Hamas: riprenderà gli attacchi se le richieste sul cessate il fuoco non verranno soddisfatte
  2014-08-08 15:38:26  cri

 

Il cessate il fuoco avviato il 5 agosto da Palestina e Israele sta per scadere. Il 7 agosto, ora locale, il Movimento di Resistenza Islamica palestinese (Hamas) ha affermato che se Israele non acconsentirà alle richieste avanzate dalla parte palestinese in merito al cessate il fuoco, Hamas riprenderà gli attacchi contro Israele dopo le 72 ore di cessate il fuoco. La parte israeliana ha risposto che se Hamas riprenderà gli attacchi, la parte israeliana risponderà fermamente al fuoco.

Ora che il cessate il fuoco sta per terminare, la parte egiziana si sta impegnando a persuadere la parte palestinese e israeliana a prolungare ulteriormente il cessate il fuoco al fine di poter guadagnare abbastanza tempo per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco a lungo termine. I dettagli su questo turno delle trattative tra Palestina e Israele rimangono sempre in stato confidenziale. Secondo quanto riportato dai media locali, citanti notizie da fonti anonime dell'intelligence egiziana, al Cairo la delegazione palestinese e quella israeliana non hanno avuto un contatto diretto, ma un negoziazione indiretta tramite funzionari egiziani. Secondo quanto appreso, la posizione dei membri di Hamas e di Jihad della delegazione palestinese è molto dura, persistendo nella revoca del blocco sulla Striscia di Gaza, nell'apertura dei porti di terra e di mare e nel rilascio dei prigionieri palestinesi quali prerequisiti del cessate il fuoco

Fino alla mezzanotte del 7 agosto, ora locale, entrambe le parti non hanno concordato sul prolungamento del cessate il fuoco. Israele ha affermato che la parte israeliana è ben disposta ad allungare indefinitamente il cessate il fuoco "incondizionatamente", ma ha sottolineato che l'accordo sul cessate il fuoco a lungo termine deve includere l'eliminazione della militarizzazione della striscia di Gaza. La Palestina non ha tuttavia acconsentito al prolungamento del cessate il fuoco. Hamas ha affermato che Israele non ha ancora acconsentito alle richieste avanzate dalla parte palestinese sul cessate il fuoco, tra cui il punto fondamentale consistente nello sblocco da parte di Israele della Striscia di Gaza. Se Israele non soddisferà le richieste della parte palestinese, lo stato di ostilità delle due parti avrà un' "escalation". Lo stesso giorno, le forze armate di Hamas, la brigata Al-Qassam, hanno pubblicato una dichiarazione televisiva, affermando che se le richieste della parte palestinese non saranno soddisfatte, esse chiederanno alla delegazione palestinese di non acconsentire al prolungamento del cessate il fuoco e di ritirarsi dalle trattative, dichiarando altresì di essere pronti per il combattimento a lungo termine.

Un deputato di Hamas, Mushir al-Masri, ha affermato che Israele non ha ottenuto una vittoria nel campo di battaglia, e che non sarà ugualmente in grado di ottenere un successo nell'arena politica. La sera del 7 agosto, un funzionario di alto livello dei servizi di sicurezza israeliano ha affermato che se Hamas riprenderà l'attacco contro Israele, Israele risponderà fermamente al fuoco. Il funzionario ha aggiunto che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa di sicurezza nazionale, Moshe Ya'alo hanno dato istruzioni alla parte militare di tenersi pronta per affrontare tutte le possibili situazioni.

Questa turno di trattative sul cessate il fuoco tra Palestina e Israele non è proceduto senza intoppi. La maggior parte dell'opinione pubblica ha espresso preoccupazione per la situazione tra Palestina e Israele. La sera del 7 agosto, ora locale, il sito web ufficiale egiziano "Al-Ahram" ha pubblicato un commento, dicendo che anche dopo il termine del cessate fuoco, Palestina e Israele continuano a mantenere le proprie diversi opinioni, le trattative affrontano il rischio di fallimento e la regione della Striscia di Gaza è ancora una volta sull'orlo della guerra. Gli analisti hanno indicato che il risultato di questo turno di mediazione presieduta dall'Egitto avrà una maggiore influenza per le relazioni tra l'Egitto e Hamas e per l'equilibrio delle forze in questa regione. Se le trattative falliranno, vorrà dire che ad Hamas "non importa nulla del governo egiziano" e che le relazioni tra l'Egitto e Hamas verteranno in un ulteriore stato di tensione. Il governo egiziano adotterà misure atte a comprimere ulteriormente lo spazio d'attività dei leader di Hamas in Egitto, persistendo nell'imporre alla Palestina di abbandonare il tentativo di istituire uno stato separatista quale condizione per l'apertura del porto della Striscia di Gaza.

Inoltre, i media locali ritengono generalmente che in questo turno della crisi della Striscia di Gaza e con le inerenti azioni di mediazione, paesi come Qatar e Turchia abbiano emesso diverse voci sul cessate il fuoco rispetto alla proposta dell'Egitto, il che è una delle ragioni dell'impossibilità di realizzare per tempo il cessate il fuoco. Il risultato della mediazione presieduta dall'Egitto sarà una banderuola al gioco delle diverse forze della regione.

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