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Gentilissima Direttrice Sign.ra Jin Jing, cari amici della Sezione Italiana di RCI, sono ormai trascorsi una decina di giorni dalla conclusione del nostro viaggio in Cina. E' il momento per fare un bilancio di questa nostra esperienza e non è sicuramente facile in quanto vorremmo poter esprimere moltissime nostre considerazioni ed impressioni.
Una premessa è indispensabile: non avremmo mai creduto di trovare un gruppo di giornalisti e redattori che sapesse coniugare, come avete fatto voi, professionalità e cordialità. E questo ci ha colpito tantissimo.
Quando comunicaste la vincita del Premio Speciale del concorso "Anno Italia in Cina 2006" vi confesso che ebbi qualche momento di confusione perché pensai che forse c'era un errore, che non potevo essere io il fortunato a trascorrere una settimana ospite della mia emittente straniera preferita. Ed invece era vero.
Tra di noi c'è stato un fittissimo rapporto preparatorio del viaggio ?avvenuto via e-mail- e grazie alla vostra pazienza e disponibilità abbiamo superato senza problemi tutte le formalità burocratiche. Da Pechino e da Roma (tramite l'amico Wang) ci avete "guidato" nel percorso che ci avrebbe portato da voi. E man mano che i giorni passavano cominciavamo ad assaporare tutta la particolarità della esperienza che stavamo per compiere.
Siamo partiti dall'Italia con alle spalle l'interesse di tante persone nei confronti del nostro viaggio. Amici, parenti, giornalisti locali volevano sapere com'era stato possibile fare (e vincere) un concorso ascoltando una radio, tanto più in onde corte! Molti non capivano e molti non credevano che fosse possibile udire le voci provenienti da un Paese così lontano. Abbiamo parlato molto con tutti, raccontando la passione per l'ascolto delle stazioni straniere. Abbiamo parlato di Radio Cina Internazionale ed esaudito la curiosità di molti che volevano sapere come si fa ad ascoltare determinate frequenze. Abbiamo fatto conoscere la caratteristica dei vostri programmi, delle vostre rubriche, del vostro sito internet e ?crediamo- in quei giorni "CRI online" ha avuto un discreto boom di visite nella nostra zona!
Poi, finalmente, siamo sbarcati a Pechino, in un aeroporto affollatissimo, accolti da un sole stupendo e dal sorriso bellissimo della nostra carissima Hao. Finalmente potevamo dare un volto ad una delle voci che sentivamo ogni giorno dai microfoni della radio. Per una settimana ella non solo è stata la nostra guida turistica, la nostra accompagnatrice ma ha saputo aiutarci ad entrare con discrezione in una realtà sociale, economica, culturale così diversa dalla nostra. Hao ci ha fatto apprezzare le bellezze dei luoghi che abbiamo visitato facendoci scoprire, con la sua naturale gentilezza, i mille aspetti di un popolo che noi non conoscevamo e che ora ci sono meno misteriosi.
Non ci sarebbe possibile descrivere i luoghi che abbiamo visitato se non dicendo prima che è impossibile trasformare in parole ciò che gli occhi hanno visto. La storia della Cina antica, così ben conservata in quei palazzi stupendi, in quelle incisioni, decorazioni, sculture, in quelle opere architettoniche senza eguali ci ha lasciati senza parole. La Città Proibita, il Tempio del Cielo, il Palazzo d'Estate: ci siamo trovati di fronte ad un insieme di ricchezze ineguagliabili sotto il profilo storico ed artistico e lì, ci siamo resi conto ?forse per la prima volta- che il nostro concetto di spazio è molto limitato. Non avevamo idea che potessero esistere monumenti allo stesso tempo imponenti, delicati ed infiniti. Non credevamo possibile che una città (seppur grande come Pechino) potesse racchiudere qualcosa di simile.
Passeggiando tra quei palazzi e quei cortili e poi, successivamente, sulla enorme piazza Tian an men, abbiamo condiviso l'allegria della gente, la gioia dei bambini, il silenzio assorto dei pensosi ed abbiamo constatato che anche la presenza dei giovani militari che si incontravano spesso, si intonava con quel clima particolare perché anche loro erano tra la gente, parlavano con la gente, sorridevano ai bambini. Niente era fuori posto e ovunque abbiamo sentito un clima di generale tranquillità, aiutati anche dalla presenza di stupende oasi di fiori coloratissimi e di piante vestite con i colori autunnali.
Certamente è apparso ai nostri occhi anche uno dei problemi gravi che affligge la vita dei pechinesi: l'inquinamento. Spostandoci per la città, soprattutto nelle ore pomeridiane, abbiamo notato il calare di questa pericolosa coltre di fumi e vapori che, lentamente, toglie luce al sole e sembra accorciare oltre il necessario la durata del giorno. Crediamo che non sia semplice per un grande paese come la Cina mantenere il suo slancio economico e produttivo e ?al contempo- riciclare la propria industria rendendola efficiente e moderna anche sotto l'aspetto della tutela dell'ambiente. Comprendiamo la grandezza dello sforzo che le autorità del Governo e del Partito Comunista stanno elaborando e si apprestano a tradurre in fatti ma la consapevolezza di dover vincere anche questa rivoluzione dovrà sprigionare le energie necessarie a vincere la sfida dell'inquinamento ambientale.
La città di Pechino ci ha impressionato non solamente per la sua grandezza che abbiamo potuto vedere attraversando interi ?enormi- quartieri dove i giganteschi palazzi si stagliano contro il cielo e dove si nota chiaramente il veloce trasformarsi della vita di questa comunità guardando il sorgere di nuovi insediamenti, di banche, di centri commerciali, di punti vendita nei quali si trova ormai ogni genere di merce: dai cellulari agli abiti, dalle auto agli apparecchi video-fotografici. Il centro vivo e pulsante di Pechino è una enorme area di cose e persone che si muovono, ma non a caso. In ogni cosa che si muove c'è un ordine e non si può fare a meno di pensare che ?dietro a tutto ciò- deve esistere una grande ed efficiente organizzazione. E non potrebbe essere altrimenti, pena il caos. Perfino agli incroci delle strade abbiamo notato l'efficienza dei pechinesi: un semplice pannello luminoso che scandisce i secondi che mancano a far scattare il verde semaforico basta a mantenere la disciplina agli incroci!
E poi, in mezzo a questo grande muoversi ed a questa sorta di ordinata confusione, ci sono apparsi addirittura gli aquiloni! La nostra meraviglia non poteva che essere grande quando abbiamo visto spuntare tra quei giganteschi grattacieli i piccoli, grandi e colorati aquiloni che volteggiavano quasi volessero farsi largo e ritagliarsi il loro angolo di cielo. Curioso e bello soprattutto per chi ?come noi- gli aquiloni ormai li vede raramente se non durante qualche rara festa od in momenti particolari dell'anno.
Essendo il nostro albergo situato in una zona periferica del centro di Pechino, abbiamo avuto modo di osservare il diverso ritmo della vita e delle abitudini della gente. I caseggiati pieni di gente che andava o tornava dal lavoro, i piccoli mercati pieni di frutta e verdura, i cortili interni dove le persone anziane fanno la loro quotidiana ginnastica, i negozi aperti fino a tarda ora (come abbiamo potuto vedere con i barbieri), i ragazzi che vanno a scuola con le loro divise da studenti. Per qualche giorno, la sera e la mattina, siamo stati in un luogo assai simile alle borgate delle nostre piccole città e, forse, anche questo ha contribuito a farci sentire come a casa nostra.
Che dire poi di Xian, di quella meraviglia scoperta dai contadini anni fa e giacente sottoterra da migliaia di anni. I guerrieri di terracotta sono un bene storico che l'umanità deve assolutamente proteggere. Queste figure immobili e silenziose parlano, ci raccontano storie di battaglie, di imperatori, di un mondo passato eppure così misterioso ed affascinante. Ma anche terribile, se è vero che a quei tempi, la vita doveva essere veramente dura per tutti coloro che non rientravano nelle grazie dell'imperatore e delle sue legioni!
Xian, con il suo traffico stradale pazzesco eppure ordinato: quante volte, in auto od in pullman, ci siamo aggrappati ai sedili, preoccupati per la guida di quegli autisti spericolati ma ?allo stesso tempo- sicuri ed affidabili. Quante risate ci siamo fatti dopo quella giornata a Xian, ripensando a quelle piccole situazioni di caos stradale.
E quante risate ci siamo fatti noi, nelle pause di pranzo, alle prese con i bastoncini nella impossibile impresa di portare alla bocca qualche chicco di riso! E la divertente soddisfazione che poi arrivava quando osservavamo la nostra amica Hao intenta ad avvolgere gli spaghetti nella forchetta!! Culture diverse che si confrontavano anche con il cibo. Pur avendo apprezzato e gustato alcuni famosi e prelibati piatti cinesi, troppo poco è stato il tempo a nostra disposizione per poter gustare gradualmente i sapori, gli odori, gli ingredienti e le abitudini alimentari di una cucina così diversa dalla nostra.
E la Grande Muraglia? Forse per descriverne dignitosamente la bellezza ci servirebbero tanti fogli lunghi come le sue mura: 7000 km! Vogliamo solamente dire che la storia ha voluto conservare questo monumento quasi a farne il simbolo di una sfida: non più uno strumento di divisione tra i popoli ma qualcosa che i popoli li unisce, li chiama, li racchiude tra le proprie mura. Su di esse miriadi di europei, asiatici, africani, americani si incrociano, parlano, si salutano, si sorridono. Forse non è un caso che le pietre della Grande Muraglia siano state scelte tra gli ambienti accanto ai quali sistemare uno dei richiami di sicuro effetto in preparazione delle Olimpiadi del 2008: quell'enorme tabellone su cui è scritto "One word, One dream" raccoglie l'eredità storica della Grande Muraglia e la trasforma in un messaggio di pace e di fratellanza.
Ma, cari amici della Sezione Italiana di Radio Cina Internazionale, abbiamo voluto tenere per ultimo, tra queste nostre brevi considerazioni, quello che per noi è stato l'aspetto centrale, quello che ci ha dato maggior emozione e che ci lascia il ricordo più bello di tutte le giornate vissute in Cina: il momento della consegna del Premio Speciale.
Ci siamo trovati ?mia moglie ed io- al centro di un momento di fratellanza con persone che non finiremo di definire gentili, cortesi e, soprattutto, amiche. Ognuno dei componenti della Sezione Italiana ?a cominciare dalla Sig.ra Jin Jing- ci ha accolto con una ospitalità degna del Paese nel quale vivete e lavorate. Siamo contenti di essere considerati vostri amici e lo siamo anche perché pensiamo di essere amici di un Paese nella cui storia rivoluzionaria noi ci riconosciamo.
Trovarsi di fronte alle persone di cui senti la voce ogni giorno, dare un volto a queste voci, poter parlare con loro, sentire la loro contentezza per la tua presenza in Cina è stato per me e per mia moglie il coronamento di un sogno che durava da anni. L'incredibile che diventava vero.
Ho avuto la soddisfazione di ricevere un premio ma ho avuto l'ancor più grande soddisfazione di portare a casa un ricordo indelebile che mi accompagnerà nel tempo. Il ricordo di Hao, di Viera, di Jin Jing, di Zhang, di Wang, di Gabriella, di Qiu, di??tante brave persone che affrontano, con le loro migliori doti di gentilezza e di freschezza giovanile, un compito difficile: trasmettere a noi che siamo lontani le voci ed i suoni di un Paese che vive e che lotta per costruire il proprio futuro e per cambiare in meglio questo nostro mondo così pieno di ingiustizie.
Grazie, cari amici. Grazie Radio Cina Internazionale. Grazie per l'ospitalità che ci avete offerto. Grazie per la dimostrazione di amicizia che porteremo sempre dentro il nostro cuore. Grazie per averci fatto sentire degni di questa vostra amicizia.
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