La lettera pubblica di Chen Guangbiao, un imprenditore cinese, nella quale dichiara che dopo la morte donerà tutti i suoi capitali, ha suscitato un forte interesse in tutta la Cina. In un'intervista, Chen Guangbiao ha rivelato che già oltre 100 imprenditori cinesi hanno risposto al suo appello di "donazione totale" attraverso lettere, telefonate e fax.
Chen Guangbiao ha espresso il proprio rispetto per questi imprenditori, che non si aspettano di essere nominati dai media. Egli ha riferito che si tratta di imprenditori attivi principalmente nel settore immobiliare e dell'industria chimica, i cui capitali oscillano tra le centinaia, le migliaia o le centinaia di migliaia di RMB. Chen Guangbiao ha riportato con emozione che questi imprenditori ritengono che la propria ricchezza derivi dalle politiche di riforma e apertura dello Stato, dal buon ambiente legislativo e dagli impegni degli operai, e per questo intendono contraccambiare la società.
Chen Guangbiao, presidente della Jiangsu Huangpu Renewable Resources Company, porta avanti concetti come la "beneficenza senza distinzione di nazionalità, razza o religione": è uno dei ricchi cinesi che si dedicano alla beneficenza. Fino ad ora, Chen Guangbiao e la sua impresa hanno donato in totale alla società cinese un miliardo e 340 milioni di RMB.
Secondo quanto appreso, il fondatore della Microsoft Bill Gates e il "dio del mercato azionario" Warren Buffett visiteranno la Cina alla fine di settembre e inviteranno 50 ricchi cinesi a partecipare ad una cena di beneficenza. Chen Guangbiao ha scritto loro una lettera aperta, nella quale ha comunicato la sua promessa di donare tutto quello che ha.
Tuttavia, secondo quanto appreso dai media, ci sono anche molti ricchi cinesi che hanno opinioni discordanti su questo metodo di elargizioni. Secondo quanto appreso dal "Quotidiano dello stretto di Taiwan", Zong Qinghou il "primo ricco cinese", presidente del Gruppo Wahaha, ritiene che se gli imprenditori investono quanto guadagnato, possono contribuire ad aumentate le opportunità di occupazione, che a loro volta possono aumentare il reddito finanziario del paese e della società. Al contrario, una volta donati, i capitali perderanno il proprio "vigore". Zong Qinghou sostiene che continuare a produrre ricchezza sarà la vera e propria beneficenza per la società. Nel corso della cerimonia di chiusura della Conferenza 2010 degli Operatori di Rete, Ma Yun, il creatore, presidente e direttore generale del Gruppo Alibaba, ha pronunciato un discorso, durante il quale ha affermato che è difficile fare beneficenza, perché non si sa chi sia in grado di amministrare correttamente i fondi donati. Secondo Ma Yun bisogna non solo cercare opportunità nella società, ma soprattutto risolverne i problemi.
In merito, molti ritengono che la beneficenza in Cina sia appena agli inizi, quindi tutti gli anelli del coordinamento non sono ancora stati perfezionati. Come dichiarato in un'intervista al China Newsweek da Feng Jun, direttore generale di Aigo, "la situazione degli imprenditori non è così semplice e spero proprio che a causa dei ringraziamenti che ho espresso nel mio mini-blog gli altri non subiscano pressioni inappropriate."
Wang Zhenyao, presidente dell'istituto di ricerca sulla Jet Lee One Foundation dell'Università Normale di Beijing ed ex direttore del dipartimento per la promozione dell'impresa del benessere sociale e della beneficenza, ritiene che l'attuale ambiente dell'opinione pubblica non sia in grado di tollerare gli errori di coloro che fanno beneficenza e combattono l'entusiasmo dei ricchi, e che questo atteggiamento deve cambiare. Wang Zhenyao ha indicato che lo sviluppo del concetto di beneficenza moderna in Cina è ancora arretrato, dal momento che mancano la specializzazione, l'organizzazione e i gruppi professionali, quindi è inevitabile commettere errori durante il processo e pertanto è necessario continuare a promuovere il concetto di specializzazione nella beneficenza.
Il segretario generale della Narada Foundation, Xu Yongguang, ha affermato che la prima responsabilità dei cinesi ricchi non deve riflettersi nella quantità di donazioni, ma nel mantenimento degli obblighi sociali delle imprese. La donazione in beneficenza è un tipo di dovere dettato invece dalla volontà personale.