Il 4 ottobre a Tianjian si è aperto il quarto round di negoziati internazionali dell'ONU sui cambiamenti climatici: si tratta dell'ultima riunione dei 194 firmatari prima della conferenza di Cancun e, per la prima volta, questo tipo di negoziati promossi dall'Onu sono stati ospitati in Cina. Le parti presenti ai negoziati hanno affermato che la conferenza aperta a Tianjin non si assume solo la responsabilità di far tornare i negoziati sul clima su binari migliori, ma costituisce anche un'occasione per i vari Paesi per cercare per l'ultima volta un consenso ampio in modo aperto e trasparente, prima della conferenza di Cancun.
Non essendo stato raggiunto un accordo legale vincolante durante la conferenza di Copenhagen alla fine del 2009, i rappresentanti hanno riposto molte speranze nella conferenza di Cancun prevista per la fine del 2010, e la conferenza di Tianjin, che si svolgerà dal 4 al 9 ottobre, costituisce l'ultima tappa prima dell'appuntamento di Cancun. Tuttavia, attualmente persistono molte divergenze tra i vari Paesi; in occasione dell'inaugurazione, Christiana Figueres, Alto funzionario dei negoziati dell'ONU sul clima e Segretario esecutivo della convenzione, si è appellata ai rappresentanti affinché i vari Paesi cerchino di trovare il consenso nei punti comuni, lasciando da parte le divergenze per promuovere concretamente il processo dei negoziati.
"Gli sforzi del passato e degli ultimi dieci mesi, assieme ai risultati della prossima conferenza di Cancun, getteranno le basi per raggiungere una nuova convenzione. Solo chi getterà buone basi, costruirà un palazzo."
I negoziati si sono svolti per oltre 20 anni, ed in questo lungo periodo si sono raggiunti dei risultati come, tra gli altri, la Convenzione quadro dell'ONU sui cambiamenti climatici, il Protocollo di Kyoto, la Road map di Bali. Tuttavia, dopo la conferenza di Copenhagen, i vari Paesi hanno manifestato numerosi sospetti sull'efficacia della conferenza dell'ONU sul clima, ed i negoziati si stanno svolgendo molto lentamente. In particolare, i Paesi sviluppati hanno mantenuto da sempre un'opinione: le consultazioni multilaterali si sono svolte lentamente e con scarsa efficacia, occorre riportare la discussione su piccola scala. Riguardo a queste affermazioni, nella conferenza stampa tenutasi il pomeriggio dello stesso giorno, il vice direttore della Commissione statale per lo sviluppo e la riforma cinese, Xie Zhenhua, ha commentato:
"Per quanto riguarda l'opinione della Cina, prima di tutto, dobbiamo procedere a negoziati legittimi nell'ambito della convenzione, ma non dobbiamo escludere le consultazioni su piccola scala; speriamo che ad ogni round dei negoziati possano sorgere una ad una tutte le divergenze, così che in seguito, prima dei negoziati, si possano tenere le consultazioni ministeriali dei vari Paesi per scambiarsi le rispettive opinioni e raggiungere consensi rispetto alle suddette divergenze, promuovendo il processo dei negoziati."
Considerando che la conferenza di Tianjin ha il compito di promuovere i lavori procedurali, l'ONU non l'ha autorizzata a produrre una risoluzione. Per questo motivo, nella conferenza di Tianjin non saranno risolte le divergenze maggiori, operazione rimandata alla Conferenza ministeriale di Cancun. Nonostante ciò, le varie parti presenti hanno auspicato il raggiungimento di alcuni consensi durante questi sei giorni di discussione.
L'organizzazione del round dei negoziati di Tianjin dimostra la sincerità e lo spirito positivo di cooperazione della Cina nel promuovere i negoziati sul clima. Tuttavia, esistono divergenze considerevoli sulla diminuzione delle emissioni, sui fondi e sulle tecnologie da trasferire dai Paesi sviluppati ai Paesi in via di sviluppo. Rispetto a come risolvere le divergenze per gettare basi solide per la conferenza di Cancun, il Consigliere di stato cinese Dai Bingguo, durante la conferenza, ha avanzato tre proposte:
"Primo, si deve persistere nell'applicazione della Convenzione quadro di base dell'Onu, del protocollo di Kyoto e della Road-map di Bali e, sulla base della conferenza di Copenhagen, promuoverne la sostenibile e completa efficacia. Secondo, si deve persistere nel principio di responsabilità comune ma diversa, in modo da fissare le quote di emissione di gas serra per i Paesi sviluppati, definire un programma per fornire ai Paesi in via di sviluppo un sostegno di fondi sufficienti e trasfriemento delle tecnologie per aiutarli ad applicare le misure per affrontare attivamente il cambiamento climatico. Terzo, si deve persistere nel principio di sviluppo sostenibile e prendere in considerazione lo sviluppo economico, l'eliminazione della povertà e la tutela climatica, in modo da realizzare il mutuo vantaggio dello sviluppo e delle misure per affrontare i cambiamenti climatici, garantendo la realizzazione dei diritti di sviluppo dei Paesi in via di sviluppo. "