Il 2 novembre si sono tenute le elezioni dei leader e dei parlamenti locali delle province di Donetsk e di Luhansk Oblast, nell'est dell'Ucraina, il che ha provocato l'energico scontento delle autorità del paese. Il presidente Porosenko ha condannato l'iniziativa come un sabotaggio dell'accordo di Minsk e del processo di pace nell'est del paese. Il Dipartimento di sicurezza ucraino ha deciso di istruire una causa penale verso le cosiddette "elezioni". Dal canto suo, la parte russa continua a sostenerle, e afferma che ne rispetterà i risultati e onorerà la volontà popolare.

Le elezioni dello stesso giorno si sono svolte in modo normale, nonostante alcuni incidenti. Primo: alcuni siti web elettorali sono stati attaccati dagli hacker. La commissione elettorale di Donetsk afferma che sta affrontando con impegno gli attacchi, e al termine delle elezioni ha già sporto denuncia in merito. Secondo: le milizie dell'est dell'Ucraina hanno eliminato a Donesk due gruppi che tentavano di sabotare le elezioni, i cui membri sono stati catturati. Nelle loro auto sono stati scoperti mitragliatrici e bazooka. In precedenza l'est dell'Ucraina aveva ricevuto la notizia che le autorità di Kiev si preparavano a sabotare le elezioni dello stesso giorno, ma finora non ci sono prove che i due gruppi siano stati inviati dalle autorità di Kiev. Inoltre lo stesso giorno nell'est del paese sono ancora avvenuti degli scontri a fuoco fra l'esercito governativo e le milizie locali.

Va notato che l'est dell'Ucraina ha rifiutato di partecipare alle precedenti elezioni per il parlamento nazionale, preparando le elezioni dei leader e dei parlamenti di Donetsk e di Luhansk Oblast, per dimostrare che sono Stati e non parti dell'Ucraina. Alexander Zakharchenko, il candidato più favorito e leader delle milizie dell'est, al termine delle elezioni ha detto che la Repubblica Popolare di Donesk intende essere un partner paritario del governo ucraino, e ha espresso la speranza che le autorita di Kiev riconoscano le elezioni. Da cui emerge che Zakharchenko assegna ormai a Donesk la stessa posizione di Stato indipendente dell'Ucraina.

Dal canto loro, le autorità di Kiev esprimono energico scontento per questa netta manifestazione di indipendenza dell'est. Il presidente Porosenko ha detto che le elezioni violano l'accordo di Minsk e sabotano il processo di pace nell'est. Il 2 novembre, il governo ucraino ha annunciato di aver già intentato una causa penale contro le elezioni nelle due province orientali, corrispondenti al tentativo di appropriarsi del potere statale modificando con la violenza o sovvertendo la Costituzione, di cui parla il codice penale del paese.

Nel frattempo, la parte russa continua a trasportare materiali umanitari nell'est dell'Ucraina. Il primo novembre è arrivato il quarto stock, il che ha di molto incrementato la buona impressione dei locali nei confronti della Russia. Molti di loro affermano che nonostante le sanzioni delle autorità ucraine, con il sostegno della Russia ci sono ancora delle speranze di sviluppo per il futuro.

Le autorita ucraine sono così finite in un arduo dilemma: da un lato, troncare di netto la fornitura all'est equivarrebbe a confermare che le due zone si sono ormai emancipate dall'Ucraina, ma dall'altro non possono neppure accettare di non adottare delle misure, visto che queste hanno tenuto le elezioni locali e intendono formare un nuovo governo. Secondo gli analisti, le autorità ucraine devono formare al più presto un nuovo governo e continuare le consultazioni con i rappresentanti dell'est del paese, della Russia e dell'OSCE, cercando di arrivare ad un piano accettabile da tutte le parti, così da evitare un'escalation della crisi.