Stimoli dei classici—aperta la mostra itinerante degli Uffizi a Beijing
  2011-04-22 15:21:10  cri
Il 10 marzo 2010 è stata inaugurata al Museo di Shanghai la mostra itinerante "Le collezioni della Galleria degli Uffizi". La mostra, che attualmente è visitabile al Museo di Chengdu, nella provincia del Sichuan, il 2 maggio arriverà a Beijing, l'ultima tappa della mostra che, dopo ben 18 mesi di trasferta, terminerà il 2 giugno 2011.

Protagoniste del grande evento sono 82 opere della Galleria degli Uffizi, suddivise in tre sezioni (paesaggio, natura morta e ritratto) e che coprono un arco temporale che va dalla fine del XV secolo alla seconda metà del XX secolo. Un evento mai organizzato prima e che sta avendo una grande risonanza in Cina.

La prof. Cristina Acidini, soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Firenze, ha presentato i criteri della selezione delle opere arrivate in Cina questa volta e ha così osservato:

"Il curatore della mostra è il direttore degli Uffizi Antonio Natali che ha cercato di dare un'ampia rappresentanza della Galleria, scegliendo tra quelle che sono le tipologie più rappresentative: i ritratti, e molti dei ritratti sono della famiglia Medici, attraverso la loro immagine, si può anche evocare la vostra dinastia che ha fatto tanto per l'arte a Firenze..."

La pittura cinese viene suddivisa nei tradizionali generi artistici della pittura di paesaggio, della natura morta e del ritratto. Per la mostra itinerante della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, curatore e direttore della Galleria, ha suddiviso le opere esposte nelle tre sezioni suddette, in conformità quindi con l'abitudine che il pubblico cinese ha nell'ammirare l'arte. In merito, la professoressa Cristina Acidini, responsabile del Polo museale della città di Firenze, ha illustrato:

"Noi abbiamo cercato di presentare una varietà di stimoli che la Galleria può offrire, e anche con tre grandi nomi, per così dire, ossia tre grandi artisti, ossia Botticelli, con l'Adorazione dei Magi, che dà proprio l'immagine della mostra, Tiziano con la Venere, detta della Pernice, e Tintoretto con la Leda. Quindi la pittura sacra e la pittura profana. E un'altra specialità di pittura che è qui presentata è quella del paesaggio..."

Parlando dei dipinti esposti questa volta in Cina, credo sia giusto presentarvene alcuni, così da darvi un'immagine più completa di questo importante evento che è iniziato nel mese di febbraio del 2010 e che dura quindi da ben 18 mesi. Iniziamo allora dai tre dipinti che spiccano per notorietà, ossia "L'Adorazione dei Magi" del Botticelli, la "Venere della pernice" di Tiziano e la "Leda e il cigno" del Tintoretto.

Partiamo dalla sezione del paesaggio che comprende "L'Adorazione dei Magi" e la "Venere della pernice".

Alessandro Filipepi, detto Botticelli, dipinse "l'Adorazione dei Magi" tra il 1500 e il 1510, quindi si tratta di un'opera dell'ultima fase della sua vita. Per motivi ignoti, il pittore non terminò il dipinto. Probabilmente nel 18° secolo, qualcuno completò il lavoro in conformità all'idea originale del grande maestro del 15° secolo.

La scena principale del quadro è composta da enormi rocce, dietro alle quali si può vedere il cielo illuminato e l'ampia area montuosa che scompare gradualmente all'orizzonte, occupato dalle alte e solide mura della città di Gerusalemme. La folla, proveniente da varie parti, si riunisce intorno ai tre Magi per offrire i loro doni al santo bambino. Secondo la Bibbia, i tre Magi in ginocchio di fronte al bambino nato per salvare il mondo, esprimono il loro culto a Gesù.

L'opera, creata dal Botticelli prima della sua morte, rappresenta perfettamente lo stile raffinato e pieno di espressività del Botticelli.

Nella sezione dedicata alla pittura di paesaggio, spicca anche la "Venere della pernice" del Tiziano. Nel dipinto la bellissima Venere porta degli splendidi gioielli ed è sdraiata nuda ed è abbracciata da Cupido, che è alle sue spalle. Nella scena ci sono anche un cane, che rappresenta l'onestà, e una pernice che simboleggia l'avidità e la fertilità. Le posizioni dei personaggi nel quadro potrebbero derivare dal quadro "La Venere e il Cupido", dipinto da Michelangelo tra il 1532 e il 1533. Bisogna considerare che Michelangelo aveva studiato altre versioni simili durante il suo soggiorno a Venezia nel 1529. In realtà, nel mondo pittorico veneziano, l'opera più eccellente della serie dal tema della Venere sdraiata, è la "Venere dormiente", creata dal Giorgione con il giovane Tiziano. Si deve inoltre ricordare, in questo caso, anche la "Venere di Urbino", un altro capolavoro di Tiziano del 1538, attualmente esposto sempre negli Uffizi.

Come affermato dalla professoressa Cristina Acidini, che ha avuto un ruolo assai importante nella mostra, la sezione dedicata alla pittura di paesaggio presenta le vedute cittadine d'eccellenza italiane e straniere. Ora conosciamo insieme un'altra opera interessante della pittura di paesaggio, ossia la "Cerimonia dei Tributi" di autore anonimo.

Nel dipinto, che risale circa al 1600, assistiamo allo svolgersi, sulla Piazza della Signoria, della cerimonia dei tributi del 24 giugno, nel corso della quale i rappresentanti delle varie città del Ducato esprimono la loro fedeltà al sovrano. Il Duca è seduto sull'altare davanti al Palazzo Vecchio. Dei carri allegorici e dei cavalieri passano con orgoglio tra il pubblico. Il grande evento e le usanze cerimoniali sono imponenti, anche grazie alla bravura del pittore. Nel quadro compare anche la facciata della Basilica di San Romolo, distrutta nel 18° secolo. Le ombre dei palazzi, i mattoni rossi del pavimento della piazza, sono tutti elementi della vivacità del centro di Firenze. Sullo sfondo le montagne che circondano la città appaiono lontane.

Ora passiamo alla sezione della natura morta. Si tratta di una tipologia pittorica comparsa all'inizio del '600, la cui diffusione è dovuta alla grande capacità di imitare dei pittori e all'immaginazione dei collezionisti. In passato, secondo la teoria pittorica del Rinascimento, solo i dipinti dai temi storici erano considerati una forma perfetta per descrivere la realtà. All'epoca un nobile e importante committente di Roma, Vincenzo Giustiniani, disse che i dettagli dei fiori e altri piccoli particolari possono esprimere la bravura di un pittore professionista, perché Caravaggio aveva detto che rappresentare i fiori è difficile come fare un ritratto.

Tuttavia la natura morta non esprime solo la capacità di imitare, perché nella cultura classica e in quella cristiana, i fiori, la frutta, gli animali, e così via, hanno tutti dei significati simbolici, quindi i quadri tematici di questo tipo erano ben accolti dai committenti piu' colti.

"Sottobosco con piante selvatiche, farfalle e un serpente", dell'olandese Otto Marseus van Schrieck, ne è un ottimo esempio. Il pittore si trasferì in Italia negli anni '40 del 17° secolo, su invito del Cardinale Leopoldo de' Medici, che tanto apprezzava l'abilità manifestata dall'artista nel creare un mondo vivace con le sue pennellate e di aggiungere concetti profondi alle opere con analisi precise e temi appropriati.

Otto Marseus van Schrieck fu considerato l'inventore della tipologia pittorica delle fantasie di animali e insetti. Il pittore dipingeva gli animali e gli insetti nelle piante in una posizione molto vicina e bassa. Nel quadro "Sottobosco con piante selvatiche, farfalle e un serpente", con questa tecnica, il pittore creò questa scena, che proveremo a descrivervi: nel sottobosco un raggio di luce mette in risalto un serpente che sta per attaccare delle farfalle indifese. L'artista, in questo modo, vuole attirare l'attenzione di chi coglie la metafora del quadro. Secondo le dottrine cristiane, il serpente rappresenta la cattiveria, il pericolo, il tradimento, mentre nelle leggende greche e romane, le farfalle sono il simbolo dello spirito umano. Il dipinto fa parte della collezione degli Uffizi dal 1866.

Tra le tre più importanti opere della mostra della Galleria degli Uffizi in Cina, anche "Leda e il cigno" di Tintoretto, per la sua notorietà, è stata inserita nella sezione della natura morta.

Secondo la leggenda greca, Zeus s'innamorò di Leda, la regina di Sparta Per attirarla a sé, si trasforma in un cigno e dopo il loro incontro, Leda partorisce due uova, da cui nascono rispettivamente due maschi e due femmine, ossia i fratelli Castor e Pollux e le sorelle Helen e Clytemnestra. Nel quadro Tintoretto descrive la scena prima dell'incontro tra Zeus e Leda. Il pittore ritrae Zeus in tutto il suo splendore e riesce ad enfatizzare bene le curve di Leda grazie allo sfondo scuro, composto principalmente da una tenda rossa.

Un altro dipinto della sezione della natura morta, di cui vale la pena di parlare, è il "Vaso di fiori" di Andrea Scacciati. E' davvero un'opera bellissima con la struttura preferita del pittore: un fiore sembra essere lo spettatore di una cerimonia di fiori colorati. Un mazzo di fiori viene messo nel vaso, posto su un piano liscio che essendo in forte contrasto con i fiori, risalta subito alla vista. I tulipani fioriti, le rose e i garofani attirano l'attenzione del pubblico. I fiori sono però alla fine della loro vita, a dimostrazione che la bellezza è fragile e che la vita è breve. Nel 1865, quest'opera venne a far parte delle collezioni della Galleria Uffizi, insieme ad altre collezioni della Famiglia Feroni.

Bene, ora parliamo di un'altra parte molto interessante della mostra della Galleria degli Uffizi in Cina, ossia la sezione dei ritratti.

A partire dal 15° secolo, i ritratti divennero una corrente della pittura occidentale, con cui venivano tramandate le immagini, la posizione sociale e la dignità personali. All'inizio le elité dei ceti sociali più alti, come i sovrani, gli importanti sacerdoti e i politici preferirono i ritratti di profilo, una tradizione che deriva dalle immagini sulle medaglie antiche. Un secolo dopo, i ritratti si diffusero in più ceti sociali e nel 16° secolo il genere dei ritratti vide un grande progresso, le pose dei protagonisti diventarono più naturali e, nel frattempo, i pittori cercarono di esprimere la personalità dei protagonisti. Nei ritratti ufficiali, per ritrarre l'immagine delle persone importanti, si era soliti usare uno sfondo lussuoso e costumi che simboleggiavano la fama e l'incarico burocratico. I ritratti suscitano sempre l'attenzione del pubblico.

In questa mostra, il pubblico può ammirare diversi ritratti, che sono considerati i capolavori dei grandi maestri del Rinascimento, tra cui il ritratto del Cardinale Leopoldo de' Medici, il ritratto di un uomo, possibilmente l'opera del grande pittore tedesco Albrecht Durer. Questi ritratti sono veramenti importanti contributi per lo sviluppo artistico italiano ed europeo.

"La Schiava " di Palma il Vecchio. E' un ritratto molto affascinante di una giovane ragazza veneziana. Prima di entrare a far parte della collezione degli Uffizi alla fine del 20° secolo, il dipinto apparteneva a due famiglie nobili, la famiglia Barberini di Roma e la famiglia Corsini di Firenze. I ritratti femminili di Palma il Vecchio esprimono pienamente lo stile lussuoso. Nel quadro la bella veneziana bionda indossa abiti realizzati con stoffe preziose, rosse e bianche. I riflessi della luce mettono in evidenza la purezza e le emozioni della donna.

E' a tutti noto che Maria de' Medici, la regina francese, era cresciuta in un'ambiente culturale complicato, che la permise di conoscere i principi di base della pittura e della scultura. Come la figlia di Francesco I, il Duca di Toscana, nel 1600 Maria si sposò con Enrico V. Nel quadro la regina indossa una preziosa gonna blu, decorata con 300 grandi perle e diversi diamanti, che costituivano solo una piccola parte dei gioielli della regina. Il pittore è Giovanni Lionardo Henner, figlio di un soldato tedesco, e allievo di Giovanni Bilivert. Attualmente l'altro ritratto della regina, sempre opera di Giovanni Lionardo Henner, è conservato nel Palazzo Pitti a Firenze.

Come illustrato dalla Profssa. Cristina Acidini, le 82 opere degli Uffizi esposte nei musei cinesi presentano una grande varietà artistica e coprono un arco temporale che va dalla fine del XV secolo alla seconda metà del XX secolo. Nella sezione dei ritratti, alcuni autoritratti dei pittori rappresentano proprio le nuove tendenze artistiche dell'epoca.

Sin dal Medioevo, i pittori iniziarono a dipingere se stessi, alla ricerca dell'eternità. Questa tradizione è stata tramandata fino ad oggi.

Giacomo Balla è uno dei principali rappresentanti del Futurismo in Italia. Il suo autoritratto, prima collezionato da Raimondo Rezzonico, fu poi acquistato dalla Galleria Uffizi nel 2005. Pare che l'acquisto delle opere degli artisti del 20° secolo da parte degli Uffizi sia ancora in corso.

Giacomo Balla ha creato vari tipi di autoritratti, prendendo dei titoli futuristi interessanti, come Ball'io, Autobalsettanta, Autosorriso, Autodolore e Autocaffé. Attraverso il suo autoritratto esposto, il pubblico cinese può conoscere personalmente alcune caratteristiche originali del futurismo italiano.

La prima tappa della mostra itinerante delle opere degli Uffizi in Cina è stata il Museo di Shanghai nel febbraio 2010. Il Museo dell'Arte dell'Accademia centrale delle Belle Arti di Beijing è invece l'ultima tappa della mostra. Nel corso di più di un anno, le eccellenti opere pittoriche hanno attirato il grande interesse del pubblico e del mondo mussale. Visto che la cooperazione internazionale è ormai un importante contenuto della sua agenda di lavori, la profssa. Cristina Acidini ha espresso la sua opinione in merito agli scambi culturali con l'estero, osservando:

"La mostra nelle serie precedenti ha avuto molto successo, sono sicura che avremo anche successo a CAFA a Pechino. Perché gli Uffizi sono uno dei pochi musei che è conosciuto in maniera internazionale..."

A sua volta, apprezzando la qualità delle opere degli Uffizi esposte questa volta in Cina, il direttore del Museo dell'Arte dell'Accademia centrale delle Belle Arti, Wang Huangshui, ha anche espresso il suo desiderio di presentare le opere pittoriche cinesi al mondo:

"Penso che questo tipo di cooperazione sia molto importante, dobbiamo rafforzarla, in particolare con le organizzazioni ad alto livello come gli Uffizi e introdurre le opere di qualità. Speriamo anche di poter presentare le nostre opere all'estero. E' un grande piacere poter vedere le opere degli Uffizi in Cina, ma quali sono i dipinti che il mondo occidentale spera di vedere da noi? In che modo possiamo presentare le nostre opere, quali sono le nostre strategie pubblicitarie e come far conoscere veramente il valore della pittura cinese nel mondo?"

Durante la mostra itinerante delle 82 opere degli Uffizi in Cina, l'organizzatore ha cercato di creare un paragone tra la pittura cinese e quella del Rinascimento, mettendo insieme alcune foto di opere cinesi e occidentali in ordine cronologico su un pannello, per facilitare i visitatori ad avere subito delle conoscenze dirette sulle due diverse culture pittoriche.

Dopo aver visitato la mostra, la signora Bai ha detto di esserne rimasta molto colpita:

"E' un grande piacere vedere questa mostra. Sono stata profondamente colpita da questi dipinti degli Uffizi, perché sono tutte opere classiche ereditate fino ad oggi, che possono stimolare anche la nostra immaginazione negli spettacoli artistici o in altre attività creative. Non mi occupo nel settore delle belle arti, ma penso che ogni nazione debba mantenere una grande capacità di creazione."

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