Xi Murong: Poetessa dell'etnia mongola di Taiwan
  2009-11-11 17:34:57  cri

Amici ascoltatori, nell'odierno programma "Personaggio culturale contemporaneo cinese", vi presenteremo la poetessa dell'etnia mongola di Taiwan, Xi Murong. Negli anni 80' e 90' del secolo scorso, Xi Murong era molto famosa nelle due sponde dello stretto di Taiwan, le sue opere poetiche, fresche e controllate, hanno esercitato la propria influenza su tutta una generazione. Nonostante sia nata in una famiglia tradizionale dell'etnia mongola, è cresciuta a Taiwan, distante migliaia di chilometri dalla prateria. Negli ultimi dieci anni e più, si è impegnata completamente nell'indagine della cultura nomade del suo luogo natio e nell'alleviare la nostalgia per il suo paese natale, la Mongolia interna. Recentemente Xi Murong ha pubblicato 2 opere in prosa, "Ricerca della terra dei sogni" e "Lezioni di lingua mongola", esprimendo i suoi sentimenti per l'etnia mongola. Vi presenteremo di seguito questa poetessa dell'etnia mongola di Taiwan.

La poesia che avete ascoltato è "Un albero fiorito", scritta da Xi Murong. Alla fine degli anni 80' del secolo scorso, i giovani esprimevano i propri sentimenti verso la persona amata leggendo ad alta voce i versi del poema: "Come fare per incontrarci, nei miei momenti più belli, qui, ho pregato Buddha ormai per 500 anni, pregandolo di unirci per un po'".

Il redattore della Casa editrice di Cultura e Arte di Shanghai, Chen Xianfa, che ha edito e pubblicato più volte le opere di Xi Murong, ha dichiarato:

"Le sue opere possiedono un commovente sfondo spirituale, nei suoi libri si possono trovare le cose che le sono mancate, ossia gli elementi dei giovani, quali la gioventù, la sincerità, i sentimenti, la vita ed i bei momenti. Questi alleviano i rimorsi, sollecitando l'empatia nel nostro cuore. La vita della gente è impetuosa, utilitaristica ed affaccendata, tutti vogliono trovare la propria casa spirituale, ed i versi di Xi Murong mostrano a pieno la sua insistenza nel percorso di ricerca di una casa spirituale, per far sì che anche le persone la trovino."

Le opere scritte da Xi Murong nel secolo scorso non soltanto esaltano l'amore, ma esprimono la nostalgia per il paese natale ed i familiari. Un manuale di scuola media del continente cinese ha pubblicato "Nostalgia", di Xi Murong: "Dopo essere partita, la nostalgia è un albero senza i cerchi del fusto, che non invecchia mai". Proprio questa nostalgia, il bilancio e la riflessione sulla propria vita e la curiosità per il paese natale nel quale vivono i genitori, hanno fatto sì che Xi Murong abbia riversato nei 20 anni successivi i propri sentimenti sulla Mongolia interna, una terra della Cina settentrionale dotata di vaste praterie e deserti.

I genitori di Xi Murong discendono da nobili dell'etnia mongola; Xi Murong è nata a Chongqing nel 1943, nel corso della guerra, e da piccola si è spostata con i genitori tra Nanjing, Shanghai e Hong Kong, e negli anni 50' si è stabilita a Taiwan.

Xi Murong ha affermato che, poiché i suoi genitori e sua nonna sono di etnia mongola, sebbene non sia nata in Mongolia interna, prima dei 5 anni parlava solamente mongolo; successivamente l'ambiente linguistico e sociale è mutato, ed ha pensato molto poco all'influenza nei suoi confronti della cultura dell'etnia mongola, fino al suo ritorno presso il paese natale nel 1989, per andare a trovare i parenti. In quel periodo, Xi Murong aveva già 46 anni, ed in rappresentanza di sua madre, già scomparsa, e di suo padre, a quel tempo in Germania, è ritornata nella prateria per esaudire un suo desiderio. Questa volta il suo volto era bagnato di lacrime, non potendo trascurare ancora il suo attaccamento verso le praterie.

"Sono giunta nel paese natale di mio padre nell'ultima decade d'agosto del 1989. Non ci credevo: era un posto nel quale non mi ero mai recata, eppure mi sembrava di esserci stata. Passando per Zhangjiakou sono giunta a Zhangbei, dove ho iniziato a salire sui rilievi più alti della prateria; dopo averli scalati passo passo, ho visto la prateria frastagliata, non potevo parlare, mi sembrava di esserci già stata, di trovarmi in un sogno."

Poggiati i piedi per la prima volta sulla terra del paese natale, Xi Murong ha espresso ciò che ha sentito e visto con frasi e foto, componendo "La mia casa sull'altopiano", volendo esprimere nel modo più completo la bellezza e la prosperità della terra dei sogni. Ha chiamato la Mongolia interna "il paese d'origine", la Terra Santa nel suo cuore. Inoltre, i temi delle sue opere si sono trasformati da poesie d'amore commoventi a racconti della fisionomia e della cultura dell'altopiano selvaggio. Come scritto nella poesia "Piego il mio amore", "il mio amore piegato è tortuoso come il lungo fiume nella prateria.

Al momento, Xi Murong si reca in Mongolia interna svariate volte all'anno, trascorrendo molto tempo nella prateria, nel bosco e nel deserto, scrivendo articoli, diari e scattando fotografie. Xi Murong, che ha studiato la pittura ad olio, dipinge il paesaggio della prateria con numerose tinte, tuttavia ritiene che di non riuscirci, perché non vi è ancora abbastanza vicina, non padroneggia ancora in maniera sufficiente la cultura della prateria. Camminare ed annotare sono i suoi principali compiti.

"Perché sono venuta in Mongolia interna? A camminare. Continuo a camminare nella prateria, nel bosco e nel deserto. Prima, scrivevo sempre un diario, riempiendo interi quaderni. In seguito, a volte mi sentivo stanchissima, mi sdraiavo sul letto ed utilizzavo un registratore per annotare le mie impressioni sulle cose fatte durante il giorno, e poi le ascoltavo in macchina mentre guidavo. Ero semplicemente stanca da morire."

Tuttavia, Xi Murong si è immersa nella gioia della scoperta delle proprie radici, ritenendo che "niente è più difficile da dimenticare della gioia di camminare nell'infinita prateria d'estate". Quasi ogni volta che si è recata in Mongolia interna, ha pianto. Le cose più impercettibili possono suscitare il flusso dei suoi pensieri. Xi Murong ha scritto nelle sue opere che una volta si è recata insieme con tante persone presso i resti di un'antica città, discutendo sulle modalità di attirare un maggior numero di turisti. Salendo in macchina, si è sentita a disagio. Solamente quando un anziano ha versato del liquore per terra, inginocchiandosi per rendere omaggio agli antenati, si è resa conto perché vergogna e rimorso dimorano nel cuore. Un gruppo di persone di etnia mongola è sceso dalla macchina, senza essersi messo d'accordo, inginocchiandosi assieme sulla terra degli antenati.

Xi Murong ha un nome mongolo: Mulun, che in lingua mongola significa grande fiume; Xi Murong ha affermato, scherzando, di voler sempre scrivere Da Chuan nell'apporre la propria firma, nome più succinto e franco. Semplicemente, forse, questo è il suo vero carattere. Recentemente Xi Murong ha pubblicato nel continente "Ricerca della terra dei sogni" e "Lezioni di lingua mongola"; ha osservato:

"Se "Ricerca della terra dei sogni" è stato scritto per alleviare la mia nostalgia, "Lezioni di lingua mongola" è un corso non ancora finito, sto ancora domandando e studiando, e ho voglia di parlare di tale percorso. Dietro di me c'è la cultura di un'intera etnia che debbo conoscere, ma che tuttavia per me è completamente nuova. In tale percorso, ho trovato molti amici difficili da descrivere, sia gli studiosi che i pastori possono darti qualcosa. Qui ho trovato un mondo del tutto nuovo, ciò che mi rende felice è che questo è il mondo nel quale avrei dovuto vivere in passato."

Quest'anno, Xi Murong si recherà ancora una volta, la quarta, ad Alashan, ed ha affermato che ci sono ancora delle questioni che non ha chiarito: vuole vedere i dipinti su roccia nel deserto, ritenendo che siano semplicemente bellissimi.

Xi Murong ha anche un rimpianto, non poter discutere con suo padre, ricercatore di lingua mongola, sulla questione dell'identità tra la cultura dell'etnia mongola vista e sentita da se stessa e quella conosciuta dalla generazione del padre. Suo padre è già scomparso, e questo dispiacere rimarrà sempre nel suo cuore, potendola solamente incitare a continuare ad andare avanti.

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