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Pugilato
2006-08-14 11:38:14 cri
 

Fisiologia

Dal punto di vista fisiologico è interessante la divisione in categorie, implicito riconoscimento del fatto che la forza è una componente essenziale nel confronto. Tuttavia è più corretto richiamare il concetto di "quantità di moto":

quantità di moto = massa x velocità

Maggiore la quantità di moto più devastante è il pugno. 
La quantità di moto aumenta con la massa del pugno ma anche con la velocità con cui viene sferrato, la velocità, a sua volta, dipende dall'accelerazione impressa al pugno. 

In pratica, maggiore è la taglia, maggior difficoltà ha il soggetto ad accelerare il suo corpo o parti del suo corpo. Nell'ambito della stessa categoria la maggior massa conferisce maggior forza a scapito della velocità di esecuzione del movimento. 
Tra una categoria superiore ed una inferiore il vantaggio legato alla maggior forza (che aumenta in proporzione alla sezione muscolare) è molto maggiore dello svantaggio legato alla limitazione dell'accelerazione e quindi della velocità di esecuzione. 
Sul piano puramente fisiologico, la boxe richiede al contempo forza, agilità e coordinazione neuromuscolare per la precisione e il tempismo nel portare i colpi. Si tratta di un difficile compromesso se si considera che l'esecuzione di un gesto è più precisa se la forza sviluppata è bassa. E' comune osservazione infatti che i colpi potenti sono spesso imprecisi, mentre i colpi precisi possono essere troppo deboli. 
Sul piano psichico la boxe richiede un perfetto equilibrio per la valutazione della strategia di combattimento la quale dipende dalle caratteristiche individuali e dell'avversario. La decisione sul dispendio delle energie deve essere estremamente oculata. E' certo che sul piano sportivo vi sono pugili che sfruttano con monotonia la loro potenza devastante, mentre altri sono maestri nella tecnica e nella strategia di combattimento.

L'immagine presentata ritrae un grandissimo peso massimo, il nero Joe Louis, mentre atterra il tedesco Max Schmeling in un famoso incontro allo Yankee Stadium di New York il 22 giugno del 1938 diventando così campione del mondo. Due anni prima il tedesco aveva sconfitto per KO il nero alla 12° ripresa. Erano anni cattivi per l'Europa e per il mondo e Schmeling impersonava il guerriero di razza superiore. 
Louis si sbarazzò di lui in 2 minuti e 4 secondi con una scarica che è passata alla storia per la precisione e la potenza.

Allenamento 

Non si diventa boxeur se non vi è prestanza atletica, ma non si diventa nemmeno grandi se mancano intelligenza e perseveranza. 
Infinite ore devono essere trascorse nel miglioramento della forza e della tecnica di combattimento; infinite ore sono necessarie per imparare a centellinare lo sforzo e valutare con obiettività l'assegnazione dei punti. 

Una caratteristica tipica dell'allenamento del pugile è quella di respirare a bocca chiusa. Questo dipende dalla assoluta necessità di mantenere chiusa la bocca durante l'incontro per serrare il paradenti e assorbire i colpi alla mandibola.

L'allenamento di un pugile comporta anche un buon condizionamento aerobico di base, tanto più utile quanto più impegnativo e lungo è previsto il combattimento. 

Pericolosità e controlli medici 

La boxe è sport ove è previsto che si faccia "male" all'avversario. Questo comporta un rischio di lesioni che possono essere di gravità tale da causare la morte. Spesso la valutazione del rischio viene fatta considerando altre discipline ritenute pericolose, come l'automobilismo e l'alpinismo. Si osserva giustamente che nel caso dell'automobilismo e dell'alpinismo, la fatalità è legata all'errore, mentre nel caso del pugilato l'evento grave è dovuto ad un colpo "ben riuscito", tecnicamente "perfetto" e quindi nella logica dell'incontro. 

I traumi cranici possono causare lesioni permanenti. I controlli medici sono assolutamente indispensabili e devono essere frequenti. Esiste uno schema medico sportivo molto preciso da seguire nel caso che il pugile abbia subito un KO. Il KO è dovuto ad uno stato di sofferenza acuta del sistema nervoso centrale. Il colpo può causare un'emorragia la cui conseguenza fatale può essere l'edema cerebrale. 

Una carriera di pugilato comporta inevitabilmente microlesioni cerebrali. 

Controllo del peso 

La carriera di un pugile è criticamente legata alla categoria di appartenenza. Il pugile ha interesse a mantenere il peso al minimo per cercare di rientrare in una categoria inferiore, sfruttando in questo modo il vantaggio che gli può derivare dal fatto di avere una taglia in effetti corrispondente ad una categoria superiore. Vari metodi vengono adottati per mantenere il peso al minimo. Il più comune è l'uso degli steroidi anabolizzanti: questi aumentano la massa muscolare e riducono la massa grassa al minimo. Altri due metodi sono adottati per perdere peso acutamente in occasione della tradizionale pesata prima dell'incontro e cioè l'uso di diuretici e una profusa sudorazione. In entrambi i casi viene ridotta la massa di acqua corporea, il che comporta una marcata alterazione dell'omeostasi cellulare; pertanto sono entrambi sconsigliabili. 

 
   
     
   
 
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