Le storie dell'ex concessione italiana a Tianjin
  2011-05-23 14:38:29  cri

Sulla riva settentrionale del fiume Haihe, c'è una piazza intitolata a Marco Polo, d'intorno ci sono un gruppo di edifici allo stile italiano, costruiti alla fine del XX secolo. Si tratta dell'unica area con caratteritiche architettoniche italiane, dove 100 anni fa era la concessione italiana a Tianjin. Oggi vi raccontiamo proprio le sue storie.

A partire dal 1999, la municipalità ha avviato il progetto di restauro e trasformazione del quartiere in stile italiano sul fiume Haihe, e grazie alla stretta cooperazione bilaterale tra i governi cinese e italiano, adesso quest'area è ormai un luogo di passeggio, svago e relax dei cittadini che possono fare shopping, prendere un caffé, fare una passeggiata dopo cena e conoscere la storia di Tianjin attraverso le architetture di un secolo fa.

Parlando della storia di Tianjin, bisogna spiegare prima il significato del nome della città. Nel 1403, l'imperatore Yongle arrivò a un punto di attraversamento sul fiume Haihe per partecipare alla guerra civile nella ricerca del trono dell'impero. Questo guado venne denominato Tianjin, dove Tian sta per "figlio del cielo", mentre Jin significa guado, quindi la parola significa guado dove il figlio del cielo, ossia l'imperatore, ha attraversato il fiume. Nell'anno successivo, il 1404 sul luogo venne costruito una cittadina di difesa, che diede ufficialmente inizio alla storia della città di Tianjin.

Oggi Tianjin è una delle quattro città cinesi dipendenti direttamente dal governo centrale, la terza dopo Beijing e Shanghai per numero di abitanti, un centro economico nel nord della Cina ed un importante porto internazionale. Dopo 600 anni di storia, la città presenta un'aspetto architettonico integrato tra Oriente e Occidente, tra il passato e il presente.

Sì, per la sua posizione geografica, dopo la seconda guerra dell'Oppio avvenuta nel 1860, Tianjin diventò un porto importante da controllare per i paesi potenti del tempo. Ci sono stati 9 paesi che hanno costruito le proprie concessioni, che oggi compongono una parte importante della zona urbana di Tianjin.

Adesso ci fermiamo brevemente per ascoltare un brano, vi aspettiamo dopo la pausa per continuare a parlare di Tianjin.

Come dicevamo, il progetto di restauro e trasformazione del quartiere in stile italiano di Tianjin, ossia l'ex-concessione italiana, è iniziato nel 1999. In realtà, quasi un secolo fa, nel 1902 dopo la repressione della rivolta dei boxer, quando la spedizione italiana occupò quest'area di circa 600 mila mq, questa zona presentava un aspetto totalmente diverso da quello che vediamo oggi. Per capire la storia di allora, abbiamo intervistato il dottor Giulio Machetti, consigliere d'amministrazione della SI. RE. NA. Città storica, la compagnia partecipante al progetto di restauro. Sentiamo insieme cosa ci ha detto:

"(La concessione italiana si trovava) tra la concessione austro-ungarica e quella russa. In realtà era pezzo di terreno, c'era una palude, due depositi di sale, un cimitero, era stato lasciato libero, perché non c'interessava a nessuno. Ho trovato dei documenti, in cui anche il capo della spedizione italiana..."

Come unica concessione italiana all'estero, i primi padroni degli edifici nella concessione italiana erano i cinesi, una situazione diversa da quella delle altre concessioni in Cina. Il dottor. Machetti ha spiegato:

"Tianjin è l'unica concessione italiana, perché la concessione un'istituto diverso dalla colonia, e quel territorio era considerato per lo stato cinese un extra-territorio, cioé un territorio dove governava solo l'Italia. Quindi quella è l'unica che l'Italia ha avuto all'estero..."

Ovviamente l'acquisto da parte dei cinesi ricchi non poteva risolvere la costruzione degli edifici pubblici della concessione italiana, quindi in questo caso intervennero il governo italiano e dei missionari italiani in Cina, che invitarono l'ingegnere torinese Daniele Ruffinoni ad occuparsene. In merito il dottor. Giulio Machetti così riccorda:

"L'unica volta in cui è intervenuto lo stato italiano, avviene nel 1912, quando dopo molti richieste da parte dei diplomatici italiani che governavano a Tianjin, il ministro degli Esteri chiese al parlamento di effettuare un prestito di 400 mila lire alla concessione..."

Proprio perché Tianjin si trova sul mare, anche la concessione italiana assunse uno stile urbanistico costiero. Secondo il dottor Giulio Machetti, consigliere d'amministrazione della compagnia SI. RE. NA. Cittàstorica, ritiene che la concessione ricordi lo stile di Viareggio:

"Ma in realtà, quella delle ville, è una topologia abbastanza tipica a quelle città vicine al mare..."

Quindi cari amici, se potete visitare personalmente la concessione italiana a Tianjin, potrete scoprire che gli edifici non furono costruiti con fini commerciali, ma la maniera in cui furono concepiti e progettati architettonicamente la rendeva perfettamente adatta ad essere abitata. Parlando degli abitanti vissuti nella concessione italiana, il dottor Giulio Machetti ha ricordato Ludovico Nicola di Giura, il colonnello medico della spedizione italiana:

"Sì, ci sono anche degli importanti personaggi italiani che hanno vissuto lì, di cui abbiamo ricostruito la storia. Ad esempio questo Ludovico Nicola di Giura, il colonnello medico della spedizione..."

Liang Qichao, nato nel 1873 a Xinhui nella provincia della Cina meridionale del Guangdong, era un importante politico, illuminista, educatore, storico e letterato, che visse alla fine della dinastia Qing e all'inizio della Cina Nazionalista. Nel 1890 conobbe Kang Youwei, con cui guidò la riforma politica Wuxu. Fu nominato ministro della Giustizia e ministro delle Finanze della Cina Nazionalista. I suoi volumi "Raccolta del palazzo Yinbing", "Storia accademica negli ultimi 300 anni della Cina" e "Metodi di ricerca sulla storia cinese" hanno influenzato profondamente la storia cinese.

A partire dal 1915, Liang Qichao si trasferì a Tianjin, dove si dedicò alle ricerche accademiche che coprono ampi aspetti, compresi la storia, la filosofia, il Buddismo, le lettere, la giurisprudenza, l'economia, la sociologia, il giornalismo.

La sua residenza, il palazzo Yinbing, fu costruito nel 1924, e disegnato da un architetto italiano. Si tratta di un edificio grigio a due piani con una superficie di 950 mq. Nel palazzo ci sono uno studio, camere da letto, soggiorno ed altre stanze, adesso trasformato nel museo di Liang Qichao.

Nel dicembre 1912, Liang Qichao terminò il suo esilio di 15 anni all'estero e rimpatriò in nave dal porto Kobe in Giappone. La fondazione della Cina Nazionalista nel 1912 doveva essere una buona occasione per Liang di dimostrare il suo talento politico. Tuttavia, scoprì delle acute contraddizioni tra i suoi desideri politici e la crudele realtà, che gli fece credere che è impossibile realizzare la politica partitica e uno stato repubblicano in Cina, tranne dei lavori di base nella riforma culturale e l'educazione popolare. Quindi voleva trovare un posto silenzioso e con ottime condizioni, così da effettuare i suoi studi e svolgere delle attività culturali. Ma il suo interesse per la politica, non gli permise di stare lontano dal centro politico, quindi per lui la migliore scelta fu stabilirsi a Tianjin.

Liang Qichao morì per la malattia nel 1929 all'età di 56, gli ultimi 15 anni della sua vita sono stati percorsi così nella concessione italiana a Tianjin.

Grazie all'amicizia con Liang Qichao, oggi è possibile trovare dei riferimenti a questo grande politico cinese anche in Italia. A Potenza in Basilicata, si trova la casa natale di Ludovico Nicola di Giura, trasformata in un piccolo museo, in cui vengono conservate delle testimonianze dell'amicizia tra Giura e Liang.

Il dottor. Giulio Machetti ci ha raccontato anche delle storie che riguardano un generale italiano e l'ultimo imperatore cinese Puyi, sentiamo cosa ci ha detto:

"Un altro personaggio, la cui storia secondo me, spiega l'atmosfera che si viveva nella concessione italiana. Di un comandante del corpo militare italiano a Tianjin, che si chiama Lorenzo Casparri..."

Nelle concessioni, ambiente dove la cultura cinese e quelle occidentali si incontrano, naturalmente i legami interpersonali non si limitavano tra le persone dei ceti sociali più alti. Anche i cittadini comuni cinesi e stranieri hanno avuto delle belle storie. Ascoltiamo insieme questa romantica storia d'amore rievocata per noi dal dottor. Machetti:

"Tra l'altro, c'erano anche diversi matrimoni misti tra italiani e cinesi. Ciòé questo marinaio italiano che si chiama Vecchione, che va lì come militare, quindi fa parte del contingente della caserma Carlotto. Quando finisce la firma, ciòé il periodo che doveva prestare servizio alla caserma Carlotto, si dimette dalla marina e rimane a vivere nel quartier italiano..."

Il quartiere in stile italiano si trova nel centro della città di Tianjin, ad est del fiume Haihe e vicino alla stazione ferroviaria est. Sull'altra parte del fiume Haihe, c'è il centro commerciale più affollato della città. Quindi la sua posizione geografica le permette di diventare un ottimo esempio di successione della storia e della cultura, un ponte di scambi culturali tra Cina ed Italia, ed anche un luogo con grandi valori commerciali e turistici.

Finora Giulio Machetti e il suo gruppo hanno restaurato 28 edifici storici nell'ex concessione italiana a Tianjin, ed ha apprezzato molto l'impegno della municipalità:

"Devo dire con grande ammirazione, lo dico proprio senza... per due motivi. Uno perché appunto per la cultura cinese, è una grande novità..."

In realtà oggi il quartiere italiano a Tianjin è molto noto sia per i cittadini locali che per i turisti. Ogni giorno, per le strade del quartiere, c'è chi viene ad ammirare le bellissime architetture storiche e a seguire le tracce dei grandi personaggi culturali, e chi preferisce semplicemente prendere un caffé per scappare per un momento dallo stress del lavoro. In merito il dottor Giulio Machetti ha testimoniato:

"Quello sì, devo dire che ormai che lo frequento anche un pò come turista. Devo dire che è un quartiere affollatissimo..."

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