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Nella foresta d'autunno, le foglie degli alberi sono come farfalle dalle ali dorate, che ondeggiano nel vento. Sotto i raggi del sole, le foglie di acero sono ancora più belle, come se l'albero si fosse ricoperto di fiori rossi. In questa stagione, un anziano cacciatore arriva nella foresta per cacciare.
Il cacciatore cammina lungo il sentiero umido nella foresta. Ad un tratto, si china e la sua barba pungente quasi penetra nella terra umida: Oh! Delle impronte! Una grande volpe è passata di qui!
Il cacciatore continua ad andare avanti, però le impronte scompaiono. Il furbo animale ha svoltato, avanzando sul prato.
La volpe, nascosta dietro un pino, allunga la testa e col muso appuntito fende le erbe, mentre i suoi occhi lampeggiano. "Sono il veterano della caccia alla lepre e all'anatra selvatica, e il padrone della foresta, se qualcuno ha dei piani su di me, guardatemi, arrivo!".
Visto il cacciatore diretto verso di lei, la volpe si nasconde subito fra i cespugli, aggirando un monte e sbuffando. Intanto pensa: "Voglio vedere quanto è stupido!" Sale in cima al monte, allunga il collo e guarda verso il basso, vedendo che il cacciatore è ancora ai piedi del monte, col fucile imbracciato, la bocca aperta, e gli occhi spalancati, intento a cercare ovunque.
Camminando nella foresta, lo stomaco della volpe comincia a protestare, per cui deve cercare una lepre o un' anatra selvatica per riempirlo... Intanto agita orgogliosamente la coda, come se le anatre e le lepri della foresta vivessero solo per farle da spuntino.
La volpe avanza. Sul prato nella foresta, le acque del lago scintillano sotto il sole. Sulla riva del lago ci sono molte macchie nere.
In realtà è un gruppo di anatre selvatiche: alcune prendono il sole, altre allungano il collo nell'acqua con la coda dritta, afferrando un pesce col largo becco; altre ancora si immergono del tutto nell'acqua, uscendone lontano agitando il capo, starnazzando e battendo le ali, mentre gocce d'acqua brillanti come diamanti cadono nell'acqua. Un' anatra spalanca il becco e dice: "Un grosso pesce è fuggito sotto le mie zampe. Perché ridete? Se dico una bugia, che mi imbatta nella volpe ladra!"
La volpe si arrampica sulla riva del lago, col muso appuntito appoggiato a terra. Inarca il dorso e allarga leggermente le zampe anteriori, senza far rumore. Neanche la lepre bianca dalle lunghe orecchie riesce a sentire il rumore delle sue zampe.
La lepre bianca se ne sta seduta sotto un albero, con le zampe anteriori alzate, il petto eretto, gli occhi chiusi, russando nel sonno. Ad un tratto un odore di urina penetra nel suo naso, apre gli occhi, mamma mia! la volpe si trova proprio davanti, a soli tre alberi di distanza. Però la volpe punta solo alle anatre nel lago, e si arrampica in avanti, senza vederla.
La lepre bianca segue la direzione dello sguardo della volpe e capisce tutto. "Devo subito informare le anatre!" Allora salta veloce lontano, correndo verso la riva del lago lungo un altro sentiero. Attraversa il bosco, un ruscello, una valle profonda, veloce come una freccia scoccata dall'arco.
La tortora e il francolino smettono di cantare e la guardano sorpresi.
Uno scoiattolo che cerca per terra dei pinoli non fa in tempo a nascondersi e la lepre bianca gli salta sul dorso.
Un capriolo sta facendo una passeggiata nella foresta insieme a due piccoli, e quando questi gridano: "Mamma, una lepre bianca!", la lepre è già passata sotto il suo ventre.
La lepre bianca corre fino alla riva del lago e sbuffando dice: "Sbrigatevi!" Le anatre allungano il collo, fissandola, e chiedono: "Cosa c'è?"
"La volpe, è arrivata la volpe, scappate!" Finito di parlare, la lepre bianca fugge nella foresta.
Le anatre girano il collo e si ritrovano la volpe di fronte: il ventre appiccicato al fango su cui crescono delle erbe palustri, le orecchie rivoltate indietro, la testa dai peli rossi allungata, e due feroci occhietti brillanti, questa spalanca la bocca, e sbava già per l'acquolina. Con la schiena arcuata, si prepara a lanciarsi su di loro. Le anatre gridano: "Scappiamo!" e aprono tutte le ali, librandosi in cielo.
La volpe si gira e vista la lepre bianca che sta correndo, si infuria. Scrollandosi di dosso il fango e agitando la coda, dice fra i denti: "Ti aspetto!" Però non riusce a raggiungere la lepre bianca, e con la coda a terra avanza nella foresta, sempre più adirata, e sospira al cielo. Cos' è mai successo? Un' aquila sta facendo degli ampi giri in cielo.
"Ahi, ho capito, sarò io a divorarvi!"
La volpe allunga la schiena e, seduta per terra, aspetta che l'aquila si abbassi e afferri la lepre bianca, per gettarsi su di loro, afferrandole entrambe. Col collo allungato e gli occhi puntati sull'aquila che fa i suoi giri in cielo, allunga la lingua e si lecca le labbra.
Sempre occupata a pensare a come fare del male agli altri, non si cura più di altro. La furba volpe dimentica il cacciatore alle sue spalle, che alza il fucile e spara, colpendola in piena schiena. |
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