L'8 gennaio a Beijing, l'Istituto di ricerca sociologica dell'Accademia cinese di scienze sociali ha pubblicato un rapporto di ricerca, dal quale emerge che lo scoglio maggiore allo sviluppo della Cina è rappresentato dallo squilibrio tra crescita economica e sociale. Il governo dovrebbe innalzare il livello di offerta di beni pubblici a beneficio di tutti, aumentare gli investimenti a favore delle cause sociali, come l'istruzione, la sanità, la scienza e tecnologia, la tutela ambientale e la cultura, salvaguardando, infine, i diversi interessi tra città, campagne, regioni e ceti sociali.
Il rapporto intitolato "Struttura della società cinese contemporanea" indica che la struttura sociale del paese è arretrata di circa 15 anni rispetto allo sviluppo economico. Per quanto riguarda la struttura delle industrie, l'economia cinese si trova nella fase centrale dell'industrializzazione, ma gli indici di sviluppo dell'occupazione, dei consumi e della struttura urbana mostrano che la società cinese si trova ancora nella fase iniziale dell'industrializzazione.
Lu Xueyi, studioso dell'Istituto di ricerca sociologica dell'Accademia di scienze sociali, ritiene che attualmente le risorse sociali e le opportunità della Cina nei vari campi e tra i vari individui sociali siano distribuite irrazionalmente. Un esempio è rappresentato dal divario dello sviluppo tra città e campagne, dall'allargamento del distacco dei salari, dalla necessità dello sviluppo della causa sociale pubblica: la radice di tutti questi problemi è proprio lo squilibrio tra lo sviluppo economico e sociale.
"Nella fase intermedia dell'industrializzazione, all'interno della struttura sociale la percentuale della manodopera del settore primario dovrebbe essere inferiore al 20%, tuttavia attualmente è del 40%. La percentuale dell'urbanizzazione dovrebbe corrispondere a più del 60%, mentre al momento è solo del 45,7%. Il ceto medio dovrebbe occupare il 40%, mentre attualmente rappresenta soltanto il 23% della società. Di conseguenza, tra queste due strutture di base esistono differenze strutturali e, se non si applica il riassetto e la riforma del sistema sociale, molti problemi pubblici non potranno essere ridotti, né essere risolti radicalmente."
Si legge nel rapporto che il governo non solo deve riorganizzare il quadro della distribuzione degli introiti nazionali e aumentare gli investimenti a favore delle cause sociali, come l'istruzione e la sanità, ma dovrà soprattutto promuovere la riforma del sistema amministrativo sociale, accelerando l'eliminazione delle barriere legate al titolo famigliare, all'occupazione e alla previdenza sociale.
Il sociologo Lu Xueyi ritiene che attualmente la Cina si trovi in un periodo critico per il riassetto della struttura sociale. Nel processo di urbanizzazione, la graduale eliminazione del livello sociale e delle differenze salariali tra i membri della comunità rappresenta il perno del miglioramento della struttura sociale. Egli ha cancellato in molte città cinesi la pratica del permesso di soggiorno per i cittadini esterni con una valutazione attiva.
"E' necessario promuovere l'urbanizzazione in modo stabile e positivo, aprire gradualmente i registri anagrafici delle città medie e piccole, risolvere per gradi la questione dei titoli famigliari di 200 milioni di cittadini e, soltanto risolvendo i loro problemi di lavoro, sarà possibile trainare la domanda interna. In questo periodo, dopo la trasformazione in molte città cinesi del permesso di soggiorno in permesso di residenza, la popolazione in transito potrà godere di molti servizi della previdenza sociale, come l'istruzione e l'acquisto di case."
Il rapporto informa che a partire dal 2000, l'economia cinese ha visto una crescita rapida e stabile, con l'accelerazione della promozione dell'industrializzazione, dell'urbanizzazione, del mercato e delle multinazionali, cambiando nuovamente la struttura dei ceti sociali, tra cui l'elevamento del ceto medio e l'ulteriore diminuzione della percentuale rappresentata dai ceti medio e basso della società. Il rapporto osserva, inoltre, che la Cina dovrà cercare di portare entro dieci anni il tasso di urbanizzazione oltre il 55%, modificando la struttura di città e campagne.
Il sociologico dell'Università Qinghua, Sun Liping, ha osservato che in tale processo, bisogna prestare attenzione al coordinamento degli interessi dei ceti sociali, rafforzando il sistema della previdenza sociale.
"Primo, occorre ampliare la dimensione del ceto alto e medio; in secondo luogo, bisogna migliorare l'ambiente della vita della società ai livelli più bassi; terzo, è necessario proteggere e allargare i canali della mobilità sociale; infine, bisognerà realizzare un rapporto di mutua residenza tra ceti sociali diversi."