Il 14 settembre, ora locale, nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo in corso a Strasburgo è stata discussa in modo prioritario la crisi del debito dell'Eurozona. Di fronte al continuo deterioramento della crisi, i 736 membri del Parlamento europeo hanno invitato i paesi membri a far perno sugli interessi generali dell'Ue e a ricorrere a tutti i metodi per risolverla. Nel suo intervento dello stesso giorno alla sessione plenaria, il presidente della Commissione europea, Barroso, ha affermato che l'Ue emetterà degli Eurobond, così da salvare l'euro e l'Europa.
Il discorso di Barroso presenta due punti principali: primo, le difficoltà che l'Eurozona ha di fronte e la gravità e l'urgenza della crisi del debito; secondo, gli urgenti compiti di fronte ai paesi dell'Ue. Barroso ha definito la soluzione della crisi del debito "una guerra crudele", affermando che la crisi del debito è la sfida più severa affrontata dall'attuale generazione di europei, e che la guerra alla crisi del debito è una guerra che riguarda il futuro politico ed economico dell'Europa, la posizione dell'Europa nel mondo intero, e l'integrazione europea. Quindi i paesi membri colpiti devono attuare strettamente i piani di austerità, e quelli non colpiti devono nutrire un alto senso di responsabilità, offrendo una mano amica per salvare gli interessi dell'intera Europa. Circa la risposta alla crisi del debito, Barroso ha affermato che la prima cosa a cui i paesi dell'Ue devono mettere mano è applicare le "sei misure" approvate all'unanimità dai capi di stato dei vari paesi al vertice dell'Eurozona del 21 luglio, fra cui l'allargamento della dimensione del meccanismo temporaneo di salvataggio, l'acquisto di bond dei paesi in difficoltà tramite il suddetto meccanismo, la riduzione dei tassi d'interesse dei crediti di salvataggio, l'allungamento della scadenza del saldo, ecc. Ha invitato i parlamenti dei paesi dell'Eurozona a ratificare prima della fine del mese le "sei misure", in modo che vengano attuate al più presto. Barroso ha anche annunciato che la Commissione europea sta redigendo una mozione sull'emissione di Eurobond, che avanzerà rapidamente ai vari paesi per la discussione e approvazione. Il motivo principale per cui Barroso ha avanzato l'emissione di Eurobond è che nell' anno e mezzo dallo scoppio della crisi del debito, le varie misure adottate dall'Ue e dai suoi paesi membri non sono state efficaci, la crisi del debito continua ad ampliarsi, e le voci di bancarotta della Grecia e di dissoluzione dell'euro si fanno sempre più forti.
La cosiddetta emissione di Eurobond dell'Eurozona ha come garanzia il completo patrimonio dei 17 paesi dell'Eurozona, i cui contribuenti si fanno congiuntamente carico del costo del salvataggio. L'idea è stata inizialmente avanzata alla fine dell'anno scorso dal presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Per offrire crediti di salvataggio ai paesi colpiti dalla crisi del debito, l'Eurozona ha stabilito un "meccanismo temporaneo di salvataggio" da 440 miliardi di euro. Se si trattasse solo del salvataggio di piccoli paesi come Grecia, Portogallo e Irlanda, il meccanismo potrebbe continuare. Tuttavia, in caso di crisi del debito in Italia e in altri importanti paesi dell'Eurozona, la somma sarebbe del tutto insufficiente, per cui l'emissione di Eurobond dell'Eurozona pare l'unica soluzione.
Una volta avanzata, l'idea degli Eurobond ha subito incontrato l'energica opposizione di Germania, Olanda, ecc., che ritengono che le negative conseguenze della crisi del debito di alcuni paesi non debbano essere assunte dai contribuenti dei paesi privi di crisi. Con il continuo peggioramento della crisi del debito, in particolare il sempre più grave problema del debito dell'Italia, il piano di emissione di Eurobond è ritornato all'ordine del giorno. Molti ritengono che forse gli Eurobond siano l'ultima pedina per risolvere la crisi. Tuttavia, finora, Germania e Francia si dimostrano ancora contrarie. Secondo il cancelliere Angela Merkel, ora le possibilità di emissione di Eurobond sono scarse, si tratta di un processo graduale, irrealizzabile nell'arco di poco tempo. Anche la parte francese afferma che il consenso ora raggiunto dai vari paesi interessa la riduzione del deficit e il consolidamento delle finanze. Olli Rehn, commissario agli affari economici e monetari dell'Ue, osserva che misure come l'emissione di Eurobond possono sicuramente danneggiare la sovranità finanziaria dei paesi membri, per cui, effettuando la manovra, occorre rafforzare la supervisione finanziaria nei loro confronti. Secondo gli analisti europei, è difficile che la mozione di emissione di Eurobond avanzata da Barroso venga accettata dai vari paesi. Tuttavia, una volta abortita, potrebbe indurre i sospetti del mercato sulla capacità e la volontà dei paesi dell'Ue di risolvere la crisi del debito, con degli effetti del tutto opposti.