La Cina continua la ristrutturazione economica per mantenere le promesse sulla risposta ai cambiamenti climatici
  2009-12-30 13:38:55  cri

Recentemente il governo cinese ha annunciato che entro il 2020 il Paese realizzerà una riduzione del 40-45% delle emissioni di andride carbonica per unità di Pil rispetto al 2005, facendone un indice vincolante del piano a medio-lungo termine dell'economia nazionale e dello sviluppo sociale. Per la Cina, che si trova in una fase intermedia di industrializzazione, la proposta di chiari traguardi quantitativi in occasione del vertice Onu sui cambiamenti climatici di Copenhagen rappresenta sia una sfida che un'opportunità. In molte sedi i funzionari cinesi hanno affermato che per mantenere le sue promesse, la Cina continuerà a promuovere attivamente la regolazione della sua struttura economica e settoriale

Negli ultimi anni, l'industria ha sempre mantenuto una percentuale di circa il 40% nel volume economico totale della Cina. Nei primi 9 mesi del 2009, gli investimenti nel settore hanno superato i 5500 miliardi di RMB, il 27% in più rispetto allo stesso periodo del 2008. Trainando la crescita economica, l'industria è anche la principale fonte di emissioni di carbonio del Paese.

Per realizzare lo sviluppo sostenibile, il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni nell'ambito dell'industria, la Cina sta attuando l' eliminazione della produttività arretrata, una misura che interessa i settori ad alto consumo ed emissioni dell'acciaio, del cemento e del vetro. Xiong Biling, funzionario della Commissione statale per lo sviluppo e la riforma, ha affermato che la Cina continuerà ad attuare con severità l' esame, approvazione ed amministrazione, contenendo l'ottuso ampliamento di questi settori.

"Abbiamo dei rigorosi regolamenti nell'ambito dell'accesso al mercato e della supervisione ambientale, fra cui la fornitura e l'utilizzo dei terreni secondo le leggi e i regolamenti, l'applicazione di politiche finanziarie di garanzia e controllo e di severe procedure di esame, approvazione e amministrazione dei progetti, nel frattempo ampliamo ulteriormente la fusione e l'accorpamento delle aziende, creando il sistema di pubblicazione delle informazioni, attuando il sistema di perseguimento delle responsabilità e approfondendo la riforma del sistema."

Oltre a contenere l'ampliamento della produttività di alcuni settori ad alto consumo ed emissioni, la Cina sta anche promuovendo il riciclaggio energetico nelle sue imprese industriali. Poco tempo fa, è entrato in funzione il gruppo di generatori della Compagnia dell'industria chimica Shuangshi di Zhangjiagang, nella provincia del Jiangsu. Il vice direttore generale della compagnia Yuan Yafei ha detto ai giornalisti che diversamente dagli altri progetti, questo gruppo di generatori non consuma alcuna risorsa energetica esterna, ma dipende al 100% dal recupero e riutilizzo dei gas di scarico prodotti dalla fabbrica.

"Recuperiamo il calore ad alta, media e bassa temperatura dei gas di scarico solforosi, in grado di produrre 50 mila kW all' ora. Solo su questa base, prevediamo di ricavare in un anno 250 milioni di RMB."

La Cina ha già messo mano al cambiamento della sua struttura energetica fortemente dipendente dalla fornitura di carbone, trasformandola gradualmente in una struttura ecologica a basso tenore di carbone. Le risorse energetiche non fossili, eoliche e solari, occupano circa il 10% del consumo nazionale di energia non rinnovabile. Secondo il programma di sviluppo delle nuove energie in corso di elaborazione, il governo cinese ha in piano di investire 3000 miliardi di RMB per sostenere il settore delle nuove energie, in modo che nel 2020 la percentuale di utilizzo di energie non fossili nel consumo nazionale di energia non rinnovabile raggiunga il 15%.

Di pari passo col processo di globalizzazione, il settore dei servizi a basso consumo energetico e ad alto valore aggiunto sta diventando la nuova forza motrice della crescita economica cinese. Attualmente, il settore occupa circa il 40% del volume economico totale del Paese, con un evidente divario rispetto al livello dei Paesi sviluppati, superiore in generale al 70%. Poco tempo fa il ministro del Commercio cinese Chen Deming ha affermato che la Cina spera di introdurre le esperienze e le tecnologie avanzate internazionali per promuovere lo sviluppo del proprio settore dei servizi.

"La Cina introdurrà investitori strategici nei settori dei trasporti, della finanza, delle assicurazioni, dell'igiene e sanità, della progettazione, ricerca e sviluppo e del marketing, per accelerare il riaccorpamento del settore dei servizi, incoraggiando la partecipazione degli investimenti esteri allo sviluppo del software, all'outsourcing transnazionale e ai servizi logistici, ed introducendo tecnologie e metodi di amministrazione e gestione avanzati per promuoverne la modernizzazione e innalzarne complessivamente la posizione nella rete di produzione e nella catena del valore globale."

Tuttavia, non sarà affatto facile per la Cina realizzare le promesse appena fatte, visto che, come Paese in via di sviluppo, ha di fronte le difficoltà dell'enorme popolazione, del basso livello di sviluppo economico, ecc. Per realizzare una rapida e stabile crescita economica, garantire l'occupazione interna ed innalzare il tenore della vita della popolazione, deve consumare una sicura quantità di risorse energetiche, mentre anche la quantità di emissioni cresce. Nel corso del recente 12° incontro fra i leader cinesi e dell'Ue, anche il premier cinese Wen Jiabao ha ammesso con franchezza l'enorme difficoltà di mantenere le promesse, ribadendo però nel frattempo che la posizione e la determinazione del governo cinese circa l'importanza dei cambiamenti climatici non possono cambiare, e che le promesse della Cina verranno mantenute.

"Il nostro piano è passato attraverso delle complete discussioni, ed è scientifico e realistico. Le promesse che abbiamo fatto spontaneamente sono serie e coscienziose, ma per realizzarle occorre fare degli enormi sforzi, il che è un grande contributo dato al mondo dalla Cina per la risposta ai cambiamenti climatici. Manterremo le nostre promesse con azioni concrete, la parte cinese percorrerà inflessibilmente la strada dello sviluppo sostenibile."

Il governo cinese ha già deciso di creare dei punti pilota di sperimentazione dell'economia a basso tenore di carbone, sperimentare il sistema di valutazione delle emissioni di carbonio, rafforzare le ricerche e lo sviluppo della tecnologia delle risorse energetiche pulite, promuovere l'industrializzazione delle tecnologie relative ed accelerare la creazione di sistemi industriale, edilizio e dei trasporti caratterizzati da basse emissioni di carbonio. Modelli di produzione e di consumo a risparmio energetico e amici dell'ambiente saranno la meta centrale, ed anche la strada obbligata per la Cina per la realizzazione dello sviluppo sostenibile.

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