Secondo Convegno letterario italo-cinese: "Letteratura e Viaggio"
  2010-11-08 17:04:27  cri
Cari amici state ascoltando RCI sono Zhang Shuo e insieme a Giacomo De Angelis vi do il benvenuto al Settimanale della cultura

Giacomo: Ciao a tutti, sono Giacomo.

Su iniziativa dell'Istituto Italiano di Cultura di Beijing e con la collaborazione di Alessandro Vaccari, Si è tenuto dall'11 al 16 ottobre a Beijing e Tianjin il Secondo Convegno letterario italo-cinese: "Letteratura e Viaggio", nel corso del quale quattordici fra i maggiori scrittori italiani e cinesi hanno confrontato le loro esperienze e ispirazioni letterarie. Nell'odierno programma vi riporteremo i dati salienti dell'evento e le storie raccontate dagli scrittori.

Giacomo, dato che tu sei andato a Tianjin per partecipare a una serie di attività del Convegno, puoi descriverci il tema dell'evento?

Giacomo: Il Tema del Convegno di quest'anno è il "viaggio", inteso nel senso più ampio del significato, nello spazio, nel tempo, nella storia, nelle guerre e anche a livello introspettivo in se stessi.

Grazie, che impressioni hai avuto da questo evento?

Giacomo: è stato un evento ben organizzato e gli scrittori sono stati molto contenti, sia dei contenuti, sia per l'esperienza che hanno fatto in Cina. Credo che è stato molto importante ed ha avuto la funzione di avvicinare le letterature dei due paesi.

Eccolo! Nel Convegno "Letteratura e viaggio" è stata organizzata una serie di tavole rotonde e conferenze (in italiano con traduzione in cinese) nel Teatro dell'Istituto italiano di cultura e in diverse università.

Il giorno dell'inaugurazione, 11 ottobre, He Jiahong (giurista/scrittore che ha partecipato lo scorso anno) e Alessandro Vaccari hanno presentato il volume "Accadde a Pechino" curato dell'Istituto, è una raccolta bilingue di racconti inediti degli scrittori che hanno particapto al Primo convegno del 2009 dedicato al Noir e al Mistero.

Parlando del motivo di organizzare questo convegno letterario, il responsabile generale dell'evento Alessandro Vaccari ha osservato che la scelta del tema per il secondo convegno letterario italo cinese è stato un compito difficile, ma proprio dall'esperienza straordinaria della prima edizione con gli autori noir è uscito il tema "Letteratura e Viaggio".

Proprio così, letteratura e viaggio. Come ha detto Vaccari, Cina e Italia, fin dal Milione di Marco Polo, sono uniti nel viaggio e nella letteratura, e nel nostro piccolo vogliamo continuare a viaggiare insieme.

Sì! Penso che il significato di Viaggio è inteso nel senso più ampio del termine: viaggio interiore, viaggio nella storia, diario di viaggio, viaggio di una lingua che si sposta da un paese a un altro, Grandi escursioni, viaggio d'esperienza, viaggio di piacere e di conoscenza, viaggio come reportage.

Esatto! Cari amici, adesso vi presentiamo alcuni scrittori che hanno partecipato all'evento comprese le loro opere, l'ispirazione e le opinioni sulla creazione letteraria.

(Reg P1)

Avete ascoltato l'opinione di Lorenzo Pavolini sui rapporti tra le notizie e la creazione lettararia.

Adesso vi presentiamo il personaggio:

Nato a Roma nel 1964, Lorenzo Pavolini è redattore della rivista Nuovi argomenti e collabora con Radio 3 Rai, l'Associazione Apollo Undici che si occupa di cinema, musica e scrittura e il Teatro Palladium Università Roma Tre. Ha pubblicato racconti in antologie, su riviste, quotidiani e siti internet, cura e realizza documentari e radiodocumentari.

Ha esordito in letteratura nel 1997 con il romanzo "Senza rivoluzione" con il quale si è aggiudicato il Premio Grinzane Cavour Sezione Esordienti, seguito nel 2005 dal romanzo "Essere Pronto". Nel 2010 è uscito "Accanto alla tigre", un libro che si pone sulla linea di confine tra il romanzo autobiografico e la ricerca storica, e che ha vinto il Premio Internazionale Mondello oltre ad aggiudicarsi l'ingresso nella rosa dei cinque finalisti del Premio Strega.

Quanto al significato più importante di questa settimana della letteratura tenutasi in occasione dell'Anno della cultura cinese in Italia, egli ci ha detto:

(Reg P2)

Nella sua carriera di scrittore, Pavolini si è dedicato alla ricerca e scrittura di romanzi storici, scrivendo una serie di libri autobiografici, parlando dei fattori affini indispensabili per lo stile letterario, Pavolini ha apprezzato il libro di Eraldo Affinati, anche lui ospite del convegno, dicendo:

(Reg P3)

Giacomo, so che ti interessa molto la letteratura contemporanea italiana, come si classificano i romanzi contemporanei?

Giacomo: in Italia, come in tutti i paesi del mondo vengono pubblicati libri di ogni genere, ovviamente il livello è non è sempre alto e gli argomenti spesso lasciano a desiderare, tuttavia c'è molta scelta e ottimi scrittori che scrivono bellissimi libri di storia, letteratura, saggistica, arte ed altri generi, ma non dimentichiamoci che tra i giovani va molto il fantasy. Io credo che la cosa più importante è sensibilizzare le persone alla lettura fin da piccoli, in questo modo si stimola la fantasia senza essere bloccati da certe mode sociali.

Grazie della tua risposta, ho sentito dire che recentemente alcuni critici letterari hanno detto che attualmente non c'è bisogna di mantenere e classificare i generi letterari, cosa ne pensi Giacomo?

Giacomo: questo bisognerebbe chiederlo agli scrittori, sono loro che definiscono i generi con le loro esperienze, per esempio in un romanzo storico è possibile trovare elementi romantici e viceversa, nelle parole di questi critici ci sono delle verità, è lo scrittore, la sua vita, le proprie esperienze, le proprie idee che fanno il romanzo, quindi in teoria potrebbero non esistere i generi, secondo me se si vuole fare una classificazione si potrebbe solo dividere in letteratura buona e letteratura scadente, ma poi la scelta ricade solo ed esclusivamente sui lettori.

Grazie Giacomo. Per quanto riguarda la classificazione della letteratura contemporanea, in particolare di quella italiana, Lorenzo Pavolini ci ha detto:

(Reg P4)

Nel 2010 è uscito "Accanto alla tigre", il libro più importante di Pavolini che si pone sulla linea di confine tra il romanzo autobiografico e la ricerca storica. Nel libro si racconta la vita dell'autore, che narrando in prima persona inizia la storia: ad un bambino di cognome Pavolini, hanno raccontato che suo nonno paterno è morto come eroe di guerra, ma poi scopre che è stato segretario del partito fascista repubblicano ed uno dei più importanti collaboratori di Mussolini, ucciso ed esposto al pubblico a Milano insieme al corpo del Duce.

Amici ascoltatori, vi faremo conoscere due scrittori, un cinese e un italiano, che per professione sono giornalisti e fotografi.

Tang Shizeng

Tang Shizeng è un Giornalista e fotografo dell'Agenzia Xinhua. Membro dell'Associazione degli Scrittori e di quella dei Fotografi, e Colonnello onorario dell'esercito. È stato uno dei corrispondenti di guerra più famosi della Cina grazie ai suoi servizi sulla Guerra del Golfo e sul Medio-oriente. Ha fotografato Bush, Putin e la regina Elisabetta.

A partire dal 1990 ha pubblicato "Sono sopravvissuto alla Guerra del Golfo", "Nelle piramidi", "Ritorno a Bagdad", "Un contadino in America", "La mia Normandia" (per il Sessantenario della vittoria contro il fascismo), "Tang Shizeng e il suo viaggio in solitario".

L'opera più rappresentativa di Tang Shizeng si intitola La mia casa è a Shichahai, Giacomo, per favore ci fai un sunto di questo libro?

Certo! "La mia casa è a Shichahai" è una collezione di ritratti di oltre venti personaggi famosi che sono vissuti in questa splendida zona di Pechino, un crogiolo di diverse vite, personalità, esperienze e professioni. Dai mandarini imperiali, ai signori della guerra, dagli attori, ai mercanti che hanno scritto la storia di Pechino e della Cina durante l'ultimo secolo.

Tang Shizeng nei suoi viaggi ha sempre con se penna e macchina fotografica, ha visto molte guerre con i propri occhi e dai suoi vissuti con la macchina fotografica al collo esce il significato delle sue creazioni.
(Reg Tang)

"Se voglio andare in un posto, ma non posso fare le fotografie, io rinuncio, la Cina è un paese diverso dall'Italia e anche dagli altri paesi, soltanto negli ultimi 30 anni, la gente cinese ha cominciato a viaggiare nel mondo, nel 1993 sono andato negli Usa, dove mi sono reso conto che il livello più alto del viaggio è l'immigrazione, mentre quello più basso è andare e tornare, il mio livello è alquanto basso quindi sono tornato. Ma lì ho trovato un modo migliore di scrivere sfruttando la tecnologia, cioè inserisco una foto senza scrivere troppo, in questo modo lascio spazio all'immaginazione, questo è il mio modo di lavorare. La macchina può essere un filtro per certe parole, ma le immagini non si filtrano, dunque quello che faccio non è proprio letteratura, ecco perchè mi sto impegnando nello studio vero e proprio della letteratura."

Giovanni Porzio

Giovanni Porzio è nato a Milano nel 1951. Dopo la laurea in scienze politiche ha vissuto un anno in Algeria per imparare l'arabo, ma soprattutto per attraversare in autostop il deserto del Sahara inseguendo un'inesauribile e ancora indomita passione per i viaggi, in questo periodo ha cominciato a scrivere articoli per i principali quotidiani italiani e riviste specializzate in politica internazionale. Dal 1979 lavora con il settimanale Panorama, e da allora ha seguito i più importanti conflitti in Medio Oriente, Africa, Balcani, Caucaso, Asia e America Latina.

Durante la Guerra del golfo nel 1991 è stato uno dei primi giornalisti a entrare a Kuwait City: pochi giorni dopo è stato catturato insieme ad altri colleghi dalle truppe di Saddam Hussein a Bassora durante l'insurrezione sciita. Negli anni seguenti è stato in Somalia, Etiopia, Eritrea, Algeria, Cina, Indonesia, Sud Africa, Palestina, Bosnia, Kosovo, Cambogia, Colombia, Haiti, Cecenia. Nel 1997 è a Kinshasa dove assiste al crollo del regime di Mobutu. Nel 2001 in Afghanistan entra con i mujahiddin tajiki a Kabul il giorno della fuga dei talebani. Nel 2003 è a Baghdad durante i bombardamenti, la fine di Saddam e l'invasione americana. Nel 2006 è nel sud del Libano sotto l'attacco israeliano.

Nel corso del convegno a Tianjin Giovanni Porzio ha accettato la nostra intervista, parlando dell'equilibrio tra le sue due professioni, ovvero il giornalista e lo scrittore, i reportage e la letteratura, egli ha osservato:

(Reg Porzio)

Giacomo, ho notato che nel viaggio di Tianjin hai parlato un bel po' con Giovanni Porzio, quale è il tuo parere sugli inviati di guerra?

Giacomo: Gli inviati di guerra sono personaggi molto affascinanti, non ti nego che farei questo mestiere da subito, a me piace molto l'avventura e riportare fatti reali. Queste persone sono degli eroi che come armi hanno solo la penna e la macchina fotografica, sono quelle persone che scrivono realmente la storia e permettono a tutto il mondo di sapere cosa succede in conflitto lontano, sono quelle persone che ci ricordano che spesso in altre terre c'è molto dolore, i loro racconti sono l'emblema della pace.

Cari amici, ora vi presenteremo una bella scrittrice impegnata proprio nella letteratura di viaggio. La signora Sandra Petrignani

Sandra Petrignani è nata a Piacenza e vive tra la campagna umbra e Roma, dove è scrittrice e giornalista culturale. Dopo un esordio poetico e nella scrittura di una commedia, ha collaborato con i quotidiani Il Messaggero e L'Unità e con le riviste Diario, Liberal, Giudizio Universale. Molte delle interviste di questo periodo sono confluite poi nei volumi "Le signore della scrittura" del 1984 e "Fantasia & Fantastico" uscito nel 1986.

Lo stile letterario di Sandra Petrignani e splendido ed è molto ispirato, adesso amici ascoltatori, ascoltiamo insieme uno estratto del suo ultimo romanzo, "l'Ultima India".

Quando si torna da un viaggio in India e la gente ti chiede come è andata, senti che la domanda è carica di aspettative. Non è la stessa distratta gentilezza con cui ci si informa: be', ti sei divertito a Edimburgo? O: com'è la Cina? È invece sempre come se volessero sapere: insomma l'hai trovato l'Assoluto, l'Uno-Senza-Secondo, quella cosa il cui centro è ovunque e la circonferenza da nessuna parte? Almeno questo, sì, l'ho trovato, nel senso che posso rispondere all'indovinello. Il centro si sposta con noi, siamo noi quel centro.

Quando mi viene paura di volare, penso che è una paura sciocca, perché siamo sempre e comunque in volo nell'universo. Siamo su un'enorme pietra rotolante sospesa nel vuoto. "Perché la terra non cade? Perché è in posizione simmetrica rispetto a ciò che la circonda. Non v'è ragion sufficiente perché cada". Chiunque l'abbia sostenuto non mi convince. Per quel che ne so, stiamo sempre precipitando. E, questo l'ha detto Marco Aurelio, i casi sono due: o ci sono gli dei, qualcuno in alto che si prende cura di noi, e allora tutto va per il meglio. Oppure non ci sono e allora, facciamo del nostro meglio.

Adesso vi presentiamo l'ultimo scrittore del programma di oggi, Gian Antonio Stella, che presta molta attenzione alla società attuale, sia italiana, sia cinese. Le sue opere sono sempre piene di umanità. Adesso entreriamo nel suo mondo letterario.

Nato ad Asolo (Treviso) nel 1953, è giornalista, saggista e scrittore. E' editorialista per il Corriere della Sera, al quale collabora anche come inviato e per il quale scrive sia di cronaca e costume che di politica ed economia. Ha vinto il Premio È Giornalismo, il Premio Barzini 2001, il Premio Ischia Carta Stampata 1997 e il Premio Saint Vincent per la saggistica.

Ha esordito nella narrativa con "Il maestro magro", cui sono seguiti il racconto "La bambina, il pugile, il canguro" (2007) e "Carmine Pascià (che nacque buttero e morì beduino)" nel 2008.

Si dice che Stella nelle sue opere riesce a far parlare quei personaggi che di solito sono taciturni perchè non possono parlare. Sul suo stile creativo ci ha detto:

(Reg Stella 1)

Quest'anno riccorre l'Anno della cultura cinese in Italia, per quanto riguarda il significato del secondo convegno letterario italo-cinese e i suoi contributi negli scambi culturali, in particolare quelli letterari tra le due parti, Stella ha detto:

(Reg Stella 2)

Quanto alla sintesi del convegno letterario, il responsabile generale Alessandro Vaccari ha osservato che non potendo dare delle regole certe che permettono di stabilire i generi in confini rigorosamente fissati, la definizione di "letteratura di viaggio" è di regola associata a opere il cui sviluppo corrisponde a un percorso intrapreso, a un divenire del cammino, al raggiungimento di una meta, all'avventura, a un'esplorazione, alla scoperta. Ma il nostro vuole essere anche un viaggio alla scoperta della nostra lingua, dei nostri romanzi, grazie all'incontro con gli scrittori cinesi e le loro esperienze.

Nel corso degli incontri tutti i partecipanti hanno cercato di analizzare i temi che qui noi abbiamo solo accennato, secondo la loro opinione, il viaggio significa transazione, uno scambio osmotico tra individui di ciò che è più prezioso: emozioni, storie, parole, esperienze e sensazioni.

Esatto! Come ci ha detto Alessandro Vaccari: ripercorriamo le orme di Ulisse e di Dante, non tanto per i chilometri fatti, quanto per "l'ardore/ ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto,/ e de li vizi umani e del valore".

Cari amici, nel corso del Convegno aperto al pubblico, è stato anche proiettato il film "Giallo a Milano", dell'autore Sergio Basso presente in sala

L'Istituto di Cultura di Pechino, che provvede alla traduzione di brani dei libri italiani e cinesi e delle biografie degli scrittori, dedica al Convegno il numero di ottobre della rivista bilingue Ciao (dal 1 ottobre sul sito dell'Istituto www.iicpechino.esteri.it )

Inoltre, Secondo quanto riportato, L'Istituto come "Atti del Convegno", ha chiesto a tutti i partecipanti di scrivere un breve racconto ambientato in Cina, i lavori saranno pubblicati bilingue nel 2011. In seguito alcuni di questi scrittori terranno conferenze a Xian, Shanghai, Nanchino, Chongqing e Canton.

Giacomo: Amici ascoltatori, se volete avere altre informazioni sul Secondo Convegno letterario italo-cinese,vi invitiamo a visitare il nostro sito internet, italian.cri.cn.

Come i versi della grande poetessa Emily Dickinson:

Non c'è Vascello che eguagli un Libro

Per portarci in Terre lontane

Né Corsieri che eguaglino una Pagina

Di scalpitante Poesia

È un Viaggio che anche il più povero può fare

Senza paura di Pedaggio

Tanto frugale è il Carro

Che porta l'Anima dell'Uomo.

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