Intervista a Wang Suna
  2010-04-29 15:40:51  cri

 

La signora Wang Suna è una professoressa di lingua italiana che insegna da diversi anni presso l'Università di Lingua e Cultura di Beijing. E' molto giovane, ma è già un'italianista con moltissima esperienza. Oggi condividerà con noi il suo percorso nel mondo della lingua italiana.

1 Salve professoressa Wang! Prima di tutto potrebbe parlarci un po' del vostro lavoro di insegnante?

Salve! Lavoro all'Università di Lingua e Cultura di Pechino.

Abbiamo un corso di laurea d'italiano che dura 4 anni, per il momento abbiamo solo una classe del primo anno. Ma quest'anno verso settembre ci sarà un'altra classe d'italiano, e forse ogni anno ci sarà una nuova classe. Apriremo presto anche un master.

Adesso ho 8 ore di lezione ogni settimana per il corso di laurea, 4 ore per un corso facoltativo, che è aperto a tutti i ragazzi delle varie facoltà e dei vari dipartimenti a cui interessa la lingua e la cultura italiane. Devo dire che ci sono molti ragazzi a cui piace la lingua italiana. Per questo corso facoltativo, abbiamo due classi. Nella lista, ci sono per ogni classe 30 ragazzi. Ma vengono anche molti ragazzi che non sono riusciti a iscriversi a questo corso che è a numero chiuso. Abbiamo un'aula da 45 posti che è sempre piena, molti ragazzi arrivano più tardi e non trovano posto, devono portare le sedie dalle altre aule. Questo dimostra che i ragazzi curiosissimi della lingua italiana.

Anche la nostra classe del corso di laurea è numerosa, in tutto 29 studenti, 20 ragazze e 9 ragazzi. Per loro, io tengo la lezione di ascolto. Abbiamo mezzi d'insegnamento molto moderni. Nell'aula c'è un proiettore, un computer e un DVD. Durante le lezioni faccio ascoltare i dialoghi o i testi in italiano ai ragazzi, talvolta gli faccio guardare dei pezzi di film italiani, per esempio ultimamente i ragazzi hanno visto il nuovo film Sissi girato dagli italiani, sono stati molto contenti. Con l'aiuto degli impianti multimediali possiamo realizzare un'insegnamento a 360 gradi, i ragazzi avranno, a dire il vero già hanno una capacità di compressione abbastanza alta e parlano bene l'italiano.

2 Dove hai studiato la lingua italiana e dove ha svolto lo studio per il dottorato per diventare un'italianista?

Io ho studiato 4 anni all'Università di Lingue Straniere di Pechino; poi sono andata a Trento per frequentare un corso di master in studi internazionali presso la facoltà di economia dell'Università degli Studi di Trento. Nel 2004, ho partecipato a un concorso e ho vinto la borsa di studio del corso di dottorato di ricerca in italianistica dell'Università degli studi di Macerata, così ho iniziato i tre anni di studio a Macerata. La mia ricerca era su Matteo Ricci, ho tradotto dal cinese in italiano due sue opere intitolate I Dieci Capitoli di Un Uomo Strano e Le Otto Canzoni di Manicordio in collaborazione col mio tutore il prof. Filippo Mignini, responsabile dell'Istituto Matteo Ricci, inoltre ho scritto anche l'introduzione e il commento.

3 Lei ha vissuto e studiato per molto tempo in Italia, come è stata questa vostra esperienza? ci sono dei momenti interessanti o indimenticabili da ricordare?

Devo dire che è stata molto utile per me questa esperienza, attraverso la quale ho potuto conoscere meglio sia la lingua che la cultura italiana. Per la cultura non intendo semplicemente la letteratura o la storia, ho potuto conoscere da vicino sopratutto la vita quotidiana degli italiani, i problemi sociali e la mentalità.

Ho passato tante ore presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, l'Archivio dei gesuiti vicino piazza San Pietro, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e la Biblioteca comunale Mozzi Borgetti in cui sono conservati molti documenti gesuiti. E' stata una esperienza meravigliosa.

4 Perché ha scelto la lingua italiana come specialità?

C'è stata un'influenza famigliare. Mio padre è un professore d'italiano. Fin da piccola, ho sentito da lui molte cose curiose sull'Italia e sulla cultura italiana. Dunque desideravo vedere e verificare le cose che mi aveva raccontato con i miei propri occhi. Poi come la Cina, l'Italia è un paese che ha una lunga storia e una splendida civiltà, conoscere una cultura diversa vuol dire avere doppia saggezza.

5 Parliamo un po' della vostra famiglia. Si dice che tutti i membri della vostra famiglia siano impegnati negli scambi culturali tra Italia e Cina, può spiegarcelo meglio?

Come avevo detto, mio padre è un professore d'italiano, lui insegna ancora all'Università di Lingue Straniere di Pechino. Le mie prime conoscenze sull'Italia derivano proprio da lui. Mia madre si è laureata in francese nella stessa università dove lavora mio padre. Lei ha lavorato per molto tempo presso l'ambasciata dell'Algeria a Pechino, poi ha accompagnato mio padre a milano dove andava ad insegnare all'università per due anni. Lì, mia madre ha cominciato a studiare l'italiano. Siccome conosceva bene il francese, ha fatto subito rapidi progressi anche nell'italiano. Adesso parla bene l'italiano anche lei. Mio marito ed io eravamo compagni di classe all'Università. Dopo la laurea, lui ha cominciato a lavorare per il ministero degli affari esteri cinese. Inoltre ha lavorato 5 anni presso l'Ambasciata cinese a Roma come diplomatico.

6 Suo padre, il professor Wang Jun, è stato uno dei primi professori che hanno iniziato ad insegnare la lingua italiana in Cina e Lei è della seconda generazione. Ci sono dei cambiamenti tra le didattiche delle due generazioni? E come sono gli studenti?

Certamente. Avevo detto che adesso gli insegnanti possiedono per l'insegnamento vari susidi tecnologici. Possiamo usare computer, proiettore, DVD; possiamo usare Power Point che prima non c'era o almeno non era diffuso in passato. Tutto ciò rende più efficente l'insegnamento di oggi. Ci sono più manuali di lingua italiana, vari tipi di dizionari, comunque le risorse per l'insegnamento e per lo studio della lingua italiana sono molto più abbondanti. I ragazzi sono molto vivaci e curiosi, molti dicono che i ragazzi di oggi non sono così studiosi come quelli di una volta, ma io penso in modo diverso, infatti, i ragazzi di oggi con tutte queste tecnologie, imparano sempre più velocemente, hanno una capacità di comprensione e comunicazione più alta rispetto a noi. Come insegnante della nuova generazione, cercherò di ereditare i buoni metodi didattici dei nostri prof. utilizzando allo stesso tempo le nuove tecnologie.

7 Vi piace il vostro lavoro? Per quale motivo?

Sì, mi piace molto questo lavoro, che mi dà la possibilità di stare con i ragazzi pieni di energia e vitalità. Posso dare una mano a questi ragazzi come i miei professori che hanno aiutato me nello studio. Sono sicura che fra 4 anni, alcuni di loro diventeranno insegnanti come me, o diplomatici, o giornalisti, tutti saranno come un ponte culturale tra la Cina e l'Italia.

8 Quest'anno ricorrerà il 40° anniversario dell'allacciamento delle relazioni tra Cina e Italia. Essendo una cinese che lavora in ambito italiano, come vede lo sviluppo delle relazioni bilaterali avvenuto negli ultimi anni?

L'Italia e la Cina sono due paesi che svolgono un ruolo importante in ambito internazionale. Dunque la collaborazione e lo scambio in vari campi corrisponde agli interessi comuni. Parliamo dello scambio culturale, per esempio, negli ultimi anni ci sono sempre più giovani italiani che hanno scelto di studiare la lingua cinese. A Roma, Napoli, Torino e Milano sono stati fondati gli Istituti Confucio. Ogni anno vengono in Cina tanti studenti italiani per lo studio. E adesso in Cina molte università hanno aperto il corso d'italiano. Solo a Pechino ci sono già cinque università dove si insegna la lingua italiana. Per di più, ci sono sempre più ragazzi cinesi che scelgono di frequentare le università italiane dopo il liceo. Mi ricordo che nel 2003, quando ero a Trento, in Italia c'erano poco più di 600 studenti cinesi. Oggi, ci sono almeno 4000 o 5000 studenti cinesi, un aumento notevole.

9 Cosa prevede il Suo piano di lavoro e di ricerca futuro?

Prima di tutto, essendo una giovane insegnante, devo continuare a migliorare e ad approfondire le mie conoscenze sulla lingua e cultura italiana. Siccome ho studiato tre anni Matteo Ricci che è considerato uno degli ambasciatori culturali nella storia dello scambio culturale tra Oriente e Occidente, vorrei continuare lo studio della storia degli scambi tra Cina e Italia. Desidero sicuramente diventare una brava insegnante e dare il mio piccolo contributo per promuovere la conoscenza reciproca dei due popoli.

10 Secondo voi, come saranno le prospettive delle relazioni sino-italiane?

Credo che in ambito degli scambi culturali e economico, i due paesi hanno una bellissima prospettiva.

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