"Nel suo 11° Piano quinquennale, la Cina ha stabilito l'obiettivo della riduzione del 20% entro il 2010 del consumo energetico per PIL unitario. A mio parere, si tratta di una promessa concreta sulla riduzione delle emissioni di gas serra ed attenuazione del cambiamento climatico fatta volontariamente dalla Cina alla comunità internazionale. Le accuse di alcuni paesi secondo cui la Cina non avrebbe fatto promesse sulla riduzione delle emissioni non corrispondono a realtà." Così si è espresso Zheng Laiquan, direttore del dipartimento per l'ambiente e lo sviluppo sostenibile della Commissione economica e sociale per l'Asia e il Pacifico dell'ONU (U.N. Economic and Social Commission for Asia and the Pacific -- ESCAP) in un'intervista del 10 dicembre all'Agenzia stampa cinese Nuova Cina.
"Nel settore dell'adozione di misure per mitigare il cambiamento climatico, la riduzione del consumo energetico e delle emissioni possiede lo stesso significato. La Cina ha proposto di propria iniziativa un enorme obiettivo, dando il buon esempio; questo target volontario deve essere riconosciuto dalla comunità internazionale." Questo parere è stato avanzato da Zheng Laiquan durante la conferenza sul cambiamento climatico dell'ONU di Bali, in Indonesia.
Uno dei punti focali delle discussioni di Bali è se occorra chiedere ai paesi in via di sviluppo di fare promesse sulla riduzione delle emissioni al pari dei paesi sviluppati. In merito, i paesi in via di sviluppo e quelli sviluppati hanno tutti proprie posizioni.
Zheng Laiquan ha detto che rispetto ai paesi sviluppati, quelli in via di sviluppo hanno modelli economici non ancora fissati e maggiori variabili di fronte a sè, mentre costringerli a stabilire target di riduzione delle emissioni è difficile da realizzare anche dal punto di vista tecnico. Per cui, incitando i paesi sviluppati a promettere ulteriori obiettivi in merito, tramite il completo utilizzo, miglioramento e riforma dell'attuale meccanismo di mercato si possono trasformare gli obiettivi di riduzione delle emissioni in forza motrice del mercato, tramutando la crisi del cambiamento climatico in opportunità commerciale, a tutto favore della ricerca dello sviluppo sostenibile da parte dei paesi in via di sviluppo, e riducendo nel contempo le pressioni in merito sui paesi avanzati. Questi sono i temi che egli si prepara a discutere con gli esperti dei vari paesi presenti a Bali.
Zheng Laiquan ha detto che il CDM (meccanismo di sviluppo pulito) è un importante meccanismo di mercato per rispondere al cambiamento climatico. Per lo sviluppo e l'ottimizzazione del mercato del CDM, le fonti di capitali e tecnologie non sono un problema, tuttavia attualmente le richieste sugli standard dei progetti CDM sono troppo rigorose, per esempio occorre dimostrare che un progetto CDM non ha scopo di lucro, il che limita lo sviluppo del mercato del CDM.
A suo parere, occorre rilassare gli standard sui progetti CDM, mentre per quanto riguarda gli standard tecnici (relativi alla conferma della presenza o meno di una riduzione efficace di emissioni) occorre padroneggiarli in modo rigoroso. L'ampliamento del mercato del CDM tramite il rilassamento degli standard può promuovere efficacemente il lavoro di riduzione delle emissioni. "Purchè raggiungano l'obiettivo della riduzione concreta delle emissioni, anche i progetti commerciali a scopo di lucro possono essere inseriti nel meccanismo del CDM".