Cina: poco ottimismo per il settore dei circuiti integrati
  2009-08-05 16:59:04  cri

Durante il 10° Piano quinquennale, il settore nazionale dei circuiti integrati ha visto un rapido ampliamento, con l'ampia comparsa di "chip cinesi". Tuttavia dal rapporto di ricerca emesso giorni fa dal Centro di ricerche sulla promozione dello sviluppo attraverso la scienza e tecnologia del Ministero della Scienza e Tecnologia emerge che l'attuale stato della proprietà intellettuale del settore dei circuiti integrati non è ancora ottimistico, visto che rispetto ai paesi d'avanguardia, il gap di livello tecnologico in tale settore non solo non si è ridotto, ma presenta addirittura una tendenza all'aumento.

Dal 2000 al 2004 il tasso di aumento annuale della produzione e del fatturato dei circuiti integrati ha superato il 30%, piazzandosi al primo posto nel mondo, e rendendo la Cina il terzo paese del mondo consumatore di chips dopo USA e Giappone.

L'ampliamento del settore ha portato all'innalzamento del livello tecnologico della produzione. Tuttavia dopo le analisi, esperti come Yang Qiquan, ricercatore del Centro di ricerche sulla promozione dello sviluppo attraverso la scienza e tecnologia, ritengono che l'importazione di tecnologia non equivalga affatto all'innalzamento della capacità di innovazione autonoma. Sebbene la ricerca nei circuiti integrati abbia ottenuto risultati in alcuni settori, il livello tecnologico dei brevetti è ancora inferiore rispetto ai paesi d'avanguardia, ed il gap presenta una tendenza all' aumento.

Dal rapporto sulla "Distribuzione della tecnologia dei brevetti e la tendenza della competitività dei circuiti integrati" emerge che dall'applicazione delle Legge sui brevetti nel 1985 alla fine del 2003, nel settore dei circuiti integrati sono state in tutto presentate 15.969 richieste di brevetti di invenzioni, 11.345 delle quali di provenienza straniera, pari al 71% del totale. Fra i 4.624 brevetti avanzati dai cinesi, quelli dell'entroterra sono 1.458.

Yang Qiquan propone che la Cina debba rafforzare l'esame dei brevetti del piano tecnico-scientifico, modificando la propensione verso tecnologia e mercato a scapito delle ricerche sulla proprietà intellettuale nell'ambito amministrativo del piano stesso.

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