Dibattito generale della 65ª Assemblea generale dell'ONU
  2010-09-24 17:44:50  cri
Il 23 settembre, la 65ª Assemblea generale dell'ONU ha aperto un dibattito generale, durante il quale i capi di Stato e leader di governo hanno preso la parola per esprimere i propri interessi e preoccupazioni e manifestare le proprie opinioni in merito alla situazione interna e internazionale dei rispettivi paesi.

Il tema del dibattito dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite è "Riaffermare la funzione centrale dell'ONU nell'amministrazione globale". Prima del dibattito generale, il presidente dell'Assemblea generale Joseph Deiss ha sottolineato che soltanto l'ONU annovera così tanti paesi membri in grado di rappresentare efficacemente gli interessi comuni della popolazione mondiale e che hanno l'esperienza per trattare gli affari globali. Allo stesso tempo, però, ha avvertito che l'ONU corre il rischio di essere emarginata dagli altri gruppi politici. Deiss ha dichiarato che sebbene da sempre alcune personalità accusino l'ONU di mancare di efficienza e di un impatto efficace, tuttavia durante la recente crisi finanziaria ed economica ha messo in rilievo l'importanza dell'azione rapida e coordinata in piena identità di vedute in una simile crisi globale, che necessita il miglioramento del meccanismo di scambi reciproci, di consultazione e di cooperazione tra diversi enti e paesi, che potranno essere realizzate solo dall'ONU e dall'Assemblea generale.

Il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon nel suo discorso ha ugualmente sottolineato l'importante ruolo dell'ONU negli affari internazionali di oggi. Egli ha rilevato che i cambiamenti climatici, del disarmo nucleare, della non-proliferazione nucleare e della parità dei sessi sono ancora problemi rilevanti del mondo di oggi. Ban Ki-moon ha chiesto ai rappresentanti dei paesi presenti all'Assemblea di promuovere le azioni relative insieme all'ONU con nuove idee, nuovi metodi e volontà politica ferma, appoggiando gli sforzi dell'ONU nella mediazione e soluzione dei conflitti e delle situazioni di tensione esistenti in Somalia, nel Sudan, nella penisola coreana e nelle zone mediorientali, nonché le azioni umanitarie di soccorso per affrontare le gravi calamità naturali e i problemi dello sviluppo a lungo termine.

Nel primo giorno del dibattito generale, i capi di Stato e leader di governo di oltre 30 paesi, fra cui il premier cinese Wen Jiabao e il presidente Usa Barack Obama, hanno fatto degli interventi.

Il premier cinese Wen Jiabao ha pronunciato un discorso intitolato "Conoscere la Cina vera". Dall'analisi delle condizioni reali del paese, alla risposta ai sospetti e alle preoccupazioni delle varie parti per il futuro sviluppo cinese, Wen Jiabao ha cercato di parlare della vera Cina.

"Fino ad oggi, la modernizzazione della Cina ha visto convivere l'avanguardia e l'arretratezza e l'intrecciarsi di contraddizioni nuove e vecchie, affrontando sfide senza precedenti. La Cina si trova ancora nella fase iniziale del socialismo ed è ancora un paese in via di sviluppo: questa è appunto la condizione di base del paese, la vera Cina."

Guardando allo sviluppo della Cina tra dieci anni, Wen Jiabao ha spiegato che il popolo cinese andrà avanti con tenacia sulla strada della riforma e apertura, della pace e dello sviluppo. Questa strada ha cambiato la sorte della Cina e riportato benefici alla popolazione cinese. Il premier ha rilevato che la pace e lo sviluppo sono ancora due grandi temi del mondo di oggi, che la Cina abbraccerà con fermezza. Egli ha sottolineato:

"Nel processo di ricerca del proprio sviluppo, la Cina porterà avanti la missione della promozione dello sviluppo e della prosperità comune dell'umanità. La Cina continuerà a ricercare e trovare dei punti in comune con gli interessi dei vari paesi. Lo sviluppo della Cina non può ledere né minacciare nessuno. La Cina non diventerà una potenza egemone."

Il presidente statunitense Barack Obama ha spiegato la posizione degli Stati Uniti sui problemi della pace, del disarmo, della lotta al terrorismo, dei diritti umani e dello sviluppo, tra i quali la pace in Medioriente rappresenta una priorità. Obama ha annunciato che giorni fa Israele e Palestina hanno riattivato i negoziati diretti, imboccando un sentiero difficile, e spera che le due parti riescano a superare le difficoltà e alla fine raggiungere un consenso. Il presidente degli USA ha sottolineato che la parte israeliana e quella palestinese e i loro alleati devono riconoscere che la pace è l'unica via per risolvere il problema mediorientale. Egli ha espresso la speranza che tutte le parti s'impegnino congiuntamente per far entrare quanto prima nell'ONU un nuovo membro, stato sovrano e indipendente: la Palestina.

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