo la leggenda in merito raffigurata in un dipinto murale del Potala:

La principessa Wencheng e il suo seguito arrivarono nella zona dove ora si trova la città di Lhasa e si fermarono, perché il carro che trasportava la statua del Budda Skyamuni all'età di 12 anni si era insabbiato sulla riva del lago Wotang. Secondo i principi della geomanzia, la principessa ritenne che il lago fosse il cuore di una demone, e propose di colmare il lago e di costruirvi sopra un tempio, usando delle capre per trasportare la terra. Dopo la costruzione del tempio, i pellegrini iniziarono a stabilirsi nei dintorni e a offrire doni al Budda. Pian piano si formò una città, ossia Lhasa. Il tempio così costruito è l'attuale Jokhang.

Il Jokhang all'inizio ospitò la statua di Sakyamuni all'età di 8 anni, invece oggi ospita la statua del Budda a 12 anni, perché?

Dopo la morte della principessa Wencheng, si diceva che la dinastia Tang intendesse attaccare il regno Tubo, per portar via la statua di Skyamuni a 12 anni, quindi i monaci scambiarono le due statue conservate nei templi Jokhang e Ramoche. La statua all'età di 12 anni venne portata a Jokhang e nascosta in una sala murata. Di seguito, fu portata fuori ed è rimasta a Jokhang, fino ad oggi.

Introdotto in Tibet, il Buddismo incontrò la resistenza della religione autoctona Bon. Il penultimo re dei Tubo, Tritsung Detsen, sul trono dall' 815 all' 838, che nutriva una particolare passione per il Buddismo, ordinò che 7 famiglie tibetane dovevano sostenere un monaco, e che ogni comportamento immorale dei monaci doveva essere rigorosamente punito. Anzi, quando il re era malato, il governo doveva essere affidato ai monaci. Così la prosperità del Buddismo aumentò notevolmente il peso economico della popolazione e ridusse gravemente gli introiti dello stato, in più provocò l'odio dei nobili che professavano la religione Bon. L'aggravarsi dei conflitti interni al ceto dominante portò alla fine del regno Tubo, un tempo unificato e potente.

Il re Tritsung Detsen fu avvelenato dal fratello Lang Darma e dai suoi funzionari. L'ultimo re Tubo, Lang Darma, gli succedette sul trono ed effettuò il maggiore boicottaggio del Buddismo nella storia del Tibet. I templi, le statue buddiste e i sutra vennero distrutti e i monaci secolarizzati. I templi di Jokhang e Ramoche furono trasformati in mattatoi, e le due statue di Sakyamuni vennero seppellite sulle rive del fiume Lhasa.

La campagna contro il Buddismo terminò con l'assassinio del re Lang Darma da parte di un monaco, tuttavia il regno Tubo si scisse per gli scontri tra i nobili per la morte del re.

Il Potala venne anche distrutto dall'incendio provocato da un fulmine. A partire dal 9° secolo, il Tibet entrò in un periodo di divisione.

Nel 13° secolo, le truppe mongole penetrarono nelle zone tibetane, e da allora il Tibet fece parte del territorio dell'impero mongolo, diventando una parte inalienabile della Cina.

All'inizio del 15° secolo, il fondatore della scuola buddista Gelug, Tsongkhapa, raggiunse Lhasa, e in seguito fece restaurare il tempio Jokhang. Il capodanno del 1409, Tsongkhapa presiedette la prima cerimonia di preghiera a Lhasa, e da allora il Jokhang diventò uno dei più importanti siti religiosi delle zone tibetane. Tsongkhapa non solo ripristinò la posizione religiosa del Jokhang, ma accolse anche molti allievi, tra cui Gedun Drugpa, diventato in seguito il primo Dalai Lama, e Khedrup Je, il primo Panchen Lama.

A partire dal 16° secolo, la scuola Gelug, fondata da Tsongkhapa, esercitò un'influenza sempre maggiore nelle zone tibetane e mongole. In qualità di leader religioso, il Dalai Lama mantenne infatti stretti rapporti con i nobili mongoli. Nel 1642, il 5° Dalai Lama, Ngawang Lozang Gyatso, unificò il Tibet con l'aiuto delle truppe mongole di Gushri Khan, dando inizio all'autorità Ganden Pozhang. I dipinti murali del secondo piano dell'edificio rosso del Potala raffigurano questo periodo storico.

Ottenuto il potere, il 5° Dalai Lama decise di ricostruire il Potala sul Monte Rosso. Nel 1645, secondo le regole dei riti religiosi, egli presiedette la cerimonia di posa delle fondamenta, e tre anni dopo l'edificio bianco fu completato.

Tredici anni dopo la ricostruzione del Potala, il gesuita austriaco Jean Grueber registrò quello che aveva visto a Lhasa. Nel 1660, Grueber e i suoi compagni, dotati di permessi dell'Impero Qing e di strumenti di misurazione, partirono da Beijing e dopo 3 mesi di viaggio arrivarono a Lhasa, i primi europei ad aver raggiunto la città. Laggiù furono subito affascinati dall'enorme e misterioso palazzo sul Monte Rosso, di cui Grueber fece uno schizzo, ancora esistente, da cui emerge che l'edificio bianco esisteva già. La costruzione della parte rossa, sulla base di quella bianca, avvenne 42 anni dopo. Nel 1660, 8 anni dopo la scomparsa del 5° Dalai Lama, le autorità locali ordinarono ad oltre 7 mila artigiani, fra cui 114 delle etnie Han e Mancese, inviati dall'imperatore Qing Kangxi, a costruire l'edificio rosso e lo stupa funerario del 5° Dalai Lama. Tre anni dopo, il progetto fu completato, e una stele commemorativa, priva di iscrizioni, venne eretta davanti all'ingresso del Potala. Nel 1694, il grandioso Potala riapparve così sulla cima del Monte Rosso.

Il Potala ricostruito è alto 115.7 m, e ha una superficie edificata di 138.025 mq. Per costruire un complesso di edifici così maestoso su un monte gli architetti e gli artigiani di 300 anni fa ricorsero a delle tecniche speciali.

Gli artigiani eressero alla base delle mura orizzontali e verticali in terra battuta e pietre, per poi formare un piano su cui sistemarono delle traverse di legno di pioppo e rami di altri alberi, su cui costruirono le sale e le stanze. Così, sotto il pavimento, si formarono degli spazi sotterranei, che diventarono dei tubi naturali di ventilazione. L'aria e il sole entrano dai lucernari di ogni sala e circolano all'esterno attraverso gli spazi sotterranei, quindi anche se il Potala ha delle mura spesse 5 metri, l'interno è bene areato e illuminato, ed è fresco d'estate e caldo d'inverno.

Il complesso del Potala, dal basso verso l'alto, si suddivide in tre parti: il borgo sottostante Xue e gli edifici bianco e rosso, che riflettono il concetto buddista dei tre mondi: dei desideri, dei colori e dello spirito.

Xue è il borgo quadrato ai piedi del Monte Rosso, dove si trovavano gli edifici del governo e le stamperie; l'edificio bianco era la sede delle attività amministrative, mentre quello rosso ospita gli appartamenti dei Dalai Lama, le cappelle e gli stupa funerari di 10 Dalai Lama.

I colori degli edifici del Potala hanno vari significati: il bianco indica la benevolenza, il rosso la saggezza, e l'oro il potere supremo.

Il Potala originario, costruito dal re Songtsen Gampo, era stato distrutto da un incendio provocato da un fulmine, quindi, durante la ricostruzione del 5° Dalai Lama, gli artigiani inserirono cilindri rituali di rame sui tetti e decorazioni di rame a forma degli "8 tesori" sulle mura esterne, formando un completo sistema di difesa dai fulmini. In caso di fulmini, la corrente passa dai cilindri sui tetti alle mura attraverso le decorazioni in rame per finire poi a terra. Grazie a questo sistema, nei più di 300 anni dalla sua ricostruzione, il Potala non è mai stato danneggiato dai fulmini.

Nel 1648, terminata la costruzione dell'edificio bianco, il 5° Dalai Lama, Lozang Gyatso, trasferì gli organismi di governo dal Jokhang al Potala, per cui le grandiose sale sul Monte Rosso diventarono di nuovo il centro del potere religioso e politico. Nonostante il regime teocratico in atto, il 5° Dalai Lama sapeva benissimo che per un potere durevole occorreva ottenere il sostegno del governo centrale. Nel 1652, su invito dell'imperatore Shunzhi dei Qing, il 5° Dalai Lama lasciò quindi Lhasa per la Città Proibita, distante più di 4 mila km.

L'imperatore Shunzhi prestò una particolare attenzione alla visita del 5° Dalai Lama, dimostrandogli un grande rispetto e facendo costruire a Beijing come sua residenza il Tempio Huangsi, che oggi ospita l'Istituto superiore di studi del buddismo tibetano.

Il 15 gennaio 1653, il 14enne imperatore Shunzhi incontrò il 35enne 5° Dalai Lama, Lozang Gyatso. L'intero evento venne dipinto sulla parete della sala ovest dell'edificio rosso del Potala. Il 5° Dalai Lama portò con sé da Beijing non solo una gran quantità di regali imperiali, ma anche il timbro d'oro con cui la corte Qing riconosceva di nuovo i rapporti di sudditanza delle autorità tibetane al governo centrale. Inoltre il titolo di Dalai Lama venne riconosciuto dall'Impero Qing.

Anno dopo anno, giorno dopo giorno, i pellegrini tibetani percorrono il circuito rituale intorno al Potala e al Jokhang, mentre nelle sale le lampade di burro esprimono i loro desideri di felicità personale, di pace nel mondo, e di prosperità e felicità del Tibet. Il Budda augura ogni bene ai fedeli, sperando che trovino il proprio paradiso spirituale nella grandiosa cultura tibetana.

 Forum  Stampa  Email  Suggerisci
Messaggi
Dossier
• Concorso a premi sul tema "Amo studiare la lingua cinese"
Cari amici, con il continuo crescere della febbre per lo studio della lingua cinese, ora nel mondo coloro che tramite vari canali studiano la nostra lingua superano ormai i 40 milioni, ivi compresi molti italiani. La sezione italiana di RCI sta esplorando nuovi canali per aiutarvi ad apprendere e migliorare il vostro cinese in modo più facile e comodo...
Angolo dei corrispondenti
Foto
Eventi
• 60 anni della Nuova Cina
• Primo convegno letterario italo-cinese
• Amo il cinese
© China Radio International.CRI. All Rights Reserved.
16A Shijingshan Road, Beijing, China. 100040