John Woo: Spero di poter diventare un ponte
  2010-09-27 16:10:01  cri
Amici ascoltatori,benvenuti al Settimanale della Cultura. Oggi in studio c'è la nostra collega Serena per parlare sull'Anno della Cultura Cinese e di un celebre regista cinese che ha appena vinto il Leone d'oro alla Carriera a Venezia.

Il protagonista del nostro programma di oggi è il celebre regista cinese di Hong Kong, John Woo. Andiamo a conoscere insieme il suo mondo cinematografico.

Il 3 settembre scorso, durante il Festival del Cinema di Venezia 2010, John Woo ha vinto il Leone d'oro alla carriera. Come icona assoluta del cinema d'azione, ha avuto grande successo sia a Hong Kong che a Hollywood. Serena tu hai visto qualche film di John Woo, vero? Quali sono le tue impressioni generali sui suoi film?

Serena: Secondo il mio punto di vista, i film di John Woo sono una trasposizione magistrale delle esperienze vissute dal regista negli anni di Hong Kong e in quelli di Hollywood. Nei suoi lavori troviamo di tutto, dal kung-fu alla filosofia, dalle esplosioni spettacolari all'eterno dilemma tra il bene e il male. Quello che però mi ha colpito particolarmente è il dualismo dei suoi personaggi. John Woo non si accontenta di raccontare dei film in cui il bene e il male sono due cose distintemi essendo intriso della logica del TAO è ben consapevole che il male porta con sé il bene e viceversa, le due cose non sono scindibili. Così quando un eroe, nei suoi film, uccide il suo antagonista necessariamente uccide una parte di sé, cosa estremamente chiara in Face-Off quando in una della scene finali il protagonista, dopo aver ucciso il "cattivo", si trova in un'ambulanza accanto ad un cadavere con le sue fattezze.

Prima di commentare i suoi film, introduciamo brevemente la sua biografia:

John Woo è nato nel 1948 nella provincia del Guangdong e a cinque anni si trasferì con i genitori a Hong Kong. Trascorse l'infanzia in estrema povertà, poiché suo padre morì di tubercolosi e la sua famiglia finì per vivere in una baraccopoli. Grazie però all'aiuto della chiesa luterana locale, John Woo riuscì a finire gli studi. L'adolescenza di John Woo era quindi piena di violenza e di fede, che sono diventate il perno dei suoi film. Il regista da ragazzo infatti si rifugiava spesso in chiesa oppure al cinema per sfuggire al cattivo ambiente di vita. Il background di John Woo è influenzato quindi sia dal Cristianesimo che dalla cavalleria tradizionale cinese. Non a caso, una delle scene più famose di un suo film, The Killer, è quella di un assassino in una chiesa.

Serena: Leggendo la biografia del regista si può capire come egli decida di trasportare sullo schermo la sua percezione della vita, cosciente che esiste un lato oscuro negli uomini e nelle società.

Ora ascoltiamo il regista raccontarci la storia della sua famiglia e della sua ardua d'infanzia.

"In quel periodo mio padre non poteva lavorare perchè malato di tubercolosi, quindi mia madre si assunse la responsabilità di prendersi cura dell'intera famiglia, facendo molti lavori. Però mia madre ama molto i film, pur guadagnando poco, riusciva a comprare dei biglietti del cinema ed andavamo insieme a vedere i film. Sin dal primo film che guardò, iniziò ad amare il cinema. Quando le dissi che volevo lavorare nel cinema non era spaventata, ma mi appoggiò dicendo che potevo fare qualunque cosa purchè io la ritenessi giusta."

Nel 1971 John Woo iniziò a lavorare nella casa di produzione Shaw Brothers di Hong Kong come aiuto regista e assistente del famoso regista Zhang Che, molto importante per i film epico-cavallereschi cinesi di allora. Da Zhang Che, John Woo ha imparato come girare le scene d'azione e esprimere i propri sentimenti attraverso la pellicola.

I 40 anni di carriera di John Woo possono essere divisi in quattro fasi. Nella prima fase, negli anni '70, ha studiato cinema e ricercato la propria via artistica; nella seconda fase, negli anni '80, ha girato i suoi capolavori come The Killer e A Better Tomorrow, e ha creato la sua estetica della violenza; nella terza fase, ha lavorato con impegno a Hollywood, ottendo fama internazionale; nella quarta fase, simboleggiata dal film Red Cliff, John Woo è ritornato nell'entroterra cinese, cercando di esprimere gli elementi cinesi con tecniche occidentali.

Parlando dell'inizio della sua carriera cinematografica, in un documentario John Woo si è così espresso:

John Woo: "Quando mi sono reso conto di amare i film e l'arte, ho persistito fermamente in questa via e finora non ho mai fatto rinunce. Il film The Killer può essere considerato una sintesi della mia carriera cinematografica, in cui ho iniettato le mie idee sull'amicizia, l'amore, la famiglia e la responsabilità dell'uomo, nonché la dignità e le caratteristiche inflessibili di essere un cinese, volendo mostrare agli spettatori come un uomo si alza dopo esser caduto, fermamente conscio del proprio valore... Spero che gli altri non definiscano i miei film semplicemente come film d'azione: nella mia carriera, i primi 10 anni sono una fase di commedia; dal film The Killer, penso di essere entrato in una fase romantica."

Adesso amici ascoltatori per conoscere le caratteristiche dei film di John Woo parliamo insieme dei suoi tre capolavori.

Il primo film è The Killer del 1989: Serena, dato che tu hai visto questo film, ce lo presenti?

Serena: si tratta del film in cui John Woo ha espresso al meglio la sua tipica estetica della violenza. Racconta la storia di John Chow, un sicario di professione, che deve compiere il suo ultimo omicidio per riuscire a pagare le spese di un'operazione che ridarà la vista ad una cantante, Jenny, che lui durante un agguato ha accidentalmente ferito agli occhi. Chow è intanto ricercato dall'ispettore Li che, seguendo le sue tracce, ne ricostruisce il profilo, finendo quasi per ammirarlo ed instaurando poi con lui una strana amicizia. L'amicizia è proprio uno dei perni della trama di questo film, che in generale è molto semplice, ma che John Woo rende molto più profonda con le sue tecniche registiche e la voglia di raccontare ciò che più gli sta a cuore.

Esatto! In questo film, infatti, le tecniche registiche di John Woo sono mature, e possiamo capire bene il suo stile e i suoi valori. Ad esempio in uno spezzone del film, il sicario John Chow entra in un ristorante e spara ai mafiosi di un'altra banda: il regista mostra l'assassino che spara velocemente, mentre i colpiti cadono a la terra a rallentatore. Quando John Woo gira questo tipo di scene, preferisce usare parecchie telecamere, per catturare ogni dettaglio dell'azione. In particolare la morte, il momento più alto della violenza, viene ripreso dalla telecamera che presenta un forte contrasto visivo tra la velocità dell'assassino e il processo della morte, creando una scena impressionante.

Serena: Le scene cosiddette violente sono forse le più conosciute dii John Woo, che nonostante questo si dice contro ogni genere di violenza nella vita reale. Cresciuto nei bassifondi di HK, infatti, John Woo ha assistito a troppa violenza sin da bambino, che nel suo immaginario si oppone invece ad un mondo di virtù.

Negli anni '90 del secolo scorso, John Woo ha iniziato a lavorare a Hollywood. Di seguito andiamo insieme a conoscere le caratteristiche dei personaggi dei film di John Woo, attraverso uno dei suoi film hollywoodiani, Face off.

Prima degli anni '80, gli americani non conoscevano i film di Hong Kong, ma solo quelli d'azione di Bruce Lee. Con l'avvento dell'ondata cinematografica di Hong Kong, rappresentata da Xu Ke e John Woo, nuovi film con caratteristiche regionali sono entrati nel mercato americano e mondiale. Questi film hanno mescolato molti elementi hollywoodiani alla propria tradizione, il cui successo ha fatto sì che Hollywood presti sempre maggiore attenzione a questa misteriosa città orientale. All'inizio degli anni '90, tra i film di Hollywood, in particolare quelli d'azione, i film di Hong Kong sono diventati sempre influenti, e un gran numero di registi di Hong Kong è entrato nel mercato americano, fra cui appunto John Woo.

Amici ascoltatori, Vediamo cosa pensa John Woo del suo viaggio e la sua vita ad Hollywood:

John Woo: "Ho già registrato film ad Hong Kong per 20 anni, pensavo di dover studiare delle cose nuove. Sono grato di essere invitato a registrare ad Hollywood, là posso testimoniare che le mie tecniche e parole cinematografiche possono essere mondiali. So di essere il primo regista cinese invitato a Hollywood, dunque spero di poter diventare un ponte che porti lo spirito culturale cinese a Hollywood e registrare più film in stile cinese con i migliori mezzi a disposizione, così da far conoscere meglio agli occidentali la Cina."

Dopo l'esperienza a basso costo di Senza Tregua e quella di Broken Arrow, nel 1997 John Woo ha girato Face Off, Due facce di un assassino, per cui ha finalmente avuto disposizione un bilancio consistente e una discreta libertà creativa.

Face Off si basa su un'idea particolarmente interessante e un po' incredibile, vero Serena?

Serena: Si, tutti possiamo immaginare cosa succederebbe se un famoso terrorista ed un altrettanto famoso detective assumessero l'uno le sembianze dell'altro In questo film John Woo ha dato sfogo alla propria creatività, allontanandosi dal clichè hollywoodiano del binomio poliziotto/killer di Hollywood. Come dicevo prima, c'è in questo film la filosofia taoista dell'unione tra i due opposti, il Bene e il Male, che si combattono ma sono imprescindibili.

Grazie Serena, Di seguito riassumiamo brevemente la trama:

Castor Troy, interpretato da Nicolas Cage, è un pericoloso terrorista internazionale, che ha innescato una bomba batteriologica a Los Angeles. L'agente della squadra antiterrorismo Sean Archer, interpretato da John Travolta, cattura il criminale che, anni prima, aveva ucciso suo figlio. Tuttavia, Castor Troy entra in coma dopo il faccia a faccia con Archer che, per scoprire dove si trova la bomba, deve farsi trapiantare la faccia di Troy attraverso una sofisticata operazione di chirurgia plastica. Ma intanto Troy si risveglia dal coma e costringe il chirurgo ad impiantargli la faccia dell'agente. Inizia così per il vero Archer una feroce lotta contro il tempo per trovare la bomba e salvare l'ignara famiglia che ora è minacciata dal suo falso alter ego.

Serena, a tuo parere, qual è la colonna portante del film?

Serena: La colonna portante del film è il tema del "doppio", cui lo spettatore è portato a chiedersi quale, tra Travolta e Cage, sia portato meglio a impersonare il poliziotto e il killer. Il film risulta così capace di prescindere dal solito dualismo bene-male, che in questo caso vengono a fondersi in modo che sia difficile distinguere l'uno dall'altro.

Zhangshuo: Esatto! Il mescolarsi dei ruoli porta quindi una certa suspense durante tutta la durata della pellicola. Anche se le facce sono cambiate, i due si dovranno comunque calare in ruoli che mai avrebbero sognato di dover interpretare. Come si comporterebbe un terrorista pluriomicida in un ufficio del FBI? Ed un serissimo agente in mezzo a galeotti, o costretto a combattere contro i suoi stessi colleghi? Serena, quali sono le figure o le scene che ti hanno più impressionata?

Serena: Ce ne sono diverse, comunque senza dubbio la scena del trapianto del volto, futuristica e atroce. Poi quella famosissima in cui Troy/Archer e Archer/Troy si affrontano circondati da specchi, a simboleggiare il doppio di cui parlavamo prima.

Parlando di action movie, nelle scene d'azione John Woo è maestro incontrastato, la cattura di terroristi e l'inseguimento in motoscafo sembra inverosimile, ma la bravura indiscussa del regista e la miriade di telecamere di cui si serve per le scene d'azione rendono credibile qualunque cosa.

Infatti, negli ultimi anni John Woo ha raffinato la sua tecnica, diventando uno dei pochi a saper unire alla violenza estrema ad esasperata dei suoi film un'originalissima carica poetica e romantica.

Durante la scena nella cappella si vedono volare alcune colombe bianche e Nicolas Cage impugna due pistole, chiara citazione del film The killer sempre di John Woo, Serena, secondo te cosa simboleggiano le colombe bianche che appaiono frequentemente nei film del regista.

Serena: la colomba nell'iconografia cristiana è lo Spirito Santo, simbolo di pace e di purezza. Dalla biografia del regista sappiamo che lui è profondamente religioso, quindi credo che le colombe siano nei suoi film un omaggio a quella chiesa che tanto lo ha aiutato nella sua infanzia, in contrapposizione alla violenza.

Il film finisce col ritorno a casa di Sean Archer (nelle proprie sembianze) insieme al figlio di Castor, che viene adottato dalla sua famiglia. In realtà, John Woo ha sfruttato il carisma di due esperti dei film d'azione, Nicolas Cage e John Travolta, tappezzando l'intero film con effetti speciali, concludendo con un finale spettacolare e inaugurando il nuovo genere azione/sparatutto degli anni novanta.

Nel 2005, John Woo, regista di fama internazionale a Hollywood, è ritornato in Cina, cercando di interpretare gli elementi cinesi con le tecniche occidentali. Da allora fino ad oggi, egli ha girato una serie di film con profonde ed indimenticabili caratteristiche cinesi, fra cui quello più rappresentativo è "Red Cliff", in italiano intitolato La battaglia dei tre regni, che si basa su "Il romanzo dei tre regni" di Luo Guanzhong, incentrato sugli eventi della battaglia di Chibi, avvenuti sul finire della dinastia Han e subito antecedenti al periodo conosciuto come dei Tre Regni nell'antica Cina.

Al di fuori dell'Asia, il film è uscito nel 2009 in una versione lunga circa 2 ore e mezzo. Con un badget stimato di 80 milioni di dollari, La battaglia dei tre regni è stato il più costoso film asiatico a quella data.

Per quale motivo John Woo è tornato nell'entroterra cinese registrando Red Cliff, in un'intervista esclusiva John Woo ha così osservato:

John Woo: "Sono tanti i motivi per cui sono ritornato nell'entroterra a registrare Red Cliff: in primo luogo, mi interessano molto i temi legati ai Tre Regni, ho sognato di registrarli per decine di anni; d'altra parte, ho lavorato per molto tempo ad Hollywood, dove sono stato trattato molto bene ed ho fatto molte esperienze utili. Tuttavia ritengo che non sia sufficiente la conoscenza della società occidentale per la nostra cultura e per il nostro spirito, molti conoscono la Cina soltanto con i film d'azione e quelli di divertimento. Desidero poter mostrare loro tramite la mia creazione un Paese potente e modesto"

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