Il leone occupa la foresta, ritenendosi l'animale più feroce e potente del posto, per cui tutti gli altri animaletti devono riverirlo come re.
Un giorno, nella foresta si ode un gran rumore, tutti girano il capo e vedono un elefante.
Visto l'elefante, il leone non è affatto contento e gli ruggisce contro con tale violenza che gli alberi intorno tremano come ci fosse un terremoto. Gli animaletti rimangono attoniti; la scimmia si nasconde su un grande albero, il cerbiatto lì accanto e il coniglio vicino alle radici?
Però l'elefante continua ad avanzare incurante, facendo oscillare la proboscide. Visto ciò, il leone si infuria ancora di più, alzandosi per attaccarlo:
"Fermo! Che audacia! Cosa vuoi fare? Non sai che questo è il mio territorio?"
L'elefante, per nulla impaurito, dice lentamente: "Cosa dici? La foresta appartiene agli uomini, ed io sono qui per tagliare la legna al posto loro."
Mentre il leone pensa di aprire le fauci per attaccare, la volpe arriva di corsa e gli bisbiglia qualcosa all'orecchio, al che il leone gira la testa, e dice con freddezza all'elefante: "Oh, vuoi tagliare la legna, quali sono le tue capacità?"
"Capacità? Certo che ne ho!", dice l'elefante, "Vuoi gareggiare con me?"
Il leone disprezza l'elefante, quindi fa gareggiare con lui solo gli animaletti. Comincia con l'ordinare alla scimmia di gareggiare con lui nella raccolta della frutta.
La scimmia agita le braccia, e "uno, due, tre, quattro...." che velocità! La frutta cade come gocce di pioggia e tutti la riempiono di elogi.
L'elefante si avvicina leggermente all'albero e dice alla scimmia:
"Scendi, sorella, ora tocca a me!"
Sentiti gli elogi, la scimmia è molto soddisfatta, e non vuole scendere. Impaziente, l'elefante alza la proboscide e scuote fortemente il tronco, provocando la caduta di tutta la frutta, ivi compresa la scimmia, che si frattura le gambe. Al che gli animaletti esclamano:
"Straordinario! straordinario!"
Il leone non è affatto contento e li rimprovera dicendo: "Chi sta borbottando?", poi gira la testa e dice all'elefante: "Non essere contento troppo presto, la gara è appena iniziata!"
In questo momento, la volpe si avvicina di nuovo al leone, discutendo un po' con lui. Poi il leone ordina subito al fagiano:
"Fagiano! Gareggia con l'elefante nella raccolta della sabbia."
Il fagiano becca nel terreno col suo becco appuntito, raccogliendo in poco tempo moltissimi granelli di sabbia.
Arrivato il turno dell'elefante, i piccoli animali temono per lui: senza becco appuntito, come può raccogliere la sabbia?
L'elefante non proferisce parola, ma aspira la terra con la lunga proboscide, ed alzandola, lascia cadere dai suoi buchi tantissimi granelli di sabbia.
Visto il gioco interessante, tutti gli animaletti ridono. Solo la volpe grida con intenzione:
"Grande re, non è sabbia, è solo sporcizia della proboscide!"
L'elefante guarda attentamente la volpe, senza proferire parola. Ad un tratto aspira di nuovo con forza dal terreno, punta la proboscide verso la volpe e le spruzza con forza la sabbia addosso, dicendo:
"Guarda: è sabbia o no?"
"Oh! Tu?" grida la volpe con gli occhi coperti di sabbia, ed innaspando e rotolando, si nasconde da una parte.
Il leone, inquieto e furioso, non si dà per vinto, e pensando alla palude dietro la foresta, dice:
"Questo non è nulla. La gara non è ancora finita! Ora gareggia col cerbiatto nel camminare nella palude".
La gara impaurisce gli animaletti, perché è impossibile oltrepassare a piedi la palude, e una volta impantanati, non c'è via d' uscita. Però il leone ha già dato l'ordine.
La terribile gara è iniziata.
Gli animaletti si piazzano accanto alla palude, col fiato sospeso, guardando con gli occhi spalancati. Il cerbiatto, tremante di paura, non osa mettere piede nella palude. Invece l'elefante, senza neanche pensarci, avanza subito verso il centro, a grande velocità. Sotto le sue zampe, il fango sembra un tappeto, e l'elefante non si impantana affatto.
Gli animaletti rimangono incantati. Ad un tratto, il cerbiatto salta nella palude, entrandovi, ma non riesce più ad uscirne, sprofondando sempre più. Tutti gridano spaventati:
"Oh! Il cerbiatto è sprofondato!"
"Elefante! Elefante! Vai a salvare il cerbiatto!"
L'elefante si gira in fretta e raggiunge il cervo, avvolgendogli leggermente la proboscide intorno al collo, lo tira fuori dal frango e lo depone sulla riva,
Gli animaletti fanno a gara nel sostenere il cerbiatto, grati all'elefante e pieni di ammirazione per la sua abilità.
Il leone, nel vedere la familiarità degli animaletti con l'elefante, si infuria ancora di più, e con un balzo li separa dall' elefante, gridando ferocemente a quest'ultimo:
"Cosa sai ancora fare?"
L'elefante dice: "Cosa vuoi ancora vedere? Ti dico: so fare tantissime cose! So nuotare: in un'ora riesco a nuotare per 1600 metri, e posso continuare anche per 6 ore consecutive, vuoi fare una gara con me? So trasportare delle cose: in una volta riesco a trasportare una tonnellata di legna, e tu, ce la fai? Riesco a passare su dei prati in fiamme, senza bruciarmi le zampe: forse che la tua criniera riesce a resistere al fuoco?"
Il leone, davvero infuriato, si alza e ruggisce:
"Taci! Non ammiro queste tue capacità, voglio gareggiare con te su chi riesce a domare questa foresta!"
Il leone, con un ruggito, si gira e piomba nella foresta, il vento si mette subito ad ululare, e il sole si nasconde. Dove passa il leone, i rami si spezzano, l' erba si piega a terra e anche gli alberi millenari tremano dalla paura.
Poco dopo il leone ritorna, e la foresta torna calma come prima. Il leone dice all'elefante:
"Hai visto come la foresta ha paura di me?"
"Sì!", risponde l'elefante, avanzando a grandi passi verso la foresta, e aggiunge: "Ora guardami!".
L'elefante avvolge la sua lunga proboscide intorno ai grandi alberi, sradicandoli uno dopo l'altro. Questi cadono ai lati con un gran frastuono. In un attimo, nella foresta viene aperta una strada e questa cambia fisionomia.
Gli animaletti gridano meravigliati, accogliendo l'elefante di ritorno dalla foresta. Tutti fanno a gara nel dire:
"Elefante! Elefante! Sei eccezionale! Hai domato la foresta!"
Il leone non riesce a sopportare la cosa e corre verso gli animaletti, tentando di ucciderli. Questi, terrorizzati, fuggono nelle quattro direzioni.
Ora anche l'elefante si infuria. Agitando la proboscide, la avvolge intorno al leone, sollevandolo per aria e poi gettandolo a terra malignamente. Il leone rugge, si dibatte e fugge chissà dove.
Tutti gli animaletti svengono, risvegliandosi solo dopo molto tempo. Poi circondano felici l'elefante e lo pregano dicendo:
"Elefante! Sii il nostro re!"
L'elefante non vuole e dice: "Fratellini! Avete tutti delle capacità con cui potete vivere bene! Io devo andare a trasportare la legna per gli uomini!"
L'elefante avvolge con la proboscide l'albero appena sradicato ed esce a grandi passi dalla foresta.
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