Mei Lanfang
  2009-07-22 17:09:18  cri

All'inizio del 20° secolo, in tale data, che significò la fine dell'ordine dinastico durato secoli e insieme la fondazione della prima repubblica cinese, iniziò. inevitabilmente la crisi dell'opera di Pechino, contestata dalle .nuove generazioni urbane e dai gruppi .progressisti come teatro confuciano e feudale, espressione delle vecchie classi, forma d'arte ormai superata e lontana dai problemi e dalla realtà .del presente.

Fu in questo periodo e in questo clima che emerse la figura di Mei Lanfang (1884-1961), figlio d'arte ed esperto in ruoli dan.

Maestro-attore di grande prestigio, cercò in vari modi di affrontare la crisi nella quale si dibatteva il vecchio teatro apportandovi innovazioni e aggiornamenti, ed ebbe in questo collaboratori di primo piano.

Produsse opere nuove su temi di attualità e alcune in abiti moderni, che furono criticate ma ebbero anche successo, ripropose talune vecchie opere con nuovi aggiornamenti di danza e recitazione, moderò la voce del ruolo dan, caratterizzata dall'uso del falsetto, quindi da registri alti che rendevano i toni troppo acuti, ritoccò parte del trucco – ad esempio spostò in avanti i riccioli posticci per rendere più ovale il volto -, introdusse nell'orchestra un secondo violino per arricchire l'effetto sonoro complessivo.

Fu anche il primo attore cinese a compiere tournées all'estero (naturalmente il repertorio era di tipo tradizionale) e quindi a far conoscere a livello internazionale l'opera di Pechino.

Nel 1919 era in Giappone, nel 1930 negli Stati Uniti, nel 1935 nell'Unione Sovietica. In ciascuno di questi paesi tenne spettacoli e conferenze, incontrando e discutendo con personaggi del mondo della cultura e del teatro.

Fu a Mosca che Bertolt Brecht lo vide e rimase colpito dalla sua recitazione: ciò che più lo interessò (e ne scrisse anche) fu l'effetto di straniamento che caratterizzava l'attore cinese.

Riguardo a questo, proprio Mei Lanfang nella sua autobiografia cita dei versi che gli vennero insegnati quando era ancora bambino e che riflettono l'essenza di un attore cinese: "Coloro che ti guardano non devono vedere il tuo Io, /e tu stesso non devi pensare a questo Io quando sei sulla scena. /Guarda la parte, qualunque sia il ruolo che devi recitare, /chiunque reciti un personaggio deve essere quel personaggio".

Con la fondazione della Repubblica popolare cinese nel 1949, la sua compagnia passò sotto la gestione dello stato e a lui fu riservato un trattamento d'onore e di alta considerazione; nel 1952 al primo Festival dell'opera tradizionale cinese fu premiato per la sua attività artistica e in seguito ricoprì diverse cariche nell'amministrazione della cultura e dell'educazione.

Fu anche eletto membro del Congresso nazionale del popolo della Cina.

Morì nel 1961 in una Cina mutata rispetto a quella nella quale era nato, con gran rimpianto da parte dei suoi allievi, soprattutto delle donne, cui aveva insegnato a recitare in quei ruoli femminili dell'opera di Pechino che erano stati tradizionalmente riservati agli uomini.

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