L'inverno era arrivato, nella foresta era tornata la tranquillità. Da tempo non vedeva i suoi amici, e il vecchio albero aveva nostalgia di loro. Per questo aveva scritto delle lettere e aveva pregato il piccolo piccione grigio di spediarle.
Il piccione giunse alla casa dell'orso bruno e disse: "Orso bruno, ecco una lettera per te!".
Nessuna risposta. Guardò e vide che l'orso bruno era per terra e non si muoveva proprio per niente.
Il piccione giunse alla casa del pipistrello e disse: "Pipistrello, ecco una lettera per te!"
Nessuna risposta. Guardò e vide che il pipistrello era arrampicato a testa in giù e non si muoveva.
Il piccione giunse alla casa della tartaruga e disse: "Tartaruga, ecco una lettera per te!"
Nessuna risposta. Guardò e vide che il capo, la coda e le zampette della tartaruga erano nascoste dentro il guscio e non si muovevano.
Il piccione giunse poi alla casa del riccio e disse: "Riccio, ecco una lettera per te!"
Nessuna risposta. Guardò e vide che il riccio si era contratto e non si muoveva.
Il piccione grigio pensò che questi animali fossero malati e si recò dal dottore picchio.
Il picchio sorridendo disse: "Piccolo piccione grigio, ti sbagli,! Loro stanno dormendo, e si sveglieranno quando inizierà la primavera.
Il piccione grigio si tranquillizzò e, salutato il picchio, ritornò con gioia alla casa sua. |