L'opera tibetana
  2011-10-13 11:36:44  cri
Ogni anno, fra la fine di giugno e l'inizio di luglio del calendario tibetano, i tibetani dell'altopiano Qinghai-Tibet tengono dei banchetti di Yoghurt, assistono a spettacoli dell'opera ed espongono enormi thangka di Budda. Si tratta della tradizionale Festa Shoton, ossia dello Yoghurt, chiamata anche festa dell'opera, un'importante forma artistica tibetana.

Il periodo che va dalla fine di giugno all'inizio di luglio secondo il calendario tibetano, ossia da agosto a settembre, è la stagione più vivace sull'altopiano Qinghai-Tibet, infatti la tradizionale Festa dello Yogurt si tiene proprio fra pochi giorni. In tibetano la Festa Shoton significa banchetto dello yoghurt, una celebrazione molto bella non solo per i locali, ma anche per i fotografi e i turisti. Ogni anno le celebrazioni hanno inizio al monastero di Drepung, situato a ovest di Lhasa. Allo spuntare del sole, al monastero comincia il rito dell'esposizione della grande tangka. Si tratta di un evento religioso del Buddismo tibetano, che integra arte, religione e cultura, unico al mondo.

A partire dal secondo giorno della Festa dello Yoghurt, ai piedi del monte Marpori, dove si erge il Potala, nel giardino Norbulingka e nel monastero di Drepung, la gente può assistere a molti spettacoli dell'opera tibetana. Ogni giorno diverse compagnie si esibiscono dalle 11 del mattino al crepuscolo, e gli spettacoli sono seguiti da folle di gente entusiasta. C'è anche chi ama sedersi nei prati, sotto l'ombra degli alberi, e ascoltare l'opera da lontano, nei giardini, detti in tibetano Lingka. Durante i 7 giorni della festa dello Yoghurt, la gente porta tende ricamate, cuscini, birra d'orzo, tè al burro e dolci, e si siede nei prati con familiari e amici per ascoltare l'opera, senza dimenticare di continuare a recitare le preghiere con il rosario. A Lhasa la festa dello Yogurt si tiene nel giardino di Norbulingka e sulle rive del fiume Lhasa, e per la presenza dell'opera, viene anche chiamata "festa dell'opera tibetana".

Come le altre antiche opere del mondo, l'opera tibetana, che deriva dai canti e balli popolari e dagli spettacoli dei cantastorie, ha visto un lungo processo di evoluzione, raggiungendo la maturità e la forma attuale nel 14° secolo. Dopo più di 700 anni di sviluppo, è ormai un elemento indispensabile della ricreazione dei tibetani. Dopo la fondazione della Nuova Cina, l'opera tibetana ha continuato a svilupparsi non solo nei giardini, ma anche al chiuso delle sale, diventando uno dei maggiori elementi rappresentativi della storia e della cultura del Tibet.

In tibetano, l'opera si chiama "Ajilamu", che significa "sorelle divine". Secondo la leggenda, la più antica opera tibetana venne infatti interpretata da 7 sorelle. I contenuti erano per lo più storie e leggende dei testi buddisti. Nel 14° secolo, sul fiume Yarlong Zampo c'erano pochi ponti, e molte barche di pelle di bue venivano sommerse dalla corrente, per cui molti tibetani morivano. Il giovane monaco della scuola Kagyu, Thangtong Gyalpo giurò allora di costruire dei ponti per la popolazione. Viaggiando nelle varie parti del Tibet, diresse la costruzione del primo ponte di catene di ferro. Tra i lavoratori, scoprì 7 ragazze che eccellevano nel canto e nella danza. Di seguito assorbì le leggende di sutra e di storie popolari, stabilì il tono, i gesti e l'accompagnamento musicale, e insegnò alle 7 sorelle a cantare l'opera, pregna di concetti religiosi, così da accumulare fondi per la costruzione dei ponti. Le 7 ragazze erano così brave che gli spettatori pensavano che fossero divinità, quindi le chiamarono "Ajilamu" (ragazze divine), per cui l'opera tibetana si guadagnò questo nome.

Secondo la Biografia di Thangtong Gyalso, il monaco organizzò la costruzione di oltre 100 ponti di legno o di catene di ferro, e più di 100 traghetti. Tutti i fondi derivarono dalle donazioni del pubblico che assisteva agli spettacoli da lui organizzati.

Cari amici, ora parliamo più dettagliatamente delle origini dell'opera tibetana. L'opera tibetana deriva dai canti e dalle danze popolari e dall'arte religiosa dell'etnia tibetana nell'8° secolo. Nelle antiche danze popolari del tempo esistevano già delle forme d'arte teatrale. Secondo le registrazioni del classico di medicina tibetana "Yase", compilato da Sangye Gyatso nel 17° secolo, durante la cerimonia di completamento del monastero di Samye, il primo tempio buddista del Tibet, i funzionari e i popolani rappresentarono gli spettacoli Zhuo, Lu e Xie. Zhuo è una danza in maschera accompagnata da tamburi, Lu una danza senza canto, mentre Xie indica canto e danza. Ora ascoltiamo insieme un brano dello spettacolo Lhaze Duixie, composto da canti e danze diffusi ancora oggi nella zona di Shigatze, in Tibet.

Un tempo gli attori erano tutti monaci, per cui lo spettacolo era spesso accompagnato dalla recitazione di sutra, così nacque una nuova forma di preghiera e danza. Oggi questa forma d'arte è ancora viva nel distretto di Nedong, nel sud del Tibet.

Il documento storico "Baxie" ricorda anche che quando il re Trisong Detsen fece costruire il monastero di Samye, il grande maestro Padmasambhava aggiunse per la prima volta una danza ai riti per soggiogare i demoni. Così nacque la "danza del diamante", spesso rappresentata nei templi buddisti del Tibet. Sulla base dei riti di sacrificio dell'antica religione autoctona Bon, la nuova danza religiosa derivata dalle danze popolari divenne una parte dell'opera tibetana.

Al seguito della fondazione del governo (Ganden Pozhang) nel 17° secolo da parte del 5° Dalai Lama, l'opera, in particolare quella con maschere blu, entrò in un periodo di rapido sviluppo, con la nascita di una forma d'arte teatrale composta da canto, recita e danza. Inoltre nacque anche una serie di testi teatrali di alto livello letterario. Tra la popolazione, le compagnie d'opera professionali e semiprofessionali iniziarono a originare varie scuole artistiche. Sempre in questo periodo, il 5° Dalai Lama, Lozang Gyatso, contribuì molto allo sviluppo dell'opera tibetana. Nel 1652, nono anno di regno dell'imperatore Shunzhi della dinastia Qing, con un seguito di 3 mila persone, egli raggiunse Beijing per incontrare l'imperatore. Il capo religioso del Tibet venne nominato dal governo centrale "Dalai Lama", e dotato di protocollo e sigillo d'oro. Durante il suo viaggio nell'entroterra, il 5° Dalai Lama assistette a danze, opere teatrali e acrobazie e ascoltò musiche popolari e altre forme artistiche, traendone ispirazione. Dopo il suo ritorno in Tibet, ordinò di modificare le danze importate dal Ladakh e dal Kashmir e di costituire l'unica compagnia di danza ufficiale locale, Garpa. La tradizione dei grandi spettacoli di opera tibetana nel giardino Norbulingka durante la Festa dello Yogurt si formò in questo periodo.

Nel frattempo, nelle varie parti del Tibet nacquero molti testi d'opera manoscritti e stampati. Le autorità locali e dei templi organizzarono delle compagnie d'opera professionali, quindi l'opera si separò finalmente dai riti religiosi, diventando una forma teatrale indipendente. Anche gli attori lasciarono i monasteri, entrando nelle compagnie professionali.

In 200-300 anni di creazione e interpretazione, alcune opere teatrali tradizionali vennero meno, mentre altre furono innovate e conservate. Delle 13 maggiori opere teatrali tibetane, oggi ne vengono rappresentate 8: "La principessa Wencheng", "Nangsa Obar", "Sukyi Nyima", "Drowa Sangmo", "Il pincipe Norsang", "Padma Obar", "I fratelli Donyo e Dondrup" e "Drimed Kunden". Ci sono anche altre opere tradizionali che contengono per lo più dei contenuti buddisti, tuttavia queste 8 opere fanno parte del repertorio della maggior parte delle compagnie.

"La principessa Wencheng" racconta una grande e bella storia:

Nel 7° secolo d.C. il re dei Tubo, Songtsen Gampo, sposò la principessa Wencheng dell'impero Tang, nell'entroterra, per cui fece costruire un enorme palazzo, il Potala. Nel viaggio di oltre mille km da Chang'an, la capitale dei Tang, a Lhasa, Wencheng portò con sé una statua di Sakyamuni all'età di 12 anni, più di 5 mila artigiani, e una gran quantità di cereali e bestiame. In questo modo la medicina, la tessitura, la produzione di carta, la vinificazione e altre tecniche furono introdotte in Tibet, promuovendo enormemente il suo sviluppo economico e culturale.

Dopo la morte di Songtsen Gampo, la principessa Wencheng trascorse gli ultimi 30 anni della sua vita nel Potala, insegnando alle donne tibetane a tessere e a ricamare.

Cari amici, adesso vi illustriamo le modalità di interpretazione e i toni dell'opera tibetana.

L'opera tibetana è il titolo generale delle opere teatrali del Tibet, e comprende varie tipologie, suddivise per lo più nell'opera con maschere bianche e nell'opera con maschere blu. Durante lo spettacolo, gli attori non cambiano né i costumi né il trucco, e indossano delle maschere. Le maschere di personaggi simili hanno colori e forme simili.

I personaggi positivi portano delle maschere bianche, perche il bianco rappresenta la purezza. Le maschere dei re sono di colore rosso, simbolo di potere, mentre quelle delle regine sono verdi, simbolo di tenerezza. I Budda viventi portano maschere gialle, per rappresentare felicità e fortuna. Le streghe hanno maschere metà nere e metà bianche, perché questo indica una personalità furba e flessibile, i demoni e mostri hanno naturalmente maschere orribili con visi verdi e lunghi denti per esprimere oppressione; le maschere degli anziani contadini sono fatte di tessuti bianchi o gialli, con buchi per gli occhi e per la bocca, e facce che esprimono onestà.

Le maschere mettono in rilievo le figure e personalità dei protagonisti con tecniche simboliche ed esagerate, per cui si sono preservate nel lungo processo di sviluppo dell'opera tibetana. Si suddividono anche in maschere di cacciatori e pescatori, personaggi e animali.

Sullo sfondo di monti innevati, fiumi e praterie, senza sipario, illuminazione e strumenti musicali, a parte un tamburo e cembali di accompagnamento, gli artisti dell'opera cantano, parlano e danzano sulla nuda terra, interpretando varie storie.

Nel corso di secoli di evoluzione, l'opera tibetana ha formato delle modalità fisse: il racconto della vicenda all'inizio per attirare l'attenzione del pubblico, la rappresentazione della parte principale della storia, e la conclusione con le celebrazioni della vittoria.

Gli strumenti musicali sono semplici, perché figurano solo un tamburo e dei cembali. Durante lo spettacolo, un presentatore illustra la vicenda dell'opera. La parte parlata è limitata, per cui gli attori devono cantare molto.

Visto che l'opera si rappresenta all'aperto, la voce e il tono degli attori sono molto alti, con frequenti prolungamenti di tono, così da esprimere una caratteristica generosa e potente.

L'opera tibetana presenta diversi toni: il tono lungo per esprimere gioia, in tibetano Takring; il tono del dolore e malinconia, in tibetano Juelu; il tono corto per la parte parlata, in tibetano Dangtong, e così via.

Le arti marziali, la danza e le acrobazie vengono usate ampiamente nell'opera tibetana. Di solito a un brano cantato segue un brano di danza.

I toni e le danze variano sulla base dei personaggi e dell'umore degli attori, e la durata dello spettacolo non è fissa, ma varia da qualche ora a uno-due giorni. Alcuni spettacoli un tempo duravano anche parecchi giorni. Si può cantare e danzare a lungo per prolungare lo spettacolo, o accorciarlo saltando delle parti. Le scuole e le campagnie hanno propri stili di interpretazione, e il pubblico assiste all'opera mangiando e divertendosi, quindi è normale che un'opera duri anche 3-5 giorni. La gente si diverte a suo agio, senza annoiarsi.

L'opera tibetana si è così tramandata di generazione in generazione.

Ora ci occuperemo dello sviluppo dell'opera tibetana negli ultimi decenni.

Prima della liberazione pacifica del Tibet, gli artisti dell'opera tibetana erano per lo più servi della gleba. Ogni anno, durante la Festa dello Yoghurt, le compagnie dell'opera delle varie parti del Tibet andavano a Lhasa ad offrire i propri servizi, rappresentando spettacoli per i monasteri e per le autorità locali. Queste compagnie diventarono il perno degli artisti teatrali non professionali della zona. Per le differenze geografiche, linguistiche, di stile e livello artistico, e per motivi storici, le compagnie originarono diverse scuole. Oltre agli spettacoli per il governo, gli attori dovevano lavorare e viaggiare per guadagnarsi da vivere. L'unica compagnia di maschere blu gestita direttamente dalle autorità tibetane, chiamata Skyormolung, aveva il diritto di esibirsi in tutte le parti del Tibet. Tuttavia in inverno, da gennaio a marzo, anche i suoi membri dovevano guadagnarsi da vivere per conto loro.

Dopo la riforma democratica avvenuta in Tibet nel 1959, l'opera tibetana ha ottenuto nuove opportunità di sviluppo. Nell'agosto dello stesso anno, è stata fondata la Compagnia dell'opera di Lhasa. Il primo ottobre, la compagnia ha partecipato alla Fiera artistica in celebrazione del 10° anniversario della fondazione della Nuova Cina con l'opera "La principessa Wencheng". Nel 1962 è stato fondato il Teatro dell'opera tibetana che fino al 1966 ha rappresentato le quattro maggiori opere "La principessa Wencheng", "Nangsa Obar", "Drowa Sangmo", "Il principe Norsang e Yitrok", e una parte di "Sukyi Nyima" e "Padma Obar", creando anche delle opere moderne minori, come "L'affetto dell'Esercito di Liberazione" e "Il certificato di felicità".

Dopo la liberazione pacifica del Tibet, grazie alle autorità della regione autonoma, il Teatro dell'opera tibetana, fondato sulla base della compagnia Skyormolung, si è incaricato della trasmissione e dello sviluppo dell'opera tibetana, rappresentando e riordinando una serie di opere tradizionali come "Nangsa Obar", "La principessa Wencheng", "Il principe Norsang", ecc. Inoltre ha creato temi teatrali moderni. Mantenendo le caratteristiche dello spettacolo all'aperto, il teatro ha effettuato la pratica sul palcoscenico, per cui l'opera tibetana è passata dall'aperto al chiuso, dotandosi di illuminazione, scenografie, costumi e accompagniamento filarmonico.

In ogni caso, non possiamo tralasciare i rischi che la trasmissione dell'opera tibetana si trova di fronte. Per la sua lunga storia e le tradizionali forme di rappresentazione, l'opera occupa una posizione insostituibile nella vita spirituale del popolo tibetano. Visti i limiti delle rigorose regole religiose, l'evoluzione dell'opera tibetana è stata poco influenzata dalla cultura Han, quindi mantiene degli aspetti originali sia nei contenuti che nelle forme d'interpretazione, con un alto valore accademico nello studio della genesi drammatica.

Nel frattempo i testi teatrali dell'opera costituiscono il culmine dello sviluppo della letteratura tibetana, con una grande attenzione alle regole melodiche e all'atmosfera, e il ricorso ad una gran quantità di proverbi, favole, e detti, conservando così il nucleo del linguaggio dell'antica letteratura tibetana. Tuttavia, negli ultimi anni, come le opere dell'entroterra, anche l'opera tibetana si trova in una difficile situazione di competizione per il pubblico e il mercato con l'arte moderna e le nuove forme d'intrattenimento. La mancanza di fondi, le difficoltà di sopravvivenza delle compagnie, il salto di generazione degli artisti, la scomparsa delle tradizionali tecniche di interpretazione e l'insufficiente ricerca teorica, tutti questi problemi ci ricordano l'urgenza di salvare quest' antica opera teatrale etnica.

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