A Lai: affinché i lettori capiscano l'espressione degli occhi dei tibetani
  2010-04-30 15:25:14  cri
Agli occhi di molti, i monti innevati, l'altopiano e il Buddismo tibetano, questi termini ricchi di colori mistici, costituiscono i tipici simboli della cultura tibetana. Tramite la sua esperienza di più di trent'anni nelle zone tibetane, lo scrittore di etnia tibetana A Lai ha creato una serie di storie straordinarie, pure e colme di magia.

A Lai è nato nel villaggio di Matang, nel distretto di Ma'erkang, una zona tibetana del nord-ovest del Sichuan. Il suo sangue tibetano deriva dalla madre, il padre è di etnia Hui. A Ma'erkang, che fa parte dell'altopiano Sichuan-Tibet, i tibetani vivono da generazioni una vita semi-pastorizia e semi-agricola. Come tutti gli altri bambini di montagna, da piccolo A Lai ha fatto pascolare buoi e pecore a piedi nudi sui pendii erbosi. L'ampiezza e la tranquillità dell'altopiano innevato gli hanno procurato delle particolari sensazioni, e un'intimità congenita con la natura.

Egli afferma che allora, visto che era solo, parlava con tutti gli alberi e i fili d'erba:

"Da piccolo me ne stavo da solo sui monti, e a parte i familiari, forse in 4-5 giorni non incontravo nessuno, il che significa che se non parlavo con le pecore, le rocce, l' erba e gli uccelli sugli alberi, sarei diventato muto. Tuttavia poco per volta ho trovato che il mondo della natura è animato, trasmette informazioni, e ha addirittura dei sentimenti."

A Lai è cresciuto in questo villaggio remoto circondato da una terra primitiva, sotto l'influenza del clan patriarcale e della natura, la cui cultura misteriosa e leggende infinite gli hanno procurato una continua ispirazione creativa.

"Un giorno sedevo davanti alla finestra, guardando la distesa di betulle bianche su un pendio vicino e ascoltando il canto del cuculo proveniente dal villaggio. Ho aperto il computer. Molti dettagli accumulati nel corso della mia attenzione alla storia locale hanno improvvisamente acquisito una forma indistinta, ma viva e piena di contenuto. Poi la prima frase di 'Chenai luoding' è comparsa sullo schermo..... è stato un flusso naturale."

A Lai ritiene che la più raccomandabile delle sue opere sia "Chenai luoding":

"'Chenai luoding' è ancora la mia opera più raccomandabile, perchè forse è un'ottima sintesi della storia moderna dell'etnia tibetana."

"Chenai luoding" descrive una tribù tibetana sotto il sistema dei signorotti locali, dal punto di vista del figlio "scemo" di uno di loro, presentando sotto tutti gli aspetti i cambiamenti storici nell'epoca moderna dell'etnia tibetana. Nel 2000 l'opera ha ottenuto il massimo riconoscimento cinese per il romanzo, il "Premio letterario Mao Dun". Finora A Lai è l'unico vincitore di etnia tibetana, e l'opera è già stata tradotta in 16 lingue e distribuita in tutto il mondo.

Da tempo A Lai intende presentare i cambiamenti storici del Tibet dell' ultimo secolo tramite la narrazione di storia, leggende, momenti di vita, e gioie e dolori dei tibetani. Nelle sue opere, sia nei signorotti locali Kangba che nei cantastorie e in altri personaggi pieni di vita, si possono vedere la generosità e l'ardore dei tibetani, e la loro dolcezza e calore nella vita quotidiana.

Ciò nonostante, A Lai non ritiene che le sue opere possano rappresentare tutto dell' etnia tibetana. Egli osserva: le esigenze spirituali e materiali dei singoli differiscono enormemente, quindi non posso rappresentare gli altri, tuttavia voglio impegnarmi affinché con le mie opere tutti possano avvicinarsi al Tibet e capire l'espressione degli occhi dei tibetani.

"Spero che in ogni mio libro i lettori arrivino a capire l'espressione degli occhi, la cultura e l'etnia stessa, e che alla fine, quando chiuderò gli occhi, tutti i miei scritti accumulati abbiamo questo effetto, o dimostrino l' impegno da cui sono nati."

A Lai ha una ricca esperienza di vita, visto che ha fatto il contadino, l'operaio alle opere idriche, e l'autista di trattori, quindi sa usare questi complessi macchinari. Dopo il ripristino degli esami nazionali di ammissione all'università, è entrato all'Università di Magistero e dopo la laurea ha insegnato in campagna. Nel 1997, come molti altri giovani che hanno dei sogni, ha lasciato le praterie di Aba dove era vissuto per 30 anni, per Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan, facendo il redattore alla rivista "Mondo della fantascienza". In un decennio, ne è diventato redattore capo e poi direttore, trasformandola in una delle riviste di fantascienza di maggiore tiratura a livello mondiale.

A Lai si definisce sensibile e fiducioso, quindi nel processo di creazione trasferisce involontariamente le sue caratteristiche ai personaggi dei romanzi. Il signorino scemo di "Chenai luoding", Daser di "Monte vuoto" che ama da morire i libri, Jinmei di "Re Gesar"..... vivono tranquillamente in un ambiente poetico, sinceri, calmi, generosi, audaci e responsabili. A Lai osserva:

"A volte trasferisco involontariamente le mie caratteristiche ai personaggi dei romanzi, come il signorino scemo e il segretario di 'Chenai luoding': il primo rappresenta un certo mio modo di conoscere e atteggiamento verso il mondo; quanto al secondo, ho voluto che ogni sua espressione avesse un significato di integrità e responsabilità. E da Jinmei emergono altre mie caratteristiche."

Sin dagli anni '80, quando ha iniziato la sua creazione letteraria, A Lai ha pubblicato la raccolta di poesie "Il fiume Somo", e i romanzi "Chenai luoding", "Il monte vuoto" e "Re Gesar". Rispetto agli scrittori della sua età, non ha scritto molte opere, ma sono tutte dei capolavori.

Quanto alle conseguenze della letteratura, A Lai ritiene che abbia infinitamente ampliato la sua vita, con delle esperienze diverse da quelle della gente comune.

"Tramite la letteratura, miro soprattutto a cercare delle possibilità di sentimento e di vita. Spesso penso che posso solo vivere qualche decina d'anni, e che la scrittura ha efficacemente ampliato questi anni; nello spazio fisico potrei vivere come la gente comune, senza scrivere, tuttavia scrivendo ho un' esperienza diversa, ho un mio paese spirituale."

Anche se ora ricopre l'incarico di presidente dell'Associazione degli scrittori della provincia del Sichuan, per la maggior parte del tempo A Lai continua a visitare le zone tibetane a lui familiari alla guida della sua auto, ritornando spesso al paese natale a far visita ai parenti e compaesani tibetani che vivono laggiù e a vedere i cambiamenti delle zone tibetane. Nel frattempo, continua a scrivere e a raccontare le storie dei tibetani nei vari cambiamenti epocali.

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