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Le relazioni bilaterali tra Italia e Cina registrano un andamento eccellente, rispecchiato innanzitutto dalla comunanza di impegno tra Roma e Pechino su numerose questioni dell'attualità internazionale, in primo luogo sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. L'eccellente qualità delle relazioni italo-cinesi è testimoniata anche dalle recenti visite di altissimo livello che hanno sancito un vero e proprio Partenariato strategico fra i due Paesi, culminato nella visita di Stato in Cina del Presidente Ciampi. Proprio in quell'occasione è stato deciso, congiuntamente al Ministro della Cultura cinese, di consacrare il 2006 come Anno dell'Italia in Cina.
La nostra iniziativa vuole testimoniare la rilevanza sempre attuale delle relazioni fra due Paesi cui il fatto di essere portatori di civiltà antichissime non impedisce di avere un ruolo da protagonisti nella società post-moderna e globalizzata. Intendiamo pertanto offrire al pubblico cinese un panoramica ampia e articolata della realtà italiana così come si è andata sviluppando, intesa anche come attualità proiettata nel futuro, come ci insegna l'esempio di Leonardo, che seppe fondere mirabilmente l'arte del suo tempo con innovazioni scientifiche e tecnologiche precorritrici.
Il programma, frutto di un'azione concertata delle varie componenti del Sistema Italia a livello sia nazionale che locale, prevede infatti un'ampia gamma di eventi articolati in più segmenti tematici, che abbinano classicità e contemporaneità, moderno e post-moderno nelle espressioni già concacrate ed in quelle emergenti, evidenziando altresì la realtà ed il potenziale economico ed industriale del nostro Paese.
Con l'Anno dell'Italia in Cina ci riproponiamo quindi di dare dinamismo ulteriore e rinnovato alla millenaria amicizia tra i nostri due Paesi, nel segno non solo della grandezza delle rispettive tradizioni, ma anche di quella delle opportunità e delle sfide comuni del futuro. Prima fra tutte, quella dello sviluppo sempre più impetuoso del Sistema Cina, rispetto al quale il Sistema Italia non vuole, e non può, farsi trovare impreparato. |
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