Xie Qianyun: mezzo secolo di vita per la fotografia
  2009-09-03 09:34:47  cri

Chiacchierando col sessantaquattrenne Xie Qianyun, la nostra impressione maggiore è stata costituita dalla sua voce alta. Ha affermato che si tratta di un'abitudine dovuta alla professione, creata per lasciare ai clienti una sensazione cordiale di uno spirito pieno da parte del fotografo. Ha lavorato per 47 anni presso il più famoso studio fotografico di Beijing e di tutta la Cina, Studio Fotografico Cinese; un amore profondo per il mestiere durato quasi mezzo secolo. Oggi andiamo a conoscerlo.

E' nato in una comune famiglia di Beijing, ha sette tra fratelli e sorelle. Per alleviare quanto prima il suo peso sulla famiglia, poco dopo la scuola media, è stato mandato presso lo Studio Fotografico Cinese come apprendista; era il 25 settembre 1962.

Il primo lavoro ufficiale era il ritoccaggio delle foto, incarico che necessita di pazienza e meticolosità. Il maestro ha visto che lavorava bene ed amava molto la fotografia, e l'ha quindi assegnato nel gruppo per il taglio dei negativi; una volta terminato questo lavoro, poteva recarsi nello studio per imparare il mestiere. Xie Qianyun ricorda che ha cominciato in tal modo il suo apprendistato nel settore.

"Una volta sentito l'ordine del maestro, dopo lavoro non ci andavo più. Facevo straordinari, finendo anche quello del giorno dopo, così da poter entrare la mattina seguente nello studio fotografico. In quel periodo personalità famose vi si recavano spesso; pensavo che così il maestro mostrasse sicuramente la sua abilità unica. Restavo nascosto in un angolo, su una piccola sedia, per vedere dove metteva la luce il maestro, su quale mattone, la sedia e come faceva sedere il cliente. Dopo aver scattato, lui e gli altri presenti andavano via, e di sera non c'era più nessuno; accendevo la luce, imitandolo sulla base di quanto ricordavo."

Dopo un certo periodo, il maestro si accorse che Xie Qianyun studiava con impegno e gli lasciò delle pellicole per esercizio. Finalmente un giorno, le opere di Xie poterono essere mostrate ai clienti.

"Una volta ho scattato una fotografia per un poliziotto. La guardò e mi disse: "E' una bella foto", e la prese per farne una di 24 pollici. In quel periodo, la vetrina dello Studio Fotografico Cinese era una veduta di Wangfujing, una strada commerciale principale di Beijing. Una volta cambiata la foto, molte persone si fermavano a vederla. Fu dopo essere stata colorata che venne posta in vetrina."

Nel 1966, in Cina c'è stata la "Grande rivoluzione culturale", dieci anni di disordini interni. In uno studio non si potevano scattare foto romantiche. Il maestro di Xie, signor Yao Jingcai, aveva eseguito per il premier cinese Zhou Enlai delle opere, ma non riusciva ad evitare le persecuzioni; continuava tuttavia ad insegnare ancora di nascosto le tecniche.

Alla fine del 1978, in Cina sono state applicate la riforma e l'apertura. Nel piccolo studio, Xie Qianyun osservava sui clienti i radicali cambiamenti sociali.

"I cambiamenti erano enormi. In passato i nostri vestiti erano blu, bianchi e grigi e le donne non riuscivano ad abbellirsi. Oggi, se guardiamo i giovani, si vestono molto bene. In passato, cosa portavano sulle dita le persone? Per il matrimonio, si era già molto fortunati se si aveva un anello; ma adesso, c'è tutto, braccialetti, collane, orecchini, cavigliere. In passato, si scattavano cinque foto per le nozze, adesso centinaia. La sposa si trucca anche molto bene."

Secondo il maestro Xie, in passato si avevano necessità legate solamente alla vita o al lavoro; ci si recava nello studio per scattare foto, ora solamente per ricercare la bellezza. Nel frattempo, i progressi tecnici e delle attrezzature hanno apportato cambiamenti nei metodi di lavoro dello studio.

Nel 1999, ha guidato un gruppo di giovani fuori dallo studio fotografico, ritraendo quartieri, grandi organismi ed aziende, addirittura nelle zone periferiche vicino a Beijing. La loro tecnica perfetta ed i servizi sono stati cordialmente accolti dai clienti, mentre lo Studio Fotografico Cinese, che aveva difficoltà di gestione, è rinato.

Negli ultimi anni, in Cina molte persone hanno aperto il proprio studio; alcuni volevano invitare il maestro Xie con alti stipendi, ma ha rifiutato, perché la sua tecnica è stata formata dallo Studio Fotografico Cinese e vorrebbe dedicargli tutta la sua vita.

Oggi, si può dire che abbia reso dei grandi servizi ed ottenuto uno straordinario successo; è l'unico lavoratore modello nazionale e tecnico di massimo livello in tutto il settore. Non si contano i politici, artisti, star sportive ed esponenti della società che ha ritratto, e le sue opere hanno ottenuto molti premi prestigiosi. Preferisce lo si chiami "Maestro Xie", un titolo abbastanza comune ed ordinario. Ascoltiamo ora come ha spiegato la professione di "fotografo":

"Sia gli anziani che i giovani amano la bellezza. Devi avere una visione di tutta la persona, poter fare in breve tempo una foto perfetta, secondo la sua professione e i diversi scopi di essa. Il fotografo è un artista ed un regista. Ignorando i propri dolori, confusioni e malcontenti, appena entrato nello studio, diventa regista. Ci si deve immergere completamente nell'opera da scattare. Costituisce un test, dove vedi la visione ed il livello di chi la scatta. La visione deve essere un pennello: devi dipingere l'aspetto più bello di tale persona."

Per rispondere bene a tutte queste prove, il maestro Xie continua ad osservare costantemente la vita, studiando le opere dei suoi colleghi, assorbendo l'ispirazione dalla composizione ed utilizzando nella propria creazione luce e colori dal palcoscenico, cinema, televisione e riviste illustrate e non. Si tratta della malattia professionale di un fotografo, perché si può osservare tutto da vicino tramite l'obiettivo.

Il maestro Xie non è molto in salute, ma appena presa la macchina, si dimostra molto vivace e dimentica tutto. Senza la passione non si riesce a scattare buone foto. Mantenerla è dovuto alla profonda amicizia tra lui ed i clienti.

"Quando lavoravo a Zhuozhou mi ammalai; il giorno dopo, un'anziana stava sulla porta dello studio, cercandomi. Le hanno spiegato che non faceva più foto e lei ha detto: "Non lo cerco per questo, sono qui per curarlo". Molte persone mi hanno donato la frutta, dei calendari ed altre cose: mi sembra che il popolo ed io siamo una grande famiglia."

Secondo il maestro Xie, attraverso la fotografia, ha stretto una profonda amicizia con i clienti; camminando per Beijing, incontra spesso persone che lo ricordano. C'è un medico, dai cento giorni dalla nascita fino alle nozze, si faceva scattare una foto ogni sei mesi; ora porta anche suo figlio a fare delle foto.

I media cinesi hanno redatto molti reportage su di lui, ma preferisce che lo si chiami "Maestro fotografo che ama il popolo". Operando per innumerevoli personaggi famosi, ha affermato di stare sempre insieme alle masse popolari, perché si tratta della ricchezza più preziosa lasciatagli dal maestro Yao Jingcai.

"Il maestro non mi ha mai elogiato, neanche faccia a faccia. Mi ha insegnato con il proprio comportamento invece che con le parole. Ad esempio, quando scattava foto di tutto il corpo, se vedeva polvere sulle scarpe di pelle, tirava subito un fazzoletto dalla tasca per pulirla. Un gesto molto semplice, ma non è facile farlo per tutti. Il maestro ha fatto così; guardavo e ricordavo. Tempo dopo, incontrandolo, gli ho chiesto: "Maestro, le ho fatto perdere la faccia?' Mi ha risposto: "No". Mi basta tale frase per sentirmi soddisfatto".

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